DA - LA REPUBBLICA

LA SCHEDA
Eta, da 34 anni
in guerra con Madrid

L'Eta, indicata dalle autorità spagnole come la responsabile delle stragi di oggi su tre treni a Madrid, è l'organizzazione separatista basca da oltre 34 anni in guerra contro lo stato spagnolo per l'indipendenza del Paese Basco.

L'Eta rivendica l'indipendenza dell'Euskal Herria (Paese Basco), un territorio abitato da 2,5 milioni di persone e che comprende la regione autonoma basca spagnola, la Navarra e il Paese basco francese. La sigla Eta sta per 'Euzkadi Ta Azkatasuna' (Patria basca e Libertà) e il suo simbolo è un serpente attorcigliato a un'ascia. Fu fondata il 31 luglio 1959.

Nel 1974, l'Eta si è scissa in due gruppi: l'Eta militare e l'Eta politico-militare. Questa fazione nel 1981 ha rinunciato alla lotta armata.

Tre anni prima, il 28 aprile 1978, era stato fondato 'Herri Batasuna' (HB), diventato poi 'Euskal Herritarrok' e oggi 'Batasuna', il partito nazionalista accusato da Madrid di essere il braccio politico dell'Eta. Nell'aprile dell'anno scorso la Corte Suprema ha notificato lo scioglimento di Batasuna e delle liste 'clonate' ai parlamenti regionali del Paese Basco e Navarra.

Secondo dati del ministero dell'Interno spagnolo, l'Eta è responsabile dal 1968 dell'uccisione di oltre 800 persone. Dopo due tregue, nel 1989 e nel 1998, dal novembre 1999 l'Eta ha ripreso le sue azioni.

(11 marzo 2004)

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Messaggio di Ciampi a Juan Carlos: "Unire gli sforzi contro il terrorismo". Berlusconi scrive ad Aznar, Fassino "sgomento".
Prodi: "Bandiere a mezz'asta
in tutta l'Unione Europea"

Dai governi europei la condanna e lo sdegno per gli attentati
Il Papa: "Esecrabili attentati che sradicano la convivenza civile"

ROMA - "Siamo tutti vittime di questo attacco": è il presidente della Commissione Ue Romano Prodi a esprimere lo sdegno e la profonda inquietudine dell'Europa dopo i terribili attentati di Madrid.

"La lotta al terrorismo non è solo della Spagna ma è la lotta di tutta Europa", ha detto Prodi annunciando che in tutta Europa le bandiere dell'Unione saranno esposte a mezz'asta in segno di lutto.

Appena la notizia delle stragi in Spagna si è diffusa sono arrivati da tutto il continente messaggi di solidarietà e cordoglio. Dall'Italia, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inviato un messaggio a re Juan Carlos, nel quale auspica un "ancora più forte impegno ad unire i nostri sforzi per contrastare l'estremismo terrorista con la massima fermezza".

Quello del presidente della Repubblica non è l'unico attestato di solidarietà partito dall'Italia. Silvio Berlusconi ha inviato un messaggio al presidente Josè Maria Aznar. "Sgomento" si dice il segretario diessino, Piero Fassino, che parla di una "criminale offensiva terroristica che sta insanguinando la Spagna".

A Bruxelles il presidente del Parlamento europeo Pat Cox, aprendo la seduta odierna, ha definito gli attentati come "il peggior atto di terrorismo perpetrato nella storia della Spagna e il peggiore in quella dell'Unione europea".

In Germania il ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer ha definito "irresponsabili" e "terribili" gli attentati di Madrid, che "non possono avere alcuna giustificazione e sono condannabili sotto tutti i punti di vista".


Il presidente francese Jaques Chirac in un messaggio al premier spagnolo Josè Maria Aznar, condannando gli attentati, ha affermato che le democrazie "saranno unite per combattere senza esitazioni" il terrorismo.

Secondo il primo ministro britannico Tony Blair "il terribile attacco sottolinea la minaccia che il terrorismo rappresenta in tanti Paesi e le ragioni per le quali dobbiamo lavorare insieme per salvaguardare le nostre popolazioni".

Il popolo russo "sa cos'è il terrorismo non per sentito dire" ha scritto il presidente russo Vladmir Putin a re Juan Carlos, e "in questa ora difficile partecipa al dolore del popolo spagnolo amico".

Si è levata anche la voce dei Giovanni Paolo II, che ha definito "esecrabili attentati" le stragi di Madrid, che "offendono Dio, violando il fondamentale dirittoalla vita e sradicano la convivenza pacifica" e nei confronti delle quali il Pontefice ha espresso "ferma e assoluta condanna".

"Condanno questi atti brutali di terrorismo. Siamo con la Spagna": queste le parole del presidente americano George W. Bush, che ha contattato telefonicamente il re di Spagna Juan Carlos ed il capo del governo spagnolo Aznar. "Condividiamo il dolore delle famiglie - ha detto il presidente Usa - e siamo fermamente al fianco della Spagna. Apprezzo molto la risolutezza con cui il governo spagnolo affronta la lotta contro il terrorismo".

(11 marzo 2004)

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DA - LA REPUBBLICA.

Le testimonianze delle persone scampate alle stragi alle stazioni In tv le immagini dell'attentato più grave alla fermata di Atocha
Madrid, l'orrore dei sopravvissuti
"Tutto è saltato in aria"

MADRID - "Tutto è saltato in aria: è la sola cosa che ricordo". Le radio e le televisioni spagnole trasmettono in diretta le testimonianze delle persone che sono scampate stamattina agli attentati contro le stazioni di Atocha, Santa Eugenia e El Pozo a Madrid. Come quella della ragazza che, aspettando un treno ad Atocha, ha visto pezzi di un treno e resti umani proiettati in aria dalla violenza dell'esplosione.

Nei dintorni della stazioni, decine di persone sotto shock tentano di capire quello che hanno visto con i propri occhi: "Gente che correva dappertutto coperta di sangue", "un intero vagone spezzato in due dall'esplosione", "cadaveri sui binari e sui marciapiedi".

Molte delle testimonianze raccolte dai microfoni della radio e la televisione sono interrotte dalle lacrime o dalle espressioni di sconforto: "Non so cosa dire, non so quali parole si possono usare per descrivere questo", dice un'adolescente intervistata dalla radio nazionale, mentre veniva soccorsa da infermieri del servizio di emergenza Samur.

E sono scene da incubo quelle che la televisione pubblica spagnola manda in onda dai luoghi delle stragi. In particolare immagini drammatiche vengono dalla stazione di Atocha, una delle più grandi della capitale, dove è avvenuta la prima e forse la più potente delle quattro esplosioni di stamane.

Un treno bianco e rosso Tgv diretto in Andalusia, nel sud, è fuori dai binari, con un vagone squarciato come se fosse stato diviso in tre parti da una gigantesca ascia. Attorno, brandelli di vestiti, sangue, oggetti usciti dai bagagli scaraventati fuori dai vagoni dalla violenza della deflagrazione, nell'andirivieni affannato delle squadre di soccorso.


Pompieri con le divise marroni a strisce gialle si ficcano tra gli squarci nelle lamiere dei vagoni. Nel piazzale antistante la stazione è un continuo andirivieni di ambulanze: caricano i feriti che pompieri e guardia civil accompagnano chi a spalla chi su barelle dall'interno della stazione. I feriti leggeri invece si allontanano da soli, barcollando sotto choc, dal luogo della strage.

(11 marzo 2004)

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DA - LA REPUBBLICA

Arnaldo Otegi, leader del partito fuorilegge Batasuna, nega responsabilità dei separatisti baschi negli attacchi alle stazioni
Batasuna assolve l'Eta
"Attentato di matrice araba"

MADRID - "L'Eta non c'entra. Strage di matrice araba". Nega ogni responsabilità negli attentati che oggi a Madrid hanno provocato oltre 170 morti il leader del partito fuorilegge Batasuna, ritenuto vicino al gruppo separatista basco. Arnaldo Otegi, questo il nome del politico, ha detto di "rifiutare anche in via ipotetica" che l'Eta sia responsabile della strage e ha puntato il dito contro "settori della resistenza araba".
E per rafforzare la posizione del movimento, il portavoce del partito ha espresso una ferma condanna
dell'attentato.

L'attribuzione dei sanguinosi attacchi di oggi a Madrid al gruppo separatista basco è stata sostenuta in un primo momento dal portavoce del governo spagnolo Eduardo Zaplana che aveva espresso parole di condanna contro l'Eta definendola "una banda di killer criminali". E poi rafforzata dal ministro degli Interni Angel Aceba che ha detto come il governo spagnolo "non ha alcun dubbio" che la responsabilità della strage sia dell'Eta.

In un'intervista alla radio di San Sebastian Otegi ha rigettato in pieno l'accusa dicendo di "non contemplare come ipotesi che l'Eta sia dietro a questi attentati...Il modus operandi, il numero elevato di vittime e il modo di procedere mi fanno riflettere e al momento penso all'ipotesi che si possa trattare di un'azione di settori della resistenza araba".

"L'Eta, nel corso della sua storia, ha sempre avvertito della collocazione delle bombe", ha sottolineato Otegi, ricordando che "tutto sembra indicare che effettivamente non c'è stato alcun tipo di avvertimento". E il fatto che non ci sia stato, ha continuato nella sua giustificazione il portavoce di Batasuna, "vorrebbe dire che è un'azione che è stata fatta cercando il maggior numero di vittime, soprattutto tra i lavoratori e la popolazione civile".


Lo stesso Otegi ha ribadito di aver pensato, appena avuta notizia degli attentati, che "lo Stato spagnolo mantiene le forze di occupazione in Iraq e che non bisogna dimenticare che ha avuto una responsabilità nella guerra in Iraq".

(11 marzo 2004)

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DA - LA REPUBBLICA.

LA SCHEDA
Eta, una lunga scia di sangue
gli attentati più gravi

ROMA - Gli attentati di oggi sono il più cruento atto terroristico attribuito all'Eta, che non ha infatti finora rivendicato stragi, e che spesso ha preferito colpire precisi bersagli istituzionali o militari piuttosto che vittime innocenti. Ecco i precedenti attentati più gravi:

20 DICEMBRE 1973: ucciso a Madrid l'ammiraglio Luis Carrero Blanco, capo del governo e 'delfino' del generale Franco. Con lui muoiono l'autista e un agente di scorta. La tecnica dell'attentato è simile a quella che verrà usata nella strage di Capaci in Sicilia (in cui rimasero uccisi il giudice Falcone, la sua compagna e la scorta): una potentissima carica esplosiva piazzata in un tunnel sotto il livello della strada. La potenza dell'esplosione fece compiere un volo di oltre 40 metri, all'automobile del premier spagnolo.

13 SETTEMBRE 1974: 12 persone uccise per l'esplosione di una bomba alla caffetteria "Rolando" a Madrid, situata vicino alla "Casa de Correos", la famigerata prigione del regime di Franco.

29 LUGLIO 1979: meno grave, ma più simile a quella odierna è l'ondata di attentati che colpisce l'aeroporto di Barajas, la stazione ferroviaria di Chamartin nella periferia settentrionale di Madrid, e la stazione di Atocha nel centro della capitale. Le esplosioni provocano 7 morti e un centinaio di feriti.

12 APRILE 1985: l'esplosione di una bomba nel ristorante "El Descanso", nei dintorni dell'aeroporto di Madrid, provoca 18 morti e 82 feriti. Il ristorante era molto frequentato dal personale americano della vicina base aerea di Torrejon. L'attentato viene però rivendicato anche dalla Jihad islamica.


14 LUGLIO 1986: un'autobomba esplode in piazza della Repubblica Dominicana, a Madrid, al passaggio di un automezzo della Guardia Civil. I morti sono 12.

19 GIUGNO 1987: esplode un'autobomba nel sotterraneo di un grande magazzino del centro commerciale Hipercor, a Barcellona. Il bilancio è di 21 morti (diversi dei quali deceduti a distanza di tempo) e 45 feriti. Finora era il più grave attentato dell'organizzazione basca. "Si è trattato di un errore", disse poi l'Eta porgendo le proprie "scuse" alle famiglie delle vittime

11 DICEMBRE 1987: a Saragozza un'autobomba esplode davanti a un palazzo della Guardia Civil. I morti sono 11 e 40 i feriti.

(11 marzo 2004)

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DA - LA REPUBBLICA

Un messaggio è stato recapitato al quotidiano "Al-Qud Al-Arabi"
"Siamo riusciti ad infiltrarci nel cuore dei crociati dell'Europa"
Lettera di Al Qaeda rivendica
attentati Madrid e Nassiriya

Nella missiva, la "firma" anche dell'attacco ai militari italiani
Trovate audiocassette arabe in un furgone vicino a Madrid

ROMA - Con una presunta lettera di Al Qaeda, inviata al quotidiano londinese in lingua araba Al-Quds Al-Arabi, l'organizzazione terroristica di Osama Bin Laden avrebbe rivendicato gli attentati di Madrid. Il comunicato contiene anche la rivendicazione dell'attacco dello scorso 12 novembre ai danni del quartier generale italiano a Nassiriya, costato la vita a 19 persone, e nuove minacce all'Italia. Il messaggio, lungo cinque pagine, e del quale non è stata ancora certificata l'autenticità, porta la firma delle "Brigate Abu Hafs al-Masri".

Al Qaida aveva in realtà già rivendicato l'attentato di Nassiriya: il 16 novembre, il settimanale arabo Al-Majallah, pubblicato a Londra, aveva affermato di aver ricevuto un messaggio nel quale la rete terroristica di Bin Laden se ne assumeva la responsabilità.

"Siamo riusciti ad infiltrarci nel cuore dei 'crociati' dell'Europa, ed abbiamo colpito una delle basi della loro alleanza", recita la lettera di oggi, che chiama gli attentati "Operazione treni di morte". E ancora: "Portiamo ai musulmani nel mondo la buona notizia che l'atteso attacco 'Venti della morte nera' contro l'America è ora nella sua fase finale, pronto al 90 per cento e, a Dio piacendo, vicino".

Al Qaeda si attribuisce anche la responsabilità dell'agguato suicida compiuto martedì scorso contro una loggia massonica a Istanbul, dove hanno perso la vita due persone. "Tre massoni di alto grado - si legge - sono stati uccisi, e se non fosse stato per un errore tecnico, sarebbero morti tutti".


"Noi delle brigate Abu Hafs - afferma un altro passaggio della rivendicazione - non siamo rattristati per i cosiddetti civili", un apparente riferimento alle vittime di Madrid. "E' ok per voi uccidere i nostri bambini, le nostre donne, anziani e giovani in Afghanistan, Iraq, Palestina e Kashmir? Ed è vietato per noi uccidere i vostri?".

Un primo sospetto sulla pista islamica era stato avanzato in serata: quando il ministro dell'Interno spagnolo, Angel Acebes, aveva annunciato il ritrovamento, nella città di Alcalà de Henares, a 35 chilometri da Madrid, di un furgone contenente sette detonatori ed alcune audiocassette con versetti del corano in arabo. Il furgone sarebbe stato rubato a Madrid lo scorso 28 febbraio.

"La pista prioritaria resta l'Eta - aveva detto il ministro -, ma è necessario essere prudenti e non escluderne altre". Da Alcalà erano partiti i treni che stamattina sono stati devastati dalle esplosioni. Nella stessa località, alcuni testimoni hanno detto di aver visto due uomini salire e scendere da vari convogli in partenza per la capitale. Le audiocassette, aveva detto Acebes, sono simili a quelle "usate abitualmente per l'insegnamento del Corano", ma "potrebbe trattarsi di un tentativo di depistaggio.

(11 marzo 2004)