LUANA - CONFALONIERI DIFENDE
BERLUSCONI... la ridicolita' di questa intervista e' che
si parla tranuillamente di un potere politico che si
lamenta per i giornale che gli vanno contro, come se non
avesse ANCHE LUI GIORNALI E TV da utilizzare per le sue
campagne elettorali e i conflitti d'interesse. DA - IL MESSAGGERO - INTERVISTA. Il presidente di
Mediaset contesta gli attacchi alla tv spazzatura del
Financial Times e di Amato: «Sono bigotti, e poi il
trash lha inventato la sinistra» di ALBERTO GUARNIERI
------------------------------------------ LUANA - ancora AGNELLI... ma e' un pezzetto sui colletti bianchi e la loro marcia... vale la pena pubblicarlo per non dimenticare. DA - IL MESSAGGERO - L'INTERVISTA ALa
marcia dei quarantamila di LUCIANO COSTANTINI
Qual è il futuro della Fiat?
-------------------------------------- LUANA - e la scala mobile ? che grande truffa anche sindacale... DA - IL MESSAGGERO Nei due anni alla
guida della Confindustria, lAvvocato puntò
soprattutto a riaprire il dialogo con i sindacati dopo
una durissima fase di scontri di CLAUDIO ALO ----------------------------- LUANA - finalmente qualcosa accade e speriamo bene: DA - L'UNITA' - La Cassazione:
la Bossi-Fini è una legge solo repressiva, senza
solidarietà Solo repressione, nessuna solidarietà. Ecco cosè la Bossi-Fini, la legge sullimmigrazione della destra. Lo dice la Cassazione che, respingendo il ricorso di un albanese condannato per sfruttamento della prostituzione, critica duramente il legislatore del 2002 ed esalta la normativa del centrosinistra, la Turco-Napolitano. Difesa e sicurezza dellordine pubblico e nullaltro - con una unilaterale lettura della normativa europea - sono il tema centrale del testo che porta il nome del vicepremier Fini e del ministro Bossi. In conclusione, sentenziano i giudici: «un capovolgimento della visione solidaristica» del testo unico del 98, sottolineano da piazza Cavour. E aggiungono: tutto ciò veniva già attuato dalla legge del 1998: «con strumenti sanzionatori di vario tipo, senza perdere di vista il legame esistente tra immigrazione, povertà o indigenza; il cosidetto lavoro nero ed i principi espressi nella nostra Costituzuione». Un giudizio severo accompagnato da un raffronto inedito, quello espresso dai magistrati della terza sezione penale. E tanto è bastato per riaccendere lo scontro politico. "Brindano" il centrosinistra e le associazioni di volontariato da sempre al fianco degli immigrati: «parole sante» quelle della Cassazione. Sinfuria la destra, con la Lega in testa. Che replica così: «Alla solidarietà ci penseremo dopo. Lobiettivo di voler stroncare linvasione dei clandestini in Italia è più che legittimo - ha detto Francesco Moro, capogruppo al Senato -, per porre rimedio allo scempio della Turco-Napolitano. Non abbiamo la banchetta magica per fare tutto insieme e subito». Anche An, con il sottosegretario Alfredo Mantovano e Giampaolo Landi di Chiavenna, contesta la sentenza. Secondo lAlta Corte, la Bossi-Fini ha accentuato il carattere di tutela dellordine e della sicurezza pubblica perseguendo con pene aspre lagevolazione clandestina. Il legislatore del 2002, rispetto a quello passato, ha «inasprito le pene, continuando a perseguire il fenomeno dellagevolazione e della migrazione clandestina, rendendo penalmente rilevanti simili attività parassitarie e lucrative», precisano i giudici. Nella legge precedente, invece, lo straniero era considerato un soggetto titolare di diritti e doveri. Anchessa puniva lingresso clandestino (art.12 primo comma del decreto legislativo 286 del 98) ma - sottolineano i magistrati - «esistevano anche una serie di disposizioni tese ad agevolare lintegrazione nel contesto sociale in cui vive, ad assicurargli condizioni di vita civile ed unadeguata assistenza non solo sanitaria, regolandone i flussi e la permanenza». Alla base di queste considerazioni della Cassazione, il ricorso di un albanese accusato di aver favorito lingresso clandestino di una giovane connazionale, al fine di sfruttarne la prostituzione. Luomo sosteneva che le disposizioni che puniscono chi agevola lingresso senza documenti di extracomunitari, sono rivolte esclusivamente nei confronti degli scafisti, sia nella legge Turco-Napolitano che nella Bossi-Fini. Ma la tesi dellalbanese è stata respinta dai giudici di piazza Cavour: entrambe le normative puniscono non soltanto gli «organizzatori di tratta» ma anche gli stessi clandestini quando compiono «attività dirette a favorire lingresso degli stranieri violando la legge». Tacciono Bossi e Fini, i "padri" della legge contestata. E parlano per loro i «fedelissimi»: «È un giudizio più politico che tecnico», sostiene Mario Landolfi, portavoce di An. «Sono parole sante», ribatte Livia Turco dei Ds: «la Cassazione esplicita una verità che la politica ha negato sulle differenze tra i due testi di legge». Mentre per il leghista Alessandro Cè, capogruppo a Montecitorio, questa sentenza altro non è che «una strana e inaccettabile invasione di campo. Una lettura solo politica e non di legittimità». Di tuttaltro parere Rosy Bindi, responsabile delle politiche sociali della Margherita: «Una sentenza assolutamente condivisibile. Schengen è un trattato nato per garantire la sicurezza in Europa. Si fonda non sullesclusione ma su integrazione e solidarietà. Non cè dubbio che la legge Turco-Napolitano - spiega Bindi - avesse questi caratteri e guardasse in prospettiva al futuro. Come lUlivo ha denunciato fin dallinizio, invece, alla Bossi-Fini interessa soo la repressione del fenomeno a breve periodo». Anche la Caritas e don Vitaliano Della Sala, da sempre al fianco degli immigrati, sono pienamente daccordo con la Cassazione: «lo avevamo detto subito - spiega don Giancarlo Perone, responsabile immigrazione della Caritas italiana -. La Bossi-Fini tratta limmigrazione come un fenomeno da cui difendersi, non aiuta la solidarietà e lintegrazione della persona immigrata». Mentre il sacerdote no-global precisa: «Non solo non è solidaristica, è anche razzista e repressiva. Ecco perchè noi del movimento riteniamo che la via della disobbedienza è quella giusta». Lapidario invece il leader del Pri, Giorgio La Malfa: «La Cassazione applichi le norme e non esprima nostalgie per leggi che non ci sono più». ------------------------------------------ LUANA - e' incredibile come la guerra possa essere sempre la soluzione del capitalismo, e quando la applica lo fa senza pensare alle vite umane che eliminera', giustificando il tutto che e' per il bene di altri, ma quasi sempre la verita' la si puo' trovare in interessi personali. DA - L'UNITA Powell: con gli
Usa una dozzina di alleati per la guerra-lampo Baghdad come Hiroshima. Il piano di guerra americano prevede un diluvio di bombe nei primi due giorni: 800 missili, il doppio di quelli lanciati sull'Iraq nel 1991, con una potenza superiore a quella delle due atomiche che costrinsero il Giappone alla resa. Il nome in codice dell'operazione è «Shock and Awe», orrore e sgomento. «Non ci sarà in tutta Baghdad un posto sicuro», ha assicurato un generale del Pentagono al corrispondente militare della Cbs. Il piano non esclude l'uso di missili nucleari tattici per eliminare le armi di sterminio in arsenali sotterranei. I generali preparano la guerra, e il presidente Bush prepara le parole per annunciarla. Da venerdì sta provando allo specchio il discorso «sullo stato dell'Unione» che leggerà martedì alle Camere in seduta congiunta. Sabato, alla radio, ha dato qualche anticipazione. «Il nostro paese - ha detto - corre gravi pericoli e li affronteremo con coraggio e determinazione. La guerra contro il terrore è la priorità assoluta. Faremo il necessario per proteggere il popolo americano dai terroristi e dai regimi banditeschi. Il mondo dipende dalla forza e dalla decisione degli Stati Uniti e noi assumeremo le nostre responsabilità per la pace». La parola pace, in questo caso, significa guerra. «Il presidente - ha indicato Dan Bartlett, direttore dell'ufficio di informazioni della Casa Bianca - martedì parlerà alla nazione della minaccia che il regime iracheno rappresenta. Stiamo mobilitando le truppe ed egli pensa alle mogli e ai bambini dei soldati. Vuole spiegare al pubblico perché queste misure sono necessarie». Non vi sarà, ha sottolineato Bartlett, una dichiarazione di guerra vera e propria. Bush farà conoscere la sua decisione dopo l'incontro con il premier britannico Tony Blair, il 31 gennaio a Camp David. Ieri Blair gli ha telefonato e secondo un portavoce britannico ha convenuto con lui che se l'Iraq non collaborerà con l'Onu dovrà essere disarmato con la forza. La mobilitazione procede più lentamente del previsto, ma le forze saranno in campo a marzo. Bush è disposto a lasciare ancora due mesi agli ispettori, ma non di più. «Non saremo soli - ha ribadito il segretario di stato Colin Powell, in viaggio per il vertice di Davos - potrei citare a memoria almeno una dozzina di paesi che si schiereranno con noi». Sarà una guerra come non si è mai vista, promettono i collaboratori del ministro della difesa Donald Rumsfeld. Il ministro ha stracciato i piani preparati dai militari. Ha incalzato i generali riluttanti fino a costringerli a rinunciare alle regole tradizionali della guerra e ad elaborare una strategia innovativa, sui computer della National Defense University. Non tutti i militari che dovranno applicarla sono convinti. «Il piano - si è sfogato uno di loro - è un mucchio di sciocchezze, concepito da gente che non ha mai visto la guerra e vorrebbe vincerla come un videogioco». In ogni modo il ministro ha ottenuto quello che voleva: sulla carta, l'operazione si annuncia rapida e indolore per gli americani. «Sulla faccia della terra - ha spiegato Harlan Ullman, uno degli autori del piano - non si sarà mai visto nulla di simile. Sarà questione di minuti, non di giorni o settimane. L'effetto dell'attacco sarà simile a quello della bomba di Hiroshima. Immaginatevi di essere un generale seduto al posto di comando a Baghdad. Nel giro di qualche minuto trenta vostre divisioni sono annientate. La capitale è distrutta, senza acqua, senza energia elettrica. Ecco fatto: gli iracheni saranno disperati, privi della volontà di combattere». Orrore e sgomento sono gli ingredienti della vittoria simulata sul computer. Ma gli strateghi che la annunciano sono gli stessi che lanciarono l'operazione Anaconda in Afghanistan. Credevano di avere a che fare con una banda di straccioni sfiniti e sfiduciati, e si trovarono alle prese con uomini decisi a combattere fino alla morte. Se l'Iraq non si arrendesse subito, occorrerebbero battaglie sanguinose per arrivare al bunker di Saddam. William Arkin, uno specialista americano di strategia, sostiene sul Sunday Times di Londra che la peggiore delle ipotesi prese in considerazione prevede l'uso dell'arma nucleare. Sulla base di documenti segreti ai quali ha avuto accesso e di interviste con personale militare, Arkin afferma: «L'amministrazione Bush crede che in certi casi un missile atomico sia l'unico modo di distruggere obiettivi sotterranei, dove possono essere custodite armi non convenzionali capaci di uccidere migliaia di persone». Per la prima volta verrebbero sperimentate bombe nucleari «chirurgiche», che secondo gli specialisti americani avrebbero un impatto limitato sulla popolazione civile. Naturalmente, il punto di vista di chi lancia bombe non è mai uguale a quello di chi viene colpito. ----------------------- LUANA - sono strane queste affermazioni di FAZIO, contrarie a quanto dice berlusconi sul conflitto e le sue alleanza con LA NATO.... per disturbare l'europa... on sopporta di essere stato eliminato dall'attuale tremonti ?... oppure dietro c'e' qualcosa di serio ? Fazio: «Una
guerra ora metterebbe a rischio l'economia» «La guerra non avrebbe nessun effetto volano sulleconomia, anzi ne bloccherebbe i già timidi segnali di risveglio». Per Antonio Fazio, governatore della Banca dItalia, lattacco allIraq, sponsorizzato dallAmerica come unica alternativa possibile in questa crisi internazionale, metterebbe a rischio leconomia. Fazio da Agrigento, dove sabato ha incontrato la comunità finanziaria in occasione del IX congresso degli operatori di mercato, ha sottolineato che «lEuropa, lItalia non hanno bisogno di tensioni e conflitti». Anzi tutto il contrario: «Un rientro dello stato di allerta può dare nuovamente slancio allattività produttiva a livello globale entro la prima metà dellanno in corso». Un conflitto armato, infatti, «ha conseguenza difficilmente valutabili nella loro portata, influendo sui prezzi delle materie prime e dell' energia infrangendo la normalità dei rapporti finanziari e commerciali a livello globale sui quali si è basato lo sviluppo dell' economia mondiale nell'ultimo decennio, aumentando le possibilità di nuovi attacchi terroristici». L'attenuarsi di quel rischio, al contrario secondo il governatore della Banca dItalia, «libererebbe le forze latenti, in grado di promuovere ulteriori sviluppi degli scambi e l' accrescimento del prodotto lordo mondiale». Tanti i temi toccati da Fazio nel suo incontro sabato mattina con la comunità finanziaria. Il rapporto tra spesa pubblica e il prodotto interno lordo, «dopo anni di stasi torna ad innalzarsi». Solo labbassamento del rapporto tra spesa e prodotto interno lordo permetterà nel medio-lungo termine di procedere nella riduzione progressiva della fiscalità. Parlando di inflazione, Fazio sottolinea come ci sia una netta differenza fra quella percepita dal consumatore e quella rilevata dallIstat: «Lintroduzione dellEuro ha inciso sullinflazione per poco più di mezzo punto percentuale e per alcuni generi alimentari anche per il 10%». Poi ha aggiunto: «Linflazione percepita dai consumatori è nettamente superiore a quella rilevata dallIstat con metodi rigorosi ma tradizionali». |