Più dei giochi, più delle news,

più dello shopping online. In Rete gli italiani preferiscono chiacchierare, o meglio chattare come si dice in gergo. Lo hanno fatto nell'ultimo mese 2,7 milioni di navigatori collegandosi a siti di community, pagine web dove gli utenti più affezionati possono scriversi o discutere su temi particolari. Tra i tanti servizi presi in considerazione dall'indagine Nielsen Net/Ratings e offerti ai membri delle comunità virtuali, le chat: canali o stanze, a tema o libere dove chiunque può registrarsi ed entrare, partecipando così alla discussione in atto. Un modo per conoscere persone nuove, per allacciare rapporti interpersonali, per innamorarsi, ma anche per divertirsi con una identità inventata.

L'anonimato e il mistero sono uno degli elementi principali del gioco della chat: nascosti da un soprannome che ognuno si sceglie prima di entrare, ci si può inventare vecchi, giovani, uomini o donne. O, addirittura, si può entrare in una stanza più volte con diverse identità dando vita a vere discussioni fra persone frutto tutte della fantasia di un unico chatter, senza che gli altri se ne accorgano.

Un misto di simulazione e realtà che può esasperare le reazioni. Come è successo a una donna di Cremona innamoratasi via chat di un ragazzo di Siena: dopo due mesi di messaggi virtuali, lei ha dichiarato online di volersi suicidare. E solo grazie alla segnalazione repentina dell'amato è stata salvata. Dal marito, medico e ignaro di tutto. Storie come queste, hanno fatto negli ultimi mesi la fortuna delle chat.

Certo, i canali di discussione in tempo reale sono sempre esistiti, ma è con l'arrivo del web che le stanze cominciano ad abbellirsi e a diventare più accoglienti. Prima a chattare erano solo i grandi appassionati, quelli un po' fissati per il computer. Ora sono praticamente tutti: i ragazzi nel pomeriggio, i loro fratelli più grandi o i genitori per tutta la notte, e perché no, anche qualcuno dall'ufficio la mattina. Da Irc e Icq, i sistemi di comunicazione sincronica più diffusi che permettono a più utenti insieme di dialogare, si è passati alle webchat in Java di ultima generazione, con icone colorate, finestre interattive e svariate possibilità per comunicare e creare la comunità.

La più vasta è Digiland (www.digilander.iol.it), quella di Italia on Line, dove secondo Nielsen Net/Ratings . a ottobre sono passati ben 1 milione 200 mila navigatori in cerca di compagnia. Magari si sono affacciati in qualche stanza, hanno scambiato quattro chiacchiere e poi sono andati via.

La mobilità è un'altra caratteristica delle chat: la maggior parte dei siti propongono delle stanze, ma poi lasciano l'utente libero di crearne delle proprie. È il caso di Msn, il portale della Microsoft. «Chiunque può aprire una stanza, farci entrare i propri amici e poi chiuderla nel giro di una mezza giornata», spiega Stefano Maruzzi, responsabile di Msn in Italia.

Le stanze sono contraddistinte da nomi che indicano i temi discussi all'interno. Ce n'è per tutti i gusti: dal cibo ai computer, dalla politica al sesso. Una volta registrati si accede alla schermata dove scorre il testo del dialogo. La prima impressione è quella di spaesamento, ma dopo un po' la dinamica appare chiara: si riescono a individuare i personaggi e a capirne le discussioni. Di solito al lato della schermata principale si trova la lista dei presenti in quella stanza. Superato l'imbarazzo iniziale ci si butta nella mischia e si comincia a mandare i primi timidi messaggi, ricordandosi delle regole di galateo (vedi riquadro a fianco). Anche quando ci sono dei moderatori che hanno il potere di espellere chi non si comporta come dovrebbe.

«Durante l'orario di lavoro c'è sempre qualcuno di noi che a turno segue lo scorrere delle chat», afferma Gianluca Sgalambro, community manager di Kataweb: «Poi, la sera e la notte passiamo il testimone a un gruppo di fedelissimi che hanno alcuni dei poteri dei moderatori. Anche se non tutti». Possono sicuramente buttare fuori chi insulta o usa un linguaggio volgare, facendo poi un report il giorno dopo al responsabile.

Questo della responsabilità è un altro modo per coinvolgere gli utenti e far crescere la comunità. Ma come assicurarsi la fedeltà dei visitatori? Secondo i dati della società di rilevazione statunitense, quelli di Clarence (www.clarence.com) offrono una comunità all'insegna dell'ironia e della spiritosaggine. E proprio la loro caratterizzazione ha fatto si che chi frequenta la chat, i forum, i servizi del sito sia molto fedele.

Insomma, la carta vincente sembra essere proprio quella del gruppo, della tribù creata intorno alla chat. Ce lo conferma un'altra volta la statistica: l'Italia, più di ogni altra nazione europea, conta chatters incalliti (sono il 37% dei navigatori). Al contrario tedeschi, inglesi, francesi e spagnoli alle webchat preferiscono siti d'informazione, d'intrattenimento o di shopping. Sarà questa una delle armi vincenti di un'altra chat ben strutturata: quella di radio Deejay. Dove i ragazzi si incontrano per parlare di musica - ma non solo - a partire dalle 18 fino alle 2-3 di notte. «La comunità si allargata soprattutto nell'ultimo anno», dice Karim De Martino, responsabile del sito della radio milanese: «E molti sono i ragazzi che si sono incontrati organizzando in maniera autonoma quattro raduni di chatters». La grande novità degli ultimi mesi è quella dei messenger: software che sostituiscono i browser e che, una volta installati sul computer, permettono di chattare con amici e colleghi senza perdersi all'interno di una vera stanza.

Lo si usa a casa, per poi parlare con amici o amanti, e in ufficio, per dialogare con i colleghi nella stessa sede o in un'altra città. La mania del messenger è tale che tutti i grandi portali hanno deciso di regalare il proprio.


Franco Angeli