Isabel Pisano, nata a Montevideo, è emigrata in Spagna dove ha sposato il compositore Waldo de los Rios, e oggi vive tra Roma e Madrid. Dopo una carriera di attrice teatrale e cinematografica (ha recitato in Casanova di Federico Fellini), ha lavorato per vent'anni come corrispondente di guerra - anche per Rai e Mediaset - a Baghdad, Tripoli, Sarajevo, in Iraq, Libano e Somalia. Dal suo interesse per i problemi sociali è nato il suo primo reportage di grande successo, Yo mendigo, che ha realizzato facendosi passare per una barbona. Nel libro A solas con Arafat (1997) ha raccontato il suo incontro con il leader dell'Olp, nel periodo in cui fu inviata speciale per Canale 5 in Palestina. Nel 1999 ha ricevuto il riconoscimento del ministero della Cultura spagnolo per la sua carriera di giornalista.

IO PUTTANA

Un libro sulla prostituzione, un libro in cui parlano le prostitute. Perché? Forse perché attraverso le parole di chi vende ciò che non dovrebbe avere prezzo si può delineare un ritratto dell'umanità così com'è: con tutti i suoi slanci sublimi e le sue bassezze, i gesti generosi e le crudeltà gratuite. Con tutti i deliri, le aberrazioni e le passioni che sono parte del mondo del sesso o, che poi è lo stesso, della vita.
E allora Isabel Pisano le puttane le ha incontrate, per strada, in un bar o in un'agenzia di appuntamenti, in tante città del mondo, e con la sua sensibilità di donna oltre che di giornalista - una donna che si immedesima, che si sdegna e si commuove - è riuscita a stabilire un vero dialogo e a farsi raccontare storie di vite violate o di scelte trasgressive e a volte autodistruttive. Davanti ai nostri occhi sfila una galleria di prostitute di ogni genere: quelle di lusso, quelle che lavorano per strada, quelle che lo fanno da tutta la vita; l'attrice porno rumena, la modella che si è ritrovata in un harem, l'eroinomane ammalata di Aids. E c'è spazio anche per gli uomini che si fanno pagare dalle donne, per i locali a luci rosse e poi per il piatto forte, Internet. Ma le vicende più tragiche sono quelle delle prostitute di guerra come le ragazze che, a Sarajevo, si sono vendute ai caschi blu per una sigaretta, e delle giovanissime dell'Est europeo e della Nigeria, ricattate dalle mafie, costrette a prostituirsi nei paesi occidentali sotto la continua minaccia di inaudite violenze, oppure delle
meninas da rua brasiliane e delle prostitute della selva amazzonica.
Grazie alle testimonianze raccolte tra persone di provenienza ed estrazione così diversa,
Io puttana diventa un libro inchiesta dal respiro internazionale che mette in luce tutte le sfaccettature di un mondo complesso. E aprendoci gli occhi su una delle industrie più prospere di oggi e di sempre, riesce a dare voce a ciò che le prostitute pensano e provano, a trasmetterci la loro disperata voglia di vivere.

Recensione "Solo loro, che hanno sofferto, sopportato o goduto, possono offrirci una descrizione dettagliata della geografia umana, vista dalla prospettiva più intima e segreta. Solo loro possono raccontarci lo sfruttamento infame da parte del racket, il cinismo delle autorità, le complicità senza nome, la vita da schiave del sesso: mangiare, dormire, e la strada davanti."


"Se volete conoscere il volto occulto del mestiere più antico e di una delle industrie più potenti del mondo, non perdetevi il libro di Isabel Pisano."
El Mundo


"Montevideana di nascita e avventuriera di razza, tanto del giornalismo come della letteratura, Isabel Pisano è prima di tutto una viaggiatrice infaticabile, una profonda indagatrice del mondo che la circonda e una brillante intervistatrice che sa mettere a nudo i suoi personaggi con un'intelligenza fuori dal comune."
Interviú


"Io puttana è un miscuglio di sensazioni: riso, vergogna, pianto, commozione, tristezza e, naturalmente, voglia di dimenticare."
Marie Claire, Spagna -
dal settimanale panorama

Parlano le puttane. Per essere lette da chi, visto che la società perbenista non vuole saperne di loro, perché in fondo le disprezza?

Parlano le puttane: per domare e per riempire una curiosità morbosa, per divertire e far ridere ancora una volta gli uomini e per ingelosire le donne. Ma questa volta non sarà così. Perché le voci delle femmine supreme, delle bambine torturate, delle ragazze sequestrate, delle meravigliose dee del sesso che parlano nel libro di Isabel Pisano Io puttana, diranno cose nuove, vere, sulle donne.

E «apriranno una finestra di luce dentro un muro buio».

Perché le puttane attraverso i loro racconti ci offrono una visione unica della geografia umana, vista dalla prospettiva più intima e segreta. Perché solo loro, che hanno patito, sofferto e goduto, sanno raccontare lo schifo delle mafie della carne umana, il cinismo delle autorità, la solitudine e la felicità e il piacere. Perché solo loro che sono pagate sono capaci di pagare. E in questo minestrone di vergogne e di riso, di incanti e di commozione, parlano Pisano e tutte le sue attrici insieme.

Signora Pisano, perché un libro sulle prostitute?

Ne avevo incontrate già molte nella mia vita. Poi a un certo punto ho deciso di incontrarle tutte. È stato un viaggio meraviglioso e sorprendente. Alla fine ho una sola sicurezza: tutte le specie di questa strana razza di animali da strada e da casino sono alla fine l'identikit di una razza sola: la donna.

Vuol dire che tutte le donne sono puttane? Anche lei, signora?

In un certo senso sì: in ogni donna c'è un sospiro di «puttanesimo», come lo chiamo io. Perché siamo delle sopravvissute alla forza bruta, alla violenza. Perché siamo state bottino di guerra e ostaggi nella pace. Perché siamo state costrette ad arrangiarci e a conquistarci il vivere. Giorno per giorno. Così chiunque di noi pratica un po' quel mestiere: un colpo di capelli, un sorriso, lo sguardo al momento giusto quando vuoi convincere il direttore, il presidente, il superiore. Insomma, mercanteggiare è il nostro mestiere, ma anche il sale e il divertimento. Non ci costa troppo. So che mi conquisterò odio sempiterno tra molte donne, ma ho imparato a dire la verità. Me lo hanno insegnato le puttane. Lei ha scritto un altro libro dopo aver fatto la mendicante per capire i mendicant... Alt, la interrompo. Non le dirò mai se mi sono prostituita per capire le prostitute. Le sto solo dicendo che le ho capite. Fino in fondo.

Nelle storie delle sue donne di vita si legge un desiderio immenso per il denaro unito alla fatale impotenza di conservarlo. Perché?

Perché per molte di loro il denaro è una calamita vitale. È il mezzo e l'obiettivo. Ma poi i soldi si sciolgono come burro nelle loro mani. È la coscienza cosmica femminile che ci impedisce di conservare i soldi guadagnati male.

Ma gli uomini perché vanno ancora tanto con le prostitute?

Perché, per fortuna, la prostituta è la donna che non cambia mai: ancestrale, ubbidiente, geisha. La donna che non ti strappa il ruolo, che non è più intelligente, più ricca, più tutto. La puttana ti culla e ti adora per due ore come un dio e accetta tutto. Veramente nel suo libro c'è anche Franco, il prostituto. E anche lui accetta tutto per le donne...

Non ho resistito. Perché raccontare solo di donne che aprono il loro corpo e mai di uomini?

Franco è napoletano, ma sta a Barcellona. Lavora soprattutto con le donne, ma anche coi maschi. Una signora in particolare lo trascina. Di lei mi ha detto: «Mi usa e poi mi umilia in tutte le maniere trattandomi come una marionetta di pongo. Mi fa stare in ginocchio, decide quanto deve durare la mia erezione. Ride. Poi va via la mattina. Sulla porta respira forte l'aria fresca e stira quel suo corpo dopo che gliel'ho fatto rifiorire». Ho conosciuto anch'io questa signora e quando le ho ricordato Franco mi ha detto: «Non ricorderei mai la sua faccia, se lo incontro però riconoscerei il suo pene. Quello sì!». Poi ho scoperto che questa donna era stata violentata e bistrattata dal marito. Vede, nei racconti e nei comportamenti del sesso scopri le verità profonde di una vita. Nelle puttane di lusso, per esempio, c'è spesso una sorta di rivalsa e di aggressività verso i maschi. La fierezza e il godimento di farsi pagare per qualcosa che la donna ha sempre dovuto dare gratis.

Quella che le è piaciuta di più?

Carlotta. La perfezione del corpo. Ogni centimetro di pelle «è una lacrima di Dio», come dicono in Catalogna. Bella da far paura. Eppure, un uomo più grande di lei l'ha sedotta, le ha rubato i guadagni di una vita e l'ha lasciata incinta in mezzo alla strada. Allora lei si è vendicata. Carlotta si è privata delle emozioni, ha deciso di rompere, di attraversare la barriera della normalità. Carlotta fa l'amore dal cielo, cioè dall'alto della sua bellezza. E le piace. Le piace moltissimo, forse troppo. «Qualche volta mi scappa un orgasmo involontario perfino con quelli bruttini. Sai, il corpo va per conto suo, che ci devo fare?» mi ha detto. Sul suo baldacchino rosa c'è una frase di Oscar Wilde: «La maggior parte di noi vive sguazzando nelle fogne. Solo che alcuni lo fanno guardando le stelle». Carlotta ha un grande uomo d'affari e vive con lui. Scriverà la sua storia e io sono la sua editrice. Con i casini di lusso ha finito. Forse.


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