I peccati di gola?
Non esistono

di FERDINANDO ROMANO

Quando parliamo di cibo il pensiero corre veloce verso la buona tavola ed il piacere del mangiare, ma affiorano subito problemi apparentemente insormontabili: mantenere la linea, le malattie cardiovascolari, il diabete e molto altro. E' veramente impossibile conciliare il mangiare sano con il piacere del mangiare? I media sono molto attratti dal tema dell'alimentazione, e non manca occasione per dire ai lettori come, cosa e quando mangiare. Con quali prospettive? Sostanzialmente due: dimagrire o prevenire le malattie. Di qui il ricorso al nutrizionista di grido che illustra tutti i cibi che hanno dimostrato effetti benefici sullo stato di salute o al dietologo di fama che dà suggerimenti su come perdere i chili di troppo. Tutto questo trascurando un aspetto essenziale: il piacere del mangiare. La "qualità della vita" è fatta anche di questo. Il messaggio mediatico che arriva al consumatore sembra, invece, proporre l'ineluttabilità di un rapporto sofferto e conflittuale con il cibo. Fortunatamente dobbiamo ringraziare la ricerca scientifica se, oggi, possiamo guardare con rinnovato piacere a molti dei cibi che fanno parte della nostra cultura alimentare e se la dieta mediterranea è presa ad esempio da tutti. Pesce, vino rosso, olio di oliva rappresentano casi emblematici.
Tutti e tre hanno effetti protettivi- il vino rosso solo se assunto in quantità moderate - nei confronti delle malattie cardiovascolari: il pesce con i suoi acidi grassi Omega-3 (acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico), il vino rosso con i polifenoli (quercetina, resveratrolo, catechine e i loro derivati), l'olio di oliva perché ricco di acidi grassi monoinsaturi e sostanze antiossidanti (Vitamina E e composti fenolici). Per non parlare degli effetti benefici di frutta e verdura, che negli Usa sono stati al centro di un'imponente ed efficace campagna educazionale nota come "5 a day for better health" organizzata per promuoverne i consumi. La parola d'ordine, oggi, è qualità. I consumatori reclamano il diritto alla qualità dell'alimentazione, richiedono cibi sicuri ed accessibili, produzioni certificate anche per il largo consumo.
Non potrebbe esserci contesto più favorevole per creare un corretto, sereno e consapevole rapporto tra cibo e consumatore. Il pericolo, tuttavia, nasce da un bombardamento mediatico di suggerimenti, consigli, soluzioni, per star bene e viver bene con il cibo che sfugge a qualsiasi "controllo di qualità". In questo caos mediatico si perdono le coordinate di riferimento per un'alimentazione veramente sana e di qualità. E' necessario creare una nuova e, soprattutto, seria, cultura alimentare che vede il consumatore informato e consapevole nelle scelte.

Occorre passare da una politica dell'informazione ad una politica della formazione. E formare il consumatore significa riconoscerne il diritto ad una informazione certa e trasparente, in grado di trasformarsi in valore culturale e di indirizzare correttamente i comportamenti. Conoscere per saper mangiare è il nuovo paradigma dell'alimentazione. Su questo devono confrontarsi le istituzioni, le associazioni di categoria e, soprattutto, i media e forse un giorno potremo provare il piacere di essere, finalmente, davvero sani e golosi.

L'autore è presidente dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione.