I peccati di
gola? Non esistono di
FERDINANDO ROMANO Quando parliamo di cibo il
pensiero corre veloce verso la buona tavola ed il piacere
del mangiare, ma affiorano subito problemi apparentemente
insormontabili: mantenere la linea, le malattie
cardiovascolari, il diabete e molto altro. E' veramente
impossibile conciliare il mangiare sano con il piacere
del mangiare? I media sono molto attratti dal tema
dell'alimentazione, e non manca occasione per dire ai
lettori come, cosa e quando mangiare. Con quali
prospettive? Sostanzialmente due: dimagrire o prevenire
le malattie. Di qui il ricorso al nutrizionista di grido
che illustra tutti i cibi che hanno dimostrato effetti
benefici sullo stato di salute o al dietologo di fama che
dà suggerimenti su come perdere i chili di troppo. Tutto
questo trascurando un aspetto essenziale: il piacere del
mangiare. La "qualità della vita" è fatta
anche di questo. Il messaggio mediatico che arriva al
consumatore sembra, invece, proporre l'ineluttabilità di
un rapporto sofferto e conflittuale con il cibo.
Fortunatamente dobbiamo ringraziare la ricerca
scientifica se, oggi, possiamo guardare con rinnovato
piacere a molti dei cibi che fanno parte della nostra
cultura alimentare e se la dieta mediterranea è presa ad
esempio da tutti. Pesce, vino rosso, olio di oliva
rappresentano casi emblematici. Occorre passare da una politica
dell'informazione ad una politica della formazione. E
formare il consumatore significa riconoscerne il diritto
ad una informazione certa e trasparente, in grado di
trasformarsi in valore culturale e di indirizzare
correttamente i comportamenti. Conoscere per saper
mangiare è il nuovo paradigma dell'alimentazione. Su
questo devono confrontarsi le istituzioni, le
associazioni di categoria e, soprattutto, i media e forse
un giorno potremo provare il piacere di essere,
finalmente, davvero sani e golosi. |