Storie di
ordinaria follia. Erezioni, eiaculazioni, esibizioni Autore Bukowski Charles
Prezzo 7,23
Dati 33 ed., 344 p. Anno 1999
Editore Feltrinelli
Collana Universale economica
Una serie di racconti, narrati tutti in prima
persona, apparentemente scollegati tra di loro ma che
invece disegnano complessivamente, se non proprio una
trama, una ambientazione indimenticabile. Erotismo duro,
spesso crudo ed impietoso. Non è un libro per educande
questo (ma esistono ancora queste fantomatiche
fanciulle?) ma per chi vuole conoscere l'America (meglio:
la California) con un taglio descrittivo totalmente
alieno da quello del "sogno americano". Lo
stile (del traduttore) è originale ma da non consigliare
a chi vuole essere promosso in italiano.
charles bukowski - charles bukowski. al secolo henry
chinaski: suo pseudonimo per eccellenza. conosciuto dal
grande pubblico europeo proprio per questo romanzo
autobiografico in ogni singola parola. fottutamente
vissuto nelle viscere della pancia gonfia come un otre
dal troppo e necessario bere. un bere utile. la birra del
buonumore. bere per dimenticare in quale pazzo mondo era
capitato. rifiutare i nomi che gli rimbalzavano di fronte
saettando nel meraviglioso mondo della letteratura
amerikana dei beats. di loro ne faceva comodamente a
meno. non gli interessava nè conoscerli, nè condividere
le loro idee, nè assecondare il loro successo. un
solitario socievole. sceglieva bene le poche persone
ancora "vive" che gli passavano di fronte.
rifiutare l'opinione che i pazzi siano migliori dei sani
solo perche agiscono seguendo le regole del gregge.
rifiutare la pazzia dell'americano scalatore di un
successo tramutato in religione dal potere dei dollari.
rifiutare la società avvolta dalle ipocrisie,
incotrollabili precorritrici del disastro finale. storie
di ordinaria follia. un romanzo da cui il trasgressivo
regista italiano marco ferreri ha tratto un film di
discreto successo e sconcertante clamore per la censura
del tempo. di questo si tratta. racconti sparsi confluiti
in un unico filo conduttore: la vita di charles bukowski.
tutto il pensiero bukowskiano è trattato con esemplare
sincerità in queste righe sporche di assoluta verità:
la poesia, gli amori, le sbronze, la politica, i
manicomi, la prigione, il lavoro, le corse ai cavalli, le
puttane. argomenti passati sotto la lente di hank che li
ingrandisce sotto una luce diversa da quella che viene
propinata dalla gente bene. delle classi subalterne
l'inno alla vita. perchè importante non è essere
ricchi, ma camminare sereni per strada. "la gente
bada a fare mosse che non contano. quando fai una mossa
tutto dovrebbe essere matematicamente previsto. questo è
quanto hemingway imparò dalle corride e mise in opera
nelle sue opere. questo è quanto io imparo all'ippodromo
e metto in pratica nella vita. il buon vecchio hem e il
vecchio buk." così scrive bukowski prima di una
telefonata con ernest hemingway cui dedica parecchie
pagine in lodi e gratificazioni. e tutto ciò si riflette
nel romanzo con ineludibile concretezza. la vita di hank
viene sbattuta in prima pagina consapevole di essere nel
giusto. dalle corse dei cavalli che gli erano scuola di
vita ne ricordiamo una frase significativa: "vorrei
essere seppellito vicino all'ippodromo per poter sentire
il respiro dell'ultima volata" la poetica si
frammista alle parole con la prosa come il sale
nell'acqua. vi sono tratti di semplice e pura poesia
senza filo logico che non quello dell'autore a dar corpo
al romanzo che rimane sensibilemte influenzato da questa
geniale improvvisazione. "cass era fuoco fluido in
movimento. era come uno spirito incastrato in una forma
che però non riusciva a contenerlo." la desrizione
di una donna, nelle prime pagine del romanzo, che verrà
attirata da buk in modo travolgente. alcuni affermano che
non potremo mai sapere se buk abbia o meno vissuto queste
storie di ordinaria follia realmente, ma noi che amiamo
queste righe come parte di noi stessi, sappiamo che la
realtà non è ciò che appare. è quello che sentiamo.
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