NELLA “PENTOLA” DEL CAVALIERE..

di raffaele bernardini.

Piero Fassino, l’allampanato segretario dei Democratici di sinistra (DS), é ingenuamente caduto “come un pollo” nella “pentola” del Cavaliere-premier, che  tiene sempre pronta per “cucinare” i suoi avversari politici. Fa parte di quella “politica della comunicazione” che Berlusconi sa usare abilmente e che pare affascini molti italiani. Fassino dunque é stato querelato dal premier per aver detto alla festa dell’Unità a Bologna che il “burattinaio” che muove le fila dell’affare Telekom-Serbia abita a Palazzo Chigi. Apriti cielo ! Il Cavaliere non ha gradito ed ha reagito a modo suo, convocando i suoi legali ed intimando loro di chiedere a Fassino, in sede civile, un risarcimento di molti milioni di euro che –ne eravamo certi- sarebbero destinati in beneficenza  nel caso in cui la causa civile fosse vinta.

Fassino é così caduto nella “rete”berlusconiana. Ha avuto uno scatto d’ira e le sue affermazioni possono essere considerate di “legittima difesa” contro gli attacchi che sul caso Telekom-Serbia gli vengono condotti a tappeto dal giornale, di cui é padrone il fratello del premier, e dai quattro  paladini integralisti (Bonaiuti, Bondi, Cicchitto e Schifani).  Così, in preda agli attacchi di costoro, Fassino é caduto nella “pentola”suddetta, una “pentola” che era lì pronta a “cuocere” il segretario DS. Così si é beccato una querela per diffamazione affidata dal premier ai suoi fedelissimi legali.

Fassino non ha capito che la sua affermazione sul “burattinaio”, oltre ad essere formalmente diffamatoria, avrebbe dato lo spunto ai quattro paladini quattro di sfruttare l’occasione e di lanciargli nuovi attacchi sulle sue responsabilità politiche nell’affare in questione

Ma come sono strani  i nostri parlamentari. Si dolgono quasi sempre di ciò che su di essi scrivono i giornalisti e non esitano a presentare querele per diffamazione a mezzo stampa con richieste di forti risarcimenti in euro. Quando però sono essi stessi ad usare espressioni diffamatorie  o calunniose verso certe persone, si affannano a chiedere alla Camera di appartenenza di dichiarare l’insindacabilità di tali espressioni in quanto formulate nell’esercizio dell’attività di parlamentare (anche se le espressioni sono state pronunciate non in sede parlamentare). Ed il Parlamento, a colpi di maggioranza, approva nel 90-95 per cento la richiesta dei parlamentari deliberando la citata insindacabilità. Li assolve a priori tout court.

Un esempio “luminoso”.A proposito dell’omicidio del prof.Biagi, l’on.avv.Carlo Taormina, ben noto alle cronache giudiziarie, adoperò pesanti espressioni nei confronti dell’allora leader della CGIL, Sergio Cofferati. Querala di Cofferati contro Taormina. Ma la Camera dei deputati, a colpi di maggioranza (di centrodestra), ha “assolto” Taormina, affermando che le espressioni usate sono coperte dall’insindacabilità. L’opposizione non é d’accordo, ma nulla può fare contro la “maggioranza blindata “di Camera e Senato. E vi sono altri numerosi casi, passati per insindacabilità (da quelli relativi a Bossi a quelli di Sgarbi).

Adesso Fassino deve vedersela con i giudici. Certamente il segretario DS poteva parlare di un “burattinaio”, che sicuramente nell’affare Telekom-Serbia e delle presunte tangenti esiste “nell’ombra”, ma lo doveva fare con eleganza, con ironia, con espressioni allusive magari, escluse dall’intento diffamatorio. Certamente Fassino ha molte attenuanti e lui stesso é stato sostanzialmente diffamato da taluni “uomini” del presidente. Suggeriamo a Fassino di chiedere al momento opprtuno alla Camera dei deputati, della quale fa parte, una deliberazione di insindacabilità delle sue affermazioni, così come fanno quasi sempre parlamentari della destra. Dopotutto le ha pronunciate in un comizio politico da uomo politico e da parlamentare. E quindi l’insindacabilità ci calza a pennello...Ma la maggioranza di centrodestra non sarà sicuramente d’accordo e vorrà che Fassino, col risarcimento miliardario dovuto al premier, si riduca in miseria... Quindi nessuna insindacabilità  per le parole pronunciate da Fassino.Anche in Parlamento vige la regola dei due pesi e delle due misure...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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