Dove neppure il fascismo provò ad osare

 

UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA

di Luigi Melilli

 

La coscienza di essere rei e di molti delitti sta portando  Forca Italia di Berluscani là dove non ha osato neppure il fascismo.

Infatti è stato annunciato il progetto di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico di parte della magistratura.

Che si marciasse sulle orme di Benito Mussolini sin dai primi giorni di potere dell’attuale governo neofascista era apparso chiaro a tutti: la maggioranza berlusconica non ha fatto che varare leggi salva ladri e salva delinquenti; leggi di guarentigie per coloro che rivestono cariche importanti nello stato, nè più e nè meno di quanto fu fatto dopo l’avvento al potere del duce del fascismo. Il quale però si limitò a far promulgare in tutta fretta dal Re traditore leggi di comodo, raccolte poi, insieme a quelle non moleste e già in vigore nel famoso e famigerato “Codice Rocco”, che ancora assai largamente ci delizia, malgrado il faticoso quanto controverso lavoro di revisione e purga dal ciarpame ideologico. Questo fece Mussolini, che non è poco, ma non arrivò mai a proporre  l’isituzione di  commissioni che indagassero sull’operato dei magistrati Essi infatti , se furono largamente asserivi al potere imperante lo furonio tramite la promulgazione di leggi asservendoli al potere politico tramite leggi ordinarie e non spauracchi di inchieste parlamentari

Non era proprio una condotta edificante; ma rispetto a ciò che il berluscornismo propone può essere considerata una condotta ultrademocratica. Ma si sa, salta chi zompa, ed ora a saltare ogni confine di decenza democratica è lui, il cavoliere che da punito da mani pulite, con i suoi scagnozzi, vorrebbe farsi passare per il pulito di mani punite.

Berlusconi & Co., infatti, hanno troppo evidente interesse a zompare e a saltare, ogni ostacolo giurdicamente corretto, magari solo a scopo dilatorio per ottenere la decadenza dei reati per scadenza di termini temporali. Non è già successo proprio recentemente ad Andrteotti? I reati a lui ascrivibili sono andati tutti prescritti per decorrenza dei termini, mentre le accuse più recenti non hanno fondamento incontrovertibilmente provato, e quindi bene hanno fatto i giudici ad assolverlo.

Macohé, non scherziamo! Andreotti sarà stato  quel che si volete, ma la sua signorilità, la sua serenità di comportamento in pubblico sta alla scompostezza dei “forcaitalici” come il modo di agire di un uomo giusto e quello di evasi dalla patrie galere, sempre pronti a tutto per non essere riacciiuffati..

E tuttavia ammazzare la storia e nascondere misfatti e delitti che si conoscono sin dal loro primo prodursi è sempre assai difficile. E la recente esperienza consumata nel Parlamento dell’Argentina dovrebbe ammonire tutti, che contro gli atti di violenza alla legge si possono trovare anche rimedi postumi, e che quindi quel che è successo ai generali felloni dei governi argentini potrebbe succedere  anche da noi. Anche da noi il Parlamento, una volta liberato da maggioranze perverse, potrebbe o potrà in futuro far sì che - come è scritto nel “Dies iræ ora espunto dai riti cattolici - “Nihil inultus remanebit”

È un latino quasi maccheronico, Cavoliere & Co, e non le dovrebbe presentare alcuna difficoltà l’intenderlo, malgrado non si tratti di carte di credito.

Ma quando la Case de Libertinaggio darà prova di conoscere la vergogna? La vergogna, è vero, è un sentimento troppo nobile ed umano per alloggiare insieme con coloro che fanno del tutto per sfuggire al giudizio. Un giudizio, si badi bene, che nei nostri ordinamenti è poi garantito dai prescritti tre gradi. Affermare che quando il giudizio riguardai Berlusconi & similia, i giudici di primo grado, i giudici della Corte di Appello e quelli della Corte di Cassazione sono tutti “sinistri!” mi sembra un’accusa manifesta della propria reità.

E arrivato a questo punto aggiungerei con giustificato livore: “Che vergogna on. Cicchitto!”

Perché questo ex sedicente *socialista” è il più accanito sostenitore della commissione di inchiesta parlamentare sul lavoro della magistratura: un bell’esempio di mussoliniano panciafichismo, non ti pare compagno Cicchitto? Del quale certamente non dubitai quando, essendo tu  candidato “socialista” nel collegio di Rieti-Terni-Perugia, io ti negai il mio voto, malgrado le insistenze di un mio carissimo e purtroppo scomparso cognato.

Magari avessi fatto altrettanto per l’altrettanto on. Manca! Non mi dovrei vergognare ora di aver sopportato lo sconcio spettacolo che dava in RAI flirtando a core a core con l’Attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, a cui finì col regalare tre reti nazionali, sostenuto dal pure On. Craxi, che faceva decreti per riaccendergli le TV spente dai magistrati.

Vergogna allo stesso Parlamento se vorrà cadere tanto in basso  istituendo la più volte nominata Commissione di Inchiesta sul lavoro dei magistrati. Tengano presente gli “eletti dal popolo” che questo vorranno fare, che il fascismo stesso non arrivò mai a tanto.

Villa Rosa, giovedì 14 agosto 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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