La rivoluzione
dell'idrogeno L'idrogeno,
l'elemento più semplice (un solo protone come nucleo con
un elettrone che gli gira intorno) che esiste in natura
ed è disponibile in quantità pressoché illimitata,
potrebbe sostituire presto il petrolio, ormai in via di
estinzione.
Fra poco più di vent'anni
cominceranno ad esaurirsi i giacimenti di petrolio della
terra, per cui crescerà sempre di più il bisogno di
fonti di energia alternativa, e tra queste l'idrogeno
sembra la fonte più facilmente realizzabile in tempi
brevi. L'idrogeno è presente sia allo stato gassoso,
nell'universo, che associato all'ossigeno a formare la
molecola d'acqua. Lo si può ottenere dissociando la
molecola d'acqua in idrogeno e ossigeno (elettrolisi).
Quando l'idrogeno si "scontra" con l'ossigeno
si ha un'esplosione, che genera energia e calore, ed il
cui sottoprodotto è l'acqua (in forma di vapore). Per
cui abbiamo un materiale di facile reperimento e una
tecnologia semplice, alla portata di tutte le nazioni,
anche quelle cosiddette "sottosviluppate".
L'unico problema è la facile esplosività dell'elemento
idrogeno, per cui va trasportato, come combustibile, in
forma liquida o solida. Inoltre le esplosioni che
verrebbero generate dall'incontro con l'ossigeno
sarebbero delle "microesplosioni", in realtà
si otterrebbe un fenomeno chimico che genererebbe energia
elettrica e quindi movimento. Si inizierà proprio dalle
automobili, di cui sono già disponibili diversi
prototipi, e che permetteranno, una volta immesse in
maniera massiccia sul mercato, di ridurre sostanzialmente
l'inquinamento atmosferico. Sono state realizzate le
cosiddette "celle a combustione di idrogeno",
che permetteranno di risolvere il problema dell'energia,
per ora essenzialmente nel campo dei trasporti (motori di
automezzi) ma presto anche nel riscaldamento e nella
produzione di energia per le industrie... il tutto senza
alcuna forma di inquinamento dell'ambiente... Così, fra
non molti anni, vedremo forse le auto scorrere sulle
autostrade con una piccola nuvoletta dietro che esce dal
tubo di scarico? Ma perché gli studi e le ricerche non
sono stati fatti prima, dato che la conoscenza di questa
fonte alternativa di energia era già pressoché completa
una trentina d'anni fa, almeno a livello teorico? Perché
tutte le forme alternative di energia non fanno
assolutamente comodo ai paesi produttori di petrolio ed a
tutte quelle nazioni che prosperano sul divario tra paesi
ricchi e paesi poveri. A tutta questa gente non gliene
importa assolutamente niente dell'ambiente e del
riemergere dei paesi poveri, a loro interessa solamente
il denaro... E per il denaro e il potere che si fanno le
guerre... Per cui ben venga questa nuova fonte
di energia, foriera di pace e di prosperità per tutti...
e speriamo che questa sia davvero la volta buona! A
proposito: in Islanda hanno iniziato a realizzare
un'economia del paese basata completamente sull'uso
dell'idrogeno come fonte di energia alternativa, senza
più alcuna dipendenza dal petrolio! E se volessimo
imitarli anche noi... almeno in parte?
Commenti
(interessanti) da Forum sul blackout
Considerazioni tecniche
sul blackout. I conti non tornano.
Il black-out avvenuto
alle 3.30 di domenica è stato seguito da una serie di
dichiarazioni che mi hanno lasciato molto perplesso,
anche perché non c'era nei discorsi alcuna
considerazione di carattere quantitativo, mentre i numeri
sono fondamentali per focalizzare il problema.
Il primo dato da tenere in conto è che di notte non c'è
carenza di produzione di energia elettrica rispetto alla
domanda, ma eccesso. Tutta una serie di tecniche vengono
messe in atto per coprire questo problema, ma le vedremo
nel seguito.
Sembra poi strano che il disastro venga attribuito ad una
interruzione della fornitura dell'energia elettrica da
parte della Francia, visto che di notte non avremmo
bisogno di acquistare energia. L'unico motivo potrebbe
essere il fatto che costa meno importare energia dalla
Francia (che ha eccesso di produzione, a causa dell'alto
numero di centrali nucleari), piuttosto che produrla.
Vediamo ora l'aspetto della richiesta di energia. Essa è
ampiamente variabile nell'arco delle 24 ore e nell'arco
dell'anno, ma alcune regole basate sulle statistiche di
consumo dovrebbero essere ben note e facilmente
reperibili. Cito i valori a memoria, ma non dovrebbe
essere difficile rintracciare i dati effettivi.
I consumi giornalieri sono tipicamente alti tra le 8 e le
16, essendo dovuti alle industrie ed attività produttive
in genere, con un picco intorno a mezzogiorno. Dopo le 16
i valori decrescono e dopo mezzanotte crollano a valori
intorno al 15% del massimo. Tale valore viene però in
pratica innalzato intorno al 20% dall'utilizzo delle
centrali idroelettriche per pompare acqua in alto nei
bacini, in modo da ricostituire le scorte idriche per il
giorno dopo. Anche considerando che la notte di domenica
fosse una notte particolare, non è assolutamente
ipotizzabile un consumo superiore al 30% del massimo
giornaliero (che è inferiore ai picchi annuali, i quali
si raggiungono solo in condizioni particolari). Va
aggiunto che nella giornata di domenica l'assorbimento
non dovrebbe superare il 50% di quanto si ha in un giorno
lavorativo.
L'andamento dei consumi nel corso dell'anno presentava
fino a qualche anno fa dei picchi in corrispondenza alle
giornate più fredde. Nell'ultimo anno si sono raggiunti
picchi analoghi o superiori in corrispondenza
dell'estate, a causa del gran numero di condizionatori in
funzione. Dei picchi di minore intensità e durata si
hanno a volte nelle stagioni intermedie, tipicamente
subito prima dell'accensione dei riscaldamenti
centralizzati (in autunno) o subito dopo lo spegnimento
(in primavera). Tali picchi sono dovuti all'utilizzo di
stufe elettriche in giornate fredde, quando i
riscaldamenti non sono in funzione.
Mi sembra evidente che nella notte considerata eravamo
ben lontani da tutti i casi considerati.
La gestione giornaliera
Andiamo alla logica di gestione delle centrali. Ci sono
alcuni tipi di centrali che producono sempre energia:
sono quelle ad acqua fluente (cioè idroelettriche senza
impianti di pompaggio) e quelle termonucleari. Nel primo
caso l'energia dell'acqua viene semplicemente sprecata se
si ferma la centrale. In quelle nucleari le complicazioni
legate allo spegnimento e successiva riaccensione degli
impianti superano di gran lunga i vantaggi legati allo
spegnimento.
Le centrali eoliche sono uguali a quelle ad acqua
fluente. Dovrebbe essere uguale anche per l'energia
geotermica, che in Italia è significativa.
Il grosso della produzione comunque è dovuto alle
centrali termoelettriche (tipicamente a olio combustibile
o a gas) che si comportano diversamente a seconda delle
dimensioni e delle tecnologie costruttive. Le centrali
più grandi sono tipicamente analoghe a quelle
termonucleari, per cui non ci sono vantaggi sostanziali
nello spegnimento. Le centrali più piccole (pur avendo
rendimenti inferiori) sono invece più adeguate a
spegnimenti ed accensioni rapide per seguire la curva del
carico (anche in dipendenza del tipo di turbina usata).
Restano le centrali idroelettriche con bacino che, come
già detto, possono consumare energia elettrica nelle ore
notturne per pompare acqua verso l'alto ed ampliare così
le riserve idriche da utilizzare nelle ore di carico.
Ci sarebbe forse da considerare ancora l'energia degli
autoproduttori, cioè di quegli enti che producono in
proprio l'energia elettrica e rivendono il surplus.
Questa quota è abbastanza bassa e non ho dati
significativi sulla distribuzione nelle 24 ore.
Da quanto sopra, comunque, non ci dovrebbero essere stati
problemi a produrre energia a livelli intorno al 100% di
quanto viene prodotto normalmente in Italia nell'arco di
pochissime ore, mentre una quota significativa avrebbe
dovuto essere disponibile immediatamente. (Piccoli
impianti a gas e bacini idroelettrici).
Considerando una quota di importazione del 10%, avremmo
dovuto avere il 90% dell'energia disponibile, contro una
richiesta del 30%. I conti non tornano.
Il "Crollo"
della rete.
Qualcuno ha affermato che la mancanza di energia dalla
Francia ha provocato il crollo di tutta la rete, essendo
essa un tutto integrato.
Non è così e ne abbiamo avuto esperienza nei mesi
scorsi, quando una domanda quasi costantemente superiore
all'offerta ha causato disagi molto moderati. Il gestore
della rete ha dimostrato di essere capace di intervenire
a volontà sui picchi di consumo, disattivando le
utenze solo quando realmente necessario, e solo per tempi
limitati.
Presumibilmente in quei giorni la rete veniva monitorata
in continuazione, mentre nella notte di domenica
sicuramente non c'era questa attenzione. Però tutti
avremo osservato temporali di
notevole entità e nubifragi vari, con conseguente
interruzione dell'energia in varie zone. Eppure non
ricordo un black-out paragonabile a quello di domenica.
La rete più volte ha sopportato guasti di notevole
entità e segmentazioni, senza che mai un guasto si
propagasse in tutta l'Italia. Va probabilmente ricordato
il fatto che tutte le linee principali sono dotate di
interruttori
automatici, in grado di staccare e riattaccare la linea
senza bisogno di intervento umano, per i quali l'arrivo
di un fulmine sulla linea è un evento perfettamente
normale.
Insomma, il sovraccarico non c'è stato e la rete
italiana è perfettamente in grado di sopportare eventi
anomali.
Allora cosa è stato?
***
Lo spin di regime sta creando da ore l'impressione
falsissima che l'Italia dipenda da Francia e Svizzera per
il suo approvvigionamnto elettrico - non è vero:
l'Italia ha una capacità totale
generativa di 70000 megawatt - ben superiore persino ai
presunti picchi di quest'estate che mai hanno superato i
60000 e che pure han creato un altro stranissimo
blackout.
Da Francia e Svizzera importiamo, giusto per giusta
sicurezza, il 10-15% non di più e non ce ne sarebbe
nemmeno bisogno - .
Lo sa anche Ciampi e tutta la spin machine che si è
messa in moto con la solita coordinata orchestrazione -
era tutto predisposto accuratamente.
Ciampi, Marzano, Buonaiuti - i soliti noti. Tutti a
invocare nuove inutili centrali inquinanti.
E poi complimenti - bel timing, specie a Roma, in tempo
per terrorizare 500.000 persone di cui molte in metro per
la notte bianca. Avete goduto nel rovinare la festa a
Veltroni, eh?
Non che fosse un granché, ma i ragazzi erano contenti di
uscire per una volta senza troppi limiti;
invece, il panico e la notte in bianco.
E ora forse molta gente che ha visto i treni metro ecc
bloccati ci penserà 2 volte prima di venire a Roma
sabato prossimo a marciare contro di voi - avevate
previsto pure questo,vero?
Se c'è un problema elettrico in Italia, è dovuto oltre
che al vostro terrorismo di stato, anche alla parziale
privatizzazione della rete elettrica, che non motiva i
gestori privati a usare al massimo la capacità
generativa così minimizzano i costi e massimizzano i
profitti.
Dunque l'elettricità italiana va ristatalizzata
immediatamente - altro che nuove centrali, altro che
nucleare.
***
Ipotesi: 1 La rete italiana è solo teoricamente capace
di produrre in maniera costante, i black out di questo
estate giustificati con la favola dei ventilatori lo
dimostrano. Ciò è dovuto alle privatizzazioni imposte
già da anni alla rete elttrica . Si sa che i privati
tendono molto di più al risparmio e al profitto rispetto
allo stato, ciò potrebbe motivare i guasti continui
dovuti magari a casualità oppure dovuti al fatto che in
determinati momenti come il sabato sera le attenzioni
alla regolare erogazione sarebbero inferiori non
essendovi un ricavo molto superiore ai costi di
produzione (poche le fabbriche in funzione e non tante le
luci accese nelle abitazioni).
-sabotaggio anticapitalista nascosto perchè si
vergognano
-sabotaggio di Berlusconi e i suoi che vogliono mano
libera per ristrutturare il settore a piacimento senza
dover star a sentire nessuno e magari introducendo il
nucleare.
***
In relazione a quanto accaduto il GRTN che ritengo il
principale responsabile di quanto accaduto ci dovrebbe
rispondere ad una serie di domande di carattere tecnico.
1) Chi ha deciso di importare il 25% del carico consumato
in Italia quando la capacità di contributo in aumento di
potenza delle centrali italiane, nella più favorevole
ipotesi, è solo del 5%. E' come se avessimo consegnato
all'estero la sicurezza della rete italiana.
2) Come mai una apertura di una linea di trasporto a
380kV in Svizzera provoca l'apertura di due linee in
Italia lato Francia. Se l'evento è accaduto per
instabilità pssibile che nessuno ha studiato l'evento
con tutti i programmi di calcolo a disposizione?
3) Che fine hanno fatto i programmi automatici di
distacco di carico per abbassamento di frequenza? Sono
stati aggiornati? A giudicare da quello che è successo
se sono intervenuti sono stati del tutto inadeguati.
4) Il piano di riaccensione ha avuto disfunsioni di
enorme gravità; basta pensare che la centrale più
importante del Sud: Federico II ha ricevuto tensione di
ritorno dalla rete dopo circa 13 ore dal black out.
Tutte queste domande hanno una sola risposta: si prendono
in considerazione solo soluzioni che portano soldi.E
questi dicorsi sono inziati in ENEL con l'avvento del
dott. Tatò.
***
Ad ogni modo io non credo che tutto quello che è
successo serva veramente a riportare l'italia verso il
nucleare. I tempi per l'attuazione di un progetto simile
sono troppo lunghi (molto più della durata dell'attuale
legislatura), lo stato italiano (grazia tremonti ...) non
ha nemmeno i soldi per mantenere l'attuale livello dei
servizi sociali tradizionali (dalla scuola alla sanità
..) e le grandi opere tanto pubblicizzate dal Silvio sono
solo un miraggio. Piuttosto chiediamoci del perchè da un
po' di tempo (esattamente dall'11 settembre in poi)
stiano avvenendo episodi sempre più di portata generale,
dai grani attentati ai grandi blackout, tali da
coinvolgere anche solo emotivamente le masse. Cosa bolle
in pentola?
***
....Sì, in Italia le centrali elettriche vengono spente
di notte, continuando ad importare energia dall'estero,
anche quando ne potremmo fare a meno....il motivo?
Semplice!
L'energia prodotta dalla Francia e dalla Svizzera
(atomica) costa meno rispetto alla nostra (gas, olio
combustibile...) per spuntare un buon prezzo però, si è
costretti ad importarla 365 giorni all'anno, anche quando
non ne avremmo bisogno.
Ecco quindi che quel 16% importato, di notte diventa il
25% come ha affermato il Gnrt... sabato notte quindi
l'interruzione di quel 25% ha provocato il black out
perchè le nostre centrali erano spente....e lo dimostra
il fatto che mentre al Nord in pooche ore è tornata
l'energia (quella estera) al Sud si è dovuto aspettare
la messa in funzione delle centrali spente (6-8 ore per
il riavvio)
Fonte anonima Enel
***
Al TG1 delle 20.00, ieri sera, è stato intervistato un
comandante provinciale dei VVFF del Lazio: alla domanda
se fossero stati presi alla sprovvista questi ha risposto
che no, non lo erano stati in quanto erano stati
preavvertiti che ci sarebbe stato un black-out.
***
Ad una radio locale di Bologna hanno intervistato i
vigili del fuoco che riferivano di essere stati allertati
dell'imminente blackout. Mi chiedo se sarà possibile far
luce nel buio del monopolio delle informazioni.
***
... salta fuori che "per risparmiare" si
tengono alcune contrali elettriche italiane completamente
spente di notte.
Poiché per farle partire serve un po' di tempo (ed
elettricità!) l'affrontare la caduta di una linea ha
mandato in crisi il tutto.
Ma il vero motivo è che per essere
"competitivi" (sul mercato privato) la
sicurezza può anche andare a farsi "benedire".
Ed ora tutti sbraitano di fare nuove centrali, fossero
anche a diossina .. non importa. Ma il problema è dovuto
alla fragilità delle linee aere (quelle interrate sono
più sicure, anche dal punto di vista elettrosmog ed
impatto ambientale, MA costano di più!) ed alla gestione
"economicamente furba" delle centrali
esistenti.
Sono particolarmente triste perché alla stragrande
maggioranza della gente 'sti discorsi non importano, alle
prossime elezioni voteranno chiunque gli prometta 10000
watt ..
***
A detta degli esperti la nostra capacità complessiva è
di 74.000 Mw. Ora se in piena estate siamo arrivati
(nell'ora massima di punta) a consumarne 52.000, che fine
ha fatto il resto?
***
Il problema e´che, per risparmiare, il Gestore non ha
una riserva di kilowatt a disposizione, ma lavora con le
centrali al massimo delle loro capacita´ quindi basta
che venga a mancare una certa quantita´ metti quella che
importiamo, si spegne tutto. Ne piu´ ne meno quello che
accade i casa quando superiamo la potenza che abbiamo a
disposizione con il contatore.
***
Quello che è successo lo scorso weekend deriva da una
cattiva gestione della rete di distribuzione, da una
carenza di strutture, da un'impreparazione tecnica che
non hanno nulla a che fare con la necessità di nuove
centrali, magari nucleari, come reclama una lobby sempre
più agguerrita.
Il fatto che l'incidente sia successo sulle linee
elettriche transnazionali (ma ancora devo capire come un
albero possa essere caduto SOPRA i cavi dell'alta
tensione, visto che i tralicci, in particolare quelli
transalpini, sono mooolto piu alti degli alberi, e
tengono i cavi sospesi a decine di metri dalle cime degli
alberi...) ha indotto molti a puntare l'attenzione sul
fatto che noi compriamo energia elettrica dalla Francia,
ma pochi hanno voluto ricordare che le linee elettriche
transnazionali esistono anche nel caso non ci sia
compravendita di energia: queste linee sono di mutuo
soccorso, e quindi anche in questa situazione esistono
linee elettriche che vanno dall'Italia verso la Francia.
Un incidente su queste linee, anche nel caso che non ci
sia compravendita di energia, potrebbe comunque provocare
un blackout come quello dello scorso weekend; i
responsabili stanno puntando il dito sulla mancanza di
centrali, ma quello che cercano di nascondere è
l'incapacità di controllo delle infrastrutture
esistenti, la totale mancanza di preparazione e
coordinamento per fronteggiare incidenti facilmente
prevedibili
***
Se ci fate caso gli altri blackout, avvenuti piu' o meno
recentemente nel mondo, sono avvenuti in ore e giorni di
punta cioe' la dove la differenza tra offerta e domanda
di potenza era abbastanza ridotta. Questo ha fatto si che
la perdita di un relativamente grossa fetta di potenza
disponibile non sia stata compensata dal margine
eventualmente disponibile.
Da noi, sabato notte alle 3.30, la richiesta di potenza
era circa di 20000 MW, mi domando quindi dove fossero gli
altri circa 40000 MW che la rete elettrica Italiana
dovrebbe avere a disposizione !!!!
Inoltre 5000 MW sono 1/4 della potenza necessaria al
momento del guasto, quindi se il nostro sistema di
protezione avesse funzionato a dovere, avrebbe dovuto
rimanere senza energia solo 1/4, al massimo 1/3 , del
paese.
***
1) perchè non è possibile isolare una zona dalla
sorgente di energia, in modo tale da evitare un collasso
di tutto il paese?
2) perchè il Sud è rimasto al buio più di tutto il
resto d'italia?
3) perchè si vogliono fare centrali nucleari su un
territorio che NON ha acqua per raffreddarle?
4) perchè si vogliono fare delle centrali senza prima
pensare che i nostri fiumi hanno quasi tutti regime
torrentizio e quindi non garantiscono acqua per tenerle
in funzione?
5) perchè un calo del 16% della fornitura che accade di
domenica (industrie ferme) e in piena notte (consumi
casalinghi nulli) può mettere in ginocchio tutta una
nazione?
6) perchè solo in Italia, dove siamo totalmente
dipendenti dalla fornitura di carburanti fossili, non è
possibile la reversibilità della fornitura elettrica,
ovvero la possibilità di mettere pannelli solari sul
tetto di casa e l'energia che non viene consumata
rivenderla all'ENEL (la Svezia, con la quantità di sole
patetica che si ritrova, in questo modo risparmia
approssimativamente il 20% delle sue risorse energetiche
senza arricchire i petrolieri e i costruttori di centrali
e senza inquinare).
***
2. L'Italia importa circa 6 GigaWatt di potenza elettrica
dall'estero, 24 ore su 24.
Durante la notte, col fabbisogno ridotto, questa potenza
di origine estera e'
"troppa" (immagino che, se fosse possibile
stabilire un contratto di acquisto diverso
tra giorno e notte, sarebbe stato gia' fatto). Quindi in
Italia durante la notte si riduce
la potenza delle centrali italiane. Percio', se per
qualche ragione l'arrivo di elettricita'
dall'estero subisce un'interruzione di notte, la rete
Italiana e' molto piu' vulnerabile
rispetto al giorno.
Le nostre Centrali elettriche a notte fonda NON lavorano
a pieno regime perchè
consumiano meno energia elettrica.
Le nostre Centrali elettriche si sono autospente per
effetto domino, ma solo
dopo i POCHI SECONDI di mancata erogazione dell'energia
elettrica che
compriamo (il cui flusso è STUPIDAMENTE costante lungo
tutto l'arco delle 24 ore).
Centrali elettriche che si sono autospente perchè, in
quei POCHI SECONDI,
l'energia di cui avevamo bisogno, sebbene erogobile dalle
nostre Centrali
ha sovraccaricato questestesse Centrali che in quelle ore
NON lavoravano appunto a pieno regime.
La stupidità è ritenere che siamo furbi a comprare
energia elettrica
SOTTOCOSTO (come se comprassimo patate!). Insomma anche i
bambini sanno che l'approvigionamento dell'energia
elettrica è un fatto strategico di estrema importanza e
che non bisogna dipendereda altri Paesi.
Invece noi per risparmiare, dipendiamo dalla Francia per
circa 1/8 del nostro
fabbisogno di giorno, e di notte addirittura per 1/4.
***
Tranne nella provincia di Pordenone che ha avuto 4 ore di
black out completo (3.00 - 7.00) le province di UD, GO e
TS, grazie all'interconnessione con le linee di alta
tensione di Austria e Slovenia, hanno subito minimi
disagi - da 30 min a 1 ora. Che facciamo? Ci stacchiamo
dall'Italia definitivamente?
***
In realtà quest'ultimo b.o.è derivato dalla messa
automatica fuori servizio della rete di distribuzione di
energia elettrica per il verificarsi sulla stessa di
squilibri di carico pericolosi per la sua integrità.
Inoltre il fatto stesso che il fenomeno si sia verificato
di notte e durante il fine settimana lascia capire che è
un problema di rete e non di capacità produttiva del
paese. Quest'ultimo problema non è responsabile del
fenomeno verificatisi. In realtà per evitare che il
malfunzionamento di un ramo (per esempio quello sotto
accusa che trasporta energia dalla Svizzera all'Italia)
produca l'effetto domino verificatosi è semplicemente
necessario renderlo ridondante. Ovvero, prima di tutto
dividerlo in almeno quattro rami paralleli con una
capacità di trasporto complessiva più elevata di quello
singolo. In tal modo, anche se si dovesse verificare un
problema inatteso, questo riguarderebbe solo una o al
massimo due di quelle linee in parallelo con la
possibilità di ripartire il carico sulle rimanenti. Con
tutto questo il fatto di avere più o meno centrali è
assolutamente ininfluente.
***
Sono stato consulente di una azienda che si occupa di
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
(principalmente eolico e biomassa). Considerate che
l'azienda aspetta una autorizzazione alle emissioni in
aria (legge 203) di competenza (da poco) delle
Amministrazioni Provinciali da 200 giorni!!. Il parere
doveva. come da decreto. essere espresso entro 60
giorni!!, ma per assurdo dopo solleciti ufficiali, a 150
giorni ci è stato risposto che forse la documìntazione
non è chiara! (FORSE!). Alla richiesta di un incontro e
all'ottenimento dello stesso il responsabile NON SI è
presentato. Questa è l'Italia un piccolo omino per ovvi
motivi di opposizione (politica? o per problemi
personaaaalllliiiii?!) Si satnno facendo scappare gli
investitori (il progetto è realizzato con capitale
PRIVATO!) che sono stati disposti a versare 50 MILIONI DI
EURO! per questo impianto. Inoltre ci sono migliaia di
aziende agricole che hanno aderito ad un programma per la
costituzione di una filiera energetica e non sanno più
cosa aspettarsi!. Tutti vogliono la corrente ma ha
nessuno importa come si produce e dove
***
Sembra proprio strano che nel momento di massimo sforzo
dei comitati e dei cittadini contro la costruzione di
nuove centrali termoelettriche si sia verificato questo
enorme disagio nazionale.
Fatalita'!, comunque, e' successo di sabato notte per non
turbare la capacita' produttiva del Paese e per non avere
gli Industriali contro.
In questo caso gli industriali reclamano maggiore
energia, mentre se fosse successo in un giorno lavorativo
avrebbero richiesto i danni economici allo Stato.
Ma le nuove centrali ci garantirebbero autonomia
dall'estero?
Le grandi menti di questo governo ci possono spiegare
quale e' la ns autonomia dal metano? Dovremmo essere
dipendenti da Paesi non europei e, quindi, la situazione
economica e di collaborazione sarebbe molto piu'
difficile.
Cos'e' una importazione del 20% di elettricita', contro
un'importazione totale del metano?
Le lobby delle nuove centrali stanno sfruttando ogni
occasione per ricordare ai loro referenti che bisogna
agire presto, mentre la soluzione piu' economica e che
tuteli il nostro ambiente e' quello di convertire le
vecchie centrali a carbone o ad olio in metano, puntare
sulle fonti rinnovabili e migliorare la distribuzione
della rete elettrica, in quanto l'elettricita' e' una
delle cose piu' facili da trasportare.
Non esistono ne' dazi, ne' ostacoli particolari: solo una
rete distributiva europea migliore. Basta con queste
fandonie di nuove fonti di inquinamento
***
Io sono filonucleare da sempre, ma questa volta ci stanno
prendendo in giro, sostenere che un black out durante una
notte festiva in una mezza stagione sia dovuto a carenze
di produzione, è come sostere che un'automobile a motore
spento consuma troppo. Anche a un cretino verrebbe subito
in mente di verificare si è bucato il serbatoio.
Il problema serio è quello delle scorie, e in
particolare quello sollevato ieri da qualcuno: come
facciamo a ricordarci per 10.000 anni dove le abbiamo
seppellite, e in che lingua scriviamo il cartello
"attenzione radiazioni" per i posteri. Su
questo ho anch'io dei dubbi, parliamo di questo va', al
posto che del ministro marzano.
***
Politica della cogenerazione. Da domani partono seri
incentivi per il programma "Tetti
Fotovoltaici". Trenta metri quadrati di terrazzo
coprono il fabbisogno di 3 Kw/h di una famiglia. Lavoro
in un edificio che ha piu' di 800 metri quadrati di
terrazzo disponibile. Fate un po voi i conti. 4) Centrali
eoliche. In Danimarca sono un serio affare! Ogni torre
eolica piazzata in mare produce circa 150000 euro
all'anno di energia. Il costo della torre è di 50000
euro. Credo che non ci manchi il mare o la zona dove
andare a piantare le pale. Diffido inoltre degli
ambientalisti che storcono il naso alla vista di tali
impianti: ma siamo sicuri che le centrali tradizionali
siano meno inquinanti di quelle eoliche ????.
***
E' evidente che problemi come quello dello scorso weekend
sono dovuti a mancanza di organizzazione e/o competenza
da parte di chi gestisce generazione e distribuzione di
energia el. (non voglio credere al complotto, o si va
troppo lontano). La privatizzazione ha il suo peso
(quando cominci a tagliare sui costi, le tasche si
riempono e tutto sembra funzionare come prima, fino
all'improvvisa paralisi): Non mi sembra un caso che
finora paesi molto privatizzati (p.e. USA, UK) siano
quelli che piu hanno sofferto di questi problemi e che la
Francia, uno di quelli meno privatizzati, finora non
abbia avuto grossi problemi.
Cionondimeno, l'Italia ha un parco centrali vetusto,
inefficiente, inquinante e sottodimensionato, in cui il
fuoco (da olio, carbone, gas: con le dovute differenze,
ma e' comunque sporco) ha la quota dominante (per forza,
e' la migliore opzione in un'ottica di breve termine).
Ben venga lo sviluppo massiccio di tutte le fonti
INTEGRATIVE (sole, vento, biomasse), solare in testa
perche' ne siamo ricchi, ma teniamo presente anche che
attualmente l'unica fonte ALTERNATIVA al fossile (per
qualita' e quantita') resta il nucleare (meglio non in
mano ad un privato, si intende)
***
- qualcuno ci vuole spiegare come mai la nostra
sopravvivenza elettrica nelle ore notturne è
"completamente" nelle mani della Francia?
Notizie non ufficiali dicono che, visto che compriamo dai
Francesi 6mila MegaWatt di energia elettrica e visto che
la nostra produzione costa molto di più, di notte le
nostre centrali vengono "fermate" o
"rallentate" per usare la corrente francese che
abbiamo comprato e che non possiamo immagazzinare... in
questo modo ieri è accaduto che venendo a mancare la
fornitura francese ed avendo le nostri centrali
"sopite" abbiamo avuto i problemi che
sappiamo...
è vero o è solo una delle solite leggende
metropolitane?
***
La produzione ed il consumo di energia devono essere
costantemente ugual in parità, cioè non è possibile
"immagazzinare" energia eletrica. Da anni ormai
importiamo dalla Francia energia elettrica a basso costo,
visto che le centrali nucleari francesi non si posso
spegnere e quindi di notte EDF ci "regala"
energia elettrica.
Ma se i nostri sistemi di controllo non sono pronti ad
attuare dei piani di distacco energetico o di produzione
di maggior energi in breve tempo in caso di guasto delle
linee fracesi, noi rimaniamo in MUTANDE, di notte il
fabbisogno è minimo.
Inoltre sembra che le due linee che arrivano dalla
Francia viaggiano su di un unica palificazione !!!!
***
Una domanda facile facile per il signor Bollino che ieri
in telegiornali, diciamo cosi, "un po'
addomesticati" ci ha raccontato cose incredibili
sull'effetto domino:
PERCHE' NON SI E' PROVVEDUTO A STACCARE LE UTENZE A
ROTAZIONE INVECE DI ASPETTARE CHE IL SISTEMA ANDASSE
TUTTO IN FUORI SERVIZIO?
Se mancava il 25% dell'energia bastava staccare a
rotazione il 25% dei distretti e intanto rimettere a
regime le centrali che durante la notte lavorano a regime
ridotto. Tra l'altro le centrali a gas e quelle
idroelettriche sono adatte a supplire a carichi
improvvisi e alle 3 di notte il sistema era sicuramete
sottoutilizzato ossia NON POTEVA ESSERCI UN PROBLEMA DI
"DEFICIT DI CENTRALI".
Io pensavo che il mestiere del gestore fose quello di
applicare queste tecniche di sconnessione e rimagliatura
della rete che si usano dai tempi dei nostri nonni. In
fondo anche Internet ha scoperto decine di anni piu'
tardi gli stessi metodi per garantire l'affidabilita'
delle reti.
Ma forse il signor Bollino non lo sa?
Di fronte ad un simile problema è fuorviante parlare di
NUOVE CENTRALI, visto che molte di quelle presenti (ad
esempio quella di Livorno, due gruppi ad olio
combustibile che alimentano un bel pezzo di Toscana)
erano spente per risparmiare sul personale nel weekend!!
Sarebbe bene pensare a come produciamo energia!
Una centrale a vapore richiede ore per essere avviata e
si alimenta solitamente con carbone e/o olio combustibile
(altamente inquinanti).
Una turbo gas utilizza il metano e si avvia in pochi
minuti (inquinando enormemente meno), ma il metano costa
più caro e l'ENEL non vuole convertire le centrali.
Se sui nostri condominii illuminati dal bel sole del
Mediterraneo si montassero pannelli fotovoltaici (come
fanno in nord Europa!!) un blocco totale come quello che
è appena avvenuto non si protrarrebbe per quasi 24 ore!!
***
Con una una situazione al minimo dei consumi energetici,
come può essere quella delle 03.25 di notte, il nostro
sistema di sicurezza elettrico, così come quello dei
maggiori paesi industrializzati, DEVE ed E? in condizioni
di gestire una emergenza di questo tipo in pochi minuti
al massimo qulche ora!
Altrimenti sarebbe come dire che non c'è un sistema di
sicurezza nel sistema elettrico nel nostro paese...e che
un qualunque pazzo ..o estremista ..e non un albero o un
temporale, se volessero far saltare un traliccio tra le
montagne metterebbero in ginocchio una nazione!
E se finalmente si parlasse di errore umano?..O di quache
ritardo e automatismo che non ha funzionato o non è
stato messo in funzione dal sistema di gestione italiana?
Perchè al contrario se fossimo così dipendenti da un
piccolo incidente "imponderabile" come qualcuno
ha detto, allora dovremo chiederci tutti ..?Ma a quale
sconsiderato e incompetente abbiamo affidato il Sistema
elettrico Italiano...??
***
Perchè son dovute passare ben 15-20 ore prima che in
Sicilia vennisse riattiva l'energia?
Perchè proprio la Sicilia che ha ben 3 tre centrali
elettriche tra le più grosse in Italia?
Perchè nonostante che la centrale elettrica di Milazzo
non abbia subito grosse conseguenze dallo stacco
(impianti regolarmente in marcia) l'OK ad agganciarsi
alla rete nazionale è stato dato solo dopo parecchie
ore?
Perchè invece di costruire nuove centrali non si investe
su quelle attuali invece di dismetterle?
Si parla tanto di costi elevati per KW/h ma alla fine chi
paga non è sempre l'utente?
Perchè gli industriali si lamentano che voglio nuove
centrali? per farci risparmiare sulla bolletta o per
mettere le mani su un business di miliardi di Euro?
E' sempre troppo semplice criticare, ma alcune
sottolineature sono doverose:
1-Un temporale o una pianta che cade su una linea
elettrica non può dare origine ad un black out di tali
dimensioni. Basta che ognuno parli non con un esperto, ma
con qualsiasi giovane ingegnere in elettrotecnica.
2-Addossare agli Enti locali la colpa del mancato
sviluppo del piano di costruzione delle rete di
produzione nazionale è pura demagogia. Questo governo ha
saputo essere rapidissimo per accontentare le voglie del
suo premier, è fermo per tutto ciò che interessa alla
nazione ai cittadini, agli imprenditori.
3-Pensare di risolvere il tutto con le centrali nucleari
come vagheggia Lunardi è ancora demagogia: dobbiamo
guardare alle nuove tecnologie, alle energie rinnovabili
e non al passato. Una legislazione confusa impedisce ai
gestori di programmare gli investimenti. Inoltre
qualsiasi nuova realizzazione potrà diventare operativa
tra tre/quattro anni: e nel frattempo?
4-Ripensare da subito ad una riorganizzazione della rete
distributiva, basata sulla qualità ed affidabilità e
non solo sul profitto. La deregulation così come è
stata concepita ha portato in Italia i prezzi più alti e
la minor affidabilità
***
Primo: nello stesso telegiornale (il Tg3 delle 14 se non
erro) 3 diversi servizi danno la capacità delle linee
Svizzere prima a 3000 MW poi a 5000 e infine a 6000...
Mica parliamo di bruscolini...
Poi in una intervista il presidente del GRTN
dice:"la rete elettrica è un tutt'uno, se si
verifica un guasto, si ripercuote su tutta la rete";
ma le centrali di smistamento non sono fatte apposta per
evitare una simile eventualità?
Secondo: per tutta l'estate ci hanno fatto una capoccia
tanta per dire che noi dalla Francia importiamo AL
MASSIMO il 20% del totale dell'energia (e d'estate è
notevolmente superiore al normale).
Possibile che di notte col fresco, un'interruzione su una
linea di fornitura d'emergenza faccia crollare tutto il
sistema elettrico italiano irreparabilmente per più di
12 ore?
Terzo: nel Mezzogiorno le centrali a carbone risultano
addirittura SPENTE!
E necessitano dell'energia della rete per essere rimesse
in moto. Mentre l'energia viene distribuita prima ai
cittadini del Nord, che non alle centrali del Sud...
Quarto: perfino Ciampi invoca il via libera alla
costruzione delle nuove centrali demonizzando i poveri
cittadini che giustamente non vogliono una centrale a
carbone dietro casa.
Allora io mi chiedo: che si sia fatto apposta?
In una bella domenica autunnale, con pochi disagi, poco
casino, le partite del sud tutte (o quasi) giocate in
anticipo il sabato.
Un bello scossone per autorizzare queste costruzioni di
centrali antidiluviane, di cui l'Italia non ha affatto
bisogno.
Quasi quasi sarebbe meglio una centrale nucleare,
incquina sicuramente di meno delle 20 centrali a
combustibile fossile (carbone o olio combustibile) che
vogliono costruire questi, e cmq se il problema è stato
tecnico, sarebbe stato lo stesso anche con le centrali
nuove.
***
Le centrali nucleari hanno un minimo tecnico dell'80%
della potenza massima, mentre le termoelettriche circa
del 40%. Per cui i Francesi e i Tedeschi la notte e nei
weekend l'energia praticamente la regalano.
Questo corrisponde ad un risparmio che finisce anche
nelle nostre tasche: se non avessimo l'importazione di
energia dall'estero la corrente costerebbe di più.
Ricordo che a fissare i prezzi dell'energia elettrica, e
quindi i margini delle società di produzione e
distribuzione, è un'autorità indipendente da esse (e
spesso in conflitto con loro proprio su questo).
I sistemi elettrici sono magliati, vero, ma ci sono
sistemi più magliati e sistemi meno magliati.
Quello italiano lo è assai poco.
Le Alpi limitano le interconnessioni con la rete del
centro Europa, tra nord e sud ci sono solo 4 linee in
alta tensione: ricordate il blackout del Meridione di
qualche anno fa?
Tra l'altro le magliature, nei momenti di forte
perturbazione, possono aiutare a propagare le
instabilità: la Sardegna (la regione meno connessa al
resto della rete) è l'unica a non aver subito il
blackout proprio perchè quasi isolata.
***
Da quando sono nato ad adesso avevo visto solo il famoso
blackout di NY molti anni fa. Quest'anno siamo al terzo o
quarto blackout importante compreso quello che ha
lasciato mezza America e mezzo Canada al buio per
moltissime ore.
Strano!. Io che, vivendo in Italia ai tempi dal ?68 fino
a 5 anni fa e ora nell'America di Bush, sono stato
costretto a diventare un "dietrologo", mi
domando: cosa o chi sta provocando questi blackout e
perche? La prima risposta che mi viene in mente e': forse
ci cominciano a preparare sul fatto che scarseggiamo di
energia e che quindi necessitiamo piu' petrolio.
Pensiero conseguente: "Forse ha fatto bene Bush and
andare in Iraq a rapinare il petrolio degli Iracheni.
Forse sarebbe giusto farlo anche con l'Iran. Non e'
morale ma necessita' fa virtu, ecc. ecc. ecc."
Il prossimo futuro ci dara' qualche indizio per eliminare
quella nebbia che sempre avvolge le nuove strategie.
Sicuramente non credo che arrivino all'improvviso enormi
blackout, completamente imprevedibili e totalmente
inspiegabili a posteriori che rimangono senza risposte
(eh eh, come sempre).
***
1) L'ENEL, l'unica in grado di spendere per una centrale
elettrica di nuovo tipo o di tipo tradizionale, non può
più farlo per legge.
2) Una parte piccolissima della popolazione italiana
(qualche migliaio) tiene testa alla stragrande
maggioranza della popolazione italiana bloccando per
l'ultimo tratto un elettrodotto proveniente dalla Grecia
con proteste assurde.
***
Non è possibile che un doppio guasto, anche se
contemporaneo, possa mettere in ginocchio l'intero paese,
una parte, una zona probabilmente si, ma l'intera Italia
no, non è proprio possibile.
Come si fa ad esempio a spiegare ad un siciliano di Gela
(provincia di Caltanissetta) che vive a pochi km dalla
centrale elettrica o ad un pugliese che vive a pochi
passi dalla centrale termoelettrica più grande d'Europa
che, per un guasto forse in Francia, forse in Svizzera di
appena 4 secondi, è rimasto oltre 18 ore senza corrente
elettrica ?
***
All'Enel va benissimo !!
ha presentato quest'anno (in un anno di vacche magre) un
utile record, alla faccia di quanto ci fanno pagare in
bolletta.
Questo grazie alla differenza fra prezzo pagato per
l'energia importata e quello fatturato ai
"polli" dei cittadini italiani per quanto
riguarda i ricavi, e alla riduzione dei costi ottenuta
riducendo personale e affidabilità di gestione.
A questo capolavoro basterà aggiungere la costruzione di
nuovi impianti e la sua manutenzione (compresa quelle
della rete, che come negli Usa nessun privato si vuole
accollare) a spese della collettività e la loro
successiva "cessione" ai privati affinché ne
intaschino i profitti, con belle tariffazioni approvate
naturalmente dall' Antitrust.
Da certi commenti che leggo penso che i potentati già in
azione (spero solo che non abbiano diretta
responsabilità in quanto successo, visto che la
dirigenza è stata come al solito lottizzata e pare anche
lei di capacità e professionalità ?da blackout?)
potrebbero riuscirci.
Certo che sentire parlare in questo modo di costruzione
di centrali nucleari da parte di certi letterati e
commercialisti e/o improbabili ingegneri (al governo e
non) rende conto del perché nel ns paese non c'è mai
limite all'ignoranza.
Inoltre, è bene chiarire che se il settore energetico è
strategico per il paese allora deve essere totalmente
pubblico. Se invece si vuole privatizzato, come si stà
facendo, allora l'energia è una merce, si compra OVUNQUE
dove costa meno e il discorso dell'autosufficienza
nazionale è privo di fondamento.
***
Di notte il fabbisogno di energia è solo di un terzo e
questo terzo viene preso dall'estero dove i contratti di
fornitura sono regolati a canoni fissi. Per questa
ragione al gestore italiano non appare
"conveniente" tenere in produzione, di notte,
le centrali italiane e si affida unicamente alle
forniture estere! Ma questa strategia bisogna saperla
adottare e saperla gestire. Il nostro gestore, con la
connivenza del governo (Marzano), non solo non l'ha
saputa adottare ma ancor più non l'ha saputa gestire.
Infatti, a valle dell'incidente in Svizzera, gli scambi
tra "esercizio - riserva" delle linee di
fornitura di energia dall'estero non sono intervenuti ed
il paese è rimasto al buio.La Francia ha dichiarato che
se fossere intervenuti i sistemi di protezione poteva
fornirci tutta l'energia di cui avremmo avuto bisogno!
Possibile che debbano raccondarci, sempre, frottole?
E' mai possibile che dobbiamo essere trattati sempre da
deficienti? Si dimettano il ministro Marzano ed i
rappresentanti della società di gestione perchè o sono
bugiardi o sono incompetenti!
***
Speciale TG1 di ieri sera con Enrico Variale (ma non
faceva il commentatore sportivo?): linciaggio mediatico
del movimento ambientalista, si dice in un servizio che
in Italia in 20 anni sono stati spesi 100mila miliardi
per le energie rinnovabili che hanno dato solo lo 0,1%
della potenza. Dividete 100mila miliardi per lo 0,1% di
50 GW, vale a dire 50 MW (veramente mi risulta che tra
eolico e solare ci siano installati oltre 700 MW) e vi
viene che comprare un pannello fotovoltaico (il
rinnovabile più caro) da 50W costa un miliardo di lire.
Con quella cifra si dà energia a tutto il paese col
fotovoltaico. In fondo, non è molto.
2. L'amm. delegato di GRTN ha detto all'inizio che è un
evento molto raro. Allora, se capita una volta ogni
qualche decennio, perché preoccuparsi tanto? Perché
Marzano, Ciampi&Co. senza sapere le vere cause del
problema hanno già pronta la soluzione? Diciamo che
hanno strumentalizzato
3. Di risparmio energetico e di efficientamento delle
centrali ENEL che sono le più obsolete, con tutti gli
sprechi che fa l'industria, i supermercati e i negozi,
perché è vietato parlarne? Recuperare questo famoso 20%
e oltre con misure atte allo scopo non è poi così
utopistico... Sto finendo un master su queste cose, e
parlo con cognizione di causa.
***
E' incredibile che il gestore di una rete non pensi a
proteggere i suoi nodi (es centrali elettriche) da un
possibile attacco o danneggiamento. Una eccessiva
richiesta di fornitura deve far andare in blocco il primo
punto di accesso e impedire che si inneschi il cosidetto
effetto domino.
Hanno fatto dire delle sciocchezze anche al Presidente
Ciampi che chiede nuove centrali piuttosto che una
migliore gestione.
Siamo nel mondo della tecnologia e dell'informatica.
Usiamo questi beni!
***
Chi dice che servono centrali parla per partito preso o
perchè non sa cosa sono i
kilowatt perchè una cosa è la potenza impegnata l'altra
cosa la potenza utilizata
ma il rapporto non sara mai alla pari 1=1
Le centrali ci sono ma non vogliono farle funzionare
perche costa di più
che importarla, in quanto una centrale nucleare non si
puo fermare
ma ha bisogno di sfogare la sua potenza; anni indietro
la Francia ha proposto all? Enel di acquistare più
potenza a un costo
talmente basso che più basso non si poteva.
L?ENEL a sua volta ha fermato le sue centrali ora perche
vuole costruire altre
centrali che una volta finite, SE verranno finite, non
serviranno
proprio a niente perche l'energia importata costerà
sempre meno
La tecnologia dei carichi di oggi è inferiore a quella
degli anni passati
le potenze impegnate in fabriche ed enti sono minori che
negli anni passati
Quello che è successo ieri è doloso o premeditato o è
una valutazione
superficiale. Sono da licenziare tutti i dirigenti
implicati, compresi
gli organi di governo perche la caz...ta che hanno fatto
è tanto grossa
che non c'è appello
***
Linee e centrali
La differenza con quanto successo quest'estate è
notevole: non si tratta di una carenza di potenza
generata ma un problema di connessione con gli altri
paesi. Tutto è pronto par fare altre linee con la
Francia (quelle esistenti sono poche; gran parte di ciò
che si acquista transita dalla Svizzera che, certamente,
non fa beneficienza), ma non mi spiego perché si è
così restii a costruirle.
***
1.perchè non si riutilizzano le vecchie centrali
dismesse? perchè si vogliono trovare NUOVI siti?
per fare guadagnare con qualche speculazione qualche
alleato fedele al nano?
2.la responsabilità dell'inefficienza del nostro sistema
non è dovuta unicamente alla dipendenza energetica
straniera o all'assenza di centrali sufficienti, ma
soprattutto dalla logica di gestione PARTITOCRATICA
lottizzatoria e monopolistica del gestore (ossia dallo
spoil system del centrodx se ne frega delle competenze
acquisite sul campo dai dirigenti di vecchia data e li
epura stalinianamente solo xchè tesserati ex-Pci)
,d'altronde Bondi se lo ricorda assai bene il metodo.
P.Bersani l'aveva già affermato a una festa dell'Unità.
DA INDYMEDIA.IT
Ci sono solo tre
strade per arrivare in Chiapas ....
Ci sono solo tre strade
per arrivare in Chiapas ......Eppure la ricchezza lascia
questa terra non solo passando per tre strade. Attraverso
mille vie si dissangua il Chiapas: per Oleodotti e
Gasdotti, per linee elettriche, per vagoni ferroviari,
per conti bancari, per camion e camionette, per chiatte
ed aerei, per sentieri clandestini e strade
sterrate....Un pugno di mercanti, tra i quali lo stato
Messicano, ci portano via dal Chiapas tutta la sua
ricchezza e lasciano in cambio le loro tracce mortali e
pestilenziali....Si portano via petrolio e gas e lasciano
in cambio il segno capitalista: distruzione ecologica,
spoliazione della terra, iperinflazione, alcolismo,
prostituzione e povertà....Il tributo che il capitalismo
preleva dal Chiapas non ha simili nella storia. Il 55%
dell'energia nazionale di tipo idroelettrico viene da
questo stato e qui si produce il 20% dell'energia
elettrica totale del Messico. Tuttavia solo un terzo
delle case Chiapaneche ha luce elettrica.Dove vanno i
12907 Gwattora che producono annualmente le centrali del
Chiapas?...".Concentrazione della ricchezza e
distribuzione della povertà: questo è il segno
tangibile del Neo liberismo.Contro questa contraddizione
dalle montagne della Selva Lacandona si è levato un
grido di rivolta: uomini e donne delle comunità indigene
del Chiapas hanno detto "basta" e si sono messi
in marcia per intraprendere un cammino di speranza e
libertà.Animati da una profonda dignità, rivendicano il
loro diritti politici e sociali, il riscatto e la
salvaguardia della propria cultura, e delle loro
tradizioni ed aspirano ad un diverso modello di sviluppo,
che non ponga più al centro delle attività umane, il
profitto ma i valori della giustizia, della libertà e
della democrazia.Le comunità indigene del Chiapas
pongono all'ordine del giorno una delle contraddizioni
fondamentali della nostra epoca, per questo motivo la
loro lotta non si entro i ristretti confini del Messico
ma si estende al mondo intero, rivolgendosi a tutti
coloro che in ogni parte del pianeta subiscono questa
contraddizione.Non è difficile comprendere che esiste un
intrinseco legame tra la lotta delle comunità indigene
del Chiapas e quella di chi, nel cuore dell'occidente,
cerca di resistere ed opporsi al modello di sviluppo
capitalista; la difficoltà semmai, consiste nel riuscire
a stabilire un nesso tra queste due esperienze.Di fatto
è stata proprio l'esigenza di trovare un terreno pratico
di relazione tra la propria esperienza quotidiana e
quella degli uomini e delle donne indigene del Chiapas
che ha spinto diverse soggettività ad incontrarsi per
cercare di capire cosa era possibile fare.
Dare una risposta a
questa domanda non era certamente una cosa facile,
tuttavia l'occasione di trovare una cosa positiva
giungeva proprio dal Chiapas. La comunità indigena de La
Realidad, rivolgendosi alla "società
internazionale", ha fatto sapere di avere la
necessità di risolvere il problema dell'elettrificazione
poiché attualmente, non è collegata ad alcuna rete
elettrica. Inoltre, essa non si limita alla domanda di
pure e semplici infrastrutture ma rivendica un controllo
dal basso delle proprie risorse attraverso la
realizzazione di un impianto indipendente dalla rete
nazionale. Infatti, sebbene il Governo Federale
Messicano, in passato, abbia più volte promesso di
provvedere all'installare di una turbina idroelettrica,
la comunità, attualmente, in seguito all'evolvere della
situazione politica, no si aspetta né desidera aiuti da
parte del governo.
Nasce così l'idea di
elaborare un progetto che consiste nella realizzazione di
un piccolo impianto idroelettrico utile a soddisfare il
fabbisogno energetico della comunità.Coscienti
dell'impatto di devastazione culturale che l'introduzione
di una fonte permanente di energia elettrica può avere
su di una comunità indigena, la cui vita da secoli è
stata scandita dai ritmi naturali, abbiamo deciso di
intraprendere questo progetto per quattro ragioni
principali.
1) Il progetto di
installare una piccola centrale idroelettrica al La
Realidad non viene da noi me è frutto di una proposta
formulata dalla comunità stessa. Questa idea non nasce
dall'atavica presunzione occidentale di risolvere "i
problemi" degli altri utilizzando le nostre
conoscenze e i nostri metodi, cosa che nella maggior
parte dei casi crea solamente dipendenza, frustrazione e
perdita di identità, bensì nasce dalla presa di
coscienza che l'elettricità è una fonte energetica
indispensabile per il funzionamento di molte strutture
già in via di costruzione (ospedale, falegnameria, radio
ecc.).L'utopia su cui si fonda questo progetto è quella
di un uso razionale dell'energia che vada veramente nella
direzione di migliorare le condizioni di vita e non solo
in quella di massimizzare i consumi.La metodologia che si
sta utilizzando è fondata su di un processo di
interscambio culturale più che sulla mera imposizione.
Prima di iniziare i lavori di installazione terremo
(insieme al Sindacato della Compagnia Elettrica del
Distretto Federale di Città del Messico) due o tre mesi
di corso con i rappresentanti tutte le comunità
zapatiste della zona che vorranno partecipare, in cui
verranno spiegati gli aspetti teorici, tecnici e pratici
del progetto, ai fini di rendere questa esperienza
perfettamente ripetibile in maniera autonoma e
autogestita.
2) L'impianto che si
intende realizzare sfrutta una sorgente di energia
"Rinnovabile". Sono definite rinnovabili quelle
fonti energetiche (acqua, sole , vento) che possono
virtualmente essere considerate inesauribili ovvero che
si "rigenerano" con velocità maggiore di
quella con cui vengono utilizzate. Queste sorgenti
energetiche non producono trasformazioni irreversibili
del ecosistema planetario (come l'emissione di Anidride
Carbonica o di scorie radioattive), il loro costo
ecologico e impatto ambientale è molto basso in rapporto
alle fonti energetiche attualmente più utilizzate
(combustibili fossili, energia nucleare).Inoltre la
piccola centrale idroelettrica che verrà realizzata
sarà completamente auto gestita e fornirà energia
elettrica in maniera indipendente dalla rete nazionale,
migliorando le condizioni di vita della comunità senza
per altro renderla soggetta al controllo statale
esercitato tramite l'oligopolio della
"produzione" energetica. Per noi porsi la
questione energetica significa affrontare all'origine il
problema della soddisfazione dei bisogni materiali
dell'uomo..E' in questo orizzonte che si è consumato il
peccato originale del modello di sviluppo capitalista che
ha portato all'edificazione di una società fondata sul
dominio, sullo sfruttamento, sulla mercificazione e
sull'iniquità sociale.L'energia non è una variabile
puramente tecnica, essa è strettamente connessa
all'organizzazione sociale, alle sue tecnologie ed ai
suoi valori.Non è un caso che il controllo del sistema
energetico è gelosamente concentrato nelle mani di pochi
gruppi che detengono il potere: chi detiene il controllo
dell'energia esercita implicitamente il controllo della
società.Pertanto, un progetto di trasformazione radicale
del sistema sociale ha senso solo se implica innanzi
tutto un ipotesi di trasformazione del sistema energetico
e quindi un diverso uso e una più equa ridistribuzione
delle risorse.
3) La costruzione di una
Micro centrale elettrica in una comunità indigena
realizzata mediante un progetto di
"cooperazione" internazionale completamente
autogestisto e finanziata da numerosi comuni italiani,
può essere utilizzata come forte strumento di pressione
sul governo messicano.Per prima cosa, si dimostra che
esiste un interesse reale e costruttivo dell'Italia nella
cooperazione con le comunità occupate. In questo modo,
la tesi governativa per cui il Chiapas è una regione
politicamente instabile devastata da faide interne alle
comunità indigene, risulterà molto piè difficilmente
sostenibile. Dovrà apparire come le comunità zapatiste
siano lucide e determinate nella loro lotta per
l'autodeterminazione e siano capaci di intrattenere
rapporti internazionali finalizzati al conseguimento
della libertà e al miglioramento delle loro condizioni
di vita. Inoltre la realizzazione di questo progetto,
proverà come la condizione di estremo disaggio e
povertà in cui versano le comunità chiapaneche non sia
dovuta al mantenimento della loro cultura bensì alla
condizione di isolamento e deprivazione che lo stato
messicano gli impone. Non appena ne hanno avuto la
possibilità, esse si sono mosse per stimolare uno
scambio culturale, dimostrando come la tecnologia non sia
uno strumento esclusivo di pochi "stregoni"
legati al potere, ma, se opportunamente spiegata e
utilizzata, può essere compresa e applicata da tutti.
4) Il gruppo promotore
del progetto ( laboratorio itinerante tecnologie
appropriate ) è costituito da individualità provenienti
da esperienze eterogenee tra loro che si sono incontrate
grazie ad un percorso di interazione basato sulla
sperimentazione e la ricerca nel campo delle tecnologie
appropriate.Singole soggettività che pur provenendo da
percorsi diversi affondano le proprie radici in un
patrimonio politico e culturale in cui vive e pulsa la
volontà di ribaltare l'attuale modello di sviluppo
partendo da un diverso approccio rispetto all'utilizzo
delle risorse naturali e sociali."... per molto
tempo tutti i progetti rivoluzionari che si proponevano
di risolvere le infelicità, le tristezze e le miserie
affidavano questo momento di risoluzione soltanto al
futuro, vale a dire a un utopia. Adesso invece l'unica
utopia possibile sta nello sforzo di fare della nostra
vita una specie di scenario in cui si gioca il nostro
destino individuale e quello sociale".Questo
progetto per noi è un modo per giocare entrambi gli
scenari, quello sociale, propagandando un impiego
allargato delle tecnologie e uno sfruttamento autonomo
delle risorse energetiche, e quello individuale ,
intraprendendo un esperienza di lavoro autogestita
fondata su di uno scambio interdisciplinare delle
conoscenze che si contrappone alla compartimentazione del
sapere che ci è oggi imposta.
Per quanto è
dato di sapere dai resoconti dei mass media,
sembra che lunico modo per fronteggiare
lattuale fase di crescita dei prezzi del
greggio sia un incremento dellofferta.
Alcuni, senza dirlo esplicitamente, hanno pensato
ad un rilancio del nucleare (se non ora,
quando?).
Altri riproponendo
esplicitamente le energie rinnovabili. A questo coro si
è ultimamente unita la voce possente del premio Nobel
Carlo Rubbia, che ha proposto di puntare sul solare
costruendo in Sicilia un enorme collettore fotovoltaico
di 50 chilometri quadrati. A nessuno, per quanto è dato
di sapere è venuto in mente che per ridurre i prezzi del
greggio si può percorrere unaltra strada: la
riduzione della domanda di energia. Forse perché si
pensa che questo obbiettivo possa essere perseguito
soltanto riducendo i consumi finali con una politica di
austerity che comprometterebbe la ripresa economica in
atto. Quale economista potrebbe concepire uneresia
di questo genere, che va a intaccare uno dei dogmi
fondanti della sua "scienza": la crescita del
prodotto interno lordo? Quale politico potrebbe pensare
seriamente alla sua carriera proponendo ai suoi elettori
una riduzione del loro benessere?
Preoccupazioni sacrosante
e rispettabilissime, che tuttavia non sussisterebbero se
si pensasse che una riduzione della domanda di energia
può avvenire, e in misura ben maggiore di quanto si
possa ottenere comprimendo i consumi finali, promuovendo
uno sviluppo tecnologico che accresca lefficienza
dei processi di trasformazione energetica, in modo da
ottenere gli stessi servizi finali consumando meno
energia alla fonte. Il 10 per cento del greggio importato
dal nostro paese viene bruciato nelle raffinerie per
produrre il calore necessario ai processi di cracking da
cui si ottengono i combustibili. Se a ogni raffineria
venisse abbinata una centrale termoelettrica che utilizzi
per produrre energia elettrica il petrolio attualmente
utilizzato per raffinare il petrolio, utilizzando per la
raffinazione del petrolio il calore di scarto, i consumi
globali di greggio si ridurrebbero circa del 10 per cento
senza nessuna diminuzione del benessere delle famiglie.
Risparmi molto significativi si possono ottenere anche
nel riscaldamento degli ambienti, che assorbe circa un
terzo dei consumi globali di energia. Una buona
coibentazione può ridurre il fabbisogno di calore fino
al 30 per cento senza diminuire il comfort termico.
Riduzioni altrettanto importanti dei consumi alla fonte
si possono ottenere con lampade ed elettrodomestici ad
alta efficienza; trasformando in cogenerazione tutti gli
impianti che producono calore tecnologico nelle industrie
e negli ospedali, accrescendo lefficienza delle
centrali termoelettriche, incentivando le industrie
automobilistiche a produrre automobili che consumino la
metà, come ha dimostrato Greenpeace. Una voce a parte in
questo elenco, che potrebbe continuare a lungo, è dato
dalla cura e dalla gestione dei boschi perché, oltre a
fornire una biomassa da utilizzare energeticamente,
consentirebbe anche di ridurre il pericolo di veder
trasformare ogni temporale un po più intenso o
prolungato in una inondazione. Dal punto di vista
economico la crescita dellefficienza energetica
offre due vantaggi in più rispetto alle fonti cosiddette
alternative.
In primo luogo paga i
suoi costi, perché riducendo i consumi a parità di
benessere, riduce le spese di combustibile e consente di
utilizzare i risparmi come quote di ammortamento
dellinvestimento nelle tecnologie che
laccrescono. Con opportuni contratti, già
sperimentati e raccomandati vanamente dallUnione
Europea, lutente finale può non spendere nulla,
impegnandosi soltanto a versare allinstallatore,
per un numero di anni prefissato, i risparmi economici
conseguenti ai risparmi energetici fino
allestinzione del debito (il così detto
finanziamento tramite terzi). In termini macroeconomici
loperazione consiste nel trasferimento di una quota
della spesa per la bolletta petrolifera in stipendi e
salari nei settori che producono, installano e gestiscono
le tecnologie che accrescono lefficienza
energetica. In secondo luogo il rendimento degli
investimenti in termini di energia risparmiata è molto
più interessante rispetto al rendimento degli
investimenti nelle fonti alternative in termini di
energia prodotta.
Analoghi sono i vantaggi
dal punto di vista ambientale. Mentre ogni chilowattora
risparmiato grazie ad una maggiore efficienza comporta
una riduzione secca dellinquinamento, ogni
chilowattora prodotto con fonti alternative genera uno
specifico impatto ambientale. Tra la costruzione di una
nuova centrale idroelettrica per rispondere a un aumento
della domanda di energia con un aumento
dellofferta, e la sostituzione delle lampade a
incandescenza con lampade ad alta efficienza per
diminuire la domanda, la prima soluzione costa di più e
sconvolge lecosistema di un bacino fluviale, la
seconda costa di meno e riduce limpatto ambientale.
Lipotizzata centrale fotovoltaica di Rubbia se da
una parte riduce le emissioni di C02, dallaltra,
ricoprendo una superficie così vasta di materiale
inorganico, riduce la fotosintesi clorofilliana
effettuata dalla vegetazione che attualmente la ricopre,
riducendo la capacità complessiva dellecosistema
terrestre di assorbire la C02. Ammesso e non concesso che
il rapporto tra linvestimento e il rendimento in
chilowattora prodotti non sia inferiore a quello
necessario a ottenere una pari riduzione di chilowattora
attraverso una crescita dellefficienza, il danno
ambientale sarebbe comunque superiore.
Laumento dei prezzi
del petrolio è una iattura soltanto se si continua a
pensare che lunico modo di rispondere a una
crescita della domanda di energia sia un aumento analogo
dellofferta. Può invece costituire una grande
opportunità di crescita economica, produttiva e
occupazionale, perché riducendo i tempi di rientro degli
investimenti nelle tecnologie che accrescono
lefficienza energetica può rilanciare questo
settore facendogli assumere il ruolo trainante di una
nuova fase di sviluppo. Purché si esca da luoghi comuni,
pigrizie mentali e schematismi ideologici su un problema
che, per la sua drammaticità, richiede il massimo di
concretezza e contemporaneamente di fantasia progettuale.
Tante coincidenze.
Innanzitutto quella della "notte bianca"
romana, un evento unico che coincide con un blackout
ancor più unico. Ah, "notte bianca" voluta dal
sindaco Veltroni, che il giorno del blackout a New York
si trovava... a New York ! USA, UK, Danimarca, Svezia e
ora l'Italia... un'altra coincidenza ?
Prove tenciche di sabotaggio ?
http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_8887.html
Perchè tenevamo le
centrali spente ?
http://213.215.144.81/public_html/esclusivo.html
Per farci pagare di più
?
http://italy.indymedia.org/news/2003/09/388827.php
Per spingere sul nucleare
?
http://italy.indymedia.org/news/2003/09/388822.php
Come può essere il
nucleare la soluzione se USA e UK sono stati da poco
colpiti da blackout simili ?
http://italy.indymedia.org/news/2003/09/389149_comment.php#389156
Forse allora la soluzione
è liberalizzare ?
<http://lists.mutualaid.org/pipermail/open-economy/2003-August/000104.html>
C'è chi sostiene il
contrario
Perchè il 16 agosto il presidente del GRTN Bollino
riferendosi all'effetto domino dichiarava che "un
evento del genere in Italia non potrebbe succedere,
perché abbiamo un protocollo di soccorso e
interconnessione con altri Paesi europei che è molto
stringente, essendo soggetto a regole europee. Insomma
c'é una cooperazione consolidata, e in caso di crisi la
messa a disposizione di potenza da gestore a un altro
gestore interconnesso é una prassi ben codificata e
utilizzata.
Inoltre, in Italia non
abbiamo una rete elettrica così obsoleta come quella che
gli Stati Uniti dicono di avere" ?
http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=29222
E' cambiata radicalmente la situazione in meno di due
mesi ?
O forse Bollino non sa di cosa parla ?
Insomma, il sovraccarico non c'è stato e la rete
italiana è perfettamente in grado di sopportare eventi
anomali. Allora cosa è stato ?
http://italy.indymedia.org/news/2003/09/389176_comment.php#389194
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