IL SOLE 24
ORE. A Parigi il
pareggio Il governo di centro-destra
guidato da Jean-Pierre Raffarin ha presentato il 25
settembre un progetto di bilancio che relega la lotta
contro il disavanzo pubblico in secondo piano per
concentrare le forze sulla lotta alla disoccupazione e ai
problemi di sicurezza, giustizia e difesa. Tra le misure
adottate per stimolare la crescita e favorire
l'occupazione, vi sono abbattimenti fiscali per 4,1
miliardi di euro, che ridurranno il prelievo fiscale
dall'attuale 44,6 al 44,3 per cento. 30 settembre 2002 |
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GLI SCENARI
DELL'ECONOMIA Azienda Italia: la difficile scommessa del 2003Pil +2,3%, inflazione all'1,4%, deficit all'1,5% con manovra correttiva di 20 miliardi: è il quadro macroeconomico della Relazione previsionale e programmatica e della Legge finanziaria. Crescita a +0,6% e deficit oltre il 2% sono l'eredità negativa del 2002. Le linee guida del documento governativo.di Michele De Gaspari A meno di tre mesi dal varo del Documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) 2003-2006 il Governo si trova ad aggiornare uno scenario congiunturale che non solo è cambiato in peggio, ma è ancora ben lontano da una situazione assestata. Di qui le difficoltà nell'interpretare i mutamenti in atto, adeguandovi le azioni della politica economica. La ripresa, innanzitutto, appare rinviata nel tempo - forse alla primavera del 2003 - le tensioni internazionali si sono fatte più acute e i mercati finanziari continuano a fluttuare disordinatamente. In questo inizio autunno 2002 il quadro di riferimento della Relazione previsionale e programmatica per il 2003 - il documento che delinea gli scenari macroeconomici della Legge finanziaria in via di approvazione - rischia, dunque, una serie di riscritture per poter essere aggiornato a una realtà sempre più composita e sfuggente. Il contesto economico in cui viene messa a punto la seconda Finanziaria dell'attuale legislatura è, infatti, molto diverso da quello atteso nel maggio 2001, quando il programma del nuovo Governo aveva come primo obiettivo il rilancio della crescita attraverso la riduzione del carico fiscale, la realizzazione di grandi infrastrutture, le riforme in materia di lavoro e di previdenza sociale. Il Dpef 2002-2006 varato nel luglio 2001, a Governo appena insediato, annunciava così il passaggio dal declino allo sviluppo e delineava, di conseguenza, un'ambiziosa riforma fiscale (un punto percentuale in meno per ciascun anno nel rapporto fra le entrate tributarie e il Pil), accompagnata da una riduzione della spesa corrente di pari entità, a sua volta resa possibile dalle riforme strutturali. Il solo effetto annuncio delle azioni da intraprendere avrebbe, poi, innescato il circuito virtuoso della crescita economica. Uno scenario
preoccupante In Europa, in particolare, la domanda interna (per consumi e investimenti) si è di nuovo indebolita nel corso degli ultimi mesi, mentre quella estera appare insidiata dall'apprezzamento dell'euro. Borse azionarie e propensione al consumo hanno messo in evidenza una discesa parallela; l'inflazione, per contro, non dà segno di deciso rientro, come ci si potrebbe attendere in un contesto di domanda fiacca, a causa delle pressioni sui prezzi al dettaglio (soprattutto nei servizi) provenienti dall'effetto changeover, percepito in termini allarmanti dalla gran parte dei consumatori. I bilanci pubblici, inoltre, sono entrati in sofferenza quasi ovunque, quale riflesso della dinamica declinante degli incassi tributari, frenati dalla bassa crescita economica, a cui si contrappone la sostanziale rigidità delle spese correnti (la loro tendenza è, semmai, al rialzo). La revisione
degli obiettivi La crescita del Pil è oggi stimata, per quest'anno, in appena lo 0,5-0,6%, mentre il deficit di bilancio dovrebbe collocarsi poco sopra 2% - ma si teme un dato peggiore, molto vicino al 3% - e il debito pubblico al 110% del Pil, senza far segnare alcun progresso nei confronti dei deludenti risultati del 2001. I due obiettivi fondamentali ai fini del programma economico della legislatura sono, infatti, l'accelerazione del tasso di sviluppo e la diminuzione del rapporto fra debito pubblico e Pil. Ma su entrambi i fronti le prospettive appaiono oggi tutt'altro che favorevoli: da un lato, il ristagno dell'economia internazionale condiziona pesantemente le possibilità di ripresa nel breve termine di quella italiana; dall'altro, la tendenza al peggioramento dei conti pubblici, complice la negativa congiuntura, sta spingendo il fabbisogno di cassa del settore statale oltre il 3% del Pil, con evidenti riflessi sull'ammontare del debito. I numeri della
manovra correttiva La manovra correttiva necessaria è, dunque, pari a circa 20 miliardi di euro, un po' superiore alla correzione netta, che dovrebbe ammontare a 12-13 miliardi, equivalenti a un punto percentuale di Pil. La cifra totale potrebbe, peraltro, salire di alcuni miliardi, qualora si decidesse di rafforzare le misure di sostegno all'economia, persistendo il ciclo congiunturale negativo. Componenti fondamentali della manovra contabile prevista nella Legge finanziaria sono l'avvio della riforma fiscale, con minori imposte sulle persone fisiche e le imprese (Irpef, Irpeg e Irap) per circa 7,5 miliardi, la stretta sulla spesa delle amministrazioni pubbliche (8 miliardi), il concordato/condono fiscale (8 miliardi), le nuove cartolarizzazioni e dismissioni (4 miliardi). Agli investimenti nelle grandi opere infrastrutturali si farà fronte, poi, con le due nuove società per azioni create dal ministero dell'Economia (Patrimonio spa e Infrastrutture spa), rispettivamente al fine di valorizzare il patrimonio pubblico e sostenere le nuove spese per investimenti. Sotto il peso del debito Questo disavanzo sta, infatti, mostrando caratteristiche strutturali, legate alla grande rigidità delle principali componenti di spesa e di entrata; e il nodo non può certo essere risolto insistendo sulle manovre finanziarie basate su operazioni "una tantum", di natura straordinaria, che generano introiti non ripetibili e, di conseguenza, aggiustamenti solo transitori nei conti pubblici. Di qui la necessità di manovre strutturali, indicate dalla Commissione europea in almeno lo 0,5% del Pil per ciascun anno, da attuarsi con riduzioni permanenti di spesa - al di là dei condoni e delle cartolarizzazioni - soprattutto se si vuole perseguire la diminuzione del carico fiscale. Ma il capitolo più preoccupante nel percorso di risanamento della finanza pubblica è rappresentato dal debito, la vera anomalia italiana in Eurolandia. Il processo di rientro nel rapporto fra debito e Pil, in atto dal 1995, si interrotto nel corso di quest'anno, sotto il peso del crescente fabbisogno di cassa e dei mancati nuovi introiti delle operazioni di privatizzazione e dismissione del patrimonio pubblico. Una risalita nel rapporto debito/Pil - e va considerato che il dato italiano è ancora quasi doppio (110% contro 60% circa) di quello medio Ue, Italia esclusa - ne mette in dubbio la sostenibilità nel lungo termine e crea ulteriori allarmi a livello di autorità istituzionali europee (Commissione e Bce). Relazione previsionale, Dpef e
Finanziaria La Relazione aggiorna e amplia, in altre parole, il Documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) dello scorso luglio alla luce dell'effettiva evoluzione della congiuntura e delle più recenti previsioni, facendo da supporto analitico sia della Finanziaria che della politica di bilancio a medio termine. Insieme alla Relazione previsionale il Governo diffonde, inoltre, la Nota di aggiornamento al Dpef 2003-2006, che comprende le nuove stime alla base della manovra correttiva sui conti pubblici, così come previsto dalla Legge finanziaria. 30 settembre 2002 |
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Irpef Parte il primo modulo della riforma fiscale progettata da Tremonti e ora allesame del Senato per lapprovazione della delega. La trasformazione delle detrazioni da lavoro in deduzioni dal reddito, lintroduzione di una cosiddetta "no tax area" e la rimodulazione di scaglioni e aliquote, consentono al Governo di utilizzare quei 5,5 miliardi di euro previsti dal Patto per lItalia a favore dei cittadini con redditi medio bassi (da 0 a 26 mila euro). Nella sostanza le attuali detrazioni per redditi da lavoro dipendente, autonomo o da pensione sono trasformate in deduzioni modulate in funzione della tipologia di reddito. A tutti i soggetti con redditi fino a 26mila euro è riconosciuta una deduzione di 3mila euro (la "no tax area") che diventa di 7.500 per i lavoratori dipendenti, di 7mila euro per i pensionati e di 4.500 per i lavoratori autonomi e le imprese minori. Ma attenzione, la "no tax area" diminuirà in misura proporzionale con laumentare del reddito fino ad annullarsi del tutto per i redditi superiori a 26mila euro. Limporto, però, deve essere calcolato al netto delle deduzioni spettanti. Lintroduzione della "no tax area" si accompagna alla rimodulazione di aliquote e scaglioni Irpef, al fine di assicurare la progressività del prelievo sulle persone fisiche. Ecco le nuove aliquote e i nuovi scaglioni:
Ai fini della determinazione dellimposta dovuta entrano comunque in gioco, senza aver subito modifiche, gli altri oneri deducibili e le detrazioni dimposta per carichi di famiglia, spese sanitarie, mutui prima casa e polizze vita. La manovra, comunque, introduce contestualmente una clausola di salvaguardia: i contribuenti, ai fini della determinazione dellIrpef, potranno applicare, se più favorevoli, le regole in vigore al 31 dicembre 2002. Non si ricorrerà alla clausola di salvaguardia per redditi particolari, come quelli, ad esempio, assoggettati a tassazione separata, a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva, in quanto per queste tipologie di reddito la modalità di tassazione, diversa da quella ordinaria, non è influenzata dal nuovo sistema di deduzioni e detrazioni. Federalismo fiscale Irpeg Irap Come previsto dallarticolo 8 del disegno di legge di riforma del sistema fiscale sono sostanzialmente modificate le regole dellimposta regionale sulle attività produttive. Lobiettivo principale è quello di ridurre lincidenza del costo del lavoro sulla base imponibile da assoggettare a Irap. Tra le modifiche da segnalare lesclusione a regime dallimponibile Irap degli importi erogati per borse di studio e assegni esenti dallimposta sul reddito, nonché la piena deducibilità delle spese sostenute per il personale assunto con contratti di formazione e lavoro. Attualmente queste spese sono deducibili solo al 70 per cento. Altra importante novità riguarda lIrap per le imprese di autotrasporto, che potranno dedurre le indennità di trasferta previste contrattualmente per la parte che non concorre a formare il reddito del dipendente. Laltra modifica sostanziale per limposta riguarda la determinazione del valore della produzione netta: con la Finanziaria limporto da portare in deduzione sale da 5mila a 7.500 euro se la base imponibile non supera i 180.759,91 euro. Per le piccole imprese è riconosciuta, inoltre, una deduzione dallimponibile Irap di 2mila euro per ogni dipendente impiegato fino a un massimo di cinque. Ai fini del calcolo del numero dei lavoratori dipendenti per i quali spetta lo "sconto" non si dovrà tener conto degli apprendisti e del personale assunto con contratti di formazione e lavoro. Concordato preventivo Arriva il concordato preventivo, istituto che consente a imprese e lavoratori autonomi di definire la base imponibile Irpef e Irap per un triennio successivo a quello in corso al momento della definizione. In sostanza, gli imponibili oggetto del concordato varranno per un triennio e non sono modificabili e, dunque,le imposte non potranno né aumentare, né essere ridotte. La possibilità di accedere al concordato, comunque, è consentita a quei contribuenti che nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data della definizione hanno conseguito ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro. Per la definizione delle categorie bisognerà attendere un decreto del ministero dellEconomia e delle Finanze. Concordato per il pregresso Ritorna il concordato di massa del 94: i contribuenti che hanno prodotto redditi dimpresa e di lavoro autonomo e gli imprenditori agricoli potranno definire automaticamente i redditi relativi alle annualità per le quali non sono scaduti i termini per laccertamento (1997-2000). In pratica lAgenzia delle entrate propone, per ciascuna annualità, gli importi, prendendo in considerazione la distribuzione dei contribuenti per fasce di ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro e le risultanze degli studi di settore. La definizione automatica deve essere perfezionata tramite il pagamento delle somme entro il 30 giugno 2003. Gli importi proposti non potranno comunque essere inferiori a 3mila euro per le persone fisiche e a 9mila euro per gli altri soggetti. Inoltre le maggiori imposte contenute complessivamente nelle proposte di definizione automatica si riducono del 50% per la parte eccedente i 5mila euro in caso di persone fisiche e di 10mila euro per gli altri soggetti. Gli importi eccedenti questi due limiti potranno essere versati anche in due rate uguali entro il 30 giugno 2004 e il 30 giugno 2005. Con il versamento di 300 euro per ciascuna annualità potranno mettersi al riparo da qualsiasi tipo di accertamento anche quei soggetti che hanno dichiarato ricavi e compensi applicando gli studi di settore o nei confronti dei quali non sono riscontrabili anomalie negli indici di coerenza economica. Lo stesso ticket potrà essere versato anche dai contribuenti che hanno dichiarato ricavi e compensi in linea con i parametri. Infine il contribuente se dovesse riscontrare anomalie o imperfezioni nella proposta formulata dallAgenzia delle entrate potrà chiedere una riformulazione della definizione automatica anche mediante autocertificazione. Con ladesione alla proposta i contribuenti potranno dire addio alle scritture e alla documentazione contabile relativa allannualità concordata. Resta sempre lobbligo di tenuta dei registri Iva. Rottamazione del magazzino Con il pagamento di unimposta sostitutiva del 10% sarà possibile per i titolari di reddito dimpresa che aderiranno al concordato per gli anni pregressi procedere alladeguamento delle esistenze iniziali relative al periodo dimposta in corso al 30 settembre 2002. Ladeguamento può essere effettuato mediante leliminazione di esistenze iniziali di quantità o valori superiori a quelli effettivi nonché mediante liscrizione di esistenze iniziali omesse. In caso di eliminazione della rimanenze sarà comunque dovuta l'Iva. Contenzioso fiscale Chiusura delle liti fiscali di importi al di sotto dei 20mila euro pendenti innanzi alle Commissioni tributarie al 29 settembre 2002. Si potrà stringere la mano al Fisco mettendo una pietra sul contenzioso versando 150 euro se la lite è di importo fino a 2mila euro o il 10% del valore del contenzioso per gli importi in discussione superiori a 2mila e fino a 20mila euro. La partita si chiude con il versamento entro il 28 febbraio 2003 e con la presentazione, prima del 15 marzo 2003, di una distinta domanda di definizione in carta libera, secondo le modalità che saranno definite con un apposito provvedimento del direttore dellAgenzia il cui ufficio è parte del giudizio. Attenzione, la norma definisce nel dettaglio cosa si intende per lite fiscale, per lite pendente e che cosa è il valore della lite. Proroghe Raffica di proroghe per alcuni benefici destinati al settore agricolo. In particolare, per le imprese agricole e le cooperative della piccola pesca potranno usufruire dellaliquota Irap dell1,9% fino al 31 dicembre 2002. Solo nel 2003, per questi soggetti, si applicherà laliquota del 3,75 per cento. Ancora per tutto il 2003 via libera al regime speciale Iva in agricoltura. Sconto anche per il prossimo anno del 36% dellIrpef per gli interventi di manutenzione e salvaguardia dei boschi. Per le coltivazioni in serra, infine, scatterà lesenzione da accisa sul gasolio utilizzato. Scudo fiscale Riapre lo scudo fiscale: potranno godere dei benefici fiscali previsti dallemersione di attività detenute allestero anche le operazioni di rimpatrio e regolarizzazione effettuate tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2003. Fissata al 4% dellimporto dichiarato la somma da versare per accedere allo scudo. Il pagamento va effettuato esclusivamente in denaro. Per il nuovo modello di dichiarazione riservata si dovrà attendere il 10 gennaio 2003, mentre entro il 15 gennaio prossimo sarà reso noto il tasso di cambio per la determinazione del controvalore in euro delle attività finanziarie e degli investimenti rimpatriati o regolarizzati. La razionalizzazione della
spesa Innovazione tecnologica |
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Patto di
stabilità per gli enti teritoriali Gli enti territoriali, compresi i comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti, concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2003-2005 in relazione agli obblighi assunti dallo Stato italiano in sede comunitaria. In particolare, viene previsto che le regioni a statuto ordinario possono estendere le regole del patto di stabilità interno nei confronti dei propri enti strumentali. Inoltre il disavanzo finanziario di ciascuna provincia e di ciascun comune con popolazione superiore a 5mila abitanti non potrà essere superiore a quello del 2001 aumentato del 3,6 per cento: altro obbligo per il 2004 e il 2005 quello di contenere il disavanzo finanziario nei limiti di quello registrato nell'anno precedente incrementato del tasso d'inflazione programmato indicato dal documento di programmazione economico-finanziaria. Chi non consegue gli obiettivi non può procedere ad assunzioni di personale, non può avvalersi di deroghe in proposito e non può ricorrere all'indebitamento per gli investimenti. Le spese per l'acquisto di beni e servizi devono, inoltre, essere ridotte del 10 per cento. Nei due successivi articoli (articoli 17 e 18) il disegno di legge fissa disposizioni ad hoc per contenere e razionalizzare la spesa di regioni, province e comuni, nonché disciplinare i trasferimenti erariali per l'anno 2003. In particolare, viene spostato al 30 giugno 2003 il termine per la determinazione definitiva delle aliquote e delle compartecipazioni Iva, Irpef e accise sulle benzine. Per quanto riguarda i trasferimenti agli enti locali è previsto un contributo di 300 milioni di euro per il 2003, di cui il 50% destinato a incrementare il fondo ordinario di questi enti e il restante 50 agli enti sottodotati. Pubblico
impiego Scuola
FINANZIARIA 2003 La manovra punto per puntodi Nicoletta Cottone e Marco Mobili La notte porta consiglio. Dopo
una riunione fiume terminata allalba di oggi il
Consiglio dei ministri ha varato la manovra finanziaria
per il 2003. Pil +0,6% nel 2002 e + 2,3% per il prossimo
anno, aumento delloccupazione dell1,3%,
inflazione programmata che si dovrà attestare
all1,7% questanno e all1,4% nel 2003:
questi gli obiettivi affidati al disegno di legge, che
sarà presentato oggi pomeriggio dal premier Silvio
Berlusconi e che farà il suo ingresso ufficiale in
Parlamento per lapprovazione definitiva entro la
fine dellanno. |