Per i
sondaggi 4 elettori su 10 resteranno a casa:
cresce il consenso per i candidati outsider
La
Francia va alle urne
l'astensionismo ha già vinto
Chirac
e Jospin si contendono gli ultimi indecisi
Nelle ultime ore la corsa alla conquista dei giovani
di FRANCO
FABIANI PARIGI - Sedici candidati per quaranta
milioni di elettori. Andando oggi alle urne per il primo
turno delle elezioni presidenziali, i francesi non
avranno che l'imbarazzo della scelta. Mai l'offerta
elettorale di un'elezione presidenziale è stata così
numerosa e varia: tre trotkisti, due ecologisti, un
comunista, un ex socialista, un radicale di sinistra, tre
rappresentanti della destra tradizionale, due
dell'estrema destra, un cacciatore. E si direbbe proprio
questa inedita situazione il pericolo maggiore per i due
primi attori della corsa all'Eliseo, Jacques Chirac e
Lionel Jospin.
L'abbondanza delle candidature provocherà oggi una
dispersione dei voti tale che, stando ai sondaggi,
entrambi si fermeranno a un venti per cento di consensi,
il livello storico più basso mai registrato in un primo
turno delle presidenziali. Coscienti del pericolo, Chirac
e Jospin hanno moltiplicato nelle ultime ore della
campagna elettorale gli appelli alla mobilitazione
generale.
L'ultimo giorno di campagna la loro attenzione è andata
ai giovani, i più tentati dall'astensione. Chirac è
andato ad incontrare i membri dell'Associazione dei
cavalieri della speranza in un ristorantino tipico nei
pressi della Sorbona e Jospin ha risposto per un'ora alle
domande del noto dj di radio Skyrock per dire che una
società che ha paura della propria gioventù non ha
avvenire .
L'inquietudine dominava ieri negli stati maggiori dei due
contendenti. Nessuno dei due sembra essere riuscito a
dissipare l'indecisione, l'indifferenza, la disaffezione
di un elettorato che intende rifugiarsi nel voto di
protesta o nell'astensione. Ancora ieri gli istituti
demoscopici segnalavano un aumento dei voti per gli
outsiders sia di destra che di sinistra, e prevedevano
che quattro elettori su dieci se ne resteranno a casa.
Una disaffezione che ha la sua causa prima nell'assenza
quasi totale di suspense quanto alla identità dei due
finalisti. La presenza di Chirac e Jospin al secondo
turno non è in dubbio, nonostante il continuo
scivolamento verso il basso delle stime che li riguardano
e la minacciosa crescita degli schieramenti più estremi,
sia a destra che a sinistra.
Resta però da vedere in quale stato usciranno dalla
prova di oggi. Uno Chirac al venti per cento
realizzerebbe il peggiore risultato mai raggiunto da un
presidente uscente in un primo turno delle presidenziali:
questo avrebbe non poche conseguenze negative nel suo
campo, e metterebbe in pericolo il consistente riporto di
voti necessario per vincere al secondo turno. Lionel
Jospin, d'altra parte, se arrivasse, come alcuni sondaggi
prevedono, al diciotto per cento non sarebbe in una
situazione migliore. Anche per lui, da quella modesta
base di partenza non sarebbe facile innestare la
"dinamica vittoriosa" tra i due turni che
auspicavano ieri i suoi collaboratori.
In sostanza, se i pronostici della vigilia dovessero
trovare conferma oggi nelle urne, sia per Chirac che per
Jospin non sarà facile, in due settimane, riunire sotto
il loro nome i voti sparpagliati dei rispettivi campi. E
il secondo turno sarà comunque al cardiopalma.
(21 aprile 2002)
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