AAA - PROGRAMMA CERCASI

onor. alfiero grandi

La partecipazione alle primarie è stata straordinaria e senza dubbio rappresenta una notevole investitura per Prodi e una forte sollecitazione al centro sinistra a procedere con determinazione nella battaglia politica contro le ultime, terribili leggi del centro destra. Non si insisterà mai abbastanza sul corto circuito rappresentato dalla nuova legge elettorale, dallo scasso della Costituzione, dalla ex-Cirielli ( o salva Previti ) e dalla finanziaria 2006. Se poi dovesse essere modificata anche la par condicio il quadro sarebbe completato nel modo peggiore da una maggioranza parlamentare in evidente perdita di consensi che usa disperatamente i numeri ancora a suo favore in parlamento per cambiare le regole in extremis e per tentare di vincere comunque le elezioni o almeno di perdere nel modo più conveniente.

Il risultato delle primarie è formidabile perché è la premessa per l’opposizione per avere effettivamente a disposizione le condizioni per contrastare lo strapotere mediatico del centro destra con un porta a porta di massa, compiuto da milioni di persone cha hanno detto in modo chiaro di essere disponibili a mobilitarsi quando ne viene offerta l’opportunità.

Inoltre emerge con chiarezza che è forte e radicata la consapevolezza che oggi è in gioco qualcosa di più dell’alternanza di due schieramenti nel governo del paese. E’ in gioco la possibilità di arrestare il degrado istituzionale, di etica pubblica ed economico di un grande paese come l’Italia. Parlare di emergenza democratica non è un’esagerazione perché l’Italia è governata ormai da più di quattro anni da una coalizione che ha finito con il corrompere lo spirito pubblico e ha fatto emergere alcuni degli aspetti peggiori dell’egoismo sia sociale che territoriale. E’ una vera e propria corrosione della democrazia e della società. Quindi la prima scommessa per le prossime elezioni è impedire che si formi, con una nuova vittoria della destra, un regime permanente e duraturo in cui l’interesse di una parte finisca con il compromettere i presupposti della convivenza sociale.

Poi c’è naturalmente in gioco anche il confronto tra diverse concezioni della società, diverse idee del futuro dell’Italia, diversi programmi, ma se fosse solo questo sarebbe un normale appuntamento elettorale. Mentre la crisi di Follini è la conferma che sono in gioco due questioni diverse per ora difficili da distinguere.

Di fronte a questi problemi è del tutto evidente che occorre disponibilità da parte di tutti per individuare il modo migliore di attrezzare politicamente l’attuale opposizione per battere la destra, grazie anche alle primarie. Quindi la proposta di costruire una lista dell’Ulivo alla Camera può essere accolta senza grandi difficoltà da tutti perché è un modo per valorizzare il plebiscito ottenuto da Prodi e per offrire un segnale di capacità di sintesi politica agli elettori.

Tuttavia oggi c’è un compito immediato che non può attendere oltre e si tratta della costruzione del programma. Vanno benissimo i seminari della “fabbrica per il programma” e il lavoro dei gruppi di approfondimento. Di tutto questo però si sa molto poco e comunque molti conoscono al massimo alcuni aspetti. Per di più sul programma i partiti della coalizione procedono ognuno per conto proprio ( legittimamente ) all’elaborazione di proposte ed è quindi difficile capire come questo lavoro renderà possibile una sintesi e una partecipazione all’altezza delle primarie.

Se siamo tutti convinti che ora la coalizione che si candida a vincere ha bisogno di rendere forte e riconoscibile il suo programma ( inteso anche come patto comune di governo ) è a questo lavoro che occorre dedicare la massima attenzione e tutto l’ impegno. E’ il secondo pilastro della coalizione, insieme alle primarie.

Le modalità non possono essere le stesse delle primarie. Quindi potrebbe esserci un metodo simile a quello per costruire le piattaforme rivendicative. Una proposta, una consultazione di massa, una sintesi da fare approvare ad una assemblea effettivamente rappresentativa. Non è l’unico modo ma certamente è uno di quelli sperimentati ed efficaci. E’ una decisione da prendere rapidamente perché deve essere in piena continuità con le primarie.

Anzitutto per questa ragione è una forzatura aprire ora una discussione sul partito democratico o comunque lo si voglia chiamare. E’ legittimo pensarla in questo modo ma attribuire questo significato a chi ha partecipato alle primarie è una forzatura inaccettabile perché hanno partecipato punti di vista molto diversi tra loro e che per di più si sono messi in fila insieme senza chiedersi reciprocamente pregiudizialmente la condivisione di un punto di vista o dell’altro.
Del resto se oggi si dovesse decidere in un senso o nell’altro è chiaro che ci sarebbero consensi ma anche vigorosi dissensi. A cosa servirebbe questa discussione ? Unirebbe la coalizione ?

Abbiamo raggiunto un importantissimo risultato, al punto che tutti -proprio tutti- dobbiamo sentirci impegnati a rafforzare il clima che si è creato dopo le primarie e quindi l’adesione alla lista dell’Ulivo alla Canera può esserci senza tanti tormenti perché è un modo per essere conseguenti con le primarie. Di più non è possibile. Anzi insistere su un di più rischia di aprire una discussione eccentrica e insieme inutile perché comunque non è tema che si discute e si decide nelle prossime elezioni politiche.

Basta pensare che se è legittimo che chi vuole il partito democratico lavori per un nuovo punto di riferimento internazionale, chi non è d’accordo ha dalla sua la robusta realtà dell’internazionale socialista, del Partito socialista europeo e questo perfino al di là della convinzione che l’Italia ha tuttora bisogno di un partito socialista e di sinistra. Semmai c’è bisogno di unificare le diverse famiglie che si sono sedimentate nella sinistra, ma questo è un discorso che certamente non verrà risolto in vista delle prossime elezioni politiche. Se poi nel centro sinistra c’è chi vuole insistere anzitempo con gli scenari che gli stanno a cuore deve sapere che commette l’errore di non stare all’attualità, di più all’urgenza dei compiti. Rischia di portare divisione là dove – almeno a prole – tutti dicono di volere l’unità. Serve ? Probabilmente le tante e diverse opinioni che sono state pazientemente e serenamente in fila per votare alle primarie si aspettano che ci si dedichi tutti alle emergenze del nostro paese, ad esempio interrogandosi sulle ragioni che non hanno consentito di ottenere una reazione di massa su legge elettorale e modifiche costituzionali. Rinviando a dopo le elezioni la ricerca sugli scenari futuri. Se poi qualcuno vuole forzare la mano pensando di utilizzare a questo fine la spinta che viene dalle primarie, semplicemente, commette un errore che purtroppo non riguarda solo lui ma la coalizione e chi ha creduto nelle primarie.

20 10 2005

 

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