USA. Washington Post: disperazione e tentati
suicidi a Guantanamo.
L'ONU chiede di poter parlare
ai detenuti
Washington, 1 novembre 2005
Decine di detenuti in sciopero della fame dallo scorso
agosto, 36 tentati suicidi da parte di 22 detenuti, di
cui tre negli ultimi 20 mesi: sono le cifre della
crescente disperazione degli oltre 500 prigionieri del
carcere militare di Guantanamo, a Cuba, molti dei quali
costretti all'isolamento per lunghi periodo di tempo.
Per il Washington Post, una ventina di detenuti in
sciopero della fame sono sotto alimentazione forzata,
anche se secondo alcuni legali molti altri non toccano
cibo da agosto. I funzionari militari sostengono che al
momento sarebbero 27 i prigionieri ancora in sciopero,
tutti in condizioni cliniche definite stabili e
strettamente monitorati da personale medico. Il rapido
intervento dei funzionari militari ha invece evitato la
morte di quanti hanno cercato di uccidersi: secondo la
autorità carcerarie nessun detenuto è deceduto in
prigione.
Nessuna organizzazione umanitaria ha mai avuto
l'autorizzazione a incontrare i prigionieri, molti dei
quali costretti nel carcere da oltre quattro anni senza
alcun capo di imputazione nei loro confronti. Le Nazioni
Unite chiedono agli Usa di poter visitare il carcere dal
gennaio del 2002. Richiesta sempre respinta, fino allo
scorso 28 ottobre, quanto il Dipartimento di Stato ha
invitato esperti indipendenti dell'Onu a entrare a
Guantanamo. Tuttavia, ieri gli ispettori Onu hanno
precisato che saranno costretti a declinare l'invito se
le autorità Usa non concederanno loro l'autorizzazione
di interrogare e interagire con i detenuti. "Hanno
dichiarato di non aver nulla da nascondere - ha detto uno
degli ispettori, Manfred Nowak - se non hanno niente da
nascondere, perché non dovremmo essere in grado di
parlare in privato con i detenuti?".
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