LA MILANO CHE TI FO

 

INTERVISTA A DARIO FO -

PRIMARIE DI MILANO 2006

di massimo d'andrea.

( correzioni Tundo Stella )

QUANDO CI SONO LE PRIMARIE ?

Ci saranno il 29 Gennaio 2006, e c’è da battersi.

DARIO FO E FRANCA RAME, COSA VI HA - PER USARE UN TERMINE CHE UTILIZZA SEMPRE L’INNOMINABILE - SPINTO A SCENDERE IN CAMPO ?

Per indignazione. Ho visto nei partiti, e anche a sinistra, confusione e mancanza di slancio e che i politici non si muovevano, tant'è vero che siamo in quattro cavalieri perduti, che si offrono al giudizio del pubblico e siamo tutti non politici, uno addirittura è un ex prefetto...

MA QUESTO PERCHE’ ?

Perché c'è’ il vuoto. Non c’è più il mestiere del politico, inteso come tempo fa. Manca il coraggio, lo slancio, la capacità di esporsi. Perché è ovvio che io, o anche gli altri, almeno per quanto mi riguarda, se perdo questa partita ho la sensazione di aver fatto una cosa buona. Ho imparato, sono entrato in contatto con la gente fino in fondo, ho ascoltato e seguito le loro indicazioni e, soprattutto, le correzioni di rotta, le cose che non devo fare e quelle che devo fare. Ho partecipato, mi sento di aver partecipato e non mi sento menomato in nessun senso. Un politico che perde è come se perdesse una battaglia sul campo: perde i punti, perde medaglie, perde bandiere, perde autorità, perde credibilità.

SO CHE VI STATE DEDICANDO CON PASSIONE ALLA CAMPAGNA ELETTORALE E CHE GIRATE IN LUNGO E IN LARGO PER LA CITTA'  DI MILANO, INCONTRANDO PERSONE PER COMPRENDERE COME RISOLVERE I PROBLEMI.

Sì, e vi voglio raccontare tre fatti che mi hanno colpito in questi ultimi giorni. Siamo andati io e Franca in carcere, e abbiamo visto un carcere ridotto malissimo, un insulto all’umanità. Qui non si tratta solo di recludere, ma di umiliare e mortificare, di far perdere ogni elemento di dignità alle persone che sono incarcerate. Ho visto delle celle che non esistevano neanche nel medioevo: in sei in uno spazio di pochi metri, con letti a castello, uno sopra l’altro, dove non ci si può muovere, un bagno che faceva schifo soltanto a vederlo, acqua fredda, delle cose orrende. Poi c’è qualche altro spazio per quelli che sono dentro per droga, però l’atmosfera in generale è orribile. Ti dirò di più: era il giorno di Natale e quindi hanno detto la messa, e io penso a questa brava persona che è il Cardinale Tettamanzi, il quale si deve essere sentito in un disagio terribile. Tutt'intorno aveva i prigionieri, i quali erano appesi alle sbarre, tutt'intorno perché il luogo in cui si diceva la messa era isolato. Immagina sbarre tutt'intorno al luogo in cui si diceva la messa, dietro le sbarre i prigionieri che l’ascoltavano e in questo luogo Cristo tornava, come sempre nel rito, alla luce, per liberare gli uomini. Ed era paradossale e insopportabile. Dio uomo che viene a liberare gli uomini, ma questi non possono essere liberati, perché sono in gabbie come animali feroci.

E GLI ALTRI ACCADIMENTI CHE VI SONO RIMASTI IN MENTE ?

La cacciata degli immigrati che vengono dal Corno D’Africa. Tutti avevano il permesso, quindi erano stati accettati dal governo italiano, perché in gran parte sono rifugiati politici. Ebbene, sono stati abbandonati: sono rimasti in un palazzone senza riscaldamento, senza luce, senza servizi e allora sono andati in un altro palazzo che era un po' meglio, soprattutto per sollecitare l’attenzione del Comune di Milano. Il Comune li ha lasciati per un certo periodo in quel luogo, perché c’era una parte del Movimento dei giovani che prendeva posizione difendendoli e poi nel giorno giusto, cioé quello successivo al giorno di Natale, approfittando del fatto che tutti erano fuori, satolli di cibo, di bevande e di regali, ecco che si sono buttati e li hanno scaraventati via. Successivamente c’è stato tutto un balletto per fingere di aiutarli e per questo sono finiti tutti in un container.

C’è una lettera del Cardinale, che devo dire è bellissima, nella quale incita questi poveri disgraziati a tener duro e che insistano a far valere i loro diritti. Perché hanno il diritto di stare in Italia. Sono stati accolti e poi cacciati via: questa è una condizione morale incivile e indegna per una città che ha una tradizione cosiì alta di generosità e di senso collettivo.

E la terza èhanno tagliato degli alberi, degli alberi centenari per far posto a dei grattacieli. Li hanno abbattuti. Sembravano veramente degli esseri umani. Ed anche lì avevano messo delle sbarre, e la popolazione del luogo era tutta intorno a questo luogo recintato. Si vedevano crollare queste piante stupende, non comuni, magnolie gigantesche. E c’è stata una persona, che si chiama Sacerdote, che ad un certo punto si è buttato dentro, ha scavalcato questo recinto e’ arrivato fin sull’albero, accoccolandosi sugli ultimi rami e ha detto : “Se dovete abbattere questi alberi, dovete abbattere anche me.“  Una cosa straordinaria, per fortuna certi gesti esistono ancora.

VISTO QUINDI CHE SIETE SEMPRE A CONTATTO CON I CITTADINI, COSA DICONO, RICHIEDONO, COSA C’E’ DA FARE PER MILANO ?

Il problema piu’ grosso è il traffico. Ci sono la bellezza di ottocentomila persone che tutte le mattine entrano aMilano per lavorare e che ripartono la sera. Ci sono un milione circa di pendolari. Poi ci sono i camioncini e i furgoni che entrano tutte le mattine per fare i servizi, che appestano la città. A Milano c’è un livello di smog come non si è mai visto in tutta l’Europa, siamo arrivati a superare e raddoppiare i livelli d’inquinamento di polveri sottili consentiti per oltre centocinquanta giorni. Noi a Milano, per questo inquinamento, abbiamo sei anni in meno di vita rispetto ad altre popolazioni che respirano aria un tantino migliore di questa.

COME SI PUO’ RISOLVERE ?

Si può risolvere soltanto smontando la logica di una città come accade in Inghilterra, in Germania, cioé diminuendo il traffico. Bisogna sostituire il trasporto su macchine private con trasporto pubblico non-inquinante. Per fare questo bisogna raddoppiare i servizi, le linee, i mezzi che,  ripeto, devono essere non-inquinanti. Ma il Comune di Milano non fa nulla in merito. Da anni c’è la possibilità di sostituire in tutti i mezzi l’attuale carburante con olio di colza o metano, che sono non-inquinanti, ma non si fa: si promette questo cambiamento solo vicino alle elezioni, ma non si è mai fatto. Si potrebbero usare i propellenti di energia elettrica, in grande quantità, così come ci sono in tutte le città d’Europa: accade anche in Italia, a Reggio Emilia, dove tutti i servizi interni vengono effettuati da mezzi che si muovono con l’energia elettrica. Per non parlare dell’alto effetto inquinante del riscaldamento: a Milano siamo ancora con alcune caldaie che vanno a carbone, così come un’alta quantità di caldaie funziona con il gasolio, il quale inquina oltre il trenta per cento i livelli di respirabilità.

CALCOLANDO CHE L’ENI STA RICOVERTENDO TUTTE LE SUE CENTRALI ATTUALI IN ENERGIA A CARBONE, DIVENTA UN DRAMMA.

C’è una non-volontà politica, una pigrizia mentale che non permette di cambiare le cose. Si potrebbero creare isole di transito o di scambio, dislocate intorno al perimetro della città, dove la gente che arriva lascia la macchina e prende i mezzi con i quali muoversi più rapidamente perché gli stessi hanno percorsi particolari che tagliano la città, cosa che con un mezzo privato non puoi fare. Come succede a Londra: la gente ha capito, dopo un po', che gli conveniva utilizzare i mezzi pubblici, invece di entrare in città con la propria auto, perché per muoversi con quest’ultima devono pagarsi la benzina e il posteggio e la tassa per avere il diritto di entrare. Ho parlato con il sindaco di Londra, Livingston, il quale, generosissimo con me, mi ha tenuto una lezione, facendomi notare come i pendolari che utilizzano i mezzi pubblici sono aumentati: prima erano quattro milioni, oggi sono sei.

MA ANCHE PERCHE’ I MEZZI PUBBLICI FUNZIONANO...

Certamente, perché hanno dei mezzi pubblici agili e veloci, rinnovati, che non inquinano, con delle linee sempre coperte, cioé se perdi un mezzo pubblico dopo cinque minuti c’é l’altro che arriva. A Milano, se ti capita una disgrazia del genere, devi attendere venti minuti! Per non parlare poi degli enormi tram: sono dei Jumbo che intasano il traffico perché sono lenti, insomma c’é tutto il negativo di quello che invece si poteva e si può fare positivamente.

Per non parlare poi dei tentativi di far diventare privato quello che è pubblico. Le linee dei tram, l’ATM, Azienda Trasporti Milanesi, è stata inserita dentro una specie di papocchio semi-privato. Il privato vuole guadagnare, non pensa al cittadino come persona che deve essere aiutata, ma lo mette in una condizione nella quale non gli deve far spendere danaro, non deve pesargli. I mezzi pubblici sono malandati, non si ristrutturano, gli operai che devono pensare alla conduzione e alla manutenzione sono stati dimezzati di numero e via dicendo. Ecco quindi che l’andamento del traffico della città è sempre più caotico e inaccettabile.

LA PRIVATIZZAZIONE E LA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO CONDUCE A QUESTA EVIDENTE CRISI ECONOMICA IN ATTO.

Non ne parliamo, di questa trappola e di questo cinismo. Si dice che questa situazione di ruberie, furti, scaltrezze, giochi di bassa lega nell’aggredire i risparmiatori derubandoli, sia qualcosa che non assomiglia alla stagione di Mani Pulite, ma è molto peggio. Sono miliardi che girano, trucchi osceni con cui si vendono delle case a cifre enormi che servono solo a sollevare il mercato creando degli atti fittizi. Veramente indegno tutto questo e chi ci cade dentro è sempre il risparmiatore, che viene massacrato.

TORNANDO AL PROBLEMA DELL’IMMIGRAZIONE, IL QUALE SE NON VIENE AFFRONTATO SFOCIA IN DRAMMI, COME AFFRONTARLO E COME LO AFFRONTA MILANO ?

Noi abbiamo bisogno di manodopera. Ci sono categorie di lavoro, gli imprenditori, che non fanno altro che sollecitare il governo ad aprire le porte, perché hanno bisogno di rifare la struttura generale. Milano ha bisogno di servizi, i quali possono essere svolti da persone che provengono dall’Africa, dall’Asia e così via, perché noi non vogliamo farli, soprattutto i lavori faticosi, i nostri giovani li rifiutano.

L’IMMIGRAZIONE ELEVA IL GRADO CULTURALE DI OGNI CITTA’

E LUOGO ?

Certo, la presenza di stranieri che si inseriscono nella nostra cultura è sempre un vantaggio. Noi abbiamo delle città con delle periferie sempre più squallide, dei ghetti senza servizi. Invece bisognerebbe fare delle piccole isole, cioé delle altre piccole città dignitose, come avviene in Inghilterra e in Germania. Non dei dormitori quindi, ma dei luoghi dove esiste il cinema, il teatro, dove esiste la possibilità di andare a scuola senza dover attraversare tutta la città per andare nell’unico luogo dove si trova l’università perché in periferia non ci sono. In periferia non esistono scuole serali, non ci sono quelle diurne, non ci sono luoghi in cui giocare, luoghi in cui muoversi, insomma non c’è nulla per creare una comunità. In questo modo, anche per camminare, per poter incontrare qualcuno, dalla periferia si viene al centro della città. Tutto è centralizzato, invece bisogna allargare gli spazi. Anche gli edifici amministrativi che sono al centro della città bisognerebbe spostarli in periferia, per farla vivere, così come in periferia bisogna creare i luoghi di lavoro, non distanti dalla città o, come sempre, centrali. La città attuale è un’idea medioevale insopportabile.

SONO PROGETTI CHE ESISTEVANO TANTI ANNI FA’..

Sono d’accordo. Pensi che a Milano la vecchia Fiera doveva essere trasformata in un grande parco, come il Central Park di New York, lo stesso Sindaco Albertini lo aveva giurato. E invece come si volta l’occhio ci costruiscono tre grattacieli immensi, uno addirittura di centotrentatinque metri di altezza, e tutto il complesso insieme arriverà a un milione di metri cubi di cemento; ci saranno sotterranei di parcheggi di tre, quattro, cinque piani, per cui quella zona sarà intasata dal traffico oltre ogni misura. E hanno anche già pronto il progetto per salvarsi: vogliono fare dei buchi, tunnel che attraversano la città per arrivare là dove già non ci si può più muovere. Il caos! Invece di ravvivare la periferia, dandogli una connotazione di luogo vivibile, ecco che tutto viene trasportato nuovamente al centro della città, scatenando le speculazioni. In quella zona nella quale doveva nascere un parco straordinario vi verranno, invece, quindicimila persone tutte insieme e in un sol colpo ad abitare, distruggendo l’attuale precario equilibrio di traffico esistente. Insomma sarà sempre più una camera a gas questa città!

E PER LA CULTURA ?

Anche per la cultura una bella legnata terribile! Io sono venuto a Milano che avevo quattordici anni, ed era appena finita la guerra: era una città all’avanguardia di tutta la cultura, c’erano maestri di ogni livello, importanti, nella pittura, nella musica, nella letteratura, nello scrivere in ogni direzione, anche nel giornalismo, perché i giornali più importanti erano qui a Milano. Se parliamo di creatività, non dobbiamo mai dimenticare che in questa città è nata la radio e anche la televisione.

Ad un certo punto, piano piano c’è stato il crollo, crollo che tutti analizzano in modo diverso, anche se il punto principale rimane nel fatto che si è perduto il ricordo fisico, del valore e del significato della città e della sua tradizione, che è stata cancellata. Abbiamo un numero altissimo di Università, circa dieci, ma queste hanno perso man mano la presenza di stranieri. La nostra Università è sempre piu’ ristretta, mentre fino a trenta anni fa era un luogo bramato dai forestieri per imparare, perché erano a livelli altissimi la cultura e quello che si creava.

Poi, se vogliamo parlare di teatro, abbiamo la Scala, bellissima costruzione, che però si ritrova a fare degli spettacoli con pause che non sono accettabili da una amministrazione. Quando si fa un’opera alla Scala, le persone che possono assistere a questa opera  sono l’uno per cento, perché a Milano, di fatto, ci sono due milioni di abitanti e una sola persona di queste su cento può assistere allo spettacolo. E' inaccettabile, soprattutto quando c’è la possibilità di utilizzare anche altri spazi grandi, e ce ne sono almeno due dove queste opere si possono rappresentare. E per il teatro in genere, accade qualcosa di tragico: il teatro non racconta più del proprio tempo. Quasimodo diceva: “Raccontate uomini, della vostra storia “, ma la nostra storia non si racconta più, tanto è vero che non c’è più un teatro di cronaca, non c’è più un teatro che parli dei fatti e delle situazioni storiche che avvengono in questo tempo e ciò vuol dire far morire il teatro.

MA QUESTO ACCADE ANCHE PER COLPA DELLA CENSURA ?

Ma la censura non c’è. Le dirò di più: che se mettessero la censura, oggi come oggi, nessuno si accorgerebbe dell’esistenza della stessa. Perché sono opere talmente piatte e nella convenzione, talmente morbide nel loro esprimersi, che la censura non potrebbe mai intervenire. Al tempo in cui io ho cominciato a fare teatro, la censura esisteva sì, ma aveva ragione di esistere, perché noi dicevamo delle cose feroci, protestavamo attraverso i nostri spettacoli. Si faceva satira, grottesco, si aggrediva la logica del potere e questo reagiva, bloccando gli spettacoli, massacrandoli e via dicendo. Allora è il caso di dire "rimettiamo la censura", per vedere cosa succede. Speranza, speranza nella censura, perché siamo in una città indegna di essersi liberata dal controllo dello Stato.

MA LA CULTURA SI E’ APPIATTITA IN TUTTA EUROPA?

Devo dire che viaggio sempre tanto, ogni anno mi ritrovo quattro cinque volte all’estero e non voglio fare il solito lamento sciocco di quello che va all’estero e dice che si vive meglio altrove. Noi un tempo eravamo in testa a tutte le nazioni, oggi mi risento, perché siamo caduti in basso. Siamo calati dappertutto: nel fabbricare, nel vendere, nel produrre, nelle idee, nella creatività e nel valore delle espressioni che emettiamo. Sono triste per questo attuale vuoto, ma bisogna reagire, e soprattutto bisogna reagire contro queste amministrazioni morbide come la pappa molla.

CON L’ATTUALE FINANZIARIA CI SARANNO DEI TAGLI ECONOMICI PER REGIONI E COMUNI, PORTATORI DI HANDICAP E ANZIANI SARANNO COLORO CHE PIU’ CI RIMETTERANNO... COSA SI PUO’FARE ?

Con questa politica, che è una politica che ha tirato fuori Berlusconi e tutta la sua truppa, gli umili e i modesti, parlando con termini del Vangelo, saranno quelli, che invece di essere liberati e vedere il paradiso, vedranno soltanto l’inferno. Saranno sempre più atterrati, striscianti lungo i muri, dovranno andare a mangiare nelle tavole di pietà. A Milano si vedono delle persone con il vestito pulito, che vanno a mangiare alle mense di carità, è una cosa terribile! Milano ha perduto in questi ultimi tempi trecentomila abitanti, e questo ti fa capire che la gente fugge, scappa, se ne va, non può più resistere, sia per lo smog, sia per il frastuono. Ci sono solo negozi, banche e negozi. E’ diventata una città di bottegai e i bottegai si arrabbiano, si arrabbia Berlusconi, ma è diventata così. E’ sparita la classe operaia, spariscono i creativi evidenti, vanno via tutti. Chi ha un’idea e lo slancio di agire, capisce che qui non può più mettere piede e torna in Italia soltanto quando si è fatto un nome.

SONO TEMPACCI QUESTI...

Io conosco una decina di architetti, tutta gente che ha fatto fortuna all’estero e ritornano adesso a costruire in Italia. Ma c’era bisogno che andassero all’estero? Hanno studiato qua al Politecnico, sono stati allevati con il danaro pubblico, e sono dovuti fuggire. Questa è la grande perdita economica che si attua: la fuga dei cervelli, delle grandi menti, delle persone preparate.

QUANDO SI TAGLIANO I FONDI DELLA RICERCA E’ NATURALE CHE SI EMIGRI.

Anche il discorso della scuola: avevamo i migliori professori. Il precariato, non esiste nazione al mondo con un precariato così imbecille e ottuso come quello che esiste da noi.

ANCHE L’ATTACCO POLITICO NEI CONFRONTI DELLE DONNE NON E’ DA MENO, HANNO COMINCIATO CON I CONSULTORI, L’ABORTO...

Strano è...devo dire che ha cominciato il nostro attuale Papa, quando era ancora Cardinale, ad attaccare in questo modo le donne, cercando di dir loro, più o meno, che devono chinare la testa, soccombere, più o meno, insomma, che devono ubbidire. Obbedire alla logica di chi è degno di tenere il bandolo della matassa o il potere, chiamatelo come volete.

COSA PUO’ FARE UN CITTA’ PER DARE DIGNITA’ AD UNA DONNA ?

Non deve essere un fatto che viene da autorità. Il distrastro è questo. Purtroppo i partiti politici hanno perso la punta. Un volta si diceva che tutto dipendeva da chi si mette in testa. "Attenzione" - diceva un certo Gramsci - "a non mettere in testa delle mosce cocchiere", cioé che danno l’aria di essere loro a condurre. Ma una conduzione ci vuole, ci vuole chi ha il coraggio di iniziare, di spingere. Una volta erano gli intellettuali ad esprimere il meglio di un concetto, e dietro di loro si muovevano grosse situazioni, di coscienza e di presa di posizione. Oggi non ci sono né gli intellettuali, né tanto meno i partiti; c'é però, grazie a Dio, una grande massa di gente, di giovani non classificati fra i grandi maestri del pensiero, che si muovono e che danno il via. Lo vedi nei fatti che sono avvenuti nella Valle della Velocità pura e assoluta: in Val di Susa chi si è mosso? Si è mossa la gente, i giovani, persone che hanno cominciato a tenere lezioni tecniche alla popolazione. Hanno spiegato cosa puo’ succedere se si accetta il ritmo sbilenco proposto dal potere. Il bucare la montagna, i costi che ci sono, i ricavati, i vantaggi, il fatto che la valle rimane in aria, sventrata per almeno vent’anni, tutto questo lo hanno imparato proprio, a tal punto che hanno preso coscienza. La coscienza viene sempre dal fatto di imparare, ma bisogna che ci sia sempre qualcuno che dia la parola, che insegni. Soprattutto che dia la coscienza della conoscenza, scusate il termine, ma non l’ho inventato io questo gioco di parole, "coscienza della conoscenza" è di Baudelaire, ed aveva ragione.

LEI MI HA ANTICIPATO QUASI TUTTE LE DOMANDE, COME ERA PREVEDIBILE CHE ACCADESSE, PERO’ IN QUESTO DIALOGO CHE STIAMO FACENDO, PIU’ VOLTE HA FATTO RIFERIMENTO A DISCORSI RELIGIOSI, NON VORREI DIRE MISTICI. NEGLI ULTIMI TEMPI ABBIAMO VISTO PIU’ VOLTE LA CHIESA INTROMETTERSI IN DISCORSI POLITICI E DI STATO. COME RIORDINARE IL TUTTO, CIOE’ COME FAR SI' CHE LA CHIESA SVOLGA LE SUE FUNZIONI RELIGIOSE SENZA INTROMETTERSI NELLA POLITICA DI UNO STATO LAICO ?

Nella Chiesa c’è una grande contraddizione: ci sono degli uomini di fede, vescovi, cardinali, che spingono ad un controllo della Chiesa su cose che non le competono, però c’è  un'altra parte della Chiesa, viva, intensa e appassionata, che la pensa in modo completamente diverso. Fra questi il nostro Cardinale Tettamanzi, una persona che bada bene alla sofferenza della gente, ai bisogni, che parla di economia, di diritti e di dignità dell’uomo.

E’ strano, noi abbiamo una città che ha sempre avuto un andamento straordinario ed è stata in testa a tutto quello che succedeva, non soltanto in Italia ma in Europa; poi c’è stato un periodo di flessione e abbiamo avuto dei Vescovi, dei Cardinali straordinari, come ad esempio Martini. Martini era un’uomo di una apertura mentale e di una cultura superiore alla media dei Vescovi e dei Cardinali, perché ampio e soprattutto generoso. Non per niente dalla Chiesa è sparito, si è ritirato, è andato in Medio Oriente, in Africa, lui dice “a ragionare“ . Io spero che questo che ci hanno dato, non so se per caso o per rimpiazzare un uomo importante, rimanga e che non ce lo portino via.

IO SPERO CHE LEI E FRANCA, VINCERETE QUESTA BATTAGLIA DELLE PRIMARIE...

Le voglio dire una cosa: ogni tanto qualche amico commenta la mia entrata in pista, nel tentativo di diventare Sindaco di Milano e mi chiede come mi è venuto in mente di entrare in questa bagarre. Mi dicono che non sono adatto, perché sono un buono scrittore di teatro, elogiandomi, e che sono un attore lodevole, un regista, che conosco la filosofia e la storia e perfino la meccanica razionale e via dicendo. Insomma, mi dicono che sono un uomo colto, abbastanza colto, però non ho il senso dell’economia, cioé non posso "condurre", perché non ho la "gestione“ nel mio dna.

    Bisogna avere un senso della gestione. E’ vero, non so fare  la partita doppia, mettere in fila dei numeri: ma è questo gestire una città? E' questo condurre una città?

Allora guardo la città che ho davanti a me... un disastro così è stato condotto proprio dalla gente che dice di conoscere di economia, gente che sa condurre i fatti pratici di una città: sono loro i “disastranti “,  la gente che ha massacrato questa città. E allora io dico, per paradosso, ben venga un artista, piuttosto che un conduttore di numeri.

BEN VENGA? ... IO DICO... ERA ORA !

Perché oggi manca la ragione, manca la razionalità, manca soprattutto la fantasia. E’ gente arida che guarda dei numeri senza immaginare che cosa succede a muoverli. Io ho fatto Analisi matematica e Geometria Analitica all’Università più importante d'Italia, cioé il Politecnico di Milano. Ho dato questi esami e Meccanica Razionale e ho imparato che cosa significa la geometria delle cose, cioé pensare sempre "pianta e alzato", come quando si costruisce una casa, e avere la prospettiva delle cose. Ma questo non mi viene riconosciuto, perche’ non lo sanno.

MA LA SINISTRA COME HA PRESO QUESTO VOSTRO ARREMBAGGIO POLITICO ?

Io non sono persona gradita, in quanto in questo momento. Almeno a Milano, vogliono qualcuno che sia un moderato. Ho scritto e ho recitato un pezzo in proposito dal titolo “Io non sono un moderato“. Perché non sono un moderato? Perché il moderato è quello che arrangia le cose, che non prende mai una posizione definitiva, che non ha il coraggio e l’entusiasmo di prendere posizione chiaramente a costo di dispiacere qualcuno. Il moderato non è sempre in dovere di aiutare coloro che non contano niente. Proprio la gente che conta meno invece, ha ragione, ma il moderato non li guarda, non li vede e toglie perfino la parola a loro per darla a quelli che fanno affari. Il moderato guarda subito al fare e al come va a finire. Io guardo, mi dispiace, all’uomo che ci sta dietro, fa parte della mia cultura.

E dico per finire, attenti a voi, se mi firmate, se mi votate, potreste avere delle brutte sorprese. Potreste avere perfino la sorpresa di vedere una città in cui c’è il piacere di vivere.

NOI CONOSCIAMO LA SUA STORIA E QUELLA DI FRANCA RAME E SAPPIAMO PERCHE’ VI SOSTENIAMO E VOTIAMO.

Vi applaudo, per il coraggio che avete nel sostenermi.

 

 

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