OPERAI STRANIERI

di clochard

Lavoro: il 9% dei lavoratori in Italia è straniero.
    
     I lavoratori straneri nel nostro paese sono 2.160.000 circa il 9% della forza lavoro nazionale. Il tasso medio di disoccupazione per gli italiani è vicino all'8% anche se si diversifica nel territorio, molto superiore nel Nord, poco al Centro e inferiore al Sud. Sono i dati che emergono quindicesima edizione del Dossier Statistico Immigrazione a cura della Caritas di Roma, della Caritas Italiana e della Fondazione Migrantes.

Il 2004 è stato un anno di afflusso medio con 131 mila ingressi stabili: 32.000 per lavoro (oltre a 45.000 stagionali extracomunitari e 32.000 neocomunitari), 87.000 per motivi familiari, 6.000 per motivi religiosi, 5.000 per studi universitari e meno di 1.000 per residenza elettiva. Protagonisti nell'accesso al lavoro sono innanzitutto la Romania (40% dei visti) e quindi, molto distanziati, Albania, Marocco e Polonia, ciascuno con quote tra il 15% e il 10%. Il 2005, invece, è stato un anno molto movimentato.

La quota ufficiale è stata di 179.000 nuovi lavoratori ma, a fronte di un numero di posti di 99.500 riservato ai non comunitari, per gli altri sono state presentate ben 240.000 domande dai datori di lavoro e dalle famiglie. Circa un terzo dell'intera forza lavoro immigrata in Italia è stato assoggettato a mobilità occupazionale: si tratta di 783.303 nuovi contratti, inclusi i lavoratori arrivati dall'estero e quelli già presenti in Italia.

I rapporti a saldo, al netto delle cessazioni, sono stati 187.548. Questi dati sono un segno della estrema precarietà del posto di lavoro. L'incidenza delle donne sui nuovi contratti oscilla tra il 41% delle assunzioni a tempo indeterminato e il 36% di quelle a tempo determinato. Le aree occupazionali più forti sono il Nord Est per il numero delle assunzioni e il Nord Ovest per il numero dei saldi. In questo contesto spicca quello che la Caritas ha definito il "triangolo  occupazionale", costituito da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, seguite da Toscana, Trentino Alto Adige, Piemonte e Lazio.

La ripartizione degli assunti per settore è la seguente: agricoltura 13,0%, industria 39,5% e servizi 47,5%. Una ogni 10 assunzioni avviene nelle costruzioni, nel settore alberghi e ristoranti e in agricoltura; parimenti, una ogni 10 assunzioni è interinale (ma nei contesti industriali il rapporto è di 1 ogni 4).

Gli immigrati non guadagnano tanto. Dalla ricerca organica dell'INPS e del Dossier della Caritas, condotta su chi è stato coperto da almeno un contributo settimanale (sono stati 1.224.751 nel 2002), risulta che il monte retributivo è stato di circa 9,7 miliardi di euro, ripartito per il 69,2% al Nord, il 20,8% al Centro e l'8,5% al Sud. La collaborazione familiare è la categoria a più alto inserimento di immigrati a seguito di un processo iniziato alla fine degli anni '60.


 

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