SALVIAMO LA COSTITUZIONE ITALIANA

di - PANCHO PARDI

dal sito CENSURATI -

http://www.censurati.it/censurati/?q=node/view/2505

inviatoci da ANTONELLA SERAFINI

Senza rendercene bene conto assistiamo a un processo di eversione costituzionale. La Costituzione italiana, pensata e scritta da una generazione di militanti politici forgiata nelle durezze della lotta contro il fascismo e l’occupazione nazista, sta per essere demolita dal ceto di governo peggiore di tutta l’età repubblicana. Da Calamandrei a Calderoli: basta il confronto tra questi due nomi per misurare la dimensione grottesca in cui stiamo cadendo.

Senza rendercene bene conto assistiamo a un processo di eversione costituzionale. La Costituzione italiana, pensata e scritta da una generazione di militanti politici forgiata nelle durezze della lotta contro il fascismo e l’occupazione nazista, sta per essere demolita dal ceto di governo peggiore di tutta l’età repubblicana. Da Calamandrei a Calderoli: basta il confronto tra questi due nomi per misurare la dimensione grottesca in cui stiamo cadendo.

Ma non ci si può attardare troppo sulla farsa. Una vera tragedia sono il senato imbastardito a metà strada tra la rappresentanza nazionale e regionale, il capo dello stato privato dei suoi poteri, il capo del governo arricchito di tutti i medesimi poteri, con la potestà di sciogliere la Camera e ricattare la sua stessa maggioranza. Se passa questa controriforma l’Italia non sarà più una repubblica parlamentare. Un potere illimitato e senza controllo sarebbe preoccupante anche nelle mani del migliore degli uomini, ma oggi non si può escludere che possa cadere in quelle di un monopolista televisivo imputato di corruzione della magistratura.

Di fronte a questo pericolo la classe dirigente del centrosinistra ha a lungo iniettato potenti dosi di anestetico nella propria opinione pubblica. Il ritornello continua ad essere: se non potremo fermare in parlamento questa pessima legge, il popolo italiano la spazzerà via con il referendum.

Ma si può arrivare al referendum decisivo per la democrazia senza un vero processo di mobilitazione in grado di rovesciare l’ignoranza e l’indifferenza diffuse? Il compito di tutti coloro che da tre anni si sono battuti nella società contro l’anomalia italiana, la sua politica antisociale, le sue scelte a favore della guerra preventiva, è riunire tutte le forze per costruire la mobilitazione civile più estesa e profonda.

L’associazione Libertà e Giustizia ha già organizzato due convegni, uno prima e uno dopo l’estate. I Comitati Dossetti si stanno già adoperando per organizzare i comitati per il No. Ma dobbiamo fare molto di più. Non possiamo disperdere le energie, bisogna concentrarle tutte insieme in occasioni ben preparate. All’interno del movimento sta prendendo forma una possibile proposta. Possiamo immaginare una carovana per la Costituzione attraverso l’Italia.

Tutte le settimane da qui fino alla seconda lettura della legge, i venerdì sera e i sabato pomeriggio, potremmo organizzare eventi politico culturali o vere e proprie manifestazioni nelle città grandi e piccole, e anche nei centri minori. Un luogo alla volta, scelto in base alle disponibilità locali e secondo un calendario ragionato per costruire un crescendo che risulti visibile a tutta l’opinione pubblica. Le singole occasioni possono avere diverso carattere: spaziare dal dibattito culturale fino alla festa popolare, teatrale o musicale. Possono essere a tema: ad esempio l’indagine sulle disuguaglianze nella scuola e nella sanità prodotte dalla devoluzione, oppure sui costi indotti dalla moltiplicazione delle burocrazie. L’impegno personale dei cittadini è essenziale per contrastare la disinformazione sistematica prodotta dal monopolio in mano al capo del governo.

La varietà dei luoghi e la diversa distribuzione delle forze soggettive rendono necessario il ricorso al coordinamento di tutte le volontà. Movimenti e associazioni di diverso orientamento, sindacati, partiti, Arci, Social Forum, Anpi, possono trovare in questo compito collettivo l’occasione di dare il loro contributo. I parlamentari impegnati nell’opposizione più risoluta potrebbero dare l’opportuna risonanza a tutta la vicenda, i parlamentari europei dovrebbero tenere sempre viva l’attenzione di Strasburgo e Bruxelles sull’anomalia italiana.

L’obbiettivo della carovana per la Costituzione dovrà informare chi non sa (e sono i più), ma soprattutto mobilitare chi sa e fare leva sulla responsabilità civile di tutti gli interessati per arrivare a toccare la parte più vasta dell’elettorato. E’ fondamentale quest’azione di amplificazione democratica per poter affrontare il referendum, altrimenti l’ignoranza e l’indifferenza prevarranno. Se sapremo costruire una successione di eventi crescente potremo al momento opportuno, durante la seconda lettura della legge in Parlamento, convocare una grande manifestazione nazionale in grado di esprimere la volontà e l’entusiasmo necessari per vincere il referendum.

Può darsi che molti cittadini di sinistra considerino questa prospettiva di interesse generale insufficiente a imprimere alla nostra coalizione lo spirito da loro auspicato: una maggiore attenzione ai temi del lavoro e delle condizioni di vita, una netta distinzione dall’imperio del neoliberismo, un rifiuto deciso della guerra preventiva e della pace guerreggiata. E’ vero: questa è una proposta per impegnarci a salvare la Costituzione, quindi non è una soluzione per i robusti problemi di identità della sinistra (e del centrosinistra). E quindi molti cittadini di sinistra rimuginano dentro di sé il sospetto che tutte le azioni generose nella società servano poi alla fine solo per ridare alla nostra asfittica classe dirigente energie che essa poi usa solo a favore di sé stessa e delle proprie scelte senza mai metterle in discussione insieme al suo popolo. E’ inutile negare questo rischio. Lo corriamo sempre, e del resto la storia degli ultimi tre anni lo dimostra appieno: alla fine il frutto dell’attività dei movimenti l’hanno colto i partiti.

Ma i dubbiosi e gli incerti devono considerare anche un altro aspetto. Se l’opinione pubblica di centrosinistra saprà produrre questo grande sforzo di partecipazione itinerante per un motivo di interesse generale, che nessuno potrà tacciare di estremismo e massimalismo, sarà molto più difficile negarle il diritto a partecipare nel momento in cui si selezionerà la nostra futura classe dirigente e si faranno scelte politiche per il prossimo decennio. Se daremo un contributo decisivo a salvare la Costituzione chi potrà negarci il diritto di contribuire alla scelta delle candidature e all’individuazione delle mete da raggiungere?