SALVIAMO LACOSTITUZIONE
ITALIANA
E
LA CLASSE POLITICA SI FA SOVRANA di nadia urbinati
Appare ormai evidente che la
classe politica italiana, quella eletta in parlamento, si
sta appropriando di prerogative sovrane. Il processo,
iniziato nel corso della precedente legislatura, sta per
giungere a completamento. Una continuità questa dell'uso
politico della costituzione che trascende gli
schieramenti partitici e le coalizioni. E' una classe
politica che aspira a incoronarsi. Il parlamento infatti
non sta apportando semplicemente modifiche alla
costituzione come a sua autodifesa sostiene -nelle forme
esplicite o astensioniste poco importa. Le modifiche che
sta introducendo cambieranno radicalmente la fisionomia
dello stato italiano (e la vita quotidiana privata e
pubblica di ciascuno di noi). La trasformazione della
repubblica italiana da unitaria a presidenziale equivale
a un mutamento d'identità. E un'assemblea che ha tanto
potere quanto se n'é arrogato il parlamento italiano é
sovrana nel senso di costituente.
Da chi questo parlamento ha ricevuto il mandato che lo
legittima formalmente (non con i sondaggi) a prendere
questa decisione? Nessun italiano é stato interpellato
con voto d'autorità sovrana circa il quesito se vuole o
non vuole che si cambi (che qualcuno venga eletto perché
cambi) la costituzione repubblicana da unitaria a
federale. Nessuno dei rappresentanti che siedono in
parlamento (come in nessun altro parlamento di una
democrazia costituzionale) può decidere al posto del
popolo italiano su questioni che sono del popolo
italiano. Decidere sulla forma federale non spetta ai
rappresentanti del parlamento ordinario, né a nessun
gruppo particolare di cittadini.
Se vogliamo affrontarla dobbiamo essere interpellati. Due
sono le forme interpellanti: prima (votando delegati di
un'assemblea costituente eletti solo e soltanto per
questo scopo; delegati puri, non rappresentati politici)
o dopo (esprimendo per referendum il parere sovrano sulle
modifiche apportate dal parlamento ordinario). La prima
è senza dubbio la soluzione più conforme ai principi
del costituzionalismo democratico. La seconda è il
secondo meglio. Se gli italiani non saranno interpellati
né nell'una né nell'altra forma, saranno derubati della
sovranità. Che la decisione che prende questo parlamento
sia tecnicamente legale perché i precedenti mutamenti
normativi consentono di dire ciò, questo non significa
che essa sia democraticamente legittima. Il potere
responsabile e limitato - quello del parlamento in
funzione ordinaria - non può fare quello che sta facendo
il parlamento italiano. L'ABC della democrazia
costituzionale è questo, e non sarà il voto dei
parlamentari italiani a cambiarlo.
Nell'antichissima Roma repubblicana il popolo aveva
appreso a usare un'arma politica straordinaria in caso di
necessità (cioè per ostacolare il potere del senato
quando si faceva estremo e tirannico): andarsene dalla
città. Lasciare i governanti senza governati. Lo spazio
vuoto consentiva più libertà e più potere. Il popolo
italiano non può ritirarsi sull'Aventino. I suoi
rappresentanti, che potrebbero farlo, si guardano bene
dal difendere la carta costituzionale. Il problema
dell'Italia é davvero di non riuscire ad essere una
democrazia normale. Ma la ragione di ciò sta nella
sciagura di avere una classe politica che oltre ad essere
nella sua larga maggioranza incompetente è anche
pericolosamente anti-costituzionale. Viene da chiedersi
di chi sono deputati e senatori i nostri Onorevoli
Deputati e Senatori se si sono fatti sovrani da se
stessi?
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