SALVIAMO LA COSTITUZIONE ITALIANA di TUSSI LAURA ANTIFASCISMO, REVISIONISMO E DEMOCRAZIA.[1] Le svolte politiche in Italia e in Europa tra le due guerre e nel secondo dopoguerra. Le premesse della Repubblica italiana fondata sulla CostituzionePuò sembrare vagamente retrò il titolo del libro di Alberto De Bernardi Antifascismo e identità europea, perché è sentimento diffuso che dopo la caduta della prima Repubblica, la scomparsa del movimento sociale, la svolta di Fiuggi, possa apparire retorico ad alcuni il richiamo alla democrazia nata dalla resistenza in Italia. E così lo stesso ragionamento si potrebbe fare per lEuropa con la Germania unificata, con i paesi dellex patto di Varsavia che fanno parte quasi tutti della NATO e parimenti il titolo potrebbe indurre a pensare che lo studio di Alberto De Bernardi e Paolo Ferrari, unitamente allimpegno dellIstituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia e la Fondazione Memoria della Deportazione, possano essere semplicemente una risposta ad una letteratura così detta revisionista - anche se la storia va continuamente riletta con lo spirito libero del dubbio e senza linflusso di pregiudizi e di ideologie, essendo questo il compito degli storici veri -. La letteratura revisionista a volte è inutilmente persistente in una sorta di moda luddista nella distruzione e nellappannamento della memoria. Studi quali il libro Antifascismo e identità europea sono liberi da posizioni preconcette, il cui contributo può aiutare nel riscoprire le ragioni storiche dellantifascismo in Italia e in Europa e a comprendere come i valori della democrazia, della libertà individuale e della solidarietà sociale costituiscano già gli aspetti essenziali dellantifascismo tra le due guerre, che è poi sfociato nella Repubblica e nella stesura della Costituzione. Parlarne attualmente è indispensabile per meglio definire non solo il valore della nostra democrazia liberale, fondata sui principi dellattuale Costituzione, e del significato di estrema attualità, ma anche soprattutto per definire lidentità europea, di cui non abbiamo ancora una carta costituzionale ed un documento identificativo. Sussiste un problema di radici cristiane dellEuropa e di ancoraggio, non solo non formale a quella che è la grande tradizione dellantifascismo. Un concetto esso stesso vittima di revisionismi e strumentalizzazioni, come leccessivo appiattimento che in alcuni casi è stato fatto sulla resistenza di una parte sola e generalmente comunista, che occupò tutto lo spazio del ricordo finendo per cancellare anche la memoria dei vinti. Il rispetto per la parte avversa è un modo di essere del vero antifascismo, oppure leccessiva retorica sulleroismo partigiano, che ha messo a volte nellangolo la memoria di sacrifici civili e di servizi leali dello Stato, oppure il rifiuto di accettare la rappresentazione defeliciana di quella che fu lItalia del consenso al regime fascista sul finire degli anni30. Lantifascismo degli anni 30 fu la migliore risposta alla dittatura, la peacement di Monaco, una città riportata allattualità con esempi che ricorrono in questi ultimi tempi, a proposito dellatteggiamento europeo nei confronti della guerra in Iraq. La mancata coincidenza tra
antifascismo ed antitotalitarismo, - per esempio, gli
italiani di Stalin, fino ad arrivare all89
è stato uno degli elementi che hanno compresso questo
concetto di antifascismo. Così come la perdita di questo
connotato antitotalitarista ha caratterizzato
negativamente latteggiamento di parte della
sinistra europea e ha costituito un collante, con cui
dovremmo fare i conti perché costituisce una tossina che
permane nel tessuto di un vissuto imprescindibile nei
Paesi dellEst e anche ex comunisti che hanno
aderito ultimamente allUnione Europea: nel nome
dellantifascismo si potevano, per esempio,
sacrificare, in quei regimi e in quelle ideologie,
diritti e libertà. [1] Articolo tratto dal discorso introduttivo di Ferruccio De Bortoli al convegno ANTIFASCISMO E IDENTITA EUROPEA presso la CASA DELLA CULTURA, maggio 2004 |