AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI
Renato Ruggiero

AL SEGRETARIO GENERALE
MINISTERO AFFARI ESTERI
Giuseppe Baldocci

AD : ACLI – AMANI – ARCI – CARITAS – CESPI – CESVI – MANI TESE
MISSIONARI COMBONIANI – NIGRIZIA - PAX CRISTI


                   Ho partecipato alla prima giornata del seminario
internazionale :
“ Acqua e Petrolio in Sudan: Guerra e Diritti Umani”, promosso con la
collaborazione
del Ministero Affari Esteri e gli Enti Locali di Cremona.
                    Vi ho partecipato in quanto responsabile della
Cooperazione del Centro Italo - Arabo e del Mediterraneo “Assadakah”.
                   Nel settembre del 1999 partecipai al seminario di Milano,
promosso dagli stessi organizzatori, adoperandomi in quella occasione  per
far invitare i rappresentanti dell’ambasciata del Sudan; perché ho sempre
ritenuto che il dialogo è la medicina migliore per la soluzione di problemi.
In quella circostanza ci fu un dibattito serrato tra gli intervenuti, tra
cui il sottoscritto, che sostenne la necessità che il governo Sudanese
andava messo alla prova e che quanto andava affermando nell’ambito dell’IGAD
e delle conferenze stampa dai suoi governanti andava verificato.
                    In questi ultimi due anni vi sono stati ulteriori
piccoli passi avanti nell’azione del governo Sudanese e negli ultimi due
mesi con la fine dei bombardamenti da parte dell’esercito  di Khartoum, la
liberazione dei prigionieri politici ed infine la condanna del terrorismo da
parte del presidente e del ministro degli esteri  del Sudan in occasione
della tragedia di New York che ha comportato la fine dell’embargo. Dopo
tutto questo si immaginava  un atteggiamento più responsabile e meno fazioso
degli organizzatori del seminario.
                   A dire il vero l’ambasciatore del Sudan presente a
Cremona è stato bene accolto e fatto intervenire dopo le autorità locali, ma
poco più tardi  sono piovuti sul suo governo improperi e epiteti come
“Governo di Talebani”- “Governo Fascista” sfruttatori, ecc..
                   Si da il caso che questo intervento non è stato fatto da
uno spettatore presente al seminario, ma da un certo Peter Verney ,
redattore di Sudan Update e relatore ufficiale al seminario. Il suo
intervento oltre che strampalato non ha chiarito quale dovrebbe essere “il
nuovo ruolo del petrolio”.
                   Si da il caso che il seminario è  stato organizzato con
la collaborazione e contributo del Ministero Affari Esteri Italiano, che
quindi viene coinvolto politicamente, da quanto viene espresso da un
relatore ufficiale.  Ci si chiede quale possono essere i danni per la
politica Italiana in quel contesto già di per se difficile, che ha visto un
rappresentante del nostro governo passato, esercitare un ruolo attivo nell’
ambito dell’IGAD.
Entrando più approfonditamente sulle questioni oggetto di dibattito non
posso fare a meno di sottolineare alcune contraddizioni, partendo dalla
premessa che la situazione del Sudan è molto complessa e che il governo di
Khartoum non è il meglio della democrazia e che però tutti i comportamenti
sono inficiati dallo stato di guerra  che esiste in alcune aree del Paese.
E’ stato detto che i soldi del petrolio verrebbero usati dal governo
Sudanese per gli armamenti, può darsi che una parte di questi lo siano, però
si hanno notizie che le compagnie petrolifere realizzano servizi e
infrastrutture per la popolazione civile.
Qualcuno può dichiarare che il comandante Garang abbia usato i tre milioni
di dollari americani e i milioni di scellini Kenioti delle World Council of
Churches e World Gospel Mission( V. Sunday Times di Nairobi 17.6.01) per
costruire scuole o infermerie?
Viene spesso detto che il Governo di Khartoum è un governo Islamico e il
Paese è Islamizzato: qualcuno mi sa dire chi sia Agnes Lukudu ministro del
Lavoro che nel 1999 è venuta a Roma ed ha fatto il giro delle 4 basiliche?
Oppure Angelo Beida  che ha preso la comunione dal Papa in occasione del
Giubileo dei Governanti e dei Parlamentari è veramente il presidente degli
Stati Federali del Sud Sudan oppure è un attore? L’ambasciatore in Italia
non è di religione cristiana?
Infine da “Avvenire” del 22.9.00; parla Monsignor Antonio Menegazzo :” Al
nord come al Sud (Sudan) migliaia di adulti intraprendono il catecumenato.
Solo a El Obeidi la media è di 6 mila battesimi adulti” – “Il contrario di
quanto accade in Italia: ove
le chiese si svuotano, da noi si riempiono di giovani desiderosi di
ricevere il battesimo”. Per la via al sacerdozio solo il seminario maggiore
di Khartoum ospita 60 seminaristi.
Essendoci anche la guerra in alcune aree del Sudan, i diritti civili sono
compromessi  (questa non è una giustificazione, ma una constatazione che mi
riporta ai centinaia di migliaia di cittadini americani  di origine
giapponese, internati negli Stati Uniti in campi di concentramento durante l
’ultima guerra). Quindi il problema principale è far cessare la guerra e poi
potremmo fare approfonditi dibattiti sui diritti civili.
Infine non è “carino” che religiosi si rechino a festeggiare le celebrazioni
delle vittorie dell’esercito di liberazione (SPLA) sui  Monti della Nuba (
Video Amani Milano 99), forse anche questo finanziato dalla nostra
Cooperazione.
In conclusione ci si augura che, il Ministero degli Affari Esteri spenda i
fondi per la cooperazione per iniziative equilibrate di dialogo e pluraliste
che non contribuiscano ad aumentare la confusione ed esacerbare gli animi;
che le O.N.G. partecipino realmente e verifichino i contenuti che vengono
espressi e che le organizzazioni cattoliche siano più accorte e più
equilibrate.

ASSADAKAH
Felice Cipriani