Cambiamenti

"Qualcosa è cambiato, qualcuno è cresciuto"

Questo, quantomeno, mi pare ovvio.

Non ho ancora capito il perché, ma so per certo che ci sono gruppi politici e intellettuali che godono nel sostenere che nulla cambia MAI.

Lor signori affermano che ogni evento sarebbe stato prevedibile e che, in fin della fiera, nulla rappresenta una vera svolta, un cambiamento, ma tutto conferma e riconferma sempre e comunque la loro analisi storica-politica-sociale-economica ecc…

Invece a mio parere ultimamente molto è cambiato.

Sembra quasi che gli eventi abbiano preso vita propria e decidendo di manifestarsi tutti insieme, come per una festa programmata da tempo. Probabilmente, gli attenti osservatori della scena politica nazionale e internazionale si aspettavano un exploit simile, la gente comune certamente no.

Io, tra la gente comune, sono rimasto impietrito dal sempre più rapido ed inaspettato evolversi degli eventi.

I macro avvenimenti hanno causato, causano e causeranno altri cambiamenti di ogni genere e tipo, non previsti e non prevedibili, né dal sistema e dai suoi difensori, né, mi spiace per loro, dai preveggenti signori di cui accennavo prima.

I macro avvenimenti sono tre

1)Genova

2)11 Settembre

3)Detentore del potere in Italia

Genova

Sia il fronte istituzionale, sia il fronte "antisistemico" (o antagonista o rivoluzionario che dir si voglia) ci avevano preparati da mesi ad una manifestazione epocale, uno scontro irriducibile tra due avversari storici, un fronte mostrava i denti, la determinazione e le sue ragioni maturate da tempo (tanto mature che potrebbero ritenersi sfatte), l’altro fronte invece ostentava misure di sicurezza fantascientifiche rese necessarie, a loro dire, per salvaguardare i cittadini genovesi. Ma come quella storia del ragazzino che gridava sempre "al lupo al lupo" ormai chi credeva più alle trombe propagandistiche di entrambi i fronti?

La realtà ha addirittura superato i proclami e le aspettative.

A Genova c’erano militanti politici di ogni genere, provenienti da tutte le correnti che, in un modo o nell’altro, si oppongono all’attuale stato di cose.

La prima vera sorpresa di Genova è stata la partecipazione della gente: non c’erano solo militanti politici.

Anche se il sistema, e i suoi apparati informativi, cercano di negarlo, una cosa è evidente: la gente era con noi.

E non appoggiava passivamente la protesta, molti degli uomini e delle donne, dei ragazzi e delle ragazze che in quei giorni hanno affollato le strade di Genova, non erano militanti, erano singoli che hanno aperto gli occhi sulla situazione mondiale esistente.

La gente era con noi, e contro i potenti.

I potenti si sono dovuti barricare, noi eravamo nel resto del mondo, loro adesso hanno paura di mostrarsi e riunirsi non noi. Loro sono gli esiliati.

C’è un risveglio delle coscienze finalmente, una porzione crescente della popolazione (italiana, europea, occidentale, mondiale) si è resa conto che molti problemi comuni, inattaccabili agendo singolarmente, trovano la loro soluzione nella lotta politica.

Ma soprattutto la porzione di gente di cui parliamo ha riconosciuto le cause dei loro problemi comuni.

Magari confusamente, infantilmente, basandosi su presupposti traballanti e spesso errati, si sono uniti alla protesta generale, perché almeno una cosa è chiara in loro:

C’è qualcosa che non va.

E questo qualcosa si è "materializzato" a Genova.

Le nuove istanze portate avanti da singoli, o da associazioni o da piccoli movimenti politici radicati nel territorio, stanno lentamente sgretolando quel moloc ideale che un’opposizione stereotipata ha creato da tempo e che credevo oramai infrangibile.

Idee conosciute, strategie già usate, strumenti di lotta spuntati ed inefficaci, il tutto legittimato dall’alone mistico dell’intoccabile e sempre venerata prassi marxista.

I dogmatici, fanatici dell’ipse dixit hanno inibito ogni movimento, novità, ogni strategia politica o strumento di lotta, tacciandoli di riformismo, collusioni con il sistema dominante, inefficacia e, ovviamente, non aderenza alla prassi rivoluzionaria Marxista, che è stata, è e sarà sempre l’unica strada possibile verso il socialismo vero e proprio.

Lo strapotere di questi Socialisti della cattedra, che insegnano alle masse (ideali, le masse non sanno neanche della loro esistenza) il giusto cammino come fa il buon pastore cattolico alle proprie pecorelle, sta finalmente per cessare.

Questa è stata la seconda grande sorpresa di Genova.

Anche se da Seattle in poi, è stato chiaro che questo nuovo movimento multiforme non aveva nulla a che vedere con i settari, sterili e velleitari ambienti pseudorivoluzionari.

Il movimento è nuovo, ha istanze nuove, idee e strumenti di lotta diversi, imprevisti ma soprattutto imprevedibili.

Proprio perché nuovo e poliforme, il movimento è ovviamente diviso e disorganizzato, ma, se posso essere ottimista per una volta, ho come l’impressione che lo stupore causato dal rapido evolversi degli eventi, lascerà presto spazio ad una dimensione progettuale propositiva, dalla quale il nuovo movimento avrà tutto da guadagnare.

Se il nuovo movimento organizzato saprà evitare l’egemonizzazione da parte di gruppi politici, non si farà irretire dalle loro tradizioni, allora si creerà un fronte realmente propositivo, radicato nel territorio, nettamente contrapposto al sistema dominante e saprà finalmente dare uno sfogo a tutte le nostre istanze finora inascoltate.

Istanze di ogni genere e tipo: dall’ambientalismo alle rivendicazioni sociali, dal problema del reddito di cittadinanza ai diritti civili degli immigrati…

Penso che i grandi nemici del neonato e prorompente movimento, siano:

1)Egemonizzazione

2)Frammentazione

3)Disorganizzazione

4)Settarismo

Superati questi quattro ostacoli, nulla potrà più fermarlo. Sarà un impareggiabile strumento nelle mani della gente.

11 Settembre

Nessuno si aspettava un avvenimento simile.

Ha sconvolto tutti. Non era MAI successa una cosa simile, gli States, cuore del capitalismo rapace, ombelico dell’impero, centro della tirannide, hanno realmente subito un feroce attacco sul proprio territorio che ha fatto più di cinquemila vittime.

Sull’avvenimento in sé tutto è già stato detto.

Aprendo una piccola parentesi in questo excursus di novità che hanno sconvolto il mondo dico la mia su quest’evento storico.

Ho sofferto per le vittime, e per i loro parenti, ho chiuso gli occhi atterrito quando i tg mostravano, con raccapricciante sistematicità, la gente che preferiva buttarsi dalle Twin Towers piuttosto che morire intrappolata in quell’inferno.

La sola drammaticità della loro scelta mi ha sconvolto.

Credo fermamente che questo atto sia stato barbaro, inutile e controproducente.

Non sono d’accordo con chi sostiene che "la gente dentro le twin towers non c’entrava niente", non è vero, c’entravano eccome, anche se non tutti, ricordiamo da dove viene il capitalismo e quante vittime miete in tutto il mondo; ma uccidere gente qualsiasi, avendo come unico elemento discriminante la loro collocazione fisica, è pura follia assassina.

Non sono neanche d’accordo con chi è dispiaciuto per i "proletari" che lavoravano dentro le twin towers, mentre gli altri "se lo meritavano".

Queste frasi discriminatorie da "companeros" ubriachi, infettano l’aria con il loro puzzo di decadenza.

E’ semplicemente disumano controllare prima la busta paga di una vittima e poi decidere se merita o meno pietà e solidarietà.

Ma non voglio semplicemente condannare l’attentato, lo hanno fatto tutti, dalla destra estrema all’estrema sinistra; scevro da doveri di partito, posso dire qualcosa di più.

La stampa, i paesi, i governi, la gente, le classi sociali e i loro rappresentanti hanno fatto a gara per mostrare solidarietà agli USA, per denunciare il mostruoso atto ecc ecc…

Penso che abbiano fatto bene.

Ma, mi chiedo, questi signori hanno compianto le vittime che gli States hanno sparso in giro per il mondo?

Hanno pianto per i Palestinesi ammazzati? Per i Messicani? Per i Sudamericani? Per gli Africani? Per i Kurdi? Per i Vietnamiti? Per le vittime innocenti dei bombardamenti "chirurgici" o "intelligenti"?

Hanno pianto quando gli States hanno distrutto, ucciso, scannato, sterminato e saccheggiato in giro per il mondo, avendo come unica guida il perseguimento del loro strafottutissimo profitto, creando così il furore e la rabbia antioccidentale che si è manifestata in tutta la sua grandezza in quest’attentato?

Non credo.

Dopo aver detto la mia sulla reazione della stragrande maggioranza della gente, dei governi e della stampa (che si è superata in fatto di servilismo, sia pur con le dovute eccezioni, fortunatamente) ora passiamo alla porzione di popolo che più mi è vicina.

I compagni, o i rivoluzionari, o i no global, o gli antagonisti o più semplicemente gli oppositori del sistema da sinistra, si sono sbracati.

Alcuni, sbigottiti dagli avvenimenti hanno dato piena solidarietà agli States, altri hanno dichiarato la loro vicinanza ai parenti delle vittime dell’attentato, ma hanno fatto degli importantissimi "distinguo" che rendono più digeribile la loro posizione, altri ancora sono caduti nel DELIRIO più totale.

Ho letto solidarietà ai compagni "caduti" nell’attentato ma, per quanto riguarda gli altri…come ho detto sopra.

Ho letto anche di compagni che si rallegravano dell’attentato perché in un delirio di fantapolitica hanno pensato che la pressione congiunta di terroristi (che siano nazisti, islamici o indù non ha importanza) e nostra "giusti e fieri oppositori del sistema", avrebbe portato il sistema a capitolare, o cmq a cedere sotto diversi aspetti, vincendo la nostra battaglia di giustizia/libertà/eguaglianza ecc...

Peccato che i fatti abbiano immediatamente smentito i loro vaneggiamenti.

Gli Usa hanno emanato e messo in atto una legge che sostanzialmente istituisce una versione più dura della legge marziale, considerata forse troppo liberale per quest’occasione.

Tutti i paesi hanno ridotto formalmente (per adesso solo formalmente…) la libertà di espressione e di pensiero e tutto questo con la gioia e il beneplacito della stragrande maggior parte della popolazione che ritiene questi provvedimenti "cosa buona e giusta".

Avendo annullato l’appoggio popolare di cui l’opposizione godeva fino a poco tempo fa (vedi G8 di Genova) e additando gli oppositori del sistema come complici dei terroristi, come ha fatto il nostro sempre Venerato presidente del consiglio silvio berlusconi, il governo ha abilmente preso due piccioni con una fava.

Ha espresso fiducia agli States, mostrandosi ancora una volta bello e sorridente dalla parte dei buoni, e contemporaneamente ha inferto un duro colpo alla crescita del movimento, che avrebbe potuto (o che potrà, dipende da come si metteranno le cose) togliere la poltrona sotto al culo a lui e a tanta gente come lui.

In effetti, il nostro governante non ha brillato per originalità in quest’occasione: tutti i paesi hanno preso come pretesto la strage per dichiarare una sorta di sospensione dei diritti necessaria e sufficiente per eliminare gli oppositori interni tra i quali, tutti ne sono certi, si nascondono i vili terroristi.

Allora il governo russo se l’è presa con i ceceni, quello italiano con i comunisti, il governo cinese con la minoranza musulmana ecc… Gli USA, che fanno sempre le cose in grande, se la sono presa con tutti quelli che non sono bianchi, belli, magri, giovani e ricchi sfondati.

Ma che bel risultato compagni! Di questi attentati ce ne vorrebbe uno l’anno per aiutare il cambiamento sociale!

Personalmente credo che quest’attentato rappresenti invece una grande sconfitta per il movimento antagonista/rivoluzionario.

La giusta frustrazione delle popolazioni sfruttate, sterminate, rese impotenti dal potere occidentale, è stata incanalata verso una strada sbagliata: il fondamentalismo islamico.

Il pensiero antagonista/rivoluzionario o comunque autenticamente comunista non ha fatto proseliti in quei luoghi, non so il perché; le ragioni potrebbero essere svariate, ma cercare di individuarle non avendo la minima nozione della composizione del tessuto sociale, della storia dei movimenti comunisti in quei luoghi e del loro rapporto con la popolazione, sarebbe quantomeno presuntuoso da parte mia.

Ma una cosa è certa, la mancata diffusione di idee rosse, che si contrappongono allo stato di cose esistente è stato un grave errore.

Quest’errore ci ha giocato un brutto tiro: ha colpito al cuore in due modi diversi.

1)Ha tolto nuove istanze, nuove idee, nuovi territori al riscatto sociale, impedendoci l’allargamento ideale del nuovo fronte poliforme, limitato principalmente all’ambito europeo

2)Ha dato nuova linfa ad idee vergognosamente reazionarie, che rappresentano il peggio della cultura islamica e che fondamentalmente NON sono un’alternativa al sanguinario sistema capitalista.

Diciamo che quest’avvenimento ha messo in mostra anche i nostri limiti, le nostre leggerezze. Ci ha mostrato che esiste un mondo da fare e da Rifare, e non possiamo farlo stando seduti a parlare con compagni o con un monitor, i quali, bene o male, ci daranno sempre ragione.

Se noi non ci sentiamo all’altezza, qualcun altro farà questo lavoro per noi.

Ma sinceramente, osservando i nostri "sostituti" e il loro operato, non so quanto ci convenga.

Detentore del potere in Italia

Non so bene come chiamarlo…Governante? Presidente del Consiglio? Imprenditore? Monarca? Imperatore? Presidentissimo? Dio…? Non esiste un termine preciso per individuare senza ombra di dubbio quest’uomo e il suo attuale operato.

Ovviamente sto parlando di silvio berlusconi.

C’è poco da dire ma quel poco, va detto.

Probabilmente i posteri conieranno il termine: "Berlusconismo" per definire la sua particolarissima concezione di Stato, democrazia, governo e soprattutto gestione del potere.

Le sue "idee" sono nate, cresciute e maturate a velocità record, usando un particolarissimo fertilizzante noto a lui soltanto, una sorta di viagra intellettuale che lo farà durare ben più dei primi 100 giorni che abbiamo già subito.

Il resto del mondo chiama quest’eccezionale unguento in vari modi:

"avvisi di garanzia" o

"mani pulite" o

"tangentopoli" o, ancora più semplicemente,

"pauradellagalera".

Ma comunque, come molti avevano sospettato prima e come tutti hanno potuto osservare poi, le sue idee e il suo operato sono due insiemi che non hanno alcun punto in comune.

In sintesi ha:

· abolito la tassa di successione

· posto vincoli ai giudici sulle rogatorie internazionali

· Depenalizzato i reati legati all’esportazione di capitali all’estero

· Licenziato Tano Grasso, il commerciante eroe dell’antiracket che lavorava per salvaguardare i suoi ex-colleghi da questa piaga criminale, che dalle mie parti si chiama "pizzo".

Come nota di poca importanza, aggiungo che qui sotto dove sto io: in Sicilia, aspettiamo con ansia ciò che il tirapiedi locale di berlusconi, chiama "riordino delle coste" ovvero: sanatoria dell’abusivismo. Ricordate le meravigliose spiagge siciliane? Scordatevele, io cercherò di fare lo stesso. Ma sarà molto difficile.

TUTTO il resto dell’operato della maggioranza di governo è fumo negli occhi.

Inutile dire che ha usato il suo "contratto con gli italiani" come carta igienica, era prevedibile; non è questo il punto.

Nessuno mai finora aveva agito così.

Ci troviamo di fronte ad un avvenimento davvero nuovo:

l’Italia non aveva mai avuto un governante che governasse ESCLUSIVAMENTE per salvaguardare i propri interessi.

Marx accusava i parlamentari inglesi, di essere tutti appartenenti alla classe altolocata, e quindi di non poter assicurare la "democrazia" proprio perché nessuno di loro avrebbe mai avuto interesse nel tutelare le classi meno abbienti.

L’ascesa di Mussolini è stata aiutata dal sostegno interessato dell’alta borghesia, ma anche e soprattutto dall’appoggio determinante della piccola borghesia. Classe che in seguito è stata "coccolata" dal regime.

Ma in entrambi i casi parliamo di tutela degli interessi di classi sociali, non dei singoli individui.

E a rigor di logica non potrebbe che essere così, visto che per governare un paese, è necessario il consenso della maggior parte degli aventi diritto al voto, e nel caso di un governo dittatoriale serve il saldo appoggio di una minoranza del popolo in questione.

A rigor di logica appunto. silvio berlusconi ci ha dimostrato che la logica e la politica non hanno nulla in comune.

Spesso i governanti hanno usato il loro posto di potere per fare i propri interessi, ma mai in maniera così sfacciata ed esclusiva.

Per questo ha poco senso, a mio parere, parlare di conflitto di interesse.

Il "conflitto"di interesse scaturisce da due interessi che si scontrano.

In questo caso non C’E’ un conflitto d’interesse.

L’interesse privato di berlusconi non si scontra con nessun altro "interesse". Lui non ha bisogno di tutelare una classe sociale in particolare, né si preoccupa degli affari di governo, come i ravvisatori del "conflitto d’interesse" ingenuamente immaginano.

Questo modo di gestire il potere è certamente innovativo, per questa ragione ho deciso di inserire l’elezione di berlusconi e il suo operato nell’excursus esposto, altrimenti non ne avrei neanche fatto menzione.

Questi sono i cambiamenti che io ho ravvisato, anche se riconosco che sono dei macro-avvenimenti; persone più esperte e accorte di me potrebbero raccontare molto altro. Ho scoperto, in questi mesi di silenzio, che la realtà è diversa a seconda del livello di percezione e di sensibilità con la quale si osserva, mi piacerebbe anche per questo, ogni tanto, vedere con altri occhi.

Credo che il cambiamento in sé, non sia né positivo né negativo, se non si fraintende il cambiamento con l’ "evoluzione" che è tutt’altra cosa. Non ci sono giudizi quindi, ma solo cronaca oggettiva della mia percezione soggettiva, e quindi parziale, della realtà.

E nessuno può averlo capito meglio di me. Ora.

Salvatore Mica 03/11/01