tra la terra e
il cielo Sono le 8 e trenta di mattina. Fuori, un Pittore trasognato e mite ha colorato alberi e piante di giallo, rosso e marrone, lasciando uno sfondo grigio azzurrino per cielo. Passerotti e uccellini vari saltellano da un tetto a un filo, da un ramo al suolo, da un riparo sicuro ad un pericoloso sentiero...... qualche gatto sornione si stiracchia sognando di acciuffarne almeno uno, uno solo, che paghi per tutti questi impudenti. Di là dal cancello, Scott, un bambinone camuffato da cane da riporto, inveisce contro l'amara sorte che ha fatto sì che i felini possano passare tra le sbarre.. la sua dolce metà, Clia, una sventola ruspante di poche parole e molti fatti, cerca di convincermi ad uscire dal bunker di vetro e cemento. Sbattendo ritmicamente le ciglia agita a mo' d'elicottero la coda mostrandomi quel che per lei è il massimo della vita: una palla consunta e bucata fa capolino tra i dentoni biancheggianti. Giochiamo? La barriera di piante d'alto fusto che incornicia il crinale che ho davanti testimonia silenziosamente il discrimine tra la Terra e il Cielo. Non è solo una riga di punte verdi che si distacca dal grigio-azzurrino del cielo autunnale, è anche il confine tra la realtà dei sensi e la realtà del pensiero. A dire il vero, sensi e pensiero sono dappertutto, però qua i sensi prevalgono, mostrando al pensiero il sentiero dove perdersi senza smarrirsi. Al di là della collina, invece, la sterminata serie di impulsi e reazioni che compone il quadro delle nostre relazioni con il resto del mondo, costringe il pensiero ad imboccare l'Autostrada della Logica e del Buon Senso, con caselli a pagamento e uscite-entrate obbligate e codificate. Qua la tua mente è costretta ad essere libera, a vagabondare da una punta di pino ad una felce ingiallita, in cerca di una risposta che non c'è, ad una domanda che è anche risposta, ad un soffio che disperde il tuo magone per farlo diventare struggente malinconia, come il vento, facendo ondeggiare le foglie, squarcia il velo e ti mostra come la vita scorra dove tu forse non ritieni proprio che ci sia. Là i tuoi sensi vengono catturati dal binomio stimolo-risposta, catene e legacci impediscono loro il libero movimento, e li lasciano liberi solo di andare in una unica direzione di marcia, protetti-compressi dall' interminabile fila di logici guard-rail, quelli che hanno sempre una risposta anche se non esiste la domanda. Uscite strette e obbligate, per i tuoi sensi. Portano nomi strani, Crisi di Nervi, Raptus di Follia, Nevrotiche Scopate, Scoppi di Rabbia, Furiose Leticate, Articolate Paranoie, Invidie Represse, Odii Furibondi, Passioni Incontrollabili, Ireffrenabili Pulsioni, Vertiginosi Appagamenti, Illusionistiche Gratificazioni, Allucinanti Esaltazioni, Inestricabili Depressioni......... ...Si paga al casello. E si esce sempre un pò più poveri. Nel mondo, intanto dicono che una guerra è scoppiata, e che farà molte vittime. Quasi tutte innocenti. E' il quasi che frega. Qualcun'altro probabilmente a quest'ora si asciuga la fronte e piange. Ha lottato e ha perso. La Morte si è presa anche quel piccolo afgano straziato dalla bomba intelligente, furba e intransigente. Un dottore piange. Una barba lunga ride. L'odio fa crescere i peli sul cuore e sulla faccia. Una follia lucida e raziocinante ha fatto strage di pompieri e impiegati. Uno spietato, logico, incontestabile "pensiero" ha spento la luce nel cuore di mille bambini, che aspettano di capire dove è finito il loro papà. Vorrei non lo capissero mai. Ho dormito quattro ore. Poche. Troppo poche per capire. Oggi parlerò di musica, di menù insufficienti, di turn-over, di magliette e spumanti. E mi domanderò dove sono finito. Fino a quando ritornerò quassù. Tra la Terra e il Cielo. Daniele Locchi |