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Message ----- From: Luisa Morgantini Sent: Thursday, October 11, 2001 12:20
AM Subject: Partiamo per il Pakistan il 30 Ottobre
- con le donne afghanecontro la guerra e il terrorismo
Donne in nero tl.348-3921465 -
06-69950217 fax 06-69950200 email lmorgantini@europarl.eu.int Ciao, vi allego l'appello
per la nostra prima partenza (vorremmo farne altre) per
il Pakistan. Grazia a Stefania Cherchi, Din Piacenza, per
averci lavorato e sono sicura che non me ne vorrà
se ho aggiunto, tagliato e cambiato un po' di cose Cristina
Cattafesta, Din Milano, si occuperà di
alcune questioni organizzative, informazioni visti,
prenotazione viaggio ect ect. email cristina.cattafesta@telecomitalia.it tel. 02-2890995 -
333-6868938 Vi abbraccio Luisa Morgantini
"PER
ESSERE IL CUORE PENSANTE DELLA BARACCA"
Partiamo
per il Pakistan per intrecciare i fili della tenerezza e
della solidarietà con le donne afghane Adesso il
mondo impazzito di dolore e di paura si butta nella folle
avventura della guerra. Incapaci di identificare e
assicurare alla giustizia i responsabili della strage di
New York, gli uomini più potenti del pianeta decidono di
sparare nel mucchio, di schiacciare una parte del mondo
nella speranza che, nel bagno di sangue, anche i
terroristi rimangano uccisi. Ci dicono che solo la guerra
potrà cancellare la violenza terrorista dalla storia, ma
noi sappiamo, che in ogni guerra è la povera gente a
pagare il prezzo più alto, e che violenza porta
nuova violenza. E' da molti anni diciamo che la
guerra non può essere considerata un mezzo per
raggiungere un fine, perché è la fine di tutti i mezzi
e di tutti i fini, labdicazione della ragione, il
crollo della civiltà. Sappiamo e diciamo che per fare la
pace bisogna preparare la pace, sradicare la povertà, le
ingiustizie. Due anni fa abbiamo conosciuto le
donne che, in Afghanistan, lavoravano per costruire una
possibilità di vita migliore per donne e bambini del
loro paese schiacciato dalloppressione integralista
dei talebani. Minute nel corpo ma tremendamente forti
nella volontà, le nostre amiche organizzano scuole
clandestine in una situazione in cui si puo' morire
lapidate per aver mostrato in pubblico un pezzetto di
pelle.
Noi donne in nero, ci siamo fatte portavoce del loro
grido di dolore, abbiamo lavorato e lottato insieme a
loro, e le abbiamo invitate in Italia perché tutti
sapessero cosa stava succedendo laggiù. Speravamo di
poterle accompagnare nel cammino verso una vita migliore,
e invece, ora, si abbatte anche su di di loro la
furia cieca della vendetta internazionale. A decine di
migliaia i profughi afghani si riversano nei paesi vicini
e trovano le frontiere chiuse, quando riescono a passare
vengono lasciati morire di stenti e di
malattie invece che di bombe.
E la prima vittima della nuova guerra, come sempre,
è la speranza.
Noi donne in nero, continuiamo testarde a tenere aperte
strisce di futuro e di speranza, a costruire ponti di
pace e di relazioni cosi' come abbiamo fatto e
continuiamo a fare con le donne di Palestina, Israele,
Serbia, Bosnia, Kossovo e altri luoghi
difficili di conflitto e di dolore, vogliamo essere
fisicamente vicine alle nostre sorelle afghane in questo
momento di grande pericolo. Vogliamo condividere la paura
e le sofferenze di un popolo che non ha alcuna colpa
nella strage dell11 settembre, che non occulta
terroristi e non finanzia massacri, che paga il prezzo
più alto per loppressione dei talebani.
Per questo andremo in Pakistan dal 30 Ottobre al
6 Novembre con una prima delegazione di donne, abbiamo
chiesto a donne parlamentari, giornaliste e alle donne
che in questi anni hanno lavorato con le donne afghane di
venire con noi.
Le nostre amiche ci stanno aspettando, con noi
ci saranno anche delegazioni dalla Spagna, dalla Francia
e dagli Stati Uniti, incontreremo uomini e donne che
vivono da anni nei campi profughi, abbandonati dalla
comunità internazionale, con loro manifesteremo il
nostro rifiuto alla guerra, al terrorismo, manifesteremo
il nostro bisogno di libertà/liberazione.
Ancora una volta la nostra presenza nei luoghi del
conflitto vuole essere un monito e una pressione sulla
Comunità Internazionale per dire che c'è un alternativa
alla violenza e alla povertà, che bisogna cessare la
guerra, la produzione delle armi, che bisogna sostenere e
dare asilo a chi fugge dall'orrore e dalla violenza.
Ancora una volta per dire: Fuori la guerra dalla
storia. Donne in Nero
tel. 348-3921465
tel. 06-69950217 - fax 06-69950200
email lmorgantini@europarl.eu.int
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