Isae,
consumatori italiani un po' meno fiduciosi Il clima di fiducia dei consumatori italiani ha registrato ad agosto una lieve flessione. Il deterioramento della fiducia, sottolinea l'Isae, continua ad essere particolarmente mercato per quanto riguarda il quadro economico del paese. Milano. Il clima di fiducia dei consumatori italiani ha registrato ad agosto una lieve flessione, al netto dei fattori stagionali, scendendo a quota 113,3 dal 113,4 di luglio. La caduta, secondo i dati Isae, è più netta guardando all'indice destagionalizzato e corretto per i fattori erratici, che si porta a 113,4 dal 114,3 del mese scorso, sui minimi dal luglio 1997. L'indice grezzo si attesta a 114,7 dal 115,2 di luglio. Il deterioramento della fiducia, sottolinea l'Isae, continua ad essere particolarmente mercato per quanto riguarda il quadro economico del paese. I giudizi formulati in questo ambito risultano infatti in forte peggioramento (da -45 a -54) mentre le attese a breve termine rimangono sostanzialmente stazionarie (-6 il saldo in agosto, come anche a luglio). Anche le previsioni sull'andamento del mercato del lavoro subiscono un deterioramento: la percentuale di quanti si attendono un incremento forte o moderato della disoccupazione aumenta dal 34% dal 30% di luglio. I consumatori percepiscono, inoltre, un'ulteriore accelerazione della dinamica dei prezzi degli ultimi 12 mesi: la percentuale di coloro che ritengono i prezzi 'molto aumentati' sale al 34% dal 24% di luglio. Meno pessimismo, invece, sulle previsioni sull'inflazione nei prossimi 12 mesi. La quota di quanti prevedono un incremento dei prezzi maggiore o di pari entità anche nel corso dell'anno prossimo si riduce, infatti, dal 51% di luglio al 49% di agosto. Per quanto riguarda, infine, la situazione personale degli intervistati, la rilevazione dell'Isae segnala un miglioramento dell'indice relativo ai soli giudizi e alle previsioni. Tendono a migliorare, in particolare, le valutazioni sulla situazione economica della famiglia ed è ritenuta in aumento anche la convenienza a compiere nell'immediato acquisti di beni durevoli. (3 settembre 2002) |
Il centrodestra: "Siamo
scontenti, ma rispettiamo la decisione" L'opposizione: "Bene le due commissioni, non i tempi per l'aula" Legittimo sospetto Niente urgenza alla Camera Il presidente Casini ha assegnato il provvedimento all'esame congiunto delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali ROMA - "Sulla legge
Cirami scontenterò tutti", aveva detto pochi giorni
fa il Presidente Casini. E così, in parte, è stato.
Anche se il centrosinistra può vantare un paio di
importanti punti a favore. Uan decisione, quella del Presidente
della Camera, presa anche per ragioni di opportunità
politica. "L'assegnazione alle commisioni congiunte
- ha detto Casini aprendo la seduta a Montecitorio - è
un'innovazione rispetto alla prassi consolidata".
Una novità che - è sempre Casini a dirlo - è stata
decisa "per la specialità della situazione e per la
condizione politica, da cui non è esente la decisione
del presidente della Camera". Dunque, dice la terza
carica dello Stato, vale stavolta, in queste condizioni.
In futuro, non è detto. |
Dalla festa dell'Unità a Modena il giornalista replica a Baldassarre Santoro pronto a lavorare gratis: "Ci batteremo per Sciuscià" Presentato un appello in difesa del programma MODENA - Michele Santoro
promette battaglia Come premessa, Santoro ha detto che
Baldassarre "dopo diversi mesi non ha ancora
acquisito la capacità di leggere i numeri dell' Auditel.
Ha parlato di un programma attestato al 15 per cento,
quando anche i sassi sanno che siamo attorno al 18".
Ma se anche fosse - ha aggiunto il giornalista - un
programma che fa il 15 su Raidue, che ha un 14 di media,
è un ottimo programma". |
Dalla Margherita ai Verdi reazioni
positive alla lettera del segretario Ds a Repubblica Nuovo Ulivo, coro di sì alla proposta di Fassino ROMA - Un coro quasi
unanime di approvazione, con qualche distinguo da parte
di ognuna delle forze dell'Ulivo, ha salutato
l'intervento di Piero Fassino su Repubblica. Un articolo
in cui il segretario dei Ds sostiene la necessità di
"un cambio di passo" per il Nuovo Ulivo che non
deve essere una somma di partiti "ma un soggetto con
una sua più netta visibilità politica". Un
soggetto con un "programma comune" costruito
istituendo un "laboratorio progettuale"; e una
direzione collegiale, una cabina di regia con le
personalità più significative del centrosinistra che
affianchi Rutelli e i segretari per condurre l'Ulivo alla
convention che dovrà approvare programma e statuto della
coalizione. D'accordo con il leader dei Ds anche
Clemente Mastella secondo il quale "le indicazioni
di Fassino sono giuste e corrette". Ma il leader
dell'Udeur avverte: "l'idea della sinistra
riformista di Fassino è corretta, ma senza l'alleanza
con un Centro forte, che sia in grado di prosciugare il
consenso che fino ad oggi ha alimentato le iniziative
berlusconiane, non sarà possibile alcun successo".
Diversi i commenti di Verdi e Pdci. "Mi sembra che
l'ordine delle priorità fissato da Fassino è giusto -
dice Alfonso Pecoraro Scanio - quindi subito i tavoli
programmatici aperti anche ai movimenti; e possibilmente
iniziamo da subito a praticare una collegialità reale e
quindi prima ci si consulta e dopo si fanno le conferenze
stampa a nome dell'Ulivo". |
17.08.2002
Panorama all'attacco dei siti indipendenti: «I terroristi si organizzano lì» di c.b. Un
po' più che una diffamazione, veri e propri insulti,
insomma. L'obiettivo, neanche troppo nascosto? Far fuori
chi, nella "libera repubblica del web", resta
fuori dal coro. Questa volta è toccato a diversi siti di
informazione indipendente, da indymedia ad
informationguerrilla. L'attacco parte dalle pagine di
Panorama. Il settimanale - molto, molto vicino al governo
- definisce quei siti, luoghi «delleversione sul
web» con tanto di «allarmi dei servizi segreti: "I
nuovi terroristi affollano la rete. Si prepara
lautunno caldo online"». «"Cè
posta per le BR" l'inchiesta di Panorama sul
presunto cyberterrorismo ci inserisce - recita oggi
allarmato il sito di Information Guerrilla - insieme ad
Indymedia e ad altri, tra i siti
"delleversione sul web, da tempo monitorati
dalle forze dellordine". Un articolo infamante
che getta fango e pesanti insinuazioni sul nostro impegno
quotidiano per la libertà despressione, la pace, i
diritti umani e civili, lambiente - continuano dal
sito indipendente. Unattività d'informazione
libera limpida e corretta, che nulla ha a che spartire
con nessuna forma di violenza né tantomeno di
"terrorismo". Un anno di storia di Information
Guerrilla - un sito che si è guadagnato grandi consensi
e apprezzamenti nel settore dellinformazione online
ed è frequentato da oltre 12 mila visitatori al mese -
lo dimostra in modo inequivocabile» «Solo un errore di
"giornalisti" che non conoscono ciò di cui
scrivono?», si chiedono preoccupati i redattori di
Information Guerrilla, o «piuttosto un'azione
d'intimidazione e terrorismo giornalistico contro una
voce libera e scomoda? Di certo, un grave episodio di
disinformazione che ci colpisce con violenza». Adesso si
attende una rettifica del settimanale: «Come liberi
cittadini - continuano dal sito indipendente - che
esercitano un libero diritto, quello di espressione,
respingiamo con forza e sdegno gli accostamenti avventati
di Panorama e denunciamo ai lettori e allopinione
pubblica il comportamento della rivista, invitando a una
forte mobilitazione di protesta. Al direttore di Panorama
chiediamo un'immediata e pubblica rettifica riservandoci
qualsiasi azione legale a tutela dell'immagine e della
reputazione del sito, dei nostri collaboratori e dei
lettori». Autunni caldi, scontri di
piazza, molotov: le parole d'ordine che viaggiano su
Internet stanno scaldando i cuori dei cyber
rivoluzionari. Anche se, per ora, ai sampietrini
preferiscono email e arringhe dai siti dell'antagonismo
duro. Sono stati chiari i servizi segreti nella loro
49/ma relazione semestrale sulla politica informativa e
della sicurezza appena inviata al Parlamento: «Le
potenzialità informatiche hanno impresso
un'accelerazione all'attività dei settori estremisti,
che utilizzano il web sia per la pianificazione e il
coordinamento delle proteste, sia per l'attuazione di
azioni di mobilitazione telematica». Poi aggiungono che
sulla scia della rivendicazione online dell'omicidio
Biagi «si è registrato il proliferare di siti ed email
inneggianti alle Br e a teorie rivoluzionarie». Siti che
testimoniano «la capacità del circuito Internet di
convogliare consensi, inducendo pericolose spinte
emulative negli ambienti più motivati». Un allarme
inquietante che non sorprende chi ricorda che lo scorso
16 maggio, dopo una lunga sorveglianza, sono stati chiusi
due dei siti più famosi dell'estremismo di sinistra:
brigaterosse.it e A morte lo Stato. All'interno di
quest'ultimo veniva spiegato come confezionare molotov,
bombe carta e anche piccoli ordigni a orologeria.
Indirizzi eversivi come quello di matrice anarchica della
sezione italiana di ainfos.ca, capace di ospitare forum e
mailing list in cui non mancano sorprese come la
pubblicazione del numero di telefono del carabiniere che
a Genova ha ucciso Carlo Giuliani. L'intervento più
commentato è quello dell'irlandese Roy Cunningham, un ex
esponente del blocco nero che ha abbracciato la causa
rivoluzionaria. Su uno degli ultimi numeri dell'Irish
anarchist journal, da lui fondato, un anonimo lettore
italiano avverte: «Il primo round, a Genova, lo abbiamo
vinto noi. Ora basta, però, con le vetrine, le auto e le
fermate del bus. Passiamo a colpire direttamente cose e
persone collegate al Sim». Dove Sim sta per Sistema
imperialista delle multinazionali, uno degli acronimi
cari alle vecchie Br. Che sulla Rete si muovono con
disinvoltura. Lanciando le loro campagne d'arruolamento. «Le
rivendicazioni via email degli omicidi D'Antona e Biagi»
dice Marco Strano, criminologo della Polizia delle
comunicazioni, autore del libro Cyberterrorismo
(edizioni Jackson, 13 euro), «confermano la
dimensione informatica delle nuove Brigate rosse».
Internet, secondo gli investigatori, ha persino
modificato la struttura dell'organizzazione, rendendola
più leggera: la leadership non deve più preoccuparsi di
filtrare i rapporti con i «soldati», il computer è la
barriera che separa i diversi livelli. «Uno strumento
che facilita i rapporti tra gruppi armati di nazioni
diverse, che internazionalizza la lotta» aggiunge
Strano. Le comunicazioni più innocue viaggiano su indirizzi noti e già da tempo monitorati dalle forze dell'ordine, come italy.indymedia.org, informationguerrilla.org e infoshop.org (la bibbia online dei Black bloc), mentre convocazioni e inviti all'azione transitano su siti come controappunto.org. L'home page è sormontata da una bandiera statunitense in fiamme e tra i link presenti meritano attenzione quelli delle associazioni antimperialiste Glry (predica «il sabotaggio, la diserzione e la rivoluzione») e Vis-à-vis, che invita esplicitamente la «classe salariata a prendere le armi per radicalizzare lo scontro nei confronti del capitale». Stessi toni su guerrasociale.org. Visitato soprattutto dagli investigatori che indagano sugli ultimi omicidi brigatisti il sito dei Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo (carc.it) del fuggitivo Luigi Maj, collegato ad altri indirizzi border line, come quelli dei Comitati proletari per il comunismo e dell'Associazione di solidarietà proletaria. Ci sono persino risoluzioni strategiche nel sito dell'Associazione per la liberazione degli operai (asloperaicontro.org): ha appena pubblicato la numero 76 che «condanna l'operato antiproletario di Cisl e Uil in merito alla firma del Patto per il lavoro». Le campagne di adesione tra i più giovani sono portate avanti da bollettini telematici come voceoperaia.it, erede dei ciclostilati dell'Autonomia anni 70. Il gruppo Direzione 17, che cura la testata, spiega nella home page: il movimento no global «porta con sé la possibilità che la nuova generazione di anticapitalisti non solo si radicalizzi, ma compia un salto politico di tipo rivoluzionario». Sul sito anarco-comunista spunk.org spiegano dove porti questo slancio: «Colpire un simbolo del capitale, che può essere una banca, l'edificio di una corporation o persino (...) un individuo». |
Usa contro il
terrorismo, 007 con licenzia di uccidere di Siegmund Ginzberg Cè uno Stato che
rivendica immunità assoluta per qualsiasi cosa facciano
i suoi soldati. E, al tempo stesso, progetta di dare ai
propri soldati licenza di uccidere non solo in guerra, o
in zone dove si conducono operazioni militari, ma in
qualsiasi tipo di azioni segrete, senza frontiere e senza
limiti, ovunque nel mondo. Altri lo fanno e lo hanno
fatto. Di nascosto, nellombra, negando di farlo.
Gli Stati Uniti sono però i primi a teorizzarlo ora
esplicitamente. |
Sinistra
l'autunno che verrà di Nicola Tranfaglia In questa estate bizzara (e che sta finendo prima di incominciare) non so quanti si siano accorti che due interviste, quella di Sergio Cofferati al Corriere della Sera del 6 agosto e quella di Luciano Violante il giorno dopo a lUnità, hanno affrontato alcuni nodi importanti della crisi politica della sinistra, indicando tappe e vie di uscita che dovranno in qualche modo essere percorse alla ripresa parlamentare. Naturalmente il segretario della Cgil e il presidente dei deputati Ds non sono daccordo su due aspetti che a me non sembrano marginali: siamo in ritardo per la lotta politica e parlamentare dei prossimi anni (dal 2004 al 2006, come è noto, ci sono elezioni europee, regionali e politiche) o è il caso di aspettare ancora? È arrivato il momento di por mano a un programma coinvolgendo le tante energie della sinistra o bisogna ancora aspettare cadenze rituali di partito come la conferenza programmatica di autunno dei Democratici di sinistra o altre del genere? A questi due interrogativi Cofferati e Violante rispondono in maniera assai diversa. Cofferati è preoccupato, come chi scrive e come tanti che fanno parte di associazioni e movimenti impegnati nellopposizione con e senza i partiti, per una crisi di idee a sinistra che si è sentita in maniera evidente nellultimo anno di governo del centrosinistra e che ha penalizzato (come è noto) proprio le forze politiche del centrosinistra che nel voto maggioritario ha ottenuto risultati non lontani dalla Casa delle Libertà ma che ha registrato un deficit assai grave proprio nel voto proporzionale dati ai singoli partiti della coalizione (chi non ne sia convinto può andarsi a leggere gli studi contenuti nel volume curato da G. Paquino per il Mulino con il titolo "DallUlivo a Berlusconi"). Ebbene non si può dire che in questo primo anno di governo si siano fatti grandi progressi su questo piano: certo oggi cè a sinistra un maggiore accordo sulla valutazione delle politiche del centrodestra e sul progetto complessivo che è necessario contrastare. Giustizia, sanità, lavoro, formazione e informazione si sono imposti in questi mesi sia a livello parlamentare che di manifestazioni come problemi urgenti rispetto ai quali i piani di governo sono, per la massima parte, inaccettabili e che dunque bisogna fermare o modificare in maniera radicale. Ma non cè dubbio che finora non sia emersa in maniera chiara ed esauriente una proposta programmatica del centrosinistra capace di contrapporsi in maniera persuasiva a un progetto che possiamo definire liberista, clericale, corporativo e sottilmente autoritario da parte della maggioranza di Berlusconi. Di questo forse non si sente tanto la mancanza a livello parlamentare dove lo scontro delle idee è a livello più generale quanto nella politica di base dove si incontrano sempre più italiani che hanno votato per Berlusconi e sono delusi da quello che è accaduto finora ma conservano la loro vecchia diffidenza per le soluzioni alternative, soprattutto se queste non sono ancora limpide e coerenti. Ma costruire una piattaforma programmatica che non ripercorra semplicemente la strada del 1996 ma tenga conto di quel che è successo in questi anni, della maggior conoscenza del Paese che è nata dallazione di governo e dalle difficoltà che si sono incontrate proprio tentando di cambiare alcuni caratteri originali della nostra storia (penso tra laltro al Mezzogiorno e alla lotta contro la criminalità mafiosa che ha segnato il passo negli anni Novanta ma potrei fare molti altri esempi) non è impresa che possono portare a termine da soli i partiti e le loro «strutture democratiche», di cui parla nella sua intervista Violante. Dobbiamo prendere atto, e citavo prima in questo senso i risultati elettorali del 13 maggio 2001, che i partiti anche a sinistra rappresentano una parte assai minoritaria dellelettorato che, a livello maggioritario, si schiera con il centrosinistra e che spesso rivela purtroppo la sua natura di struttura cristallizzata e separata dal resto della società: è un dato di fatto che devono constatare anche quelli che ritengono allo stato difficilmente sostituibili i partiti politici con altre forme organizzative stabili. Ma, in questa situazione, affrontare i problemi del programma come se si trattasse di una faccenda di esclusiva competenza dei seicentomila iscritti di quello che resta il maggior partito della sinistra mi parrebbe, dico la verità, un grande spreco e unoccasione davvero perduta per utilizzare il grande patrimonio di idee e di energie che si è coagulato intorno allopposizione netta ai piani della destra. Laltro aspetto è quello della ricerca del leader unico per il centrosinistra. Su questo aspetto, che pure è cruciale politicamente, a me pare che lesperienza recente abbia dimostrato che è un errore da parte dei partiti e dei loro gruppi dirigenti decidere chi sarà il leader sulla base di esigenze tattiche (o personali) dei gruppi dirigenti medesimi. È necessario, come per il programma, procedere secondo modalità chiare e trasparenti perché soltanto chiarezza e trasparenza sono in grado di motivare una lotta che si annuncia lunga e difficile e che richiede la convinzione non solo dei generali ma di tutte le truppe. Detto questo, si potrà discutere sulle procedure più idonee a conseguire questo risultato ma limportante, ripeto, è non ripetere quello che abbiamo già visto nellultima, assai difficile stagione dellUlivo. |
12.08.2002
"Balletto indecente sulla pelle dell'Italia" ROMA «Sono capaci proprio di tutto!». Lamberto Dini, ex presidente del Consiglio e ora vice presidente del Senato, inorridisce di fronte alla ridda di voci: dall'ennesimo condono, questa volta onnicomprensivo, fiscale ed edilizio, «tombale» come è definito, fino alla pretesa di rivedere il patto di stabilità europea. «Un governo serio - dice lesponente della Margherita, arrivato alla politica al culmine di una vita dedicata alleconomia e alla finanza - troncherebbe di netto questo indecente balletto. Invece, leggo smentite che non smentiscono, sento precisazioni che non precisano...». Non lhanno convinta né le smentite del ministero del Tesoro né le precisazioni di palazzo Chigi? «Non convincono affatto. È acclarato che i conti non tornano. Dovrebbero avere lonestà e la responsabilità politica di riconoscere i propri errori. A cominciare da quello compiuto in campagna elettorale, quando promisero miracoli ben sapendo che sarebbero stati solo miraggi». A sentir loro, la colpa è delleredità dei governi di centrosinistra. Lei, che di quei governi è stato protagonista, non ha da fare autocritiche? «Forse, di non aver alzato adeguatamente la voce, per avvertire che la mistificazione del centrodestra avrebbe messo in pericolo i risultati dellintensa azione di risanamento della finanza pubblica, di stabilità monetaria con lingresso della lira nel sistema delleuro, di ripresa delleconomia. Il centrodestra sapeva benissimo di non poter aumentare la spesa e ridurre le entrate fiscali senza intaccare il disavanzo pubblico. E, in effetti, per la prima volta da 6 anni a questa parte, il debito pubblico rispetto al Pil aumenta anziché diminuire». Non concede lattenuante della crisi internazionale? «E sia: la congiuntura internazionale è più pesante del prevedibile e del previsto. Ma, a parte che avrebbero potuto essere più prudenti, debbono pur spiegare perché hanno alimentato aspettative di crescita per il 2002 che niente e nessuno autorizzava ad accreditare. Ricorda? Si è partiti dal 2,3%, dopo 6 mesi si è corretto all1,5% e ora si scopre che si è sotto l1%. Non solo: si immagina una finanziaria inferiore di 10 mila miliardi di vecchie lire rispetto agli almeno 36 mila miliardi che gli analisti più responsabili ritengono necessari per mantenere lequilibrio economico e finanziario. Questi non sono errori di valutazione». Cosa sono? «Manifeste prove di incapacità: la Tremonti bis è stata un fallimento; la legge per lemersione del sommerso ha fatto un buco nellacqua; lo scudo fiscale ha protetto le operazioni finanziarie...». Insomma, Tremonti dovrebbe fare le valige? «Sbaglio o proprio Tremonti aveva giurato che se non fosse stato raggiunto lequilibrio previsto dal Patto di stabilità europeo entro il giugno 2003 si sarebbe dimesso? Ebbene, nel momento in cui il ministero dellEconomia ipotizza di modificare quel Patto, coerenza vorrebbe che Tremonti accompagnasse la richiesta con le proprie dimissioni. Invece, chissà cosaltro sarà capace di inventare per sostituire le entrate una tantum di questanno e coprire i nuovi buchi». Per ora, Tremonti esclude il condono tombale. Capisco che lei non si fidi, ma perché è così contrario? «Perché il solo parlare di condoni dà luogo ai peggiori istinti. Ecco, qual è il maggior danno: si istiga la gente ad evadere il fisco, a violare la legge. Dopo i tanti sacrifici sofferti dal paese per superare lemergenza finanziaria, nessun governo che abbia a cuore la stabilità, la credibilità e la legalità dovrebbe mai arrivare a tanto». E cosa non la convince della richiesta di allentare i vincoli al disavanzo del patto di stabilità europeo? «Si darebbe un segnale sbagliato ai mercati internazionali, proprio nel momento in cui lEuropa è chiamata alla prova di una crescita autonoma rispetto a quella americana. Non solo perché la sua economia è grande quanto quella degli Usa, ma soprattutto perché la capacità di attrazione di capitali ha cominciato a stabilizzare e persino rafforzare la nuova moneta unica». Ma anche altri paesi, tra cui quelli economicamente più forti come la Francia e la Germania, hanno bisogno di maggiori margini. Come dire: mal comune mezzo gaudio? «Purtroppo, così non è. Una cosa è che linsieme dellEuropa si doti di strumenti e di politiche capaci di governare la difficile congiuntura internazionale, altra è che i paesi che stentano a controllare i propri disavanzi chiedano margini di movimento che penalizzerebbero i 7-8 paesi che sono già in regola. Lallentamento del patto di stabilità, e i conseguenti rischi di ripresa dellinflazione, avrebbero come primo effetto linnalzamento dei tassi di interessi. Quindi, con costi più alti per i paesi virtuosi. Ma, nel tempo, tutti finirebbero per mangiarsi i vantaggi della maggiore flessibilità finanziaria». Anche lItalia? «Si pensi allonere di solo mezzo punto in più sugli oneri dei titoli a medio termine e si rifletta su quanto nel recente passato sono costati gli interessi sul debito pubblico e come quella spirale ha condizionato la nostra economia. Ricominciamo?». Che fare, allora? «Ricorda lossessionate ritornello con cui il centrodestra, allora allopposizione, accoglieva le misure di politica economica? Noi riuscivamo a fare la riforma delle pensioni, e loro in coro: "misure strutturali, misure strutturali...". Così per il fisco, dove pure alla lotta allevasione e allelusione si accompagnava la diminuzione della pressione tributaria: "Misure strutturali, misure strutturali...". Non per ritorsione, ma proprio perché quel poco o tanto di strutturazione del nostro sistema economico e finanziario compiuto è oggi messo a repentaglio, bisognerebbe chiedere a questo governo dove sono e quali sono le sue riforme strutturali». E dellipotesi del leader dellUdc, Follini, di rimettere mano alla sua riforma delle pensioni, che pensa? «Ogni riforma è perfettibile. Se ne potrebbe anche parlare in un negoziato sociale che tenga sempre ben presente linteresse generale. Non so se questo fosse lo spirito che ha mosso lon. Follini, so però che questo governo ha raggiunto un accordo separato con le parti sociali che esclude ogni misuri che riguarda la previdenza. Come dire che si sono legati le mani da soli». Tagli alla spesa, allora? «E quali? Non ci vengano ancora a raccontare che tagliano gli sprechi sull'approvvigionamento delle matite: ormai, l80% della spesa di bilancio è fissa. Voglio proprio vedere cosa succede quando Tremonti si presenterà in Consiglio dei ministri a chiedere ai suoi colleghi di ridurre la spesa del 10%. Berlusconi dovrà stare attento alla rivolta». Dovrebbe rinunciare alla tanto promessa riduzione fiscale? «Non sarò io a dire che non serve. Anzi, dico: benissimo. Ma mantenere quellimpegno comporta o maggiori entrate da qualche altra parte o riduzione delle spese. Sono stretti nella loro stessa morsa. È come il cane che si morde la coda. Posso sono auspicare che stiano attenti a non avventurarsi in promesse irrazionali e irrealizzabili che provocherebbero ulteriori danni. Perché, così rischiano di riportare lItalia al tracollo». |
12.08.2002
Modena: trovata bomba all'istituto sperimentale
zootecnia. Era contro gli xenotrapianti di red. Un ordigno esplosivo è stato ritrovato oggi nei pressi della nuova sede in costruzione dell'istituto sperimentale della zootecnia di Modena, ente di ricerca del Ministero delle Politiche Agricole. Lo rende noto lo stesso ministero. Si tratta di una grossa bombola di gas con un innesco rudimentale che i carabinieri stanno provvedendo a disinnescare. Sulla facciata dello stabile è stato inoltre scritto con vernice spray «Fermate gli xenotrapianti». Lo xenotrapianto è il trapianto di organi, tessuti o cellule da animale a uomo. Si tratta di una soluzione alternativa, attualmente al vaglio della comunità scientifica internazionale, al problema della carenza di organi umani, che esclude purtroppo dal trapianto molti pazienti che ne avrebbero necessità. L'Istituto sperimentale per la Zootecnia di Modena, in collaborazione con la facoltà di Medicina dell'Università «La Sapienza» di Roma, svolge proprio ricerche su maiali transgenici per verificare se, tramite le biotecnologie Ogm, sia possibile ottenere da questi animali degli organi compatibili con il trapianto nell'uomo. Forte la condanna per il fallito attentato da parte del ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno. «Il Ministero - ha spiegato Alemanno - è impegnato a finanziare programmi di ricerca biotecnologica in campo sanitario, che possono aprire nuove frontiere allo sviluppo della medicina. Si tratta di esprimenti in ambiente confinato, che non possono indurre nessuna contaminazione». Secondo il Ministro il mancato attentato di oggi risponde a una ottusa logica di lotta contro il transgenico, che non tiene conto della diversità dei suoi campi di applicazione: «Il Ministero - conclude Alemanno - continua a seguire una linea di estrema prudenza sul versante dell'utilizzo degli Ogm in agricoltura e nell'alimentazione, mentre ritiene invece essenziale dare il massimo impulso alla ricerca biotecnologica soprattutto nell'aplicazione sanitaria, dove possono essere risolti gravi problemi dell'esistenza umana». |
Il 18 per
tutti, basta un voto Presentate le firme per i 6 referendum su ambiente, scuola e giusta causa sotto i 15 dipendenti ANTONIO SCIOTTO ROMA
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