Essalamu Elikah! tratto da: la Catena di San Libero - n. 136 - 22 luglio 2002 - di Riccardo Orioles Non e' stato un cattivo affare ammazzare Carlo Giuliani. Quattrocentomila euro - quasi un miliardo di lire - sono state consegnate all'uomo che sparo' in piazza Alimonda a Genova, il "carabiniere" ausiliario Mario Placanica. La somma, raccolta con una sottoscrizione da un giornale governativo, serve a "coprire le spese mediche e legali" e altresi' ad esprimere una solidarieta' politica all'ala piu' cilena del governo. E' un bene che in questa tragica vicenda sia entrato, alla fine, l'odore del denaro. Dall'inizio alla fine, era di soldi che si trattava, non di altre cose. I soldi dei grandi manager "globalizzati" che fanno i miliardi di dollari truffando gli azionisti, i soldi dei notabili paramafiosi comprati ad uno ad uno dal governo, i soldi dei giornalisti pagati per incitare la caccia agli oppositori. Contro questi soldi manifestavano i ragazzi di Genova, per questi soldi sono stati massacrati. Un piccolo rivolo di questi denari, alla fine, e' arrivato alle tasche di un anello finale della catena, un uomo che non sappiamo ancora - attendendo la Magistratura - se definire uno sciagurato o un assassino, ma che accettando questo denaro ha sicuramente disonorato se stesso e la divisa che indegnamente ha portato. E' bene anche che questa iniziativa disonorevole e vile, questo gettar monete in mani insanguinate, non sia venuta da uno qualunque dei giornalisti di corte, ma proprio da quel Vittorio Feltri che due anni fa di questi tempi, per vendere qualche copia in piu', non si vergognava di pubblicare in prima pagina le foto e i volti dei bambini innocenti seviziati dai pedofili. Degni l'uno dell'altro, il sedicente "carabiniere" e il sedicente "giornalista": ed il loro governo, e il loro pubblico squallido e feroce. * * * A un anno da Genova, conviene riepilogarne alcuni insegnamenti. 1) In Italia non e' consentito essere troppo pacifisti. Per quanto spontaneo, eterogeneo, pacifico e festoso possa essere un corteo, deve avere sempre un suo servizio d'ordine efficiente. Diversamente, si da' mano libera ai provocatori inviati dalla controparte, e si "mette in tentazione" il governo di tentare un colpo di forza, che comunque vada accresce la confusione e la paura e *quindi* va a favore del governo. Pochi mesi dopo Genova, ci fu un altro grosso corteo pacifista a Roma: ma stavolta seriamente organizzato. I provocatori furono estromessi decisamente e con discrezione. La polizia non trovo' pretesti per un attacco, che d'altronde non sarebbe stato facile in questo caso. 2) Genova e' stato un momento di svolta, nella politica del governo, paragonabile a piazza Fontana per la vecchia Dc. Non fu voluto dal governo; ma sia le componenti "politiche" piu' di destra che i vari soggetti forti legati ai servizi segreti scavalcarono decisamente i moderati e passarono d'allora in avanti alla guida del composito schieramento governativo. Esattamente come nel '68, quando dopo le bombe (e grazie alle bombe) i Saragat i Rumor e gli altri notabili furono scavalcati dal "partito della crisi" legato ai servizi e ai poteri. In questo senso, la storia di Genova - vista dall'altra parte - e' ancora tutta da scrivere, Scaloja e' un (ingenuo) capro espiatorio e il momento centrale e' rappresentato dalla misteriosa presenza di Fini. 3) Da un punto di vista piu' profondo, l'aspetto piu' allarmante e' la trasformazione antropologica intervenuta nelle forze della polizia di piazza (ben distinta dalla polizia ordinaria). Non sono piu' i disoccupati meridionali. Io ho fatto non so piu' quante manifestazioni dal '67 in poi, ma celerini del genere non ne ho mai visti. Questi sono tranquillamente disponibili ad essere delle Ss. Non per ordini superiori, ma perche' la loro cultura e' infinitamente piu' violenta di quella dei poliziotti anni '70. Vengono da un'altra societa', che ieri esprimeva gli operai e i contadini, e oggi esprime le curve sud e - fra l'altro - i celerini. Il governo di centrosinistra dovra' riselezionare la polizia di piazza. Se non lo fara', si vedra' prima o poi sparare addosso dai suoi stessi celerini. Che ormai - continuo a parlare della polizia di piazza, non di quella ordinaria - ha tutti i caratteri antropologici di una Guardia Civil. 4) Sul piano investigativo, il delitto eversivo del governo non sta tanto nell'aver massacrato la Rete Lilliput e i boy-scout, quanto nel non avere fermato i black bloc. Questi ultimi, ormai al di la' di ogni dubbio, agivano in coordinamento con la polizia: il coordinamento non avveniva a livello di reparto - in alcuni casi, anche a quel livello - ma a livello di strategia generale. Non voglio sapere dal tenente dei carabinieri quando e come s'e' messo d'accordo coi black bloc. Voglio saperlo da Fini. Voglio sapere perche' il governo ha mandato i black bloc contro Genova e contro il corteo; e nel termine "governo" includo tutte le variopinte sigle, conosciute e non, che nel nostro paese indicano - da piazza Fontana in poi - i vari servizi segreti. Chiedo conto a Saragat e Rumor del Sismi di Giannettini. A Fini e a Berlusconi del servizio di cui io non so il nome, ma loro si'. 5) Genova discende direttamente da Napoli, e l'imbecille Scaloja e' un continuatore pedissequo del "progressista" Bianco. In Argentina, un capo della polizia resosi responsabile di crimini molto minori - perche' stiamo parlando di fatti punibili penalmente - e' attualmente sotto processo per tentato omicidio. Ritengo che prima o poi - ad esempio, dopo la caduta del governo Berlusconi - bisognera' affrontare congiuntamente le responsabilita' penali dei due ex ministri. Dico congiuntamente per due ragioni precise. La prima e' politica: Bianco, nel centrosinistra, e' ed e' sempre stato un infiltrato; una sua ricandidatura a ministro sarebbe l'unica ragione che giustificherebbe, per i cittadini democratici, l'astensione dal voto e l'equiparazione dello schieramento di centrosinistra a quello di Berlusconi. Poi c'e' una ragione morale. Molti dei nostri lettori non sono affatto di sinistra, anzi sono francamente di destra (molti dei lavoratori che hanno votato per Berlusconi, d'altra parte, erano gli stessi che poi sono scesi in piazza con la Cgil). A questi concittadini, onesti e in buona fede e spesso di destra solo per l'ipocrisia della sinistra, noi dobbiamo dire: "Amici, noi non rinunciamo alle nostre idee. Vogliamo cambiare l'Italia a favore del popolo, seguendo la vecchia bandiera dei lavoratori italiani. Ma di questo non intendiamo affatto farci un pretesto per accumulare privilegi e poteri: portiamo onestamente avanti le nostre idee ma, se uno dei nostri sbaglia, noi siamo i primi a pretendere che paghi. Noi condanniamo Scajola, ma non perdoniamo Bianco: a nessuno, ne' di destra ne' di sinistra, e' consentito dimenticare la Costituzione e aggredire i cittadini. Se per questo ci voterete, ci sta bene; ma anche se non ci voterete, almeno ci rispetterete; e questo e' gia' tanto". |
prima pagina.
contatore http://artenamir.interfree.it - WWW.NAMIR.IT
e forum