BELRUSCONI
10 MILIONI DI EURO DA ELIO VELTRI di
democraziaelegalita'
6 dicembre
2006, Silvio Berlusconi ha presentato ricorso contro la
sentenza di assoluzione dal reato di diffamazione nei
confronti di Elio Veltri, Marco Travaglio, e la casa
editrice Editori Riuniti. Oggetto della sua ira
giudiziaria, come da sei anni a questa parte, il libro
L'Odore dei Soldi.
La sentenza che aveva assolto Veltri, Travaglio
e E.D era stata emessa 11- 11 -2005; secondo il
tribunale, tutto quanto scritto in quel testo, uscito,
come si ricorderà, a cavallo delle elezioni politiche
del 2001, non solo non era diffamatorio, ma corrispondeva
a verità. Dopo un anno, il Cavaliere, libero ormai dai
suoi impegni di governo, torna alla carica e chiede la
bellezza di 10 milioni di euro di risarcimento per
danni morali arrecatogli, a suo dire, da L'Odore dei
Soldi.
Elio Veltri ha ricevuto in data odierna il ricorso del
leader di Forza Italia , un ricorso di addirittura un
centinaio di pagine, frutto del lavoro degli avvocati di
cotanto cliente. La cifra richiesta, l'accanimento, il
coinvolgimento di scrittori, giornalisti, parlamentari
(Veltri era deputato quando scrisse quel testo) e della
casa editrice, sono segnali di grande preoccupazione per
l'Italia democratica e per la democrazia stessa.
Non è superfluo ricordare che proprio Veltri era
stato spiato dal Sismi, o da una parte di esso,
deviato o meno che fosse, che su di lui fosse stato
aperto, proprio nel 2001, un fascicolo segreto, e che
fosse stato classificato come "nemico di
Berlusconi", uno di quei nemici che era necessario
"disarticolare con azioni traumatiche".
Tali eleganti espressioni, che, come macigni, incombevano
anche su magistrati e giornalisti, sono tratte dai
documenti rinvenuti dagli inquirenti nel covo di Pio
Pompa, nell'ambito delle indagini sul rapimento di Abu
Omar, indagini che si sono poi intrecciate con quello
dello spionaggio Telecom e con altre miserie messe in
atto da una serie di personaggi e di gruppi oscuri, al
margine tra l'alto incarico istituzionale e la più
assoluta illegalità.
Pio Pompa, Renato Betulla Farina, Niccolò
Pollari, (l'ex capo del servizio segreto)... tutte figure
che rispondevano l'uno all'altro, come in una catena che
conduceva alle più alte stanze del potere. La
mobilitazione è necessaria, ben oltre la generica -
anche se affettuosa - solidarietà. Questo Paese, come la
mitica diga olandese, ha punti di rottura drammatici e
pericolosi, e non basterà il dito di un bambino a
salvarci dalla alluvione di fango che grava, filtrando e
strabordando a tratti, sulle nostre teste. Roberta
Anguillesi
democrazialegalita.it
Firenze
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