Energia:
l'eolico batte il nucleare e quello italiano piace
all'estero segnalato da gianni donaudi
La potenza eolica installata nel 2005 nel mondo è
risultata doppia rispetta a quella nucleare e la
previsione per il quinquennio 2005-2010 è addirittura
che la potenza eolica sovrasterà quella nucleare di
almeno 5-7 volte. Questi i dati emersi da un convegno
svoltosi svoltosi nei giorni scorsi a Roma presso la
Regione Lazio dal titolo "Dopo il petrolio l'era
delle nuove tecnologie" nell'ambito di Energetica e
riportati da "La nuova ecologia".
L'Erec (European renewable energy council) arriva a
ipotizzare che, in un prossimo futuro, si potrebbe
produrre energia pulita per l'80% ma, rimanendo ai dati
più realistici dell'Ewea (European wind energy
association), nel 2005 la potenza installata del solo
eolico è stata il doppio del nucleare e, entro il 2010,
sarà addirittura di 5-7 volte superiore «questo a
dimostrazione che sul nucleare ha affermato il
direttore del Kyoto Club Gianni Silvestrini
nessuno vuole più investire perché anti-economico.
Inoltre, anche dal punto di vista dell'occupazione, le
fonti rinnovabili offrono grosse opportunità». Basti
pensare che in Germania gli occupati sono già 55.000
mentre in Spagna arrivano a 30.000. In termini di numeri,
al 31 dicembre 2005 in Europa risultano installati 40.904
Mw dal vento (obiettivo 2010 raggiunto con 5 anni di
anticipo), in Usa 9.149, in Asia 7.135, in Australia 708,
in Canada 683, in Africa 349, in Sudamerica 213 e in
N.Zelanda: 169. In Italia a dicembre 2005 oltre 1.700 Mw.
E l'energia eolica made in Italy, soprattutta quella del
Sud, fa sempre più gola a grandi colossi dell'economia
extranazionale, tedeschi in testa - segnala sempre
"La nuova Ecologia". La Germania, con il
colosso assicurativo Allianz, si è già accaparrata un
parco eolico in Sicilia mentre si stanno muovendo
Danimarca e Spagna. L'Italia si scopre così paese del
vento, o meglio terra fertile per un'industria lanciata
verso un attivo che nelle rinnovabili non è certo facile
ottenere. È lo stesso vento che ha fatto muovere, questa
volta in casa, i petrolieri Garrone (Erg), partiti
all'attacco di Enertad, il quinto produttore nazionale di
energia eolica: l'offerta è di quasi 300 milioni di euro
per il 100% delle utility.
Un'industria, quella del vento italiano, che nel 2005 ha
fatto registrare 452 nuovi Mw e 26 nuovi progetti
raggiungendo il 7/o posto per Mw installati da fonte
eolica dopo Usa, Germania, Spagna, India, Portogallo e
Cina e attestandosi su un tasso di crescita del 35% e un
totale di più di 1.700 Mw. Nel 2006 i dati confermano la
buona salute del settore: +52,8% ad aprile di quest'anno
rispetto allo stesso mese del 2005 e +61,8% nei primi 4
mesi del 2006 rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno. Il fatturato, secondo le stime dell'Associazione
nazionale energia del vento (Anev), nel 2005 ha raggiunto
quota 450 milioni di euro impiegando oltre 3.500 unità
lavorative.
L'eolico, afferma la Vestas Italia nel dossier che
fotografa la situazione del vento nel nostro Paese, ha
dimostrato di essere una delle rinnovabili a maggior
potenziale e per raggiungere gli obiettivi Ue di produrre
il 25% di energia pulita entro il 2010. E per raggiungere
il 25% del target europeo, secondo un'analisi dell'Anev
citata nel rapporto, l'Italia dovrà installare 8.000 Mw,
pari a una produzione di 16 TWh, circa il 5% della
produzione italiana di energia elettrica. [GB]
L'eolico italiano piace
all'estero
Eolico I gruppi internazionali investono in
Italia, in Puglia cade la moratoria e cresce il polo
delle rinnovabili.
Ma Bersani congela il fotovoltaico / Il solare a Brindisi
Il vento made in Italy, soprattutto quello del Sud, fa
sempre più gola a grandi colossi dell'economia
extranazionale, tedeschi in testa. La Germania, con il
colosso assicurativo Allianz, si è già accaparrata un
parco eolico in Sicilia mentre si stanno muovendo
Danimarca e Spagna. L'Italia si scopre così paese del
vento, o meglio terra fertile
per un'industria lanciata verso un attivo che nelle
rinnovabili non è certo facile ottenere. È lo stesso
vento che ha fatto muovere, questa volta in casa, i
petrolieri Garrone (Erg), partiti all'attacco di Enertad,
il quinto produttore nazionale di energia eolica:
l'offerta è di quasi 300 milioni di euro per il 100%
delle utility.
Un'industria, quella del vento italiano, che nel 2005 ha
fatto registrare 452 nuovi Mw e 26 nuovi progetti
raggiungendo il 7/o posto per Mw installati da fonte
eolica dopo Usa, Germania, Spagna, India, Portogallo e
Cina e attestandosi su un tasso di crescita del 35% e un
totale di più di 1.700 Mw. Nel 2006 i dati confermano la
buona salute del settore: +52,8% ad aprile di quest'anno
rispetto allo stesso mese del 2005 e +61,8% nei primi 4
mesi del 2006 rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno. Il fatturato, secondo le stime dell'Associazione
nazionale energia del vento (Anev), nel 2005 ha raggiunto
quota 450 milioni di euro impiegando oltre 3.500 unità
lavorative.
«A dicembre scorso - ha detto il direttore generale
della Vestas Italia, ing. Francesco Paolo Liuzzi - il
colosso sssicurativo Allianz è sceso in campo nel
business dell'energia eolica acquistando un grande parco
eolico in Sicilia, a Francofonte, sviluppato dalla
tedesca Wkn con turbine Vestas V90, le più grandi in
Italia. Le spagnole CesaEolica e Iberdrola, e la danese
Greentech ha rivelato Liuzzi sono altri
esempi di prossimi investitori esteri in Italia. Non
hanno ancora installato ma si stanno già muovendo sul
nostro territorio. Se andiamo avanti con il trend di
quest'ultimo periodo - ha aggiunto la situazione
sarà ancora più interessante con stime che si attestano
su 700 Mw all'anno di media».
Tanto più che l'eolico, afferma la Vestas Italia nel
dossier che fotografa la situazione del vento nel nostro
Paese, ha dimostrato di essere una delle rinnovabili a
maggior potenziale e per raggiungere gli obiettivi Ue di
produrre il 25% di energia pulita entro il 2010 E per
raggiungere il 25% del target europeo, secondo un'analisi
dell'Anev citata nel rapporto, l'Italia dovrà installare
8.000 Mw, pari a una produzione di 16 TWh, circa il 5%
della produzione italiana di energia elettrica.
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