IL PMLI, LE MAFIE E IL
MEZZOGIORNO questo
comunicato segue sul sito sotto riportato - riflessione
sulle mafie.
www.pmli.it
In occasione dello sciopero generale
dela Campania contro la Camorra promosso da Cgil, Cisl,
Uil, l'Ufficio politico del PMLI ha adottato un documento
dal titolo "Uniamoci nella lotta contro la camorra e
le mafie, per il lavoro, lo sviluppo e
l'industrializzazione del Mezzogiorno".
Il documento inizia con le seguenti parole: "Per
sconfiggere la piovra mafiosa che domina nel Mezzogiorno,
bisogna capire dov'è la testa su cui indirizzare i
nostri colpi principali. La testa si trova nell'alta
finanza, nei circoli dell'industria, dell'agricoltura,
del terziario e nelle istituzioni. Cioè dentro la classe
dominante borghese, lo Stato borghese e l'economia
capitalistica. Altri, i democratici borghesi
anticamorristi e antimafiosi considerano invece la
criminalità camorrista e mafiosa come un bubbone, un
corpo estraneo allo Stato e al sistema economico
borghese. La differenza è sostanziale e grande,
ciononostante è bene e necessario che tutti gli
anticamorristi e gli antimafiosi si uniscano in un vasto
fronte unito per combattere assieme i comuni
nemici".
Il documento fa un'analisi della camorra, di Cosa nostra,
della 'ndrangheta e della Sacra corona unita
denunciandone i loro legami con le istituzioni. Sul tema,
il documento afferma: "E' evidente che nelle
istituzioni vi è una totale mancanza di volontà di
lottare e sconfiggere la criminalità organizzata,
laddove non vi sia una contiguità conclamata con le
mafie. I recenti interventi del capo dello Stato, Giorgio
Napolitano, a Napoli e quelli svolti a Palermo dal
viceministro dell'Interno Minniti (DS) sono puramente
propagandistici e non fanno altro che confondere in un
unico calderone criminalità organizzata, criminalità
comune e cosiddetto 'bullismo', allontanando l'attenzione
da uno dei problemi sostanziali, cioè la lotta alla
presenza delle mafie nelle istituzioni borghesi".
Nella piattaforma di lotta contro la criminalità, il
documento sottolinea che "Per i marxisti-leninisti
italiani la lotta alla cosche camorristiche e mafiose è
parte integrante della battaglia per il lavoro, lo
sviluppo e l'industrializzazione dell'intero Mezzogiorno.
Poiché solo così possiamo contrastare la camorra e le
mafie e affrontare veramente l'ultracentenaria questione
meridionale, mai risolta dai governanti sia della destra
che della 'sinistra' borghese che si sono succeduti
dall'Unità d'Italia ad oggi. Essi hanno finto di
risolverla con la militarizzazione del territorio, con
l'oppressione delle masse e la fascistizzazione della
società. Al primo posto noi mettiamo la caccia ai
camorristi e ai mafiosi che si annidano nelle istituzioni
e nei vertici delle organizzazioni economiche,
finanziarie e imprenditoriali. E subito dopo mettiamo la
requisizione dei loro beni dandone la gestione ad
organismi eletti dalle masse locali".
Il documento di 20 pagine si conclude con l'"invito
a tutte le forze politiche, sindacali, sociali,
culturali, religiose democratiche che realmente hanno
l'intenzione di liberare il Mezzogiorno dalla camorra e
dalle mafie a formare assieme al PMLI un vasto fronte
unito contro la camorra e le mafie".
Il documento è stato pubblicato su "Il
Bolscevico", organo del PMLI, e sul sito del
Partito.
PMLI
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