L’AMERICA SECONDO VOI POTEVA SENTIRSI ESCLUSA DA TUTTO QUESTO ? E UN CERTO BUSH POTEVA SECONDO VOI PERDERE LE ELEZIONI ? QUALI RICATTI AVREBBE POI FATTO ? NON SAREBBE STATO MEGLIO AVERE UN PRESIDENTE PETROLIFERO CHE AVEVA ACCORDI CON BIN LADEN E IL MEDIO ORIENTE PER SCATENARE UN 11 SETTEMBRE E RIAPPROPRIARSI IN UN MOMENTO SFAVOREVOLE ECONOMICAMENTE ALLA RUSSIA DI TUTTO L’ORO NERO CHE SCHIZZAVA DALLA TERRA IRACHENA ?

DEI CIVILI ? - AVRA’ PENSATO BUSH... DEI CIVILI ?... COSA VOLETE CHE CONTANO MIGLIAIA DI PERSONE E FAMIGLIE DIETRO QUESTO INTERESSE ... NAZIONALE E PER L’AMERICA E IL SUO FUTURO ? E SOPRATTUTTO PER IL SUO... VISTO CHE LA SUA FAMIGLIA E’ UNA FAMIGLIA DI PETROLIERI.

Ma torniamo al soldato italiano, ricordate?... quello che faceva da guida museale , ecco cosa dirà al giornalista della Rai.

Il responsabile delle problematiche energetiche DEL CONTINGENTE ITALIANO A NASSIRIYA - CAPITANO Domenico Di Carluccio :

le torri sono quattro e si intravedono dietro gli alberi attualmente non sono in uno stato di funzionamento sebbene il direttore ci ha garantito che entro venti giorni 40 al massimo almeno due di esse torneranno a funzionare. Questa che invece vedete alla vostra destra dopo i giorni dei bombardamenti era stata in fretta e furia smantellata. Nel confine di nostra competenza segnalato anche sulla cartina della base c'è la raffineria, e la OIL DISTRIBUTION COMPANY, poi c'è l’aera delle paludi che è nel sud est.

Cioè nel confine italiano c'è la raffineria il punto di stoccaggio del petrolio e soprattutto le paludi sotto le quali c'è un grosso giacimento petrolifero ancora da sfruttare.

Dirà ELETTRO DEIANA deputata di rifondazione comunista e membro della commissione difesa il 22 ottobre del 2003 dopo essersi recata a Baghdad.

Durante una visita che la commissione difesa della camera fece A NASSIRIYA poche settimane prima dell'agguato in cui morirono i nostri carabinieri noi abbiamo avuto modo di incontrare l'ambasciatore italiano a Baghdad funzionario interno della forza che dicevamo ci ha illustrato le ragioni della nostra presenza in quel luogo legandole tutte ad affari economici internazionali.

ECCO A COSA SI RIFERISCE DETTAGLIATAMENTE : l'ambasciatore Armellini le avrebbe confidato che l'Italia era a Nassiriya perché c'erano grandi interessi economici; al sen. Antonello Falomi, che afferma che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, sen. Ventucci, ha ammesso dell'esistenza di accordi precedenti tra ENI e Saddam Hussein sul giacimento a Nassiriya, ma ha aggiunto che non era quello il motivo della presenza;

ANTONIO ARMELLINI nato a Roma il 2 agosto 1943, si laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Roma nel 1967 ed entra in carriera diplomatica nel 1969.

Tra gli incarichi ricoperti nel corso della carriera, dopo essere stato assegnato al Gabinetto del Ministro, fra il 1972 e il 1974 è fuori ruolo presso la CEE a Bruxelles quale portavoce del Commissario italiano. Rientrato al Ministero, è assegnato alla Direzione Generale per gli affari economici. Dal 1976 al 1979 è Primo segretario commerciale e quindi Consigliere commerciale a Varsavia e successivamente Consigliere ad Addis Abeba.

Nuovamente a Roma nel 1981, presta servizio presso la Direzione Generale per gli affari politici e nel 1985 è comandato presso il Ministero dei trasporti quale Consigliere diplomatico del Ministro. Nel 1987 è alla Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo e l'anno successivo è assegnato alla Direzione Generale per gli affari politici.

Nel 1990 è promosso Ministro plenipotenziario e fino al 1992 è Capo della Delegazione speciale presso la Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE), prima di essere destinato a Londra come Ministro consigliere.

Nel 1998 è nominato Ambasciatore ad Algeri e nel 2000 è alla Direzione Generale per i paesi dell'Europa quale Coordinatore del Patto di Stabilità per il sud-est europeo. L'anno successivo è presso la Segreteria Generale quale Coordinatore delle questioni di cooperazione internazionale in materia di terrorismo.

Nel 2002 è alla Direzione Generale per il Mediterraneo e il Medio Oriente e dal 2003 è Capo della Delegazione diplomatica speciale a Baghdad.

28 aprile 2003 - A BAGHDAD SOLO UNO OSPEDALE DA CAMPO LE TRUPPE SONO INVECE A NASSIRIYA :

Missione umanitaria italiana in Iraq

L’Ambasciatore Armellini a Baghdad. L’invio di un ospedale da campo su iniziativa della Farnesina e della Croce Rossa Italiana

ROMA - Nell’ambito delle iniziative di assistenza umanitaria a favore dell’Iraq coordinate dalla Task force interministeriale istituita alla Farnesina, è partita per Baghdad una prima missione composta dall’Ambasciatore Antonio Armellini e da quattordici esperti di vari Ministeri (Ambiente, Beni culturali, Infrastrutture, Sanità) e società italiane.

D’intesa con l’Ohra (Office for rehabilitation and humanitarian assistance), la missione effettuerà una ricognizione delle esigenze prioritarie della popolazione irachena anche alla luce delle esperienze già acquisite da parte italiana in Iraq nei diversi settori di attività dell’Ohra. Il 7 maggio si terrà al Ministero degli Esteri una nuova riunione della Task force per l’esame dei risultati della missione e per la definizione dei progetti operativi di intervento).

In precedenza il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini aveva incontrato alla Farnesina il Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli. In linea con le priorità indicate dal Governo in Parlamento per l’aiuto alla popolazione irachena, nei prossimi giorni avrà infatti inizio l’invio in Iraq di attrezzature e materiale sanitario fornito dalla Croce Rossa Italiana e gestiti su finanziamento della Farnesina. Si tratterà di una struttura composta da oltre venti tende pneumatiche (ospedale da campo) con una capacità operativa di quattrocento prestazioni al giorno e sessanta posti letto. La prima parte della struttura, che arriverà in aereo, sarà costituita da una unità di pronto soccorso e chirurgia (posto medico avanzato) con sette tende attrezzate, un ufficio mobile, due mezzi di ricognizione , due ambulanze, un generatore e sarà dotata di circa venti addetti. La restante parte dell’ospedale sarà inviata il 3 maggio per nave ad Aqaba per proseguire via terra per Baghdad.

La struttura ospedaliera sarà anche dotata di un impianto di telemedicina collegato con l’ospedale Gaslini di Genova, l’Ismett di Palermo e il Rizzoli di Bologna per consentire diagnosi a distanza e verificare se i pazienti potranno essere curati in loco o dovranno essere trasferiti fuori del Paese nei casi più gravi. (Inform)

14 e il 15 aprile 2003 il ministro degli esteri FRANCO FRATTINI farà un discorso alle camere affermando quanto segue:

nell'intervento complessivo italiano farà necessariamente parte anche una componente militare che dovrà in maniera quanto più possibile unitaria e integrata, garantire quella cornice di sicurezza essenziale per un aiuto effettivo e serio al popolo iracheno.

in questo modo il governo italiano finanzia appunto, un ospedale da campo sopra citato della Croce Rossa, e una trentina di carabinieri a proteggerlo. Altri 3000 militari sono stati inviati a NASSIRIYA. Ricordiamo nell'occasione che l'ospedale a Baghdad è costato € 21 milioni il contingente inviato a NASSIRIYA è costato oltre € 250 milioni.

Ricordiamo che il motivo ufficiale per cui sono stati indiani nostri soldati a NASSIRIYA riguarda il valore storico e archeologico del luogo, perché quella zona ci sono agli antichi insediamenti nel suo mesopotanici, le antiche città della mitica Babilonia infatti nello stesso nome dato alla missione. Quindi noi dovevamo essere in quel luogo con 3000 soldati per queste culturali queste sono le ragioni ufficiali.

NON C'E' DA RIDERE MA DA PIANGERE.

La stessa domanda ovvia, la presenteranno nel 2004, i senatori della opposizione TANA DE ZULUETA ed ANTONELLO FALON - quest'ultimo spiega :

l'ipotesi che noi abbiamo fatto nell'interrogazione è che la scelta di NASSIRIYA come posto per localizzare le nostre truppe sia stata dettata da motivi strani alla missione cosiddetta umanitaria per la quale i soldati sono stati inviati. La risposta del governo è stata che la nostra ipotesi non era esatta, che la connessione tra la scelta di quel luogo e l'esistenza di un vecchio accordo tra L'ENI E SADDAM dello sfruttamento di un grosso giacimento di petrolio non aveva nessun fondamento. Comunque il governo non ha mai risposto alla nostra richiesta cioè, se si voleva fare una missione di pace ed umanitaria tra i tanti posti in Iraq perché è stata scelto il luogo di NASSIRIYA ?

Qualche mese prima della guerra scoppiasse tutte le agenzie di stampa italiani hanno parlato di un dossier Iraq che il governo italiano e tutti i paesi europei avevano predisposto in vista della guerra. Nel dossier si facevano balenare il volume di affari che si potevano fare una volta abbattuto il regime di Saddam. In questo dossier abbiamo chiesto notizie al governo del governo non solo non ci ha mai risposto, ma ha semplicemente ignorato la domanda.

IL DOSSIER E' QUELLO CHE TRASCRITTO SOPRA IN TESTO COMPLETO.

Ci sono due dossier a dircelo e’ Giuseppe Cassano :

i dossier sono stati preparati: il primo 6 mesi prima e l'altro è datato 5 aprile 2004. L’Iraq è un grande paese e le prospettive e di lavoro in quel luogo sono gigantesche naturalmente vi è una grande variabile che influisce ed è quella del terrorismo.

Il professore Giuseppe Cassano definisce " terrorismo " coloro che difendono quanto i paesi europei e l'America intende rubargli, cioè il petrolio.

Continua Giuseppe Cassano:

Cito NASSIRIYA nel dossier, perché c’e’ l'interesse da parte della nostra grande industria petrolifera italiana cioè L'ENI, in parte per quanto accade la trattativa non dico che sia bloccata ma è in attesa di aprirsi.

Dirà il senatore Cosimo Ventucci sottosegretario per i rapporti con il parlamento:

dire che non sapevamo di NASSIRIYA sarebbe falso. L'ENI è una società interessata allo sfruttamento energetico nel mondo e nell'interesse del nostro paese ha fatto dei passi. Il problema che si pone sul fatto di aver scelto quel luogo perché c'era un pozzo di petrolio della società è talmente riduttivo che mi sembra inutile la risposta. Non si può entrare in una guerra per un pozzo di petrolio. Quella scelta nasce da un accordo tra chi ha gestito quella guerra cioè gli americani e l'Italia, dove bisognava ricostruire quel poco che si poteva ricostruire con un contingente minimale militare, però estremamente esperto in opere umanitarie.

Mi sembra talmente logico che non possiamo andare in quella guerra scegliendoci questo o quello, la scelta viene posta dagli americani. I documenti di cui disponente ( quelli sovrascritti 6 mesi prima della guerra in Iraq ) sono pubblici e inconfutabilmente dimostrano l'azione di uno Stato non di un governo di poter accedere a fonti energetiche e tutelare i propri interessi. Ciò non c'entra nulla con l'attività che ha svolto il nostro contingente a Nassiriya. Possiamo dire quindi che noi siamo partiti sia per tutelare interessi umanitari di quel luogo se poi in quel luogo ci sono anche fonti energetiche da tutelare del nostro paese ci può stare. Quanto scritto sei mesi prima della guerra dai nostri tecnici dimostra che indicano quel luogo evidenziando entrambi le questioni, lo ritengo quindi un dossier intelligente non furbo come volete farlo sembrare.

E ALLORA LA SECONDA DOMANDA AL SENATORE BISOGNEREBBE FARGLIELA OGGI ALLA LUCE DEL NUOVO GOVERNO E SULLA QUESTIONE DELLE MEDAGLIE E DELLE STATUE - MONUMENTI - DEDICATI AI NOSTRI CADUTI A NASSIRIYA. QUALE MISSIONI UMANITARIE ABBIAMO SVOLTO IN QUELLA ZONA INDICATA SULLA CARTINA - DOVE C'E' L'ESISTENZA DI UN POZZO DI PETROLIO - UNA RAFFINERIA E UNA IMMENSA PALUDE DISABITATA ? OGGI CHE I NOSTRI SOLDATI SONO TORNATI - COSA HANNO FATTO DI UMANITARIO LO POTREBBERO RACCONTARE ? E SOPRATTUTTO LO VERIFICHEREMO SUL LUOGO E CON INTERVISTE REALI ALLA POPOLAZIONE CIVILE DI NASSIRIYA.

La realta' e' che i nostri soldati sono stati in quel deserto di - nulla - senza svolgere alcuna missione umanitaria - tranne che donare qualche motocicletta - e qualche pacco di cibo - il resto lo hanno passato a difendere quell'aerea di soltanto petrolio e per quello ... cioe’ UN nostro PIENO DI BENZINA ...hanno perso la vita 19 giovani.

CI PIACEREBBE SAPERE SE ANCHE LORO SONO PARTITI - conoscendo quanto andavano a fare o se anche loro COME NOI - sono stati coinvolti con la menzogna. PERCHE’ PERDERE LA VITA PER UNA MISSIONE DI PACE puo’ anche rientrare in un atto dignitoso ... PERDERE LA VITA PER UNA GUERRA CHE NON SI CONOSCE E NON SI COMPRENDE... e’ come venderla in cambio di nulla ad un POTERE che con la scusa degli equilibri mondiali e degli interessi delle nazioni... continua a far morire innocenti per sostenere la ricchezza di pochi individui e multinazionali.

LA VERITA’ E DI UN’ALTRO MONDO - QUALCUNO AVEVA DETTO... E’ RIVOLUZIONARIA... oggi certo non puo’ esistere - ma SOLO RESISTERE - in questo pianeta di OPPRESSI.

Per evidenziarla ancora c’e’ da lavorare duramente, ieri come oggi, oggi come domani, finche’ non torneremo ad essere un popolo umano e civile... in una sola parola ...LIBERI DI ESSERE SINCERI.

Emmedi.