Berlusconi,
CEI «TE ABSOLVIT A PECCATIS TUIS IN NOMINE RU486»
di don Paolo Farinella
Sig. Cardinale,
le scrivo per la seconda volta e per lo stesso motivo,
non nella speranza di una sua risposta, perché ho
coscienza da me di essere un poverello senza arte né
parte allinterno della grande Chiesa cattolica, di
cui però mi onoro di essere modesto prete, tenuto agli
stessi insegnamenti, cui
peraltro anche lei dovrebbe sentirsi obbligato, forse
più di me. Ho però la consapevolezza, e quasi la prova,
che gli insegnamenti non tanto dottrinali, quanto morali,
viaggino su binari paralleli: la morale cattolica vale
per i poveri, non per il potente in ambasce che la Cei
corre a soccorrere anche in presenza di una conclamata
recidività e in assenza di un qualche segno di
pentimento.
Da mesi il mondo cattolico aspetta una sua parola chiara
e inequivocabile sul comportamento di Silvio Berlusconi
le cui ignobili prodezze di uomo e, soprattutto, di capo
di governo, fanno il giro del mondo. Lultima è del
31 luglio 2009, durante il saluto ai deputati del suo
partito prima delle ferie. Berlusconi, che alcuni giorni
prima aveva ironizzato sulla santità (
Non sono un santo, ma sono così perché il popolo
mi vuole così ), credendo di fare ridere, ha
rincarato: La sapete lultima sulla
DAddario? Dice che Berlusconi non è un santo, ma
in effetti scopa come un dio ; deputati e senatori,
cattolici in prima fila, of course, si spellavano le
mani.
La DAddario, per
sua informazione, è la escort (in italiano: prostituta)
di lusso barese che ha aiutato Berlusconi ha mantenere
limpegno assunto il 25 ottobre 2003 solennemente
allambasciata dItalia presso la Santa Sede,
davanti alle massime autorità pontificie: La
maggioranza e il governo si impegneranno sempre in difesa
della famiglia. Il matrimonio è una cosa sacra .
Infatti per essere fedele a due matrimoni, sfociati in
divorzio, frequenta minorenni e donne a pagamento
importate dallest e dal sud (si chiama tratta di
prostituzione), con tanto di magnaccia a suo servizio. Il
suo avvocato (ndr: suo onorevole in parlamento )
garantisce che di donne ne può avere a
carrettate.
Lei, signor Cardinale, è scomparso, liquefacendosi come
neve al sole anche fisicamente. Dopo più di un mese di
assordante silenzio e di sgomento nel mondo cattolico per
il suo tacere, a cui non eravamo affatto abituati, ecco
giungere il riferimento implicito del segretario della
Cei, mons. Mariano Crociata, allinterno di una
omelia. Ha detto sì, parole forti, ma non dirette: le
sue parole, infatti, possono essere applicate a
tutti. Qui però lo scandalo non è di
tutti, ma di uno solo: del presidente del
consiglio, Silvio Berlusconi. Lui spergiura sui figli in
tv; lui usa sedi istituzionali (protette ancora oggi dal
segreto di Stato) per sfruttamento della prostituzione;
lui frequenta minorenni (testimonianza della moglie,
provata documentalmente da la Repubblica); lui suggerisce alla prostituta, con
cui ha passato la notte, di masturbarsi da sola, come se
fosse geloso di altri uomini ed è sempre lui che esprime
il desiderio di una ammucchiata tra donne con lui
spettatore.
Sig. Cardinale, se non lo avesse ancora capito, lui è
Silvio Berlusconi, non tutti . Ha
offerto cariche politiche e di governo a donne che si
vantano di essere cattoliche; ci è lecito
chiedere: in cambio di quali favori? La ministra
cattolica alla pari opportunità quali meriti culturali e
sociali aveva per assurgere dai calendari dove posa nuda
al seggio di ministro? La ministra devota aveva
predisposto un decreto contro i clienti delle prostitute,
ma ha dovuto subito riporlo in fondo al cassetto, troppo
pericoloso per gli amici baresi del presidente del
consiglio. Il quale presidente le ha provate tutte per
uscire indenne da questo abisso di depravazione con il
risultato di aggravare sempre più la sua posizione a
livello mondiale.
Poi, allimprovviso, come un dono piovuto dal cielo,
venne la Ru486, la quale, prima ancora di cominciare il
suo tormentato cammino ha prodotto il grande miracolo: ha
fatto riapparire lei come dincanto, dandole
loccasione di occupare immantinente le prime pagine
dei giornali e delle tv. Poi venne la volta del
giornale dei vescovi, «Avvenire», che ha cercato di
riscuotere la botte piena e la moglie ubriaca,
pubblicando lettere indignate di preti e laici, assumendo
posizioni, ma sempre in modo politically correct
, per dire che la gerarchia della Chiesa ha parlato
e ha detto tutto quello che cera da dire. Peccato
che nessuno abbia sentito.
Lei in nome della Cei tuona grandine e fulmini ogni
qualvolta ritiene minacciati gli interessi della
Chiesa (?) in
campo etico (vedi la vergognosa e sporca cagnara sul
corpo esamine di Eluana Englaro) o in campo economico
(vedi messa a ruolo per insegnanti di religione e
finanziamenti alle scuole cattoliche), imponendo anche
lagenda del governo e determinando il voto del
parlamento, come se fossimo in un qualsiasi regime
talebano di stampo iraniano come dimostra la stoccata
finale a quanti nel governo potevano ma
non si sono impegnati a fermare la Ru486 .
Nel governo? Quale autorità ha lei sul governo? Senza
pensarci due volte invita i medici interessati ad
ampliare il loro già amplissimo spazio di obiezione di
coscienza, come se i medici fossero dipendenti della Cei.
La discesa della civiltà del nostro Paese ,
di cui lei si lamenta, non è forse questa usurpazione
del potere legislativo e di governo di una nazione
democratica, sovrana e indipendente anche da qualsiasi
Chiesa?
Le sue parole però possono avere il significato che
purtroppo hanno: essere un salvagente provvidenziale
gettato a Berlusconi per farlo uscire dallabisso
della melma in cui ogni giorno che passa sprofonda sempre
più. Il 2 agosto, lo stesso giorno della sua intervista
all Avvenire, i vescovi irlandesi
sullIrish Times di Dublino prendono posizione e
criticano i vescovi italiani che quando è il
caso, fanno interventi spettacolari , mentre nei
confronti di Berlusconi sembrano riluttanti a
commentare e citando il caso di Eluana Englaro
concludono che allora parlare in difesa dei valori
cristiani non sembrava difficile, né alla gerarchia, né
allo stesso Papa. O no? Come vede, non sono né solo né
esagerato.
Ecco dunque la situazione. Lei ha perso la parola nei
confronti del presidente del consiglio italiano, Silvio
Berlusconi, corrotto e corruttore di tribunali e
minorenni, difensore strenuo della sacralità della
famiglia e al tempo stesso «utilizzatore finale»
di prostitute a pagamento, ma lha subito
riacquistata per condannare la pillola Ru486, che, per
altro, in Italia è già parzialmente in uso dal 1999.
Lei ha perso la parola per condannare una legge contro i
poveri del mondo che grida vendetta al cospetto di Dio,
per riprenderla subito in difesa dellunico povero
che sembra interessarla: il povero embrione. La
domanda è: Cui prodest?. Viene il sospetto che tutto sia
stato orchestrato da mani sapienti per giungere proprio a
questo punto.
Lo scopo possibile infatti è chiaro, come
dimostra la reazione immediata del governo. Berlusconi
farà di tutto per recepire gli ordini della Cei e del
Vaticano e presenterà ogni limitazione possibile del
farmaco su un piatto doro come contributo
filiale, un autentico ex-voto per grazia
ricevuta, anche a costo di varare un decreto e
imporre al parlamento di votarlo senza fiatare il 15
agosto e mezzogiorno.
Il prezzo della contropartita sarà un requiem
aeternam definitivo, uno scudo tombale sulla
corruzione morale del presidente del consiglio e del suo
governo, magari con la benedizione finale e una bella
visita in Vaticano, che ha la vocazione innata di
togliere le castagne dal fuoco dei governi corrotti: lo
fece con i concordati con Hitler e Mussolini, lo fa
adesso con il piduista e massacratore di democrazia,
Berlusconi Silvio. Ad meliora!. Sig. Cardinale, lei salva
Berlusconi sulla scena politica dellItalia, ma non
lo salva dal disgusto della maggioranza degli Italiani,
compresi i cattolici, per i quali resta quello che è:
lideatore, il mandante e lesecutore della
morte della democrazia e delletica in Italia.
Egli con le sue tv e giornali
fa trend perché ha avvelenato i pozzi della
convivenza, della dignità, del bene comune, della
legalità e dello Stato di diritto e della democrazia: ha
avvelenato il popolo italiano che in buona parte lo
venera come idolo ed esempio da imitare. Tutti se
ne accorgono, solo certi vescovi sembrano ciechi e sordi.
Ho limpressione che da questo momento, Lei e la Cei
siate complici silenziosi della sua immoralità e perdete
ex sese il
diritto di parlare di morale e di valori cattolici, di
famiglia cristiana e di matrimonio sacramento. Nel
momento in cui coprite le nefandezze di un capo di
governo che, secondo la legge (can. 1398), è scomunicato
latae sententiae
perché complice nel 2005 di aborto di un suo figlio al
settimo mese (ammissione pubblica della moglie al
Corriere della Sera), voi autorizzate le donne non solo
ad abortire, ma ad usare la Ru486 con tranquilla
coscienza: se, infatti, assolvete lui, nelle condizioni
date, che continua ad autoassolversi perché non ho fatto
nulla di disdicevole, voi assolvete tutti. e condannate
voi stessi.
Sig. Cardinale, per una volta, una volta sola, cessi di
essere diplomatico professionista e torni ad essere il
prete don Angelo, cristiano, ascoltando la nostra gente,
i loro bisogni, le loro fatiche, i loro dubbi, la loro
solitudine. Usi con Berlusconi quella stessa severità
che i vescovi sono soliti usare con coloro che
comunque continuano a disobbedirvi perché la loro
parola, il loro stile di vita, il loro modo di vestire
allontanano piuttosto che avvicinare a Dio e alla
loro chiesa a volte, ridotta ad una lobby
potente in cerca di potenti e di trafficanti e perde
figli e figlie , scandalizzati ed esasperati.
Lei e la Cei non potete vendere Dio e Berlusconi non lo
può comprare perché Dio ha distolto i suoi occhi:
Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da
voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non
ascolterei (
) Lavatevi, purificatevi, allontanate
dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di
fare il male, imparate a fare il bene, cercate la
giustizia, soccorrete loppresso, rendete giustizia
allorfano, difendete la causa della vedova» (Is
1,15-17). A sua volta il profeta Ezechiele profetizza:
«Guai ai pastori che pascolano se stessi
vanno
errando le mie pecore su tutti i monti e nessuno se ne
cura. Eccomi contro i pastori. Strapperò loro di bocca
le mie pecore e non saranno più il loro pasto» (Ez
34,2.6.10).
Ai profeti dellAT fa eco
Gesù e non vi lascia scampo: Sulla cattedra di
Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Legano
infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li
pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono
muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le
fanno per essere ammirati dalla gente» (Mt 23,2.4) con
la conseguenza di una rovina generale. Guai
a voi, dottori della Legge, che avete portato via la
chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a
quelli che volevano entrare lavete impedito» (Lc
11,52).
Sig. Cardinale, lei e i vescovi che lei rappresenta,
siete stati chiamati per essere pastori del popolo di
Dio, vi siete ridotti ad essere veggenti nel libro
di un benefattore e padrone, corrotto e
immorale. Che Dio vi aiuti.
Paolo Farinella, prete
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