La recente sentenza della corte Europea di Strasburgo ha stabilito che l’esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche rappresenta "una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni", lamentando che l’esposizione del crocefisso in classe violasse l’art. 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, relativo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, e l’art. 2 del Protocollo n. 1, relativo al diritto all’istruzione, che obbliga lo Stato a rispettare il diritto dei genitori a provvedere all’educazione e all’insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche. L’esposizione del crocifisso viola anche la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia ed, eventualmente, la IV Convenzione di Ginevra e protocolli aggiuntivi, firmate anche dall’Italia.

La sentenza è sacrosanta, andrebbe solo applicata. Invece, levate di scudi oscurantiste a difesa del crocifisso! Esponenti del Vaticano, leader politici e intellettuali ci obbligano a sorbire una brodaglia di argomentazioni, giunta ai massimi livelli di revisionismo e falsificazione storica.

Il Segretario di Stato del Vaticano ha affermato, con tono stizzito, che "Questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche della festa recentemente celebrata, e ci toglie i simboli cari come il crocifisso".

Al Cardinal Bertone rispondiamo, intanto, che la zucca è buona da mangiare e che ricorda, nonostante una serie di manipolazioni cristiane, la vecchia ricorrenza celtica di Samhain di fine estate. La festa, nel 1048, divenne "All Hallows Eve" la vigilia di tutti i santi, con un inglobamento dell’evento indigeno nella festività cristiana fatto apposta per sovrapporsi ai tanti eventi che si svolgevano tra settembre e novembre, legati prevalentemente al raccolto.

Va rilevato come la zucca (all’epoca dei Celti una rapa) venga ad assumere, a causa dell’ incistamento cristiano, non più il significato di strumento per allontanare i morti ma di feticcio per scacciare le "streghe", ovvero le migliaia di donne mandate al rogo dall’Inquisizione solo a causa delle conoscenze in materia medica, proibite dalla Chiesa.

In tutta Europa è rimasto, purtroppo, quasi solo un moncone metamorfico di festa indigena, mentre non esistono più gli infiniti popoli e tradizioni distrutti dalla furia devastatrice del cristianesimo.

Il florilegio di affermazioni fatte dai politici a difesa del crocefisso ci fa pensare che viviamo in un mondo capovolto.

Pensiamo, infatti, all’affermazione fatta da alcuni politici: "L’Europa è tappezzata da Cattedrali e da crocifissi …è un simbolo di identità culturale che deve essere tenuto nei luoghi pubblici".

L’Europa è sì tappezzata di cattedrali, ma costruite soprattutto radendo al suolo templi e strutture di culti diversi. Il simbolo della croce si è affermato con la forza e non c’è da rallegrarsene. Si vada a visitare la Basilica di San Clemente a Roma, costruita sopra un antico Mitreo, o la Sinagoga di "Santa Maria La Blanca" a Toledo, diventata Chiesa dopo la cacciata degli Ebrei dalla Spagna ad opera della cattolicissima Isabella di Pastiglia; la cattedrale di città del Messico costruita sopra il Templo Mayor atzeco di Tenochtitlan dopo che il macellaio cristiano Cortes ha sterminato tutti i suoi abitanti perché non accettavano il cristianesimo; il Duomo di Siracusa costruito sopra ad un tempio greco.

Questi sono alcuni esempi tra migliaia di casi. Invitiamo, comunque, i lettori a chiedersi e chiedere cosa sorgeva sotto la cattedrale delle loro città. In molti casi, la conferma sarà che, per erigere un campanile con un crocefisso, si è distrutto un patrimonio immenso di templi e quindi di tradizioni di popoli indigeni che hanno alimentato quell’Europa che ha radici nella diversità culturale, e non radici cristiane né, tanto meno, giudaico-cristiane. Termine, quest’ultimo, inventato alla bisogna.

Qualche cristiano ha detto che, per coerenza, la statua della dea Athena che sorge davanti all’ateneo romano dovrebbe essere rimossa ma non si ricorda che questo è già stato fatto. I cristiani, infatti, una volta al potere, a causa della loro pruderie sessuofobica, hanno tagliato o coperto peni, seni e quanto altro dalle statue greche e romane, deturpandole irrimediabilmente.

Che il crocifisso possa essere considerato, come dicono alcuni, un simbolo culturale ci induce a precisare che non ha portato, nell’Europa cristianizzata, né amore, né fratellanza. La storia europea è fatta invece di stermini, massacri, espulsioni, pogrom, ghetti, schiavitù, leggi razziali, shoah. E’ la storia di Giordano Bruno arso vivo. E’ una storia contro gli ebrei e contro i Rom, tra i pochi popoli antichi sopravvissuti. E’ la storia di una continua omologazione verso l’uniformità cristiana. Una storia di missioni evangelizzatrici che hanno eliminato migliaia di popoli dell’America Latina dall’umanità e che hanno devastato l’Africa.

Tutto ciò è avvenuto per mezzo di bolle ed editti papali, tribunali religiosi e brandendo quel crocifisso che insistiamo a voler tenere nei luoghi pubblici con un’ ostinazione che lo stato Italiano dovrebbe destinare a miglior sorte.

Il premio per la sciocchezza più macroscopica è da assegnarsi al leader del Partito Democratico con l’affermazione "Penso che su questioni delicate come questa, qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto. Io penso che un'antica tradizione come il crocefisso non può essere offensiva per nessuno".

Ma quale buon senso? Al leader del PD che sembra, per dirla con Carducci, "un manzoniano che tiri quattro paghe per il lesso" - cioè disposto a qualunque compromesso per tre voti - rispondiamo che dovrebbe sapere che il diritto non ha niente a che fare con il buon senso e poi il crocifisso arreca offesa e sofferenza non solo alle migliaia di popoli sterminati o discriminati in suo nome, ma anche a tanti omosessuali e alle migliaia di bambini vittime della pedofilia nelle chiese, come sta attualmente emergendo dall’indagine governativa in Irlanda e negli Stati Uniti.

Spiace, quindi, che la classe politica e intellettuale, invece di accettare senza tante storie la sentenza, difenda in modo maldestro il crocifisso con il pericolo di far riemergere l’ipotesi della primazia "temporale" del cristianesimo su tutte le altre spiritualità e tradizioni. In questo filone si è cimentato il filosofo Cacciari, novello aedo e rapsodo dell’occidente cristiano. A questo rispondiamo che non solo dovrebbe essere eliminato il crocefisso dalle aule scolastiche ma anche dovrebbe essere abolita definitivamente l’ora di religione.

Ci chiediamo, in conclusione, se le scomposte reazioni del Vaticano, dei politici e dei maîtres à penser non possano indurre una riflessione sull’opportunità di annullare la visita del Papa al Tempio Maggiore di Roma e, in caso contrario, di invitare il Papa a rispettare la sentenza della corte Europea di Strasburgo e quindi a non esporre il crocifisso nella Scola Tempio.

Gherush92
Comitato per i Diritti Umani
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