SERVIRÀ L’EVIDENZA?

I resti dei “sinistri” - da quelli riuniti nella sigla di «sinistra ecologia e libertà» (ma che è? Fa forse il verso stucchevole a Tierra y libertad dei catalani nella guerra di Spagna, ripreso nel noto film?) a quelli riuniti nella neonata «Federazione» (fra la “gente” di Diliberto, Ferrero, Salvi, & qualcun altro) - che diranno ora? E Di Pietro, Idv e compagni, e Grillo e “grilli” connessi?

D’Alema-Bersani cercano un accordo con Belusconi & Co. - il che non ha il carattere di una qualche novità. E lo troveranno. Perché le misure interne - dette «riforme» - di tipo politico-istituzionale seguono la tendenza all’accentramento dei poteri, come è tipico di ogni «democrazia occidentale», dove la democrazia politica (non quella dei diritti civili formali) è sostanzialmente procedurale e “le cose” sono in mano a un’oligarchia, articolata in fazioni e frazioni, con rispettive forze politiche, maggiori e minori e minime, mentre le misure economiche interne tendono a tutelare il mantenimento dello «stato di cose presente» a favore degli interessi e imperativi dominanti, e della classe dominante nel suo complesso, con compromessi fra i suoi diversi comparti e settori, e concessione di “qualcosina”, qua e là, alle classi subalterne. Perciò troveranno l’accordo: gli interessi prioritari da sostenere nel paese sono comuni a tutta la «classe politica» (si ricordi, del resto, l’assoluta continuità operativa fra governi di centrosinistra e centrodestra).

E, allora, l’antiberlusconismo imperante fra gli oppositori dell’attuale maggioranza parlamentare e del governo? (Come se il problema dei problemi fosse Berlusconi e basta.) E il fiero - e fuorviante - «No Berlusconi Day»? (Seguito alle altrettanto fiere - e fuorvianti - manifestazioni «per la libertà di informazione» e «contro il razzismo»?) E l’«emergenza democratica»? (Che dura da 15 anni! I criptofascisti e fascisti di Berlusconi & Co. devono essere dei veri incapaci, dato che in tutto questo tempo non sono riusciti a imporre il loro regime poliziesco, razzista, dittatoriale, e quant’altro.) Perché i “sinistri” cercheranno comunque un accordo con il Pd - onde “influenzarlo” (non mi viene neanche da ridere). E cosí, in fondo e infine, faranno Di Pietro, Idv & company varia.

Eccoci all’evidenza: Pdl e Pd trovano accordi, i “sinistri” e Di Pietro, Idv & company varia sono di supporto al Pd, tutta la «classe politica» od oligarchia - con i suoi partiti, partitini, associazioni varie, con tutti i suoi «furori e rumori», esaltazioni, proclami, dichiarazioni infiammate - è sostanzialmente unita sul “fronte” interno e svolge il suo ruolo, articolato secondo le sue frazioni e fazioni, di tenere collegata e subordinata la popolazione. E, in particolare, i “sinistri” & company svolgono quello di tenere subordinati e funzionali i comparti piú “accesi” dell’opposizione (fra cui non mancano fanatici ed esaltati, oche starnazzanti e mentecatti, ma non vi sono solo questi) - e si dimostra che cosa sono e a che cosa servono i mestieranti dell’antiberlusconismo (di cui costituiscono un ottimo esempio «Il Fatto Quotidiano», Marco Travaglio, etc.).

Ma si troveranno certamente altre chiacchiere - da tempo rilevo come la capacità di attuare le minime connessioni logiche vada svanendo nella testa della “gente”, e tuttavia in primo luogo in quella dei «militanti» residuali - a giustificare il “tutto”. E soprattutto si risentirà dire: “eh, non si può fare altro … Non c’è alternativa … Altrimenti si fa il gioco di …”. Fino a quando si sopporteranno ciarle pataccose del genere? La prima alternativa non è quella di non fare ciò che è assurdo? Altrimenti un gioco lo si fa: quello di apportare altri danni e di bloccare la strada alla costruzione di un’effettiva alternativa allo «stato di cose presente», innanzitutto a partire dalla comprensione, dalle coscienze.

Intanto, il vero e acceso scontro in atto, che non si fermerà con gli accordi sulle «riforme» interne al paese, ossia lo scontro fra l’azione degli Usa per mantenere nella subalternità l’Italia (con il possente “partito americano” trasversale interno, che si basa sulla grande industria cialtrona e non “di punta”, e sulla grande finanza parassitaria - ed ecco i “progressisti” che fanno a capo a «la Repubblica», ed eccone il suo “nerbo” politico, il Pd) e la tendenza a una maggiore autonomia (che, purtroppo, vede Berlusconi & Co. - stranamente, perché in astratto dovrebbero essere costoro i piú “filo-americani” - svolgere operazioni in tale direzione, con i settori piú “di punta” dell’industria, come l’Eni e la Finmeccanica), ebbene tale scontro resta confinato nell’opacità, nel non-detto, non richiamato in alcun modo, nemmeno dai piú garruli media.

C’è molto da fare per l’“altro” e “oltre”. Troppo, forse. Tanto piú nella tenaglia mortale (sul piano politico, nonché intellettivo) del belusconismo-antiberlusconismo. Be’, speriamo almeno che l’evidenza di quanto è in atto cominci a penetrare nelle convinzioni (peggiori delle menzogne, perché non possono essere confutate, come «la fede») di qualcuno - e a scuoterle.

Mario Monforte