CIRIO:
CRAGNOTTI, ESCE DI SCENA TRAPEZISTA FINANZA ROMA
- Dopo la Lazio, come preannunciato, Sergio Cragnotti
lascia anche la guida della Cirio. Il presidente e
amministratore delegato si fa da parte ma resta nel
consiglio di amministrazione ''per favorire la
realizzazione del piano'' di salvataggio. Arriva dunque
all'epilogo la storia del trapezista della finanza che
negli ultimi venti anni ha legato il suo nome ad alcune
delle societa' piu' note, e in alcuni casi discusse,
dell'alta finanza italiana, passando pero' praticamente
indenne attraverso gli anni di Gardini, di Tangentopoli,
delle operazioni spericolate.
Classe 1940, segno zodiacale Capricorno, il giovane
Cragnotti comincia la sua carriera nei primi anni '60
come contabile alla Calce e Cementi Segni, una societa'
della Bomprini-Parodi-Delfino (Bpd), gruppo che doveva
poi rivelarsi una vera e propria incubatrice di manager
di successo, visto che li' hanno mosso i primi passi
Cesare Romiti e Mario Schimberni, che con Cragnotti hanno
in comune anche l'origine romana.
Dopo la laurea in Economia e Commercio, Cragnotti si
sposta in Brasile, alla Cimento Santa Rita, che poi
andra' alla Ferruzzi. E in Brasile, paese che diventera'
un po' la sua seconda patria (e per questo lo chiamano
Serginho), Cragnotti incontra Serafino Ferruzzi ed assume
la direzione di tutte le attivita' con le quali il gruppo
e' presente in Brasile. Con il fondatore del gruppo
ravennate, e in seguito con Raul Gardini, inizia cosi' un
rapporto proficuo, che lo portera' nel 1980 ad assumere
la responsabilita' delle attivita' del Gruppo Ferruzzi in
Francia e nel 1986 ad essere nominato amministratore
delegato della Ferruzzi Agricola Finanziaria. Nel 1988
diventa Vice Presidente del Gruppo Montedison. Da Foro
Bonaparte Cragnotti pilota le operazioni piu' vantaggiose
per il gruppo chimico: vende la Standa a Silvio
Berlusconi e le attivita' di detergenza della Mira Lanza
alla Benckiser, cura la ristrutturazione della Sir,
conduce la girandola di acquisizioni che porta alla
costituzione del polo cartario della Ja-Mont.
Quando Gardini lo vuole come amministratore delegato
dell'Enimont, all'inizio del 1989, Cragnotti e' all'apice
del successo nel gruppo di Ravenna, per il quale
combattera' la battaglia per il controllo del polo
chimico: dopo le dimissioni del presidente Lorenzo Necci
nel febbraio del 1990, guida da solo la societa' fino
all'epilogo. All'inizio del 1991 fonda la Cragnotti &
Partners Capital Investment, di cui e' azionista e
presidente: guida cosi' una banca d'affari che e' al
tempo stesso un crocevia di alleanze ed un grosso gruppo
industriale. La C&P acquisisce infatti in Brasile la
Bombril (detergenza) per poi concentrarsi nell'
agroalimentare in seguito alla privatizzazione della Sme.
Nasce cosi' il Gruppo Cirio, cui fa capo anche il marchio
De Rica. Nel 2001, poi, la Cirio compra l'intera
partecipazione del Gruppo Del Monte (Europa) facente capo
alla Del Monte Royal Foods. Ma l'acrobata della finanza
ha nel suo carnier anche altri marchi stranoti nel
settore dell'alimentazione: da Ala a Polenghi, da
Bertolli a Centrale del Latte. E fu proprio quest'ultima
operazione a far calare i sospetti dell'Antitrust. Solo
un piccolo 'disturbo', se si raffronta alle accuse di
bancarotta fraudolenta nel '99 mosse dalla Ross
Immobiliare, o le vicende legate al crack della
Federconsorzi, e ancora le accuse di insider trading
dalla Consob canadese per la vendita della Lawson Murdon.
Riusci' ad uscire 'in corner' anche dalla vicenda delle
tangenti Enimont per aver accettato di parlare,
ammettendo che 10 miliardi erano stati versati al Caf per
conto di Gardini. Ma non sono mancate altre vicende
scomode. Tra cui quella di una maxi-multa di dollari
inflittagli dalla 'Consob' brasiliana per irregolarita'
legate alla Bombril.
Dal febbraio 1992 Cragnotti diventa azionista di
maggioranza e presidente della Lazio; poi e' la volta
degli investimenti da capogiro da fare invidia anche alla
Juventus degli Agnelli; e rispunta ancora il 'pallino'
della finanza che porta Cragnotti a lanciare la squadra
della Capitale, prima fra le societa' calcistiche
italiane, a Piazza Affari. L'apoteosi e' nel 2000, l'anno
di gloria per la Lazio, che in occasione del suo
centenario ma anche del Giubileo, porta a casa scudetto,
Coppa Italia e Supercoppa europea. Poi arriva il peso, un
vero e proprio macigno dei debiti e il tentativo di
recuperare vendendo i 'gioielli' con gli scarpini ai
piedi. Ma non basta. Per salvare le societa', prima la
Lazio e oggi la Cirio, Cragnotti e' costretto a farsi da
parte.
08/01/2003 20:43
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