Avventure
di un economista. La mia vita, le mie idee, la nostra
epoca | 1ª
ed.
| Economici | Laterza
| 2001
Contenuto:
"L'intreccio
del libro combina con naturalezza tre piani abbastanza
distinti, ma continuamente miscelati: quello intimo e
familiare, con gustosi aneddoti di una felicità fondata
su un grande amore; la biografia scientifica che riesce a
far comprendere l'evoluzione delle teorie e delle
ricerche; il ruolo di consulente provocatore da lui
svolta nella vicenda italiana degli ultimi quarant'anni.
Dalla lettura risalta, con il tipico suo vigore, il
profilo di un intellettuale impegnato negli studi ma
pronto a verificarli con entusiasmo nella pratica della
vita politica-economica del suo Paese. Un liberal che ama
la curiosità intellettuale e non teme l'eresia"
(Luigi La Spina)
Il
modello laburista nell'Italia del Novecento | 1ª
ed.
| Brossura | Franco Angeli
| 2001
Contenuto:
"Laburismo"
riporta alla mente il contesto politico inglese, e
infatti lo scopo del volume è proprio quello di
osservare l'influenza che il laburismo inglese ha
esercitato nel corso del secolo passato sulla cultura
politica italiana, in particolare sulla sinistra
socialista e su quella cattolica. In effetti già il
primo socialismo italiano aveva manifestato una certa
attenzione nei confronti dei modelli organizzativi del
laburismo, il quale aveva poi conquistato un radicamento
forte nella cultura italiana nell'epoca della dittatura,
quando era assurto a punto di riferimento per
l'antifascismo democratico: basti pensare a Matteotti,
Modigliani, De Ruggiero. Dopo la seconda guerra mondiale,
la creazione del Welfare State in Gran Bretagna e le
altre innovazioni introdotte dal laburismo hanno dato
profondi spunti di riflessione ai membri della sinistra
socialista laica, ma anche cattolica, che ha visto in
quella forma di organizzazione la via migliore per la
modernizzazione del paese e l'inserimento di esso nel
mondo occidentale.
Avventure
di un economista. La mia vita, le mie idee, la nostra
epoca | 1ª
ed.
| Brossura | Laterza | 1999
Contenuto:
I grandi
eventi storici, politici ed economici degli ultimi
sessant'anni, nel racconto autobiografico di uno dei
massimi economisti viventi. Modigliani racconta la sua
infanzia romana, il fascismo, la fuga dall'Italia per le
leggi razziali antisemite. La vita tra gli intellettuali
esiliati a Parigi e l'approdo negli Stati Uniti d'America
alla vigilia della guerra. I perché della decisione di
diventare americano. La passione civile e politica
nell'America della "caccia alle streghe".
Trent'anni di scontri con Milton Friedman. Kennedy e gli
economisti negli anni ruggenti. L'impegno contro la
guerra del Vietnam. E tanti episodi fino agli anni di
Reagan. E poi i rapporti con l'Italia, i dialoghi con
Carli, Baffi, La Malfa. La condanna dell'autolesionismo
della scala mobile e dell'inflazione. Il giudizio sul
presente: Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi. L'accordo sul
costo del lavoro e la possibilità di una fase di
maturità per l'economia italiana. La riforma delle
pensioni: come è stata fatta e come andava fatta. Il
premio Nobel spiega il mistero dell'inflazione: che cosa
è, perché la gente ne ha paura. Perché il debito
pubblico è dannoso. E anche l'Europa: tutto quello che
Modigliani pensa di Maastricht. E aggiunge una ricetta
per far funzionare la moneta unica.
Sostenibilità
e solvibilità del debito pubblico in Italia. Il conto
dei flussi e degli stock della pubblica amministrazione a
livello nazionale e regionale | 1ª
ed.
| Brossura | Il Mulino
| 1998
Contenuto:
Il volume
fornisce inizialmente gli elementi definitori, giuridici
e statistici che stanno alla base dell'analisi e delle
stime delle spese della Pubblica amministrazione,
classificate in modo nuovo. Viene poi stimato il
patrimonio della Pubblica amministrazione consolidato a
livello regionale.
Il
miracolo possibile. Un programma per l'economia italiana | 1ª
ed.
| Brossura | Laterza | 1996
È opinione largamente condivisa che per poter
partecipare fin dall'inizio (previsto per il 1| gennaio
1999) all'Unione monetaria europea, l'Italia, che com'è
noto è oggi ancora assai distante dai famosi parametri
di convergenza stabiliti dagli accordi di Maastricht,
dovrebbe nei prossimi due anni farsi carico di sacrifici
economici pesantissimi, forse intollerabili, in aggiunta
a quelli assai gravosi già sopportati dal 1992 in poi.
Da questa premessa deriva, in effetti, la maggior parte
dei difficili dilemmi di politica economica che mettono
in fibrillazione il mondo politico e che rendono inquieta
e pessimista l'opinione pubblica. Durante e dopo l'estate
si sono sentite opinioni di imprenditori, politici,
autorità varie fortemente discordanti in merito a come
arrivare all'appuntamento europeo, e anche all'interno
del governo dell'Ulivo, da poco costituito, si sono
manifestate opinioni sorprendentemente contrastanti. Solo
i ministri titolari dei dicasteri economici (in
particolare il ministro del Tesoro) e il capo del governo
hanno mostrato una tranquilla sicurezza di fronte a
critiche e sollecitazioni in forte contrasto tra loro.
Il libro di Modigliani, Baldassarri e Castiglionesi,
anche se scritto all'inizio del 1996 - dunque prima delle
elezioni che hanno insediato il nuovo governo - è
utilissimo per chiarire su quale ordine di ragionamenti
si fondi (o si possa fondare) un ipotetico partito degli
ottimisti. Non è il caso, naturalmente, di far indossare
a Modigliani la casacca di "stratega economico
occulto" di questa o quella importante autorità.
Occorre però non trascurare le assonanze che ci sono fra
le idee qui espresse e quelle, ad esempio, che si possono
trovare in "Un metodo per governare" (Il
Mulino, 1996) di Carlo Azeglio Ciampi: per entrambi,
infatti, alla politica dei redditi va assegnato un ruolo
assai importante nella lotta all'inflazione, nella
riduzione dei tassi di interesse, e nel risanamento della
finanza pubblica.
"Il miracolo possibile" è la descrizione di
ciò che potrebbe avvenire all'economia italiana qualora
la politica dei redditi si desse come obiettivo una
drastica e rapida riduzione dell'inflazione. Si tratta di
tesi, per la verità, non del tutto nuove: Modigliani e
Baldassarri infatti le avevano già presentate, anche se
molto più sommariamente, in "Italia 93: dalla
tempesta alla grande occasione" (Sipi, 1993). Ma non
avevano trovato ascolto fra i politici in carica. Si può
anzi dire che Berlusconi, succeduto a Ciampi come
Presidente del Consiglio, si sia mosso in realtà
decisamente in senso opposto, non contrastando a
sufficienza, in particolare, le condizioni che hanno
portato a un nuovo rialzo dei tassi di interesse e
dell'inflazione nel corso del '95. "Il miracolo
possibile" - come scrivono gli autori - (o la grande
occasione) "ha ben poco di miracolistico", in
verità è un "uovo di Colombo". Vediamo meglio
perché.
Il punto di partenza di tutto il ragionamento è
costituito da un giudizio radicalmente controcorrente
sulle vere condizioni odierne della finanza pubblica
italiana: "Il bilancio pubblico italiano nei
risultati a consuntivo del '95 - scrivono gli autori - ha
già largamente raggiunto gli obiettivi di Maastricht,
laddove si valutassero correttamente i conti", al
netto cioè della cosiddetta "tassa da
inflazione". La valutazione "corretta" va
fatta cioè al netto di quella parte della spesa annuale
per interessi che copre la perdita di valore dei titoli
pubblici a causa dell'inflazione, e che ammonta a circa
110.000 miliardi su un totale di spesa per interessi di
circa 200.000. Con la correzione, "gli interessi
reali pagati sono pari a circa 90.000 miliardi".
Ciò significa che dopo le forti manovre di aggiustamento
operate nel passato sui conti pubblici, e in presenza di
un consistente avanzo di bilancio "primario"
(il saldo di bilancio che si ottiene togliendo dalla
spesa totale tutta la spesa per interessi), non c'è più
alcuna ragione, dal punto di vista delle esigenze di una
sana finanza pubblica - prima ancora che da quello della
fattibilità politica e della tollerabilità sociale -,
per operare ulteriori aggiustamenti "reali" nel
bilancio pubblico. In altri termini, non c'è più alcun
bisogno di manovre finanziarie - come scrivono i nostri
autori - "apocalittiche", da "lacrime e
sangue" per rientrare "statisticamente"
nei parametri di finanza pubblica dell'Unione Monetaria.
È vero che le condizioni "reali" italiane non
appaiono nei valori nominali, in cui è formulato il
criterio di convergenza di Maastricht (3 per cento nel
rapporto deficitPil), ma questo avviene semplicemente
perché c'è una parte aggiuntiva del disavanzo che
corrisponde alla quota di spesa per interessi che va a
coprire l'inflazione da rimborsare ai possessori di
titoli del debito pubblico.
Questa necessità di correggere i disavanzi pubblici a
causa della cosiddetta "tassa da inflazione" è
un vecchio cavallo di battaglia di Modigliani. Nessuna
sorpresa, dunque, se "Il miracolo possibile"
non risparmia le battute sulla testardaggine delle
autorità tedesche, gelose e intransigenti custodi
dell'interpretazione "letterale" dei criteri di
Maastricht. E neppure se il vero obiettivo che gli autori
propongono per il paese non è quello di correre dietro
anno per anno ai parametri di Maastricht, bensì di
completare dal lato dell'inflazione e dei tassi di
interesse un risanamento "reale" già
conseguito sul versante del bilancio pubblico, e con ciò
stesso entrare anche, a testa alta, nell'Unione monetaria
(se e quando dovesse farsi). Tutto ciò non significa,
naturalmente, che il requisito "statistico" del
3 per cento sia totalmente privo di senso: depurato
dall'illusione ottica creata dalla presenza
dell'inflazione esso rappresenta un giusto criterio di
pareggio della parte corrente del bilancio pubblico, che
lascia che il 3 per cento di deficit pubblico sul Pil sia
destinato a finanziare le spese di investimento.
Poiché dunque l'attuale divergenza del bilancio pubblico
da Maastricht è dovuta agli effetti dell'inflazione
sugli interessi, ne segue direttamente l'indicazione sul
che fare: riuscendo ad abbassare in modo rapido e
drastico l'inflazione le autorità di politica economica
farebbero con ciò stesso emergere anche la piena
conformità della situazione dei conti pubblici ai
requisiti dell'Unione monetaria. Un'osservazione va
fatta, di sfuggita, a proposito dell'altro elemento che
concorre, insieme all'inflazione, a determinare l'elevato
volume di spesa per interessi: lo stock del debito
pubblico. Pur senza dirlo esplicitamente, gli autori non
lo considerano in effetti un problema meritevole di molta
attenzione, e anche in questo caso si mostrano assai
distanti dalla concezione della "sana finanza"
prevalente in Europa.
Se dunque la strategia di politica economica deve mirare
a una drastica riduzione dell'inflazione, e poiché
inoltre la disinflazione non può avvenire per impulso
n della politica di bilancio n di quella
monetaria (la restrizione monetaria graverebbe sui tassi
di interesse), l'obiettivo deve essere perseguito
mediante il classico "terzo strumento"
keynesiano, la politica dei redditi. Dunque, scrivono i
nostri autori, i contratti di lavoro dovrebbero
programmare aumenti delle retribuzioni non superiori al
tasso di crescita della produttività (stimata intorno al
6 per cento nell'arco di un triennio), dovrebbero seguire
cioè un criterio che essi chiamano (con un termine, per
la verità, che può generare equivoci) "inflazione
programmata zero". Va notato che la vera inflazione
programmata, o attesa, secondo la definizione corrente
(gli autori la chiamano invece "effettiva",
aggiungendo altri equivoci terminologici), secondo le
stime econometriche presentate nelle appendici
scenderebbe rapidamente all'1-1,5 per cento. I salari
reali, di conseguenza, crescerebbero leggermente, ma la
maggior parte degli aumenti di produttività andrebbe
alle imprese nella forma di aumenti dei profitti.
Preso alla lettera, ossia come proposta
"praticabile" in politica economica nella
concreta situazione italiana dal 1996 in poi, i programma
di Modigliani e Baldassarri è chiaramente fuori mercato.
Lo dimostrano le difficoltà che sono immediatamente
sorte in sede sindacale (particolarmente nella Cgil), e
all'interno della maggioranza che sostiene il governo,
allorché il Documento di programmazione economica e
finanziaria (Dpef) ha ridotto di un semplice mezzo punto
il profilo dell'inflazione attesa (o
"programmata", secondo l'uso divenuto corrente
in Italia) rispetto a quanto stabilito dal precedente
Dpef. Non si tratta solo degli effetti redistributivi dal
lavoro al capitale che la proposta Modigliani, alla
lettera, comporterebbe (e che si realizzerebbero dopo una
consistente redistribuzione già avvenuta nel corso del
'95 e negli anni precedenti), ma della difficoltà a
invertire le aspettative di inflazione sul mercato del
lavoro, una difficoltà che gli autori - si presume -
hanno ben presente, data la loro formazione
dichiaratamente keynesiana. Del resto gli studi
neo-keynesiani in materia, teorici ed empirici, riempiono
una biblioteca. Modigliani e Baldassarri sanno
perfettamente (anche se ne "Il miracolo
possibile" non ne tengono esplicitamente conto) che
non diversamente dai tassi di interesse anche le
retribuzioni si determinano sul mercato, dipendono dalle
aspettative, dallo stato della fiducia, da valutazioni di
equità relativa tra categorie di lavoratori che
stipulano i loro contratti in tempi differenti, ecc., e
non possono essere trattate come se fossero una
"variabile indipendente", o esogena, a
disposizione delle autorità di politica economica. Il
che non significa, naturalmente, che la concertazione tra
le parti sociali, secondo le procedure stabilite nei
famosi accordi del luglio '93, fermamente voluti
dall'allora Presidente del Consiglio Ciampi, non sia in
grado di modificare e influenzare in modo significativo
le aspettative di inflazione che stanno alla base della
contrattazione dei salari nominali. È precisamente su
questa possibilità, cioè sul successo della
concertazione con le parti sociali, che si basa, è da
ritenere, il "partito dell'ottimismo" cui ho
accennato più sopra.
Il discorso di Modigliani e Baldassarri, fuori mercato
come vera e propria proposta programmatica, va inteso
come una parabola, un ragionamento al limite che
contrappone due scenari-tipo estremi, quello di
inflazione inerziale, e quello di inflazione in rapida
discesa. Va letto come un'analisi che quantifica i
vantaggi economici generali, e in particolare per il
bilancio pubblico, di una riduzione quanto più rapida
possibile dell'inflazione, e lo contrappone ai costi
reali generali, e in particolare di bilancio pubblico
(necessità di comprimere le spese (e/o di aumentare le
imposte al di là di ciò che richiederebbe in sé una
politica di sana finanza pubblica) di una prosecuzione
inerziale dell'inflazione, causata da rigidità delle
aspettative e dal prevalere dell'immobilismo e della
sfiducia nella concertazione tra le parti sociali.
Mercati
finanziari | 1ª
ed.
| Brossura | Il Mulino
| 1995
Contenuto:
Negli ultimi
venti anni i mercati finanziari sono stati al centro di
una vera e propria rivoluzione: ai mercati dei capitali
isolati internazionalmente e dominati da forme di
finanziamento a tasso fisso sono subentrati strumenti
mercati finanziari fortemente integrati, caratterizzati
dalla presenza di numerosi strumenti finanziari, il
volume descrive l'ampia gamma di strumenti finalizzati al
finanziamento, all'investimento e al controllo del
rischio disponibili oggi sui mercati finanziari, specie
in relazione alle necessità degli investitori
istituzionali. Nell'intento di rispondere alle esigenze
del pubblico italiano, questa edizione presenta numerosi
adattamenti e integrazioni: in particolare sono stati
illustrati, nel contesto del nostro mercato finanziario,
gli assetti istituzionali del sistema bancario e del
sistema assicurativo, i fondi comuni d'investimento, i
fondi pensione e, fra gli strumenti, i titoli di stato, i
certificati di deposito, i crediti titolarizzati.
Consumo,
risparmio, finanza | 1ª
ed.
| Cartonato | Il Mulino
| 1992
Contenuto:
Questo
volume raccoglie testi per lo più inediti in italiano e
rappresentativi dell'ampia produzione intellettuale di
uno dei maggiori economisti del nostro tempo: Franco
Modigliani. Fra i premi Nobel per l'economia è il più
noto al pubblico italiano perchè il suo legame morale
con l'Italia lo ha indotto a frequenti visite e
interventi nel dibattito sulla politica economica.
In cinquant'anni di intensa attività scientifica ha dato
contributi fondamentali in diversi campi dell'economia.
Con ragione viene quindi inserito in questa serie
dedicata a "I grandi economisti contemporanei".
Negli anni quaranta fu uno dei massimi leaders della
scuola keynesiana; è autore indiscusso della teoria del
consumo nel ciclo vitale. Anche il suo apporto alla
moderna teoria della finanza e alla politica economica è
stato originale.
Modigliani è tuttora presente con grande lucidità nel
dibattito intellettuale sui problemi dell'economia
mondiale, sulla politica economica americana e
sull'economia italiana.
Reddito,
interesse, inflazione | 1ª
ed.
| Economici | Einaudi | 1987
Contenuto:
Franco
Modigliani ha seguito, in quasi cinquant'anni di fecondo
lavoro scientifico, un programma di ricerca che si è
sviluppato lungo due direttrici: formulare e perfezionare
una teoria del sistema macroeconomico e della politica
economica; investigare il comportamento dei principali
operatori dell'economia. La motivazione del premio Nobel,
conferitogli nel 1985, sottolinea i maggiori risultati
scientifici conseguiti nel secondo ambito di problemi, ma
quei risultati si inscrivono, fin dall'inizio, nel primo.
In questo volume, le prime due parti corrispondono ai
filoni appena richiamati, mentre la terza raccoglie
articoli sull'economia italiana. Anche se sotto il
profilo scientifico essi non costituiscono un corpo a sé
(l'economia italiana è piuttosto un terreno di verifica,
di estensione, di elaborazione di una teoria del sistema
macroeconomico che è di portata generale) presi nel loro
insieme i saggi di quest'ultima sezione formano un così
ricco e coerente complesso di analisi e di proposte sull
anostra economia da meritare una evidenza separata.
L'insieme dei contributi consente un approccio completo
ed esauriente all'intero arco della produzione
scientifica dell'autore. Dalla lettura emergono, vivi e
immediati, il profilo di Franco Modigliani studioso di
economia, la sua concezione della natura della scienza
economica e del ruolo dell'economista, la combinazione di
deduzione e induzione, il nesso tra momento positivo e
momento normativo, la visione organica del sistema
economico.
Il caso
Italia | 1ª
ed.
| Economici | Edizioni di
Comunità | 1986
Contenuto:
Ogni anno a
Villa d'Este - secondo una tradizione che dura dal 1975 -
si tiene un seminario di studio a cui partecipano
economisti e politici del massimo livello: qui Lama
discute a porte chiuse con Lucchini e Romiti, Andreatta e
De Michelis esprimono in privato le loro vere opinioni
sulla situazione italiana. A questi seminari, dal 1978,
partecipa anche Franco Modigliani, Nobel 1985 per
l'economia. E proprio gli interventi di Modigliani,
raccolti in questo libro, danno il "la" alla
discussione, tracciando anno per anno il quadro della
situazione italiana in relazione al suo principale
interlocutore, gli Stati Uniti. Nessuno meglio di
Modigliani, infatti, americano per adozione e cultura, ma
anche profondamente italiano, non solo per nascita, ma
per l'assiduità dei contatti che ha sempre mantenuto col
nostro paese (basti dire che è il consigliere, non
ufficiale ma costantemente consultato, del Governatore
della Banca d'Italia), può dipanare l'intricata matassa
degli eventi e delle tendenze macroeconomiche
dell'Italia, inserendole in un quadro di riferimento
mondiale: dall'inflazione alla crisi petrolifera, dal
costo del lavoro alle politiche monetarie e fiscali. Anno
per anno, il lettore può quindi seguire queste
"conversazioni" del massimo economista
mondiale, espresse in un linguaggio piano, raramente
tecnico, spesso anzi colloquiale e ironico.
|