TUNISIA

Reporters sans frontières si allarma per il peggioramento delle condizioni di salute del cyberdissidente Zouhair Yahyaoui

Dal 10 gennaio scorso, le condizioni di salute di Zouhair Yahyaoui, fondatore del sito TUNeZINE (www.tunezine.com), sono in netto peggioramento a causa delle conseguenze di un ascesso dentario e di violenti mal di testa, che provocano gravi sofferenze al giovane cyberdissidente tunisino. Il rifiuto di curare Zouahir Yahyaoui,opposto dalle autorità carcerarie, e le condizioni di detenzione molto provanti hanno spinto il cyberdissidente a iniziare, a partire da oggi, uno sciopero della fame.

Reporters sans frontières, allarmata per il peggioramento delle condizioni del giovane cyberdissidente prigioniero in Tunisia, chiede alle autorità del Paese la sua immediata e incondizionata liberazione.

"Non solo il regime tunisino mette in carcere persone che non hanno commesso alcun crimine, se non quello di aver esercitato il proprio diritto di espressione, ma le trattiene in condizioni di detenzione davvero deplorevoli", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale di Reporters sans frontières.

Da una settimana, Zouhair Yahyaoui soffre a causa delle conseguenze di un’infezione alle gengive, peggiorata da forti emicranie.

Dopo un’interminabile serie di domande per essere sottoposto a delle cure appropriate, l’autorità penitenziaria gli ha fornito solo due aspirine. Il 16 gennaio, il giovane cyberdissidente tunisino ha informato la famiglia, che va a trovarlo in carcere tutti i giovedì, che avrebbe iniziato lo sciopero della fame a partire dal giorno successivo. "In tutti i casi, la sofferenza è tale da impedirmi ormai di alimentarmi", ha dichiarato ai suoi parenti il giovane cyberdissidente prigioniero. Zouhair Yahyaoui è detenuto nella prigione di Borj el Amri, situata a 30 km da Tunisi, dove divide la cella con un altro centinaio di detenuti.

Il 10 luglio 2002, Zouhair Yahyaoui è stato condannato, dalla corte d’appello di Tunisi, a due anni di prigione per "diffusione di notizie false", dopo essere stato arrestato, il 4 giugno 2002, da un folto drappello di poliziotti in civile mentre si trovava in un cybercaffè. Durante il suo interrogatorio, aveva subito tre sedute di "sospensione", un metodo di tortura in cui la persona è sospesa dalle braccia, con i piedi che sfiorano a malapena il suolo.

Zouhair Yahyaoui, che scriveva, sotto lo pseudonimo di "Ettounsi" che in arabo vuol dire "il Tunisino", aveva creato il sito TUNeZINE nel luglio 2001 per diffondere delle notizie sulla lotta a favore della democrazia e delle libertà in Tunisia e aveva pubblicato online dei documenti dell’opposizione. Inoltre, era stato uno dei primi a diffondere la lettera indirizzata al presidente della Repubblica dal giudice Mokhtar Yahyaoui, che denunciava il sistema giudiziario del paese.

Anche Hamadi Jebali, direttore del settimanale Al Fajr, organo del movimento islamico An Nahda, in carcere dal 1991, ha iniziato uno sciopero della fame a metà gennaio per protestare contro le sue condizioni di detenzione. Nel 1992, era stato condannato dalla Corte militare di Tunisi a 16 anni di carcere per "aggressione con l’intento di voler cambiare le regole dello Stato" e per "appartenenza a un’organizzazione illegale", dopo aver appena finito di scontare un anno per aver pubblicato un articolo nel quale criticava in sistema dei tribunali militari del Paese.

Il14 dicembre, Hedi Yahmed, giornalista del settimanale Réalités, che era stato convocato dal procuratore della Repubblica a causa di un dossier sulle condizioni delle carceri tunisine, era stato costretto a rassegnare le dimissioni dopo qualche giorno. All’inizio di gennaio, dei poliziotti in abiti civili si sono recati al suo domicilio, a Gabès, per chiedere alla sua famiglia dove si trovava il giornalista.

" Non aspettare di essere privato della libertà di stampa per difenderla "