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Il giornalista italiano Lino Jannuzzi rifugiato a Parigi rischia la prigione per dei reati a mezzo stampa

Reporters sans frontières denuncia la condanna al giornalista e senatore Raffaele (detto Lino) Jannuzzi per dei reati a mezzo stampa.

"Condannare i giornalisti a delle pene detentive per dei reati a mezzo stampa è contrario agli standard indicati dalle Nazioni unite e indegno di una democrazia", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale di Reporters sans frontières, in una lettera indirizzata al ministro della Giustizia, Roberto Castelli. "Le chiediamo di procedere con la massima urgenza alla riforma della legislazione italiana in materia di reati a mezzo stampa. Le pene detentive devono essere soppresse, conformemente alle raccomandazioni del Comitato dei diritti umani delle Nazioni unite e del responabile per la promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione ed espressione", ha aggiunto Robert Ménard.

Lino Jannuzzi è stato condannato dal Tribunale di Napoli a due anni e mezzo di carcere per diffamazione. Il 20 novembre 2002, la giustizia italiana ha rifiutato di accordare al giornalista ultrasettantenne, il regime di semi-libertà o il beneficio degli arresti domiciliari. Senatore di Forza Italia dal maggio 2001, Jannuzzi non beneficia dell’immunità parlamentare. Al suo rientro in Italia quindi, il giornalista che attualmente si trova a Parigi nel quadro delle sue attività parlamentari in seno al Consigli d’Europa, dovrebbe essere arrestato e messo in stato di detenzione.

Secondo le informazioni raccolte da Reporters sans frontières, la responsabilità penale del giornalista è relativa alla sua carica di direttore del quotidiano Il Giornale di Napoli, per degli articoli pubblicati tra il 1987 e il 1993, relativi ad alcuni magistrati impegnati nelle inchieste antimafia. Autore di numerose inchieste sulla mafia, Lino Jannuzzi aveva, in particolare, preso pubblicamente le difese del presentatore televisivo Enzo Tortora, condannato nel 1983 per collusione con la mafia, unicamente sulla base di testimonianze di "pentiti".

Lino Jannuzzi ha dichiarato a Reporters sans frontières di avere l’intenzione di rimanere a Parigi fino alla fine dei lavori parlamentari del Consiglio d’Europa che terminano il 16 dicembre prossimo e di rientrare in Italia solo quando la giustizia italiana avrà riconosciuto l’immunità che gli conferisce il suo status di membro dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e dell’Unione dell’Europa occidentale.

Reporters sans frontières ricorda che un altro giornalista italiano, Stefano Surace, direttore del giornale italiano anticonformista Le Ore negli anni ’60, famoso per le sue inchieste in ambito carcerario, è stato arrestato e imprigionato in Italia il 24 dicembre 2001, per dei reati a mezzo stampa (" diffamazione " e " pubblicazioni oscene "), risalenti a oltre 30 anni fa, per i quali era stato condannato in contumacia a una pena superiore ai due anni di carcere. Dopo essere stato assegnato agli arresti domicilari, il 16 agosto scorso, Surace ha deciso di " evadere " e di tornare a vivere in Francia, il paese dove risiede con la sua famiglia da oltre 25 anni.

" Non aspettare di essere privato della libertà di stampa per difenderla ".