la notizia di
oggi 21 novembre 2003 L'Europa mette sotto
accusa Berlusconi per Cecenia e libertà di stampa Per la prima volta il parlamento di Strasburgo condanna un presidente Ue - Silvio Berlusconi - sulla Cecenia (definita «una leggenda» quanto aviolazione dei diritti umani da parte dei russi). E subito dopo ordina un'inchiesta sullo stato della libertà d'informazione in Italia. Un così duro richiamo per le parole usate del presidente di turno non era mai accaduto. Il Tg 1 censura la notizia, relegata nell'edizione notturna. Il senatore della margherita Giampaolo D'Andrea, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai: «un esempio di arroganza e disinformazione gravissima». il libro che vi consigliamo di leggere La disgrazia di saper leggere. Antistoria della libertà di stampa in Italia di Boggiani Rinaldo Editore - Edizioni Associate - anno 2002. Appena finito di leggere questo pamphlet Rinaldo
Boggiani, La disgrazia di saper leggere,
Edizioni Associate Editrice Internazionale, Roma, 2002,
pagg. 72, e 6,80) ho esclamato: finalmente!. Avevo voglia
di sfogliare un saggio scritto da un non giornalista che
sa scrivere e sa cosa scrivere. Un saggio arrabbiato,
enragè direbbero i francesi. Ma larrabbiatura non
è nei toni troppo facile , è nella
sostanza. Deriva da anni di lavoro, ricerche, studi,
lezioni universitarie, articoli; da una profonda
conoscenza di due culture giuridiche completamente
diverse: quella continentale e quella anglosassone. |
la notizia di
oggi :20 novembre 2003 Rai:
"Sospendete RaiOt" il libro che vi consigliamo di leggere : Il diario di Sabna Guzz. Con videocassetta di sabina guzzanti - editore einaudi - anno 2003. Il diario di Sabna Guzz" sorprenderà molti lettori. Sabina Guzzanti scrive infatti, con la stessa freschezza con cui aderisce alle maschere dei suoi personaggi, con la stessa verve comica, un diario-romanzo "a cuore aperto" degli ultimi tre anni di attività artistica, al cui centro c'è lei, o meglio, il personaggio di Sabna Guzz: che assiste stupita all'intrecciarsi della sua storia artistica con le vicende nel frattempo occorse alla società e alla cultura del Paese. Al libro è allegato il video "Una ragazza terra e sapone", a cura di Nicola Fano, che riassume quindici anni in televisione e a teatro.
Non solo tv per Sabina. Nelle librerie, da pochi
giorni, anche 'Il diario di Sabna Guzz', edizioni Einaudi
Tascabili: un vero e proprio diario-romanzo degli ultimi
tre anni di attività artistica, al cui centro c'è lei,
o meglio, il personaggio di Sabna Guzz: che assiste
stupita all'intrecciarsi della sua storia artistica con
le vicende nel frattempo occorse a uno dei suoi
personaggi preferiti, il cav. Silvio Berlusconi, e
all'Italia in generale. In allegato, una strepitosa
videocassetta (di cui vi regaliamo un estratto) che
ripropone il meglio del suo repertorio. Dal titolo 'Una
ragazza terra e sapone', a cura di Nicola Fano, questa
antologia riassume quindici anni in televisione e a
teatro. |
la notizia di
oggi - 19 novembre 2003 Espulso l'imam di Carmagnola con altri sette. Ma per la Lega non è ancora abbastanza Dopo limam di Carmagnola, che lascerà oggi l'Italia diretto a Dakar, altri sette uomini, tutti di religione islamica sono stati espulsi su ordine di Pisanu. Per la Lega, però, non è ancora abbastanza. Tutti i sospettati d'ora in poi, dicono i senatori del Carroccio, dovranno essere espulsi. Massimo DAlema, ieri, ha commentato così la notizia: «Ho seri dubbi che questo provvedimento sia giusto. Se ha commesso dei reati deve essere processato. Non si può dare lidea di una persecuzione». IL LIBRO CHE VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE La rosa dell'Imam di Garau Marius editore - EMI - ANNO 1997 l'incontro spirituale fra un cristiano e un musulmano. Alla causa del dialogo interreligioso e a quella ancora più grande della pace e tolleranza tra i popoli e le culture, concorrono sì le tesi e gli incontri di studio, ma anche - e in misura non indifferente - le esperienze e le testimonianze. Come questo incontro tra un prete tunisino, di origine sarda, e l'imam di una grande moschea. Nelle pagine di una personale amicizia, tesa all'incontro con Dio pur chiamandolo con nomi diversi, possiamo trovare le tracce per quel cammino di fraternità universale che l'autore augura a tutti. |
LA NOTIZIA DI
OGGI 18 NOVEMBRE 2003 Presto
incontrerà il premier palestinese Abu Ala il libro consigliato. I fantasmi di Sharon. Il massacro dei palestinesi nei campi di Sabra e Shatila EDITRICE SINOS A CURA DI Stefania Limiti. Il massacro dei palestinesi nei campi di Sabra e Shatila, 16-18 settembre 1982
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la notizia di oggi 17 novembre 2003
I familiari delle vittime dell'attentato hanno affrontato stamane il riconoscimento delle salme. Fiori, messaggi e file al
Vittoriano il libro consigliato WACO - UNA STRAGE DI STATO AMERICANA di c.stagnaro - stampa alternativa - 2001. «I governanti del mondo di oggi sono così ossessionati dallidea di controllarci, di salvarci dalle nostre stesse cattive abitudini e dai nostri istinti primitivi, che non si fermeranno di fronte a nulla. Essi appartengono ad una nuova generazione di dittatori ideologici, gli Utopisti del Nuovo Ordine Mondiale. E nessuna utopia è completa senza i suoi gulag» (Vladimir Bukovski, dissidente russo, dallIntroduzione di C. Stagnaro, Waco. Una strage di stato americana). «Io non penso che il governo
degli Stati Uniti sia responsabile perché un gruppo di
fanatici religiosi ha deciso di suicidarsi». Così
mentì il soft male Bill Clinton, con la
coscienza ancora lorda di sangue, il 20 aprile 1993. Il
giorno prima 76 persone innocenti, tra cui 30 minorenni e
moltissimi bambini, bruciarono vive nella loro residenza
di Mount Carmel, presso la località di Waco, in Texas.
Ma come si arrivò realmente a questo agghiacciante
massacro che, in verità, non fu affatto un libero
suicidio? Ce lo racconta Carlo Stagnaro in questo
interessantissimo libro, pubblicato per la collana
Eretica di Stampa Alternativa (www.stampalternativa.it). Si tratta di uninchiesta
appassionata, documentata ed approfondita sulle vicende
che portarono alla terribile strage di stato del 1993. Dal 28 febbraio 1993 ha inizio
così un lungo assedio durato 51 giorni. Mount Carmel fu
circondata dalle forze di polizia di diversi enti
federali: oltre al BATF, la residenza dei Davidiani fu
accerchiata dalla Squadra per la liberazione degli
ostaggi (Hostage Rescue Team) dellFBI, benché
fosse chiaro a tutti che lì di ostaggi da liberare non
ce nerano, e lunica richiesta dei Davidiani
era di essere lasciati in pace. Di più: a Waco si fecero
vedere anche diversi esponenti della Delta
Force, il corpo militare delite degli Stati
Uniti che può agire solo su indicazione diretta del
Presidente. Stagnaro, citando numerosi giornalisti ed
intellettuali che si sono occupati del caso, ricostruisce
scrupolosamente gli eventi dellestenuante assedio,
ed il comportamento delle forze militari e di polizia che
boicottarono i tentativi di negoziazione. Daltra
parte una delle richieste di Koresh era che non fossero
cancellate le prove dellattacco criminale del 28
febbraio
Quel che è certo è che il 19 aprile 1993
ci fu lassalto finale. Ledificio di Mount
Carmel fu gasato in modo imponente: «Come minimo questo
si è tradotto nel fatto che i bambini e i neonati sono
stati torturati almeno dalle tre alle quattro ore» (John
Mica). E dopo sei ore dallinizio delle operazioni
scoppiò il rogo che fece perdere la vita a 76 Davidiani. Paolo Marcon
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LA NOTIZIA di oggi 15 novembre 2003 IRAQ - ABBATTUTI DUE ELICOTTERI E' STRAGE DI MILITARI AMERICANI - Collisione tra due Black Hawk provocata da un razzo: almeno 17 morti e 5 militari feriti. E' il più pesante attentato dalla fine del conflitto / IL LIBRO CONSIGLIATO. Bersaglio Iraq. Le verità che i media nascondono DI - Solomon Norman; Erlich Reese anno 2003 - Rizzoli. In questo libro aspro e polemico, Norman Solomon, analista politico, e Reese Erlich, giornalista con una lunga carriera da inviato e corrispondente, danno voce a quella parte - minoritaria - dell'opinione pubblica americana che si oppone alla guerra voluta dal governo Bush. "Bersaglio Iraq" esamina la realtà dei fatti che sta dietro gli argomenti a favore o contro l'invasione dell'Iraq per abbattere Saddam Hussein e dare stabilità alla regione, e illumina le tacite collusioni tra gli obiettivi e gli interessi dell'amministrazione Bush e le posizioni dei mass media americani. Invece di verificare le fonti e alla ricerca di notizie di prima mano, i giornalisti si limitano a riprodurre i bollettini forniti dal governo degli Stati Uniti e contribuiscono attivamente a legittimare l'uso della guerra, presentata come un'asettica opzione di politica internazionale invece che come una tragedia destinata ad abbattersi su un intero popolo e a seminare morte e distruzione. Mentre Norman Solomon analizza i vizi professionali e le omissioni dei media, e li esorta ad assumere di nuovo il ruolo di coscienza critica che avevano ai tempi del Vietnam, il reporter Reese Erlich percorre le strade di Baghdad, fa parlare gli iracheni, visita gli ospedali prostrati dall'embargo, racconta le conseguenze dell'uso di proiettili all'uranio impoverito durante la Guerra del Golfo, e analizza il peso del 'fattore petrolio' nelle decisioni americane. Il risultato è una ferma opposizione morale alla guerra: Saddam Hussein è un tiranno sanguinario, ma la guerra contro l'Iraq è una guerra contro un popolo già allo stremo. |
la notizia di oggi 15 novembre 2003 The Guardian scopre una prigione segreta
in Israele. Per palestinesi e libanesi il libro che vi consigliamo Guarire dalla tortura editore (Il Pensiero scientifico, Roma 2002) VITTIME E TESTIMONIdi Biagio Osvaldo Severini In questa intervista, pubblicata sul periodico Il Sannio, Anteo Di Napoli, Andrea Taviani ed Ettore Zerbino raccontano lesperienza di Medici contro la tortura, lassociazione che insieme ad AI ha curato il libro. Anteo Di Napoli, perché nasce lassociazione Medici contro la tortura? Purtroppo si è constatato che vi sono medici che impiegano in maniera aberrante le loro conoscenze, mettendole al servizio non della persona, bensì di un regime nella lotta contro la dissidenza: medici che partecipano alle esecuzioni capitali, alla tortura, che non prestano le cure necessarie ai prigionieri. Fortunatamente, esistono anche medici che operano in maniera umanitaria come voi! Già. Esistono medici che, dopo le numerose segnalazioni da parte di AI, hanno costituito organizzazioni finalizzate a prestare alle vittime le cure di cui necessitano per ricominciare il cammino della vita, che la tortura ha tentato brutalmente di spezzare. La nostra associazione, ad esempio, è stata costituita legalmente nel 1999 e - ci tengo a sottolinearlo - vive di contributi liberi... Quali sono le finalità di Medici contro la tortura? Fornire assistenza medica, psicologica e sociale alle vittime di tortura provenienti da qualsiasi paese del mondo. Più precisamente, ci prendiamo cura delle vittime della tortura; documentiamo e denunciamo la realtà attuale della tortura; sensibilizziamo lopinione pubblica, le forze sociali e quelle politiche sul problema della tortura; ci proponiamo di costituire uno o più centri di accoglienza e di riabilitazione per le vittime della tortura, in uno spirito di solidarietà. Come realizzate il vostro lavoro? La cura delle vittime di tortura è affidata a medici, psicologi, odontoiatri, fisioterapisti; poi, collaboriamo in rete con gli operatori che prestano assistenza legale. Questi interventi sono sufficienti per far guarire, come per incanto dalla tortura? Diciamo subito che non esistono i maghi della tortura. Il successo è la conseguenza soprattutto del clima di accoglienza e di condivisione che si riesce a creare intorno alla vittima. È questo clima che permette al soggetto di perdere il "sospiro della vittima". Il nostro dovere anche terapeutico è dare voce al silenzio e, se necessario, trovare anche le parole. Perché insisti su questo problema della lingua? Perché la tortura è una forma di violenza che è tanto più devastante, quanto più è incomunicabile; questa è la caratteristica che la rende assolutamente non confrontabile con alcuna esperienza traumatica. La persecuzione e la tortura vanno riconosciute come una specifica patologia "antropogena" . Andrea Taviani è il curatore di Guarire dalla tortura. Chi sono le vittime della tortura? Provengono dai paesi di diversi continenti, si confondono nella moltitudine degli immigrati, ma la loro diversità li rende ancor più vulnerabili. Sono vittime non della necessità economica, ma di una situazione ancor più brutale: sono rifugiati, perseguitati, scacciati da casa da una violenza che ha aggredito il loro corpo, e minaccia di intaccare il nocciolo della loro identità. Sono persone che si trovano in mezzo a noi e che, forse, incontriamo ogni giorno: luomo che pulisce i vetri dellauto, che vende il giornale e i fazzolettini di carta, la collaboratrice domestica, o anche professionisti che ricoprono posti di responsabilità. Le vittime della tortura sono persone sradicate, ma il loro sradicamento, prima di essere geografico e sociale, è intimo, spesso muto e segreto. Quasi sempre, perciò, la precondizione terapeutica consiste nel farlo affiorare non tanto alla coscienza (lo sradicamento è sempre ben cosciente), quanto al piano della comunicazione e della descrizione. Il fenomeno della tortura è molto diffuso? Quando la Sezione Italiana di AI incominciò a segnalarci alcuni casi, pensammo che il fenomeno fosse limitato a poche decine di persone presenti nel nostro paese e, per di più, nascoste, impossibilitate a farsi riconoscere come vittime della tortura. Lottimismo di noi figli del benessere ci rende miopi. Poi, abbiamo incominciato a contattare altre associazioni e abbiamo scoperto che la tortura è una delle regole del nostro mondo. Il vostro lavoro con le vittime della tortura è semplice, in Italia? Niente affatto. I nostri assistiti sono spesso "irregolari" sottoposti anche alla violenza burocratica. Quando qualcuna di queste vittime della tortura viene convocata dalle autorità per essere ascoltata, il suo dolore è tale da impedirle di esprimere il dramma che ha vissuto. E così non parla. Talmente forti sono le sue ragioni, che il silenzio ne diventa lunica espressione possibile. E così non viene riconosciuto come rifugiato. E il nostro intervento diventa, quindi, sempre più complesso. Come avete costruito liter del vostro intervento sulle vittime della tortura? Il nostro lavoro si è basato sullesperienza. Guarire dalla tortura è un libro di testimonianze, vi si ascoltano più voci. Vi sono anche panorami, visioni, teorie generali, ma il loro punto di partenza o il loro sbocco è sempre unimmagine, una testimonianza, unesperienza vissuta in prima persona. Gli autori raccontano i problemi con i quali si sono confrontati nel tentativo di guarire dalla tortura le vittime. Non ci sono state guide, perché nessun trattato di medicina affronta questo tipo di patologia. Al medico Ettore Zerbino chiediamo di chiarire la novità del lavoro con le vittime della tortura. Se diagnosticate e curate solamente, vi comportate, in fondo, come tutti gli altri medici... Certamente no. È molto significativo che la cura delle vittime sia stata intrapresa da medici soci di AI. Noi abbiamo capito che ci sono vittime per cause molte diverse e tra le varie cause cè la "violenza umana". Questa violenza è esercitata dallo stesso potere politico che sequestra e tortura e tiene segreta questa violenza che, perciò, è incontrollabile, invisibile, ma minaccia concretamente la libertà e la vita di tutti. La causa di queste vittime della tortura non è la fatalità, dunque, ma è un progetto perverso, è unintenzione anonima violenta, tollerata allinterno di quei poteri pubblici, che dovrebbero esercitare solo in modo imparziale lautorità della legge. Gli Stati militarizzati, quindi, i potentati economici, i mercanti di armi sono responsabili delle violenze che vengono realizzate contro i gruppi, le minoranze, i singoli? Non vi è dubbio alcuno su ciò. Il potere economico, militare, religioso o di atro tipo, quando diventa fazioso e vuole imporre e tutelare i propri interessi, "compra linformazione" e persuade lopinione pubblica che quella minoranza religiosa o quel gruppo etnico è composto da pericolosi nemici. In tal caso si può convincere i molti e spingerli a perseguitare coloro i quali sono segnati a dito, sono diventati un bersaglio della violenza collettiva Nel mondo moderno il meccanismo collettivo del far vittime è purtroppo vivo e virulento. Può risvegliarsi come razzismo ideologico (come il "nazismo revisionista" che serpeggia in Europa), ma può venire dissotterrato come arma segreta dai poteri militari che torturano in Turchia e in tutto il Medio Oriente, in Tunisia, in Sudan e altrove. Con lo stesso metodo che si è usato, e si continua ad usare, nelle repressioni contro la società civile in America Latina. Lesperienza del lavoro con AI è servita per assumere una visuale e un comportamento diverso e nuovo nei confronti del dolore e della vita in comunità? Ci ha persuasi che fare diagnosi, curare e fare appello alla coscienza civile sono aspetti di ununica pratica: unopera a cui non può mancare né scienza, né impegno morale, da parte di chi è convinto che la scienza e letica, in definitiva, trovano la loro coerenza solo se confluiscono in ununica ricerca. Guarire dalla tortura, presentato da Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di AI e chiuso dalle conclusioni di Ettore Masina, già presidente del Comitato per i diritti umani della Camera dei Deputati, è ricco di testimonianze e relazioni mediche illuminanti per la mente e la coscienza. La descrizione delle tecniche della tortura, con i suoi metodi, i suoi generi e i suoi diversi modi diventa importante per capire fino a che punto di crudeltà può arrivare "luomo, questo sconosciuto". Come sostengono gli autori, la tipologia delle violenze dimostra che la tortura viene inflitta per annientare la persona e che i regimi colpiscono anche a caso, per generare un diffuso senso di insicurezza, se non di vero e proprio terrore. E tutta questa galleria degli orrori non appartiene solo al passato remoto ma è uno strumentario che viene usato "tranquillamente" oggi. Grande merito degli autori è l'aver non solo aiutato le vittime ad uscire dall'abisso della sofferenza, ma anche di avere svelato, con queste pagine snelle e scorrevoli, l'esistenza di questa umanità sommersa, muta, anonima che scrive un'altra storia. La storia non dei vincitori, non dei documenti scritti, ma delle vittime. È la storia, ad esempio, di Gina Gatti, arrestata e torturata dalla polizia politica del dittatore cileno Augusto Pinochet. Le vittime, quando acquistano la voce, diventano testimoni "esperti in grado di smascherare i carnefici ed i meccanismi nazionali e sopranazionali che fanno della tortura un orrore clandestino quotidiano". La storia che ci appassiona è quella fatta, appunto, dagli "scarti", dagli indifesi, dai generosi, dagli uomini comuni.
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CIMITERO NUCLEARE IN
BASILICATA - PAESE IN RIVOLTA E BLOCCHI STRADALI - 14
novembre 2003 LIBRO DA LEGGERE : Il triangolo nucleare. India, Pakistan, Afghanistan. Geopolitica di una regione DI ALUNNI FAUSTO editore - DERIVI E APPRODI. Da cosa ha preso avvio l'"escalation" nucleare tra India e Pakistan che periodicamente riemerge tra le preoccupazioni di politica internazionale? Quali sono le ragioni storiche, economiche, politiche e geografiche di un conflitto che ha per contesa una regione dal nome Kashmir? Quali sono state le tappe politiche che hanno portato all'attuale situazione di precario equilibrio? Fausto Alunni risponde a questi interrogativi. E lo fa ripercorrendo i momenti salienti della storia del secolo scorso che hanno toccato quella regione. Un viaggio attraverso le risorse economiche, i confini geografici, gli orizzonti culturali che delimitano il passato e il presente di questi tre paesi. |