Padoa Schioppa continua lo smantellamento!


Regolamento del Ministero dell'Economia e delle Finanze: il Padoa Schioppa continua lo smantellamento!

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Nella riunione che si è tenuta il 9 gennaio 2008, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa Schioppa, ha illustrato, dal suo punto di vista, le ragioni della destrutturazione dell'intero Ministero, sia nelle sue articolazioni provinciali che in quelle centrali, compresa la riduzione del personale utilizzato in attività di supporto (SDAG, informatica, economati, ecc.).


Il quadro di riferimento non muta e il Regolamento sarà presentato il 18 gennaio 2008 al Consiglio dei Ministri per la definitiva approvazione, senza alcuna modifica.
Il pensiero del Ministro è stato molto chiaro: "condividere il progetto, finalizzato anche alla riduzione del deficit pubblico, e ci saranno aperture e condivisione delle scelte in fase di decreti attuativi".
Quindi, progetto e riduzione del deficit saranno pagate dai lavoratori del MEF e dai cittadini che vedranno sottratti i servizi finora forniti.


In modo sorprendente, molte organizzazioni sindacali presenti all'incontro, hanno modificato le loro posizioni e si sono dichiarate disponibili a discutere di chiusura degli uffici provinciali, in cambio di eventuali ed inutili modifiche del Regolamento però, concertate.
Hanno, inoltre, completamente taciuto sulla riduzione del personale di supporto e sul riordino dei dipartimenti centrali.


La RdB/CUB ha espresso, in coerenza con quanto da sempre sostenuto, la contrarietà al progetto di destrutturazione del Ministero dell'Economia e Finanze, dichiarando che metterà in campo tutte le iniziative possibili per contrastare questo progetto superfluo e di facciata, che porterà risparmi irrisori al bilancio dello Stato e penalizzerà, fortemente, utenza e dipendenti.
Lo schema di regolamento del MEF, infatti, prevede una ulteriore riduzione delle dotazioni organiche del personale non dirigente, pari al 10%.


Una ipotesi di "riforma" che non può essere condivisa e che non convince sia nel merito che nella ventilata intenzione di migliorare il funzionamento del MEF.
Mentre, per un verso, si sostiene di voler eliminare duplicazioni di funzioni, a partire da quelle di supporto, dall’altra, in modo malcelato, si ripropongono le stesse funzioni sotto diverso nome; si afferma che si ridurrà il numero dei dirigenti generali ma, ad una attenta analisi del regolamento proposto dal Ministro Tommaso Padoa Schioppa, risulta che il loro numero cresce e che la riduzione del personale dirigente è sostanzialmente una farsa (il fresco bando di concorso per 40 dirigenti di 2^ fascia, destinati al Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato per gli uffici centrali e periferici, è eclatante!); si dichiara il ridimensionamento delle consulenze esterne, invece le si incentiva, istituzionalizzandole mediante appalto; l’unica certezza sarà la riduzione del 10% del personale non dirigente, la chiusura di sedi e uffici, l'espulsione dei lavoratori dai processi produttivi e la contrazione dei servizi erogati sul territorio.


Inoltre, naufraga definitivamente la tanto decantata costruzione del "polo fiscale", prospettata come panacea per i lavoratori del Dipartimento delle Politiche Fiscali.
Ancora una volta, quindi, oltre al blocco delle assunzioni, a pagare in termini di maggior carico di lavoro e di incertezza sul futuro professionale, sono i lavoratori inquadrati nelle aree funzionali.
E' chiaro, infine, che il progetto di "riforma" del MEF non coinvolge solo i colleghi delle sedi provinciali del dicastero ma, nel momento attuativo, interesserà tutti i lavoratori, senza esclusione alcuna.

Occorre, quindi, opporsi e dire NO a questa idea di "principio" del Ministro che, se trovasse reale attuazione, costituirebbe un precedente pericoloso per tutto il comparto ministeri e per l'intero Pubblico Impiego.
Una "riforma" che deve essere contrastata ed impedita coinvolgendo tutti i lavoratori del Pubblico Impiego, in quanto rappresenta il modello di riferimento per la destrutturazione della Pubblica Amministrazione, per lo smantellamento generale dei servizi pubblici e per il ritiro progressivo dello Stato dai territori.