Contro
Alemanno e Rutelli, le due facce della stessa medaglia borghese UNIAMOCI PER
ROMA GOVERNATA DAL POPOLO E
AL SERVIZIO DEL POPOLO E
PER L'ITALIA UNITA, ROSSA E SOCIALISTA ASTIENITI! (diserta
le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco) DOCUMENTO
ELETTORALE DELLA
CELLULA DI ROMA "RIVOLUZIONE D'OTTOBRE" DELPARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANOIn occasione delle elezioni romane del
13-14 aprile per il rinnovo del Consiglio Comunale, del
Sindaco, dei Consigli Circoscrizionali e dei Presidenti
Circoscrizionali Il 13 e il 14 aprile gli elettori romani
sono chiamati alle urne per il rinnovo, oltre che della
Camera, del Senato, e del Consiglio Provinciale, anche
per quello del Consiglio Comunale, e per
lelezione diretta del Sindaco della Capitale
dItalia. 15 candidati alla carica di sindaco e 31
liste di aspiranti consiglieri a loro collegate. I principali candidati sono in realtà
soltanto due: da una parte, per il
centro-sinistra, lex Radicale, ex
Verdi, ex-Margherita e ora PD, nonché ex-Sindaco di Roma
Francesco Rutelli (noto per la sua vicinanza agli
ambienti vaticani), appoggiato anche dalla Sinistra
Arcobaleno; dallaltra, per il cosiddetto Popolo
delle Libertà, il fascista Gianni Alemanno, che aveva
già concorso, alle scorse elezioni, per la carica a
Sindaco. Nessuno dei pretendenti ha niente a che
spartire con la classe operaia e le masse popolari
romane. LA GIUNTA VELTRONICerto non merita di essere votata la
coalizione della sinistra borghese che
governa il Comune di Roma ininterrottamente da 13 anni e
il suo candidato filo-papista Francesco Rutelli, che pur
affermando di voler apportare importanti cambiamenti alla
città di Roma, nella realtà dei fatti si pone in linea
di continuità con la precedente giunta Veltroni di cui
facevano parte PRC, PdCI e Verdi. Il bilancio della giunta uscente è,
infatti, assolutamente negativo, perlomeno per quello che
concerne gli interessi dei lavoratori e delle masse
popolari; ben diversamente la pensano i padroni e gli
speculatori edilizi, che hanno tratto enormi vantaggi
dalla politica della precedente amministrazione, che ha
svenduto ai privati gran parte del patrimonio pubblico
come ospedali, asili nido e suolo pubblico. Per esempio,
lo scorso anno è stato formulato un piano ufficiale per
vendere tre grandi ospedali del centro storico: San
Giacomo, Regina Margherita e Forlanini; ciò vuol dire
che, aumentando il potere dei privati nella sanità, si
andrà sempre più verso il modello americano, dove nulla
è garantito per i cittadini che non possono pagare. Lobiettivo dichiarato di queste
liberalizzazioni era trovare nuove risorse finanziarie
per costruire altri ospedali in zona Montesacro anche se,
naturalmente, lapertura di nuovi centri ospedalieri
ancora non è stata effettuata. Roma si conferma poi la capitale delle
speculazioni edilizie, che stanno interessando negli
ultimi tempi quartieri come Ponte di Nona, Torrevecchia,
San Paolo, tanto per citarne alcuni, e che peggiorano le
condizioni di vita dei residenti e degradano
lambiente. La costruzione di centri commerciali,
super-alberghi, poli deccellenza e
centri per i congressi, ben lungi dal soddisfare le
esigenze materiali e culturali delle masse popolari,
comporta un innalzamento del costo della vita. Si pensi
proprio agli abitanti del quartiere San Paolo:
larrivo delle strutture dellUniversità di
Roma Tre, che evidentemente non andava costruita in un
quartiere di questo tipo, ha causato la chiusura delle
vecchie attività commerciali, che hanno lasciato spazio
unicamente a copisterie, librerie e pizzerie le quali
hanno creato dei cartelli per tenere artificiosamente
alti i prezzi. Il risultato finale è stato che il
quartiere ha cambiato totalmente volto e che, per fare la
spesa, si spende molto più di prima. Si pensi, poi, ai
disagi che causano le nuove costruzioni del gruppo
Caltagirone nel quartiere periferico di Tor di Nona, o
alla cementificazione edilizia di una buona parte del
Parco di Tor Tre Teste, o ancora alla tratta a pagamento
Roma-Latina, che verrà costruita senza che sia stata
portata a termine la valutazione di impatto ambientale
(difatti lopera deturperà ben due riserve
naturali), e che avrà il casello allaltezza di
Castel Romano, determinando così che a pagare saranno
solo i residenti (i cui pedaggi andranno a costituire il
70% degli introiti) e non i visitatori del Cinecittà
World e dellOutlet di Valmontone (due centri
commerciali). Va detto che la costruzione del Corridoio
poteva essere evitata utilizzando i soldi ad essa
destinati per il potenziamento delle linee ferroviarie
(già presenti ma poco sviluppate nella zona). La giunta uscente si è rivelata
insensibile alla questione abitativa; è simbolico il
fatto che mentre Veltroni annunciava, in Campidoglio, il
suo ritiro dalla carica di sindaco, nella piazza
sottostante veniva selvaggiamente caricato dalle
forze dellordine un corteo per il
diritto alla casa. Non a caso la stragrande maggioranza
delle case costruite a Roma negli ultimi anni sono di
carattere residenziale e non popolare; in poche parole
non sono aperte a tutti, ma solo a chi ha i soldi per
pagare gli affitti esorbitanti, o a chi è disposto a
sacrificare la maggior parte del suo salario o stipendio
per un mutuo e per laffitto. Stando ai dati del
2007, ogni settimana sono 200 le famiglie a Roma che si
rivolgono agli sportelli per lemergenza
abitativa, in ricerca urgente di una casa che,
però, costa sempre di più: nellultimo semestre
2007 i prezzi delle abitazioni hanno cominciato a calare
in quasi tutte le grandi città italiane, mentre a Roma
sono cresciuti del 10%. Come riconosciuto dal Dpef
comunale 2008-2010, dal 2000 i prezzi delle
abitazioni sono cresciuti di circa il doppio rispetto ai
redditi da lavoro, gli affitti di circa il
quadruplo. Il problema del lavoro è
senzaltro il più grande problema sul quale la
giunta uscente ha dimostrato ampiamente di aver fallito. A Roma è sempre più difficile trovare
un lavoro degno di questo nome, e anche se il livello di
occupazione sembra apparentemente in linea con quello del
resto dItalia (peraltro altissimo e
insopportabile), bisogna considerare che gran parte del
lavoro che cè è precario, sottopagato e
iperflessibile,soprattutto quello giovanile, ma non solo.
Il fenomeno è trasversale a tutti i settori produttivi. Roma è la Città dei Call Center e
delle agenzie del lavoro interinale per eccellenza. (Per
esempio quello dellazienda "ATESIA" è il
Call Center più grande dEuropa). Bisogna inoltre considerare la
regolarizzazione di parte di contratti di lavoro prima
sommersi e lodioso fenomeno, effetto anche della
legge 30, della costrizione allapertura della
Partita Iva per tanti lavoratori -molti giovanissimi- che
sembrano in questo modo occupati e liberi professionisti,
ma che in realtà sono reclutati da aziende che li
sfruttano fino al midollo il più delle volte senza
nemmeno riconoscere loro un fisso mensile. (Un esempio su
tutti:le agenzie immobiliari. Vi siete mai chiesti
perché, nonostante la crisi del settore, ci sia una
enorme offerta di lavoro sui giornali romani da parte di
agenzie, con allettanti offerte di stipendi fissi che si
scoprono essere poi solo rimborsi spese sul
maturato provviggionale? Proprio perché
questo tipo di contratti consentono un supersfruttamento
del lavoratore che però ufficialmente sembra essere un
occupato giovane imprenditore a tutti gli
effetti). Peraltro molti giovani non si iscrivono neanche
più alle liste di collocamento e non vengono quindi
conteggiati nel bilancio della politica occupazionale
della giunta uscente. Il fenomeno è molto diffuso, e non
solo a Roma. Non si può non dire anche che la giunta
Veltroni ha aperto la strada alla deriva
securitaria che ha caratterizzato
lultimo periodo dellagonizzante governo
Prodi. Il patto per Roma sicura,
fortunatamente andato in fumo, prevedeva la creazione di
quattro villaggi della solidarietà (leggasi:
lager) per il
concentramento di una parte dei rom che vive in
insediamenti abusivi; questa era la linea del Veltroni
sindaco, che probabilmente riproporrà a livello
nazionale qualora venga eletto presidente del consiglio.
E interessante notare come Veltroni, se nei
confronti dei migranti si poneva come un poliziotto,
tuttaltro atteggiamento ha assunto nei confronti
delle squadracce fasciste che hanno insanguinato le
strade di Roma sino ad oggi con intimidazioni, pestaggi e
aggressioni. Il democratico Walter, infatti,
si è impegnato in tutti i modi nello sdoganamento dei
fascisti a Roma, concedendo loro spazi (come il
cosiddetto Foro 753) o partecipando, e
addirittura intervenendo con un discorso da un podio su
cui troneggiava un simbolo fascista,
allinaugurazione delle loro associazioni (come
lAssociazione "Fratelli Mattei"). Altro problema che affligge Roma e che
nessuna giunta è finora riuscita a risolvere è quello
del trasporto pubblico. Lunica
soluzione che le giunte di
centro-sinistra sono riuscite a dare è stato
appaltare in gran parte ai privati il trasporto pubblico.
Con la gestione privata dei trasporti gli unici a
guadagnare sono i privati e gli unici a rimetterci sono i
cittadini: per ottenere il massimo profitto il privato è
spinto a risparmiare, con conseguente peggioramento del
servizio, e infatti i nuovi autobus, comprati
dallAtac solo pochi anni fa, già cadono a pezzi;
le attese alle fermate superano molto spesso i venti
minuti (per non parlare di quartieri come Ponte di Nona,
dove la viabilità è ulteriormente peggiorata con le
ultime costruzioni di Caltagirone e affiliati, e dove
quando si vede un autobus per strada si fa festa
);
il servizio notturno, unico caso in una capitale europea,
è pressoché inesistente. Per quello che riguarda la
metropolitana, è ridicolo che una città come Roma sia
servita da due sole linee; la terza linea, la famigerata
Metro C, è in costruzione da anni con relativo aumento
dei costi; infine, i vagoni della Metro B sono obsoleti e
pericolosi. Il traffico, uno dei più odiosi problemi che
affliggono Roma, non può essere battuto senza un serio
rilancio del trasporto pubblico; domeniche a
piedi e targhe alterne non costituiscono una seria
soluzione al problema. Noi pensiamo che il trasporto pubblico
urbano debba essere totalmente gratuito per i pensionati,
per i disabili e per spostamenti di studio o di lavoro. I PROGRAMMI DI RUTELLI E ALEMANNONel suo programma, il candidato sindaco
Rutelli, appoggiato dalla Sinistra arcobaleno, si pone in
continuità con le precedenti amministrazioni Veltroni e
ne esalta il lavoro svolto; parla di efficienza e di
modernità, ma non fa nessun accenno al protagonismo
delle masse popolari nel governo della città. Il primo punto del programma riguarda le
scuole; con il suo progetto Centoscuole egli vuole
edifici scolastici aperti non solo a studenti,
insegnanti, famiglie, ma ad attività culturali e
sociali, allassociazionismo, agli anziani. Dove
palestre e auditorium, biblioteche e computer siano
ricchezza per tutti; a parte il fatto che adesso
come adesso le scuole non sono assolutamente a
disposizione degli studenti, è molto probabile che
dicendo ricchezza per tutti Rutelli intenda
in realtà ricchezza per tutti
quelli che
vogliono lucrarci sopra; questo punto si ricollega
al progetto nazionale del PD di rendere la scuola
ostaggio e cespite di guadagno per le aziende private che
ne finanzieranno le attività. Poi il programma parla della questione
viabilità, promettendo solennemente il completamento
della mitica linea C e della linea B1 entro il 2011,
ossia tra soli tre anni. Sarà vero? Ai
posteri lardua sentenza. Ormai a corto di argomenti, Rutelli
rispolvera il tema (dal vago sapore mussoliniano)
dellorgoglio storico capitolino e promette
lapertura di nuovi centri culturali per far
diventare Roma la capitale mondiale della
creatività contemporanea (sic!). Per quel che riguarda ledilizia
popolare, Rutelli promette la costruzione di 10 000 nuovi
alloggi, che sono comunque insufficienti per la nostra
città. Leggendo il programma di Rutelli, ci si
accorge come le necessità materiali e culturali delle
masse popolari siano messe in secondo piano rispetto al
turismo, al commercio e allimmagine di città
moderna che Roma deve dare di sé. Il programma di Alemanno, per quanto
riguarda trasporti e edilizia popolare, è la copia
carbone di quello di Rutelli; in effetti i due programmi
sono molto simili, se non fosse per il fatto che quello
di Rutelli punta più sulla cultura (o, per
meglio dire, sullindustria della cultura), mentre
laltro, quello di Alemanno, punta più sulla
sicurezza (chiaramente non si parla di
sicurezza sul lavoro, ma di misure repressive mirate
principalmente contro rom, chiamati erroneamente
nomadi, e migranti). LA NOSTRA PROPOSTAA questa tornata elettorale partecipano
con liste anche diversi partiti che si definiscono
comunisti. Per noi, invece, i veri comunisti
e lelettorato di sinistra oggi non devono
partecipare al parlamento e ai consigli locali, ma devono
combattere le istituzioni borghesi dallesterno,
lottando per costruire i Comitati e le Assemblee
Popolari, che saranno il contraltare del potere borghese.
Valorizzando le tante esperienze di lotta popolare e di
democrazia diretta che hanno visto protagonisti comitati
di quartiere e collettivi studenteschi e di lavoratori.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni
quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi
le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle
elezioni, che si dichiarano anticapitalisti,
antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e
disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le
istituzioni borghesi, i governi centrale e locali
borghesi e il sistema capitalista e il suo regime. Ogni
Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato
popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre
attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare
cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati
popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare
nazionale. I Comitati popolari devono essere composti
dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati
delle masse anticapitaliste, antifasciste, astensioniste
fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato
revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari
territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin
dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in
maniera paritaria. Le formazioni politiche sedicenti
comuniste che di comunista non hanno un bel
nulla, partecipando alle istituzioni rappresentative
borghesi in questo momento storico nel quale le masse
popolari si astengono a milioni dimostrano di voler,
nella pratica, continuare a spargere il seme del
partecipazionismo elettorale borghese, coprendo a
sinistra le istituzioni e cercando di ingabbiare ancora
una volta i sinceri comunisti nellelettoralismo
borghese. La vera scelta non è dunque tra i
candidati in ballo della sinistra e della
destra del regime capitalista, neofascista,
presidenzialista e federalista, ma tra il capitalismo e i
partiti che lo sostengono, e il socialismo e lunico
partito autenticamente comunista che vuole realizzarlo in
Italia: il PMLI. Nel
capitalismo vige la legge del massimo profitto che spreme
come limoni gli operai e i lavoratori e non tiene di
conto gli interessi e le legittime aspirazioni delle
larghe masse popolari al lavoro, al benessere sociale,
alla salute, alla sicurezza sul lavoro, alle attività
culturali e ricreative. La politica è subordinata
alleconomia: "Governa chi ha il potere
economico e non chi elegge" ebbe a dire giustamente
Stalin. Questo è un valido motivo per non dare il
proprio voto ad una delle due coalizioni borghesi e a
nessun altro partito parlamentare. Nel socialismo cambieremo tutto. Dal
sistema economico alle istituzioni; dall'ordinamento
giuridico, giudiziario e militare all'istruzione.
Cancelleremo le differenze tra città e campagna, tra
lavoro manuale e lavoro intellettuale. La legge economica
fondamentale non sarà più quella della realizzazione
del massimo profitto, ma quella del massimo
soddisfacimento delle esigenze materiali, sociali e
culturali delle masse. Ognuno darà secondo le proprie
capacità e avrà secondo il proprio lavoro. Creeremo le
condizioni per eliminare le classi sociali e quindi
arrivare al comunismo in cui ciascuno darà secondo le
proprie possibilità e riceverà secondo i propri
bisogni, e ognuno potrà realizzare se stesso in tutta la
sua pienezza, senza alcuna disparità di sesso in tutti i
campi. Occorre schierarsi. O col capitalismo,
che è la società della borghesia, o col socialismo, che
è la società del proletariato e delle masse lavoratrici
e popolari. Il capitalismo si nutre di sfruttamento
dell'uomo sull'uomo e del sangue dei lavoratori. Ha
seminato e semina l'Italia di morti nelle guerre
imperialiste, come quelle in Iraq e in Afghanistan, e nei
luoghi di lavoro, come la strage degli operai della
ThyssenKrupp e di quelli di Molfetta e l'omicidio del
portuale di Genova. Il capitalismo è sostenuto da tutti
i partiti che sono in gara per le elezioni del 13 e 14
aprile per ottenere dei seggi parlamentari. Anche da
quelli che a parole si definiscono anticapitalisti e
persino comunisti. Perché non hanno il socialismo nel
loro programma e hanno da sempre combattuto il socialismo
realizzato da Lenin, Stalin e Mao. Chi è a favore del
capitalismo ha perciò un'ampia possibilità di scelta di
voto elettorale. Chi invece è a favore del socialismo ha
un'unica possibilità di scelta, quella di votare per il
PMLI, astenendosi. In base a considerazioni tattiche,
ciascuno può decidere di disertare le urne, oppure
annullare la scheda o lasciarla in bianco. Ci si può
astenere per motivi diversi e disparati, tutti legittimi
e efficaci, per esprimere il proprio dissenso verso i
partiti parlamentari, le istituzioni rappresentative
borghesi e il governo uscente. Ma l'astensionismo che fa
più male e lascia il segno più profondo è quello
espresso consapevolmente e apertamente come un voto dato
al PMLI e al socialismo. Noi siamo per Roma governata dal popolo e al servizio del popolo, ma ciò si può realizzare solo nel socialismo. Chi condivide la linea, la strategia e la tattica elettorale del PMLI si unisca subito ai marxisti-leninisti nelle Squadre di propaganda dell'astensionismo marxista-leninista, e insieme daremo colpi più duri e più devastanti al capitalismo, al regime e alle ingannatorie e oppressive istituzioni rappresentative borghesi colluse con la mafia, che ormai è parte integrante della classe dominante borghese, del sistema capitalistico e del loro Stato. Uniamoci per Roma governata dal popolo e
al servizio del popolo! Uniamoci contro Rutelli ed Alemanno, le
due facce della stessa medaglia borghese! Uniamoci
per battere la destra e la "sinistra" del
regime capitalista, neofascista, presidenzialista,
federalista e interventista! Uniamoci per lottare contro i piani di
Berlusconi e Veltroni della terza repubblica! Uniamoci per l'Italia unita, rossa e
socialista! Uniamoci per creare le istituzioni
rappresentative delle masse fautrici del socialismo! Asteniamoci disertando le urne,
annullando la scheda o lasciandola in bianco! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! Roma, 1 aprile 2008 |