Perchè
ho voluto selezionare proprio questo articolo ?
Presso molti, troppi
intellettuali .italiani, anche tra quelli
cosiddetti"di sinistra" ammettendo e non
concedendo che ancora nel nostro "Bel
paese" (si fa per dire) una sinistra vi
sia, la propaganda di guerra .
dell´amministrazione americana ,cioè una massa di
notizie quasi sempre completamente
false o tendenziose ,riesce ancora oggi a fare breccia, e
che sorte di breccia,aumentandone il grado di confusione
generale. Propinate ad arte attraverso i media italiani
che ,in modo totalmente acritico ,anzichéaccusare di
falsità chi si serve della stampa americana per
diffondere schemi logici artefattiallo scopo di
influenzare l´opinione pubblica mondiale, le
notizie in arrivo da noi riportano
spesso tali falsi per veri in una logica
davvero criminale (di uso criminale)della
.comunicazione.E cosi nasce l´esigenza , per tutti
credo,se siamo intellettualmente onesti,di documentarci
da fontiAttendibili, prima di formulare i nostri giudizi
rispetto a ciò che accade; ne va terribilmente di mezzo
,se non lo facciamo,.( cioè se continuiamo a
prendere come base di fondo delle
nostre prese di posizione e delle nostre opinioni,
notizie provenienti da settori della stampa
italiana o dai tg quanto meno ammaestrati ad .
essere perfettamente "allineati e
coperti".); dicevo, ne va Purtroppo di mezzo la
credibilità delle nostre stesse
asserzioni e comunque la loro oggettività nelsenso
preciso del riscontro con i fatti.. .. .Una
informazione sana è tanto più importante .se si
considera che diMezzo c´è la possibilità di una
comprensioneEffettiva di fenomeni odierni
importantissimi, che vannoDalle vere cause della guerra
preventiva , al terrorismo, agli attentati... ai
rapimenti con uccisione o decapitazione
di ostaggi ,etc .. etc..... e,
per restare nel cortile di casa ,basta
citare andando un pò a ritroso, Genova, Bolzaneto
, le ferite ,i pestaggi ,la morte..... e le
falsità che hanno prevalso prima ,durante e
dopo...... nonostante le migliaia di testimoni.
.Dunque ,la fondatezza o meno delle opinioni che gli
intellettuali si formano intorno alle cose dipende in
primo luogo dalla attendibilità delle fonti cui essi
attingono e questa .operazione, a sua volta dipende dalla
loro capacità di discernimento ,cioè di intuito
anche che, fra tonnellate di analisi spazzatura ,fa
selezionare e ritenere quel poco che è
valido.
PIERO
RIZZO.
La guerra
americana per il dominio globale
Michel
Chossudovsky, CRG, Nuovi Mondi Media
18 aprile 2004 -
Siamo nella congiuntura della più grave crisi nella
storia moderna.
L'amministrazione Bush si è imbarcata in un'avventura
militare che
minaccia il futuro dell'umanità. Le guerre in
Afghanistan ed Iraq fanno
parte di una più ampia agenda militare che venne
lanciata alla fine della
Guerra Fredda. L'agenda di guerra in corso è una
continuazione della
Guerra del Golfo e delle guerre della NATO in Jugoslavia
(1991-2001).
Anche il periodo successivo alla Guerra Fredda è stato
segnato da
numerose operazioni segrete di intelligence all'interno
dell'ex Unione Sovietica
che furono strumentali nello scatenare guerre civili in
diverse delle ex
repubbliche, comprese la Cecenia (nella Federazione
Russa), la Georgia e
l'Azerbaijan. Nell'ultima, tali operazioni segrete furono
lanciate con la
prospettiva di rendere sicuro il controllo strategico sui
corridoi delle
pipeline del petrolio e del gas.
Le operazioni militari e di intelligence USA post Guerra
Fredda furono
condotte in stretto coordinamento con le "riforme di
libero mercato"
imposte sotto la tutela dell'FMI in Europa orientale,
nell'ex Unione Sovietica e
nei Balcani, che risultarono nella destabilizzazione
delle economie
nazionali e nell'impoverimento di milioni di persone.
I programmi di privatizzazione patrocinati in questi
paesi dalla Banca
Mondiale permisero al capitale occidentale di acquisire
la proprietà e
di guadagnare il controllo di una grande parte
dell'economia nei paesi
dell'ex blocco orientale. Questo processo è anche alla
base delle fusioni e/o
scalate strategiche nelle industrie petrolifere e del gas
ex sovietiche
da parte di potenti conglomerate occidentali, attraverso
pratiche di
manipolazione e corruzione politica.
In altre parole, ciò che è in gioco nella guerra degli
USA è la ricolonizzazione
di una vasta regione che si estende dai Balcani all'Asia
centrale.
Lo spiegamento della macchina da guerra americana ha lo
scopo di
allargare la sfera di influenza economica dell'America.
Gli USA hanno instaurato
una presenza militare permanente non soltanto in Iraq ed
Afghanistan, hanno
basi militari in diverse delle ex repubbliche sovietiche
alla frontiera
occidentale della Cina. A sua volta, dal 1999, vi è
stato un incremento
della presenza militare nel Mar Cinese Meridionale.
La guerra e la globalizzazione procedono assieme.
La militarizzazione sorregge la conquista di nuove
frontiere
economiche e l'imposizione mondiale del "libero
mercato".
La prossima fase della guerra
L'amministrazione Bush ha già identificato la Siria come
il prossimo
stadio della "mappa di guerra". Il
bombardamento di presunte 'basi terroriste
in Siria da parte dell'aeronautica israeliana in ottobre
era intesa a
fornire una giustificazione per un successivo intervento
militare preventivo.
Ariel Sharon ha lanciato gli attacchi con l'approvazione
di Donald Rumsfeld.
(V. Gordon Thomas, Global Outlook, No. 6, Winter 2004)
Tale programmata estensione della guerra alla Siria ha
serie implicazioni.
Significa che Israele diventa un importante attore
militare nella guerra
USA ed anche un membro 'ufficiale della coalizione
angloamericana.
Il Pentagono vede il 'controllo territorialè della
Siria, che costituisce un
ponte di terra tra Israele e l'Iraq occupato, come
'strategico da una
prospettiva militare ed economica. Esso costituisce anche
un modo per
controllare il confine iracheno e piegare il flusso di
combattenti
volontari che vanno a Baghdad per unirsi al movimento di
resistenza iracheno.
Tale allargamento del teatro di guerra è conforme al
piano di Ariel Sharon
di costruire un 'Grande Israelè "sulle rovine del
nazionalismo palestinese".
Mentre Israele cerca di estendere il proprio dominio
territoriale verso
il fiume Eufrate, con aree designate per insediamenti
giudei in terra
siriana, i palestinesi vengono imprigionati a Gaza e
nella West Bank dietro un
'Muro dell'apartheid'.
Nel frattempo, il Congresso USA ha rafforzato le sanzioni
economiche
contro Libia ed Iran. Washington accenna anche alla
necessità di un 'cambio di
regimè in Arabia Saudita. Stanno aumentando le pressioni
politiche in
Turchia.
Dunque, la guerra potrebbe veramente propagarsi ad una
regione molto più
ampia che si estende dal Mediterraneo orientale al
subcontinente indiano
ed alla frontiera occidentale della Cina.
L'utilizzo "preventivo" di armi nucleari
Washington ha adottato una
politica nucleare "preventiva" di primo colpo
che ha ora ricevuto l'approvazione del Congresso.
Le armi nucleari non sono più un'arma di ultima istanza
come durante l'era della Guerra Fredda.
Gli USA, la Gran Bretagna ed Israele hanno una politica
coordinata delle armi nucleari.
Le testate nucleari israeliane sono puntate sulle
principali città del Medio Oriente.
I governi dei tre paesi hanno tranquillamente dichiarato
apertamente, prima della guerra in Iraq,
che sono pronti ad usare armi nucleari "se vengono
attaccati" con le cd "armi di distruzione di
massa".
Israele e la quinta potenza nucleare al mondo. I
l suo arsenale nucleare è più avanzato di quello della
Gran Bretagna.
Appena poche settimane dopo l'arrivo dei marines USA a
Baghdad,
la Commissione Forze Armate del Senato USA ha dato luce
verde al Pentagono
per lo sviluppo di una nuova bomba atomica tattica da
essere usata in teatri di guerra
convenzionali, "con un carico [di fino a] sei volte
più potente della bomba di Hiroshima".
In seguito alla decisione del Senato il Pentagono ha
ridefinito i particolari della sua agenda
nucleare in una riunione segreta con importanti dirigenti
dell'industria nucleare
e del complesso militare-industriale tenuta al QG del
Comando Centrale alla base aerea di Offutt in Nebraska.
La riunione si è tenuta il 6 agosto, il giorno in cui 58
anni fa venne
sganciata su Hiroshima la prima bomba atomica.
La nuova politica nucleare coinvolge esplicitamente nel
processo decisionale
i grandi fornitori della difesa. E' equivalente alla
"privatizzazione" della
guerra atomica. Le aziende non soltanto mietono profitti
multimiliardari
dalla produzione di bombe atomiche, ma hanno anche una
voce in capitolo
nello stabilire l'agenda che riguarda l'utilizzo e lo
spiegamento delle
armi nucleari.
Nel frattempo, il Pentagono ha scatenato una grande
campagna di propaganda e
pubbliche relazioni incentrata a sostenere l'uso delle
armi atomiche per
la "difesa del territorio americano".
Pienamente appoggiate dal Congresso USA, le miniatomiche
vengono considerate
essere "sicure per i civili".
Questa nuova generazione di armi nucleari è messa in
lista per venire utilizzata
nella prossima fase di questa guerra, in "teatri di
guerra convenzionali"
(cioè nel Medio Oriente ed in Asia Centrale) assieme
alle armi convenzionali.
Nel dicembre del 2003 il Congresso USA ha stanziato 6,3
miliardi di dollari
solamente per il 2004 per lo sviluppo di questa nuova
generazione di armi
nucleari "difensive".
Il bilancio annuale totale della difesa è dell'ordine di
400 miliardi di dollari,
approssimativamente la stessa grandezza del PIL della
Federazione
Russa.
Mentre non vi sono prove certe dell'uso di miniatomiche
nei teatri di
guerra iracheno ed afgano, i test condotti dall'Uranium
Medical Research Center
(UMRC) canadese in Afghanistan confermano che le
radiazioni tossiche
registrate non sono attribuibili alle munizioni ad uranio
impoverito (DU)
di 'metallo pesante', ma ad un'altra forma non
identificata di contaminazione
da uranio: "erano stati usati alcuni tipi di armi
all'uranio (...)
I risultati sono stati sorprendenti: i donatori
presentavano concentrazioni
di isotopi di uranio tossico e radioattivo tra 100 e 400
volte maggiori
che tra i veterani della Guerra del Golfo controllati nel
1999". www.umrc.net
La pianificazione della guerra
La guerra all'Iraq è stata pianificata almeno dalla
metà degli anni '90.
Un documento della sicurezza nazionale
dell'amministrazione Clinton
dichiarava abbastanza chiaramente che l'obiettivo della
guerra era il
petrolio. Un ininterrotto, sicuro accesso al petrolio
"per proteggere gli Stati Uniti".
Nel settembre del 2000, pochi mesi prima dell'arrivo di
George W. Bush
alla Casa Bianca, il Project for a New American Century
(PNAC) pubblicava il
suo piano per il dominio globale dal titolo
"Rebuilding America's Defenses."
Il PNAC è un istituto neoconservatore collegato alle
istituzioni della difesa
e dei servizi segreti, al partito repubblicano ed al
potente Council on Foreign Relations
(CFR), che gioca un ruolo dietro le scene nella
formulazione della politica estera USA.
L'obiettivo dichiarato del PNAC è molto semplice:
"Combattere e vincere
decisivamente in multipli, simultanei teatri di
guerra".
Tale dichiarazione indica che gli USA progettano di
essere coinvolti
simultaneamente in diversi teatri di guerra in differenti
regioni del mondo.
Il vicesegretario della difesa Paul Wolfowitz, il
segretario della difesa
Donald Rumsfeld ed il vicepresidente Dick Cheney avevano
commissionato
il progetto del PNAC prima delle elezioni presidenziali.
Il PNAC delinea una mappa per la conquista. Esso chiede
la "imposizione
diretta di basi avanzate USA attraverso l'Asia centrale
ed il medio Oriente"
con lo sguardo ad assicurare il dominio economico del
mondo, strangolando
tutti i potenziali "rivali" od ogni possibile
alternativa alla concezione americana
di economia di "libero mercato". (V. Chris
Floyd, Bush' Crusade for empire
, Global Outlook, No. 6, 2003)
Il ruolo degli "eventi produttivi di numerose
vittime"
Il piano del PNAC delinea anche una corrispondente
struttura di propaganda
di guerra. Un anno prima dell'11/9, il PNAC invocava
"un evento catastrofico
e catalizzante, tipo una nuova Pearl Harbor", che
sarebbe servito a galvanizzare
l'opinione pubblica degli USA a sostegno dell'agenda di
guerra.
(V. http://www.globalresearch.ca/articles/NAC304A.html
Pare che gli architetti del PNAC abbiano anticipato con
cinica precisione
l'uso degli attentati dell'11 settembre come "un
incidente a pretesto
per la guerra".
Il riferimento del PNAC ad "un evento catastrofico e
catalizzante"echeggia
una simile dichiarazione di David Rockefeller al
Consiglio Economico
delle Nazioni Unite del 1994: "Siamo sull'orlo di
una trasformazione globale.
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la giusta grande
crisi e le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine
Mondiale".
Simili le parole di Zbigniew Brzezinski nel suo libro
'The Grand Chessboard':
"Si potrebbe trovare più difficile costruire un
consenso sulle materie di politica estera [in America],
eccetto in circostanze di una minaccia esterna diretta
veramente enorme e ampiamente avvertita".
Zbigniew Brzezinski, che era Consigliere per la Sicurezza
Nazionale del
presidente Jimmy Carter è stato uno degli architetti
chiave della rete di Al Qaeda,
creata dalla CIA all'inizio della guerra sovietico-afgana
(1979-1989).
L'"evento catastrofico e catalizzante", come
dichiarato dal PNAC,
è una parte integrante della pianificazione
militare-intelligence USA.
Il generale Franks, che ha guidato la campagna militare
in Iraq, ha recentemente
rilevato (ottobre 2003) al ruolo di un "evento
produttivo di numerose vittime"
per trovare sostegno all'imposizione di un governo
militare in America.
(V. General Tommy Franks calls for Repeal of US
Constitution,
November 2003, http://www.globalresearch.ca/articles/EDW311A.html
.
Franks identifica lo scenario preciso con il quale verrà
istituito il governo militare:
"[avverrà] un fatto di terrorismo produttivo di
numerose vittime da qualche parte
nel mondo occidentale - potrebbe essere negli StatiUniti
d'America -
che provoca la messa in discussione della nostra
Costituzione da parte della nostra
popolazione e l'inizio della militarizzazione del nostro
paese per evitare che si ripeta un altro
evento produttivo di numerose vittime". (Ibid)
Questa dichiarazione da parte di un individuo che è
stato attivamente coinvolto
nella pianificazione militare e di intelligence ai più
alti livelli suggerisce che
la "militarizzazione del nostro paese" è
un'ipotesi operativa in corso.
E' parte del più vasto "consenso di
Washington".
Identifica la "roadmap" di guerra
dell'amministrazione Bush e la "Homeland
Defense.". Non vi è bisogno di dire che è anche
una parte integrale dell'agenda neoliberista.
Il "fatto di terrorismo produttivo di numerose
vittime" viene presentato
dal generale Franks come un punto di svolta politico
cruciale. Le risultanti
crisi ed agitazioni sociali sono intese a facilitare un
importante spostamento
nelle strutture politiche, sociali ed istituzionali degli
USA.
La dichiarazione del generale Franks riflette il consenso
dei militari USA
su come i fatti dovrebbero dispiegarsi. La "guerra
al terrorismo"
deve fornire la giustificazione per revocare il governo
della legge,
in definitiva con la prospettiva "preservare le
libertà civili".
L'intervista di Franks suggerisce che un attacco
terroristico patrocinato da
al Qaeda verrà utilizzato come un "meccanismo a
grilletto" per un colpo
di stato militare in America. L'"evento tipo Pearl
Harbor" del PNAC verrebbe
usato come giustificazione per dichiarare lo stato
d'emergenza che
porta alla costituzione di un governo militare.
Sotto molti aspetti, negli USA la militarizzazione delle
istituzioni civili
dello stato è già in funzione sotto la facciata di una
democrazia fasulla.
La propaganda di guerra
In seguito agli attentati dell'11 settembre al World
Trade Center,
il segretario alla difesa Donald Rumsfeld ha creato
l'Office of Strategic Influence (OSI),
o "Ufficio della disinformazione", come è
stato etichettato dai suoi critici:
"Il Dipartimento della Difesa ha detto che hanno
bisogno di farlo,
e stavano realmente per impiantare notizie false in paesi
stranieri,
come sforzo per influenzare l'opinione pubblica mondiale.
(Intervista con Steve Adubato, Fox News, 26 dicembre
2002.)
All'improvviso l'OSI venne formalmente sciolto in seguito
alle pressioni politiche
ed a "fastidiose" notizie dei media che
"il suo scopo era di mentire deliberatamente
per portare avanti gli interessi americani".
(Air Force Magazine, gennaio 2003, enfasi aggiunta)
"Rumsfeld rinunciò e
disse che ciò era imbarazzante". (Adubato, op. cit.
enfasi aggiunta)
Nondimeno, nonostante questa rinuncia apparente, la
orwelliana campagna di
disinformazione del Pentagono rimane funzionalmente
intatta: "Il segretario
della difesa su questo non è particolarmente esplicito.
La disinformazione
nella propaganda militare fa parte della guerra".
(Ibid)
Più tardi, in una intervista con la stampa Rumsfeld
confermò che, sebbene
nominalmente l'OSI non esista più, le "funzioni
previste per l'Ufficio
vengono svolte". (Citato in Federation of American
Scientists (FAS)
Secrecy
News, http://www.fas.org/sgp/news/secrecy/2002/11/112702
.html , l'intervista di Rumsfeld si può consultare a:
http://www.fas.org/sgp/news/2002/11/dod111802.html
.
Molte agenzie governative ed unità dei servizi segreti,
con collegamenti
al Pentagono, rimangono attivamente coinvolte in varie
componenti della
campagna di propaganda. La realtà viene rivoltata. Le
azioni di guerra
vengono sbandierate come "interventi umanitari"
ingranati per il "cambio
di regime" ed il "ripristino della
democrazia". L'occupazione militare e
l'uccisione di civili sono presentate come
"mantenimento della pace". La
deroga alle libertà civili, nel contesto della cd
"legislazione antiterrorismo",
viene dipinta come un mezzo per fornire la
"sicurezza interna" e sostenere i diritti
civili.
Chi è Michel Chossudovsky
Michel Chossudovsky è professore di economia
all'università di Ottawa. Ha tenuto lezioni e conferenze
presso
Università in Europa occidentale, america latina e
l'Asia sudorientale.
Ha svolto funzioni di consigliere economico per governi
di paesi in via di sviluppo e per numerose organizzazioni
internazionali compreso il programma di sviluppo di
Nazioni Unite (UNDP), la Banca di sviluppo africana,
l'istituto africano delle Nazioni Unite per sviluppo
economico e la progettazione (AIEDEP), il fondo monetario
della popolazione delle Nazioni Unite (UNFPA),
l'organizzazione internazionale del Lavoro (ILO),
l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), la
Commissione economica delle Nazioni Unite per l'america
latina ed i Caraibi (ECLAC). Chossudovsky è presidente
dell'associazione canadese degli studi dei Caraibi e
dell'America latina. ? membro di un certo numero di
organismi di ricerca compreso il comitato della riforma
monetaria ed economica (COMER), la vigilanza geopolitica
della droga (OGD) e del Consiglio internazionale di
salute della gente (IPHC).
Chossudovsky ha partecipato a molte tribune
internazionali sui Balcani, indicando il ruolo criminale
del cosiddetto esercito di liberazione del Kosovo, dei
relativi legami con gli STATI UNITI, i servizi segreti
tedeschi e la NATO.
Dietro le quinte degli interventi in Bosnia, Cecenia,
Kosovo, Afghanistan, Kashmir, Chossudovsky ricostruisce
una trama sottile di interessi privati che mirano, in
realtà, a estendere il sistema del mercato globale
aprendo nuove frontiere economiche ai capitali
statunitensi e alimentando la crescita del complesso
militare-industriale americano.
Con precisione meticolosa, l'autore ci mette in guardia
sui prevedibili sviluppi dell'attuale politica estera
americano, dove veri e propri atti di guerra sono
annunciati come interventi umanitari; l'occupazione
militare e l'uccisione di civili diventano operazioni di
peacekeeping e persino la revoca di alcune libertà
civili è vista come un mezzo indispensabile per
assicurare la sicurezza interna. [Guerra e
globalizzazione, Le verità dietro l'11 settembre e la
nuova politica americana; EGA editrice]
Michel Chossudovsky is the author of the international
best-seller "The Globalisation of Poverty"
published in eleven languares.
Chossudovsky collabora con Le Monde diplomatique, Thirld
World Resurgence and Covert Action Quarterly.
http://www.libreriaislamica.it
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