CATENA DI SAN
LIBERO - di
riccardo orioles
Luglio. La giovanissima rumena che, non avendo
i mezzi per vivere, si
prostituisce dietro un cespuglio. Il suo bambino, nato da
undici
giorni, che piange nella carrozzina mentre lei soddisfa
l'anziano
cliente. L'altra giovanissima, dietro le lamiere della
baracca, che le
da' una mano col piccolo e dorme con lei e lui su dei
cartoni al
Collatino, e adesso si sta guadagnando qualcosa con un
cliente pure lui
sui diciott'anni. "Non ho come dargli da
mangiare". "Non ho a chi
affidarlo quando mi prostituisco". E mentre tutto
questo accadeva, i
governi si litigavano e la gente andava in vacanza.
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Ma chi ha governato davvero, in questi anni? Chi e' il
responsabile,
bene o male, di tutto cio' che e' successo? L'asse
Treviso-Brianza. I
partiti moderni non sono piu' politici, ma propriamente
"marxisti":
rappresentano cioe' direttamente classi e ceti sociali,
senza
mediazioni. Un manager del Settore Vendite cosi' puo'
diventare subito
SegrOrg del Partito e un fiscalista di lusso
superministro
dell'economia. E questo era Tremonti. Dietro di lui non
c'era
un'anodina maggioranza parlamentare ma tutto un brulicare
di
imprenditori recenti, padroncini, cumenda, fazo-tuto-mi,
commercialisti, lavoratori, evasori, gente che due
generazioni fa
metteva ancora i soldi sotto al materasso. Hanno rifatto,
materialmente, Conegliano Veneto o Carate Brianza, e
dunque sono
convinti di aver rifatto il paese. Negli anni della
ricostruzione, i
Cinquanta e i Sessanta (quelli in cui si decideva se
l'Italia stava con
l'Inghilterra o col Portogallo), loro non c'erano oppure
andavano
ancora giro a cantare nei night o a vendere saponette. Ne
hanno un'idea
terrificante e mitica, di un communismo feroce con in
piu' il papa e
Andreotti.
"Roma ladrona", ma in realta', senza dirlo, e'
pure Venezia ladrona,
pure Milano, tutti i luoghi in cui ci sono edifici
inutili (non case,
non capannoni) e c'e' gente che chiacchiera di cose come
la qualita'
della vita e la cultura. La cultura e' il geometra a
diciott'anni e poi
via in azienda. La vita e' lavorare piu', ogni tanto, la
figa di Moana
Pozzi. Tutto il resto e' poesia, e una forma
particolarmente pericolosa
di poesia sono le tasse. Che tanto se le mangiano, che
tanto si sa a
cosa servono, che tanto tutto cio' che mi serve me lo
produco io.
Tutto questo e' finito, in un finesettimana molto caldo
di luglio, con
Tremonti che si alzava dal tavolo e se ne andava con
stile.
"Io volevo diminuire le tasse". Gia'. E io
volevo toglierle del tutto,
le tasse, mandare a casa tutti quei pelandroni, mettere
una buona meta
sul prezzo del pane e dar finalmente mano libera al
governatore in
carrozza: "vidit Ferrer". Mezza Italia, la piu'
ricca, e' a questo
livello qua e (l'altra meta', quella non manzoniana?
Lasciamo andare).
Non e' strano che Tremonti ci sia stato, e' strano che
non sia durato
piu' a lungo.
L'Europa s'e' fatta due volte, finora. Una nel
dopoguerra, alcuni paesi
si sono ricostruiti e altri no. E una negli anni
Sessanta, alla fine
dei due secoli industriali, Barcelona ad esempio e'
sopravvissuta e
Birmingham e' andata a fondo. Questa e' la terza volta, e
le etichette
non contano, conta l'economia. Abbiamo i polacchi alle
costole, e gia'
siamo stati spolpati dai coreani. Dobbiamo abbandonare la
giungla, fare
il salto. Sul costone, pero', c'e' spazio solo per pochi
e gia'
tedeschi, francesi e inglesi ci stanno stretti.
Va bene: respirare profondo, una decina di metri di
rincorsa e via.
Solo che in tutto questo non c'entrano niente il Veneto
dei padroncini
e la Brianza.
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Quali sono le due nazioni d'Europa in cui le donne
contano -
politicamente - di piu'? Spagna e Sardegna. Carta canta:
meta' dei
ministri (o degli assessori) la' sono donne.
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Tolleranza zero per i ragazzi dei motorini. Vieni qua,
tu. Fa' vedere
il patentino - ah ah! Non hai pagato... Ma chi ti credi
di essere,
Tanzi?
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Quando e' morto Carlo Giuliani? Nel 2000? Ad Avola, nel
68? Nel
settantasei? Non me lo ricordo piu'. Non se ne parla piu'
- d'altronde,
se ne parlava ben poco, di ragazzi cosi', anche a quei
tempi. Franco
Seratini, a Pisa, che vene ucciso a botte prima in piazza
e poi in
carcere (cos'era, il 75) dopo aver contestato un comizio
dei fasci.
Aveva una gran massa di capelli neri, sulla copertina del
libro di
Stajano, era un senza-famiglia ed era anarchico sardo. Mi
pare che
avesse diciannnove anni. Allora non si metteva
"Franco Serantini,
ragazzo". Si fischiava sommessamente
l'internazionale e poi qualcuno
dava lo sloga.
"Franco-e'-vivo-e-lotta-insieme-a-noi".
Col cazzo. Non era vivo affatto, era sotto due metri di
terra coi suoi
riccetti diciannovenni e la sua anarchia. E noi non
lottavamo - non
piu' - ma recitavamo la lotta. Campavamo. Come da mondo
e' mondo. C'era
il vecchio avvocato compagno e ebreo che era un
personaggio importante,
uno di quelli che avevano fatto la Costituzione.
"Quest'ansia di
giustizia, anzi oseremmo dire di vendetta giuridicamente
sanzionata che
ci brucia dentro...". Bruciava si'. Brillava, dentro
le palpebre dei
compagni. Eppure. Eppure ora siamo qui, chi a fare il
giornalista
perbene, chi il professionista di successo, chi il
ministro di
Berlusconi. I piu' fortunati, come me, a fare i
giardinetti. Ma se ci
aveste visto allora. Quando non eravamo cambiati.
Com'e' possibile che dal corpaccione di quel compagno
grasso, quello
che scappava ansimando davanti ai poliziotti, sia venuto
fuori quello
spietato cortigiano, quel Ferrara? E quand'e' che quel
sorrisino saputo
- da compagno furbetto, da ragazzo - s'e' trasformato in
quel sorriso
utile da manager, da public relation, da Gad Lerner?
Berlusconi, a quel
tempo, cantava nelle terze classi delle navi: un italiano
affamato, un
predatore innocente come gli altri.
Il tempo appesantiva tutti quanti, un fast rewind
stridente e poi di
nuovo f-forward ce li mostrano tutti, a scatti buffi,
come sono stati.
Fermi e giovani, restano soltanto i ragazzi morti.
"Figli
dell'officina/ E figli della terra/ Gia' l'ora
s'avvicina/ della piu'
giusta guerra...". Cantarono questa canzone ai
funerali di Serantini,
bandiere rosse e nere e il verde degli alberi, due
generazioni fa. Per
Carlo c'e' stata una bandiera romanista e quella scritta
in piazza
Alimonda, sopravvissuta molto piu' a lungo (poiche' non
sporcava) delle
sue macchie di sangue, che invece furono pulite quasi
subito. E poi
ritorni a casa, dibattiti, giornalisti, esperti,
poliziotti, compagni,
problematiche giovanili e fasi del movimento. E mentre
ciascuno di
questi esseri umani effettua ciascuna di quelle attivita'
che
l'occasione richiede - ciascuno assolutamente in
buonafede, come da dna
molto profondo - il tempo insensibilmente li pialla, li
sposta su un
lato estraneo, quello in cui cio' che succede ormai e'
accaduto e non
resta da fare altro che raccontarlo.
Mentre il ragazzo Franco, o Carlo, o il contadino
Vittorio a Sciacca o
l'altro che si chiamava Ramon nel trentasei o - rewind,
rewind -
magari Spartacus chissa' quando, ciascuno di questi
ragazzi e' rimasto
infinito la', col tempo che era tutto un futuro
velocissimo e reale e
in quel momento preciso s'e' congelato. No, non lotta
insieme a noi.
Siamo noi soli che lottiamo, e contro cose impalpabili
che, quando
eravamo Carlo e Franco, non avevamo mai immaginato.
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Indymedia wrote:
< Alcuni dei processi relativi ai fatti del luglio
2001 stanno entrando
ora in fasi cruciali. Indymedia ha partecipato e
partecipa tuttora
all'evolversi di quel processo politico di piazza che ha
segnato e
segnera' ancora profondamente molte esistenze. Una
partecipazione che
e' di volta in volta individuale o collettiva, ma che in
tutte le sue
forme rivela che genova e' tutt'altro che finita, e che
anzi e' piu'
che mai attuale. In questo momento, per un atto di
responsabilita'
verso tutto il movimento e verso TUTTE e TUTTI coloro che
hanno
manifestato, abbiamo organizzato un lavoro di supporto al
team di
legali che stanno seguendo i processi (attualmente e' in
corso il
processo dei 26 per devastazione e saccheggio). E' un
lavoro enorme,
dall'archiviazione cartacea a quella delle immagini,
dallo studio dei
materiali al sostegno pratico degli avvocati... Chiunque
puo'
immaginare quanto si deve fare e con quanto poco tempo.
Abbiamo bisogno
di soldi per mantenere questo impegno >
Bookmark: http://italy.indymedia.org
Solidarieta': c/c 6135980 Banca Carige intestato a don
Antonio
Balletto. Abi 06175, Cab 01400. Causale:
sottoscrizione da devolvere
alla campagna internazionale indymedia per il genova
legal forum
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Vip. D'Erme, che pure sarebbe un bravo compagno, litiga
con Bertinotti,
che pure sarebbe uno dei politici meno peggio in giro. Il
motivo della
lite e' che Bertinotti, secondo D'Erme, ha negato a
D'Erme e al popolo
un seggio al parlamento europeo. Secondo Bertinotti, il
popolo-D'Erme
non ha preso abbastanza voti e quindi tocca a lui
Bertinotti, che
insomma e' il capopartito, decidere a chi dare i resti e
dunque la
poltrona.
Tutto questo e' normale, tutto sommato anche fisiologico
e non c'e'
dubbio che fra sei mesi tanto Bertinotti che D'Erme ci
sorrideranno su
tranquillamente, rimettendosi senza problemi a fare il
lavoro che gli
si chiede (che non e' questo).
La cosa notevole, invece, e' che tutta 'sta polemica e'
passata in
diretta o quasi su radio 3131. E chi e' che fa radio
3131? Pierluigi
Diaco, un ragazzo professionista (per quanto ormai un po'
grandicello)
che via via e' stato l'allievo prediletto - e
incarrierato - di
Pintacuda (quando vinceva la Rete), di Curzi (quando
saliva
Rifondazione) e infine, naturalmente, di Ferrara. Da qui
in poi, e'
stato tutto un leccalecca, combinando abilmente i ruoli
del giovane
pensoso e del velino: Berlusconi grand'uomo, noi giovani
tutti con
Berlusconi e cosi' via. Certo, la gioventu' ha i suoi
bisogni e occorre
essere comprensivi: pero' oramai sono rarissimi i
politici,
imprenditori, vip, manager e manageresse di cui il
ragazzo non si sia
inventato un'occasione per parlare in tono
encomiastico-servil-cunnilingativo. Io sono un uomo
tollerante, e credo
che anche i viados in fondo, vittime della societa' e
della subcultura,
abbiano una loro dignita' umana. Ma per Diaco,
onestamente, debbo
sforzarmi acora molto per arrivarci.
Va bene: e adesso Diaco, come un Brunello Vespa in via di
sviluppo, ha
il suo piccolo Portaaporta dove i vip e aspiranti vip
della sinistra
vengono a depositare i loro crucci. Indovinate dove sara'
il puttanello
fra un anno o due di questi tempi, col centrosinistra. A
sinistra o a
destra? Con Berlusconi e Ferrara o con Veltroni e Prodi?
Disoccupato o
grande (e assai progressista) anchorman di successo?
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La mafia non esiste. Francesco Merlo, Repubblica, non
rinuncia a
nessuna occasione per pubblicizzare una sua profonda
convinzione, che
e' la seguente: i mafiosi sono piccoli e sporchi, in
realta' non hanno
mai contato quasi niente e chi dice il contrario e' un
"professionista
dell'antimafia". Stavolta il percorso e' il
seguente: Brando ha fatto
un bellissimo e affascinante "Padrino"; ma i
mafiosi veri in realta'
sono dei poveri marginali come Bagarella o Santapaola;
ecc. ecc. Merlo,
che e' tirolese, non ha mai sentito parlare di Sindona o
di Cassina o
dei Salvo, o di Graci. E i lettori giovani probabilmente
nemmeno,
perche' e' un argomento che sui giornali ormai e'
abbastaza vietato.
Pero' forse Merlo, a Bolzano dov'e' cresciuto, avra'
sentito dire che
nella lontana Catania i quattro principali imprenditori
erano
considerati tutt'e quattro molto vicini al sistema
mafioso; c'era
addirittura chi pensava che fossero i loro desideri ad
essere tradotti
in realta' dai Santapaola, e non viceversa. Va bene,
storie passate. Ma
se Merlo mi fa un articolo su di loro, una volta in
vent'anni, giuro
che gli offro un caffe'.
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Bestie. Vietato ai cani l'accesso in centro a Treviso. E'
la piazza
dove hanno tolto le panchine per non farci sedere gli
"extracomunitari". Di solito, chi e' stronzo
con gli animali poi
diventa stronzo anche con le persone. Qui invece hanno
cominciato col
perseguitare gli esseri umani e solo quando li hanno
esauriti sono
passati a tormentare anche i cani.
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Smiracolo. Pur non invitate, numerose cavallette hanno
gia' preso posto
nella nuova chiesa dedicata a Padre Pio. Gli insetti sono
ovunque,
sulle pareti esterne della chiesa e sulle sedie disposte
sul sagrato.
Forse non si puo' parlare di una vera a propria invasione
ma la loro
presenza e' massiccia e ben visibile, anche perche' si
tratta di
aminali lunghi diversi centimetri.
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Spetrolio. Il governo brasiliano ha annunciato che l'anno
prossimo
verranno prodotti ottocento milioni di litri di olio di
mamona. La
mamona e' una pianta che cresce nei terreni semi aridi
del sud america
e dalla quale si puo' ricavare una specie di gasolio che
alimentera'
camion, autobus e mezzi pubblici. Il gasolio vegetale
differisce da
quello del petrolio perche' e' rinnovabile, inquina di
meno e non
provoca guerre in medioriente. Se il programma dara' i
suoi frutti, il
governo di Lula potrebbe trasformare il Brasile nel giro
di pochi anni
nella prima grande economia a propulsione biodiesel.
(shining)
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L'altra faccia dell'Europa. Fra il quarantatre' e il
quarantacinque
l'ideologia nazista passo' a una fase due che, interrotta
dalla
sconfitta allora, forse e' esattamente quella che torna a
svilupparsi
adesso. Il nazismo era nato come cosa tedesca e come
ideologia
strettamente nazionale ("volkish"). Formazioni
spontanee e a modo loro
"di sinistra" come le Sa e strutture
tradizionali e conservatrici come
la Wermacht e le polizie (una delle quali era, in fondo,
lo stesso
partito nazista) erano tutte accomunate dall'essere in
diversa maniera
"nazionali" e dal non voler essere altro che
tedesche.
L'ascesa della seconda fase (che organizzativamente aveva
il suo centro
nelle Ss) fu lenta e circoscritta, e giunse a piena
maturazione solo
negli ultimi anni della guerra. L'ideologia, adesso, non
era piu'
basata sull'essere tedeschi, ma su un uomo nuovo la cui
individuazione
venne sviluppata per fasi successive, sempre piu'
circoscritte:
all'inizio, il tedesco oggettivamente "puro"
contrapposto al semita;
subito dopo, il tedesco determinato non piu' dalla
"purezza" oggettiva
ma dalla determinazione soggettiva a combattere tutto
cio' che "puro"
non fosse; poi non piu' il tedesco, ma
l'"ariano"; infine, l'ariano
sotto la particolare dizione di "europeo".
Tutte queste fasi si
succedettero velocemente e caoticamente, confuse fra il
fanatismo e la
propaganda, ma non prive di una loro feroce logica
interna.
Alla fine, Himmler era pervenuto ad individuare un
sistema ideologico
coeso, diverso da quello originario hitleriano, piu'
lucido, piu'
"realistico" e piu' conseguente. Il concetto
della razza pura, in
particolare, attraverso un arianesimo sempre piu'
esoterico, fu
mischiato con quello dell'Europa-padrona (e non piu' solo
della
Germania storica o di un generico Nord).
A questo punto, le file delle Ss - e della loro elite
militare e
ideologica, le Waffen-Ss - furono aperte largamente agli
europei
"ariani" che volessero farne parte. Furono
costituite divisioni (la
Charlemagne, la Wallonen, la Viking, ecc) ispirate non
tanto alla
ferocia della Grande Germania quanto a quelle (complici
fra di loro ma
in una qualche misura indipendenti) delle singole etnie
d'Europa.
Queste divisioni gareggiarono in atrocita' e fanatismo
con le tedesche.
Se avessero vinto la guerra - e sarebbe potuto accadere -
sarebbero
state esse, nazione per nazione, a fornire il quadro
della nuova
Europa, che non sarebbe stata semplicemente una Germania
piu' grande ma
un'altra cosa. Avrebbe avuto i suoi mercati, i suoi
equilibri, i suoi
extracomunitari, i suoi mura di cinta.
Se fosse riuscita a nascere e a durare, avrebbe avuto
qualcosa in
comune con gli aspetti peggiori dell'Europa di ora.
Questa creatuta orrenda non nacque mai perche' il
soldato Ivan,
insieme a innumerevoli ed umili suoi contemporanei, si
sacrifico' per
fermarla. Dall'aborto, pero', si salvo' un Dna. Che
periodicamente,
dopo un lentissimo periodo d'incubazione, si va
riproducendo appena
puo'.
In Belgio, ad esempio, rivitalizzando tradizioni
antisemite e xenofobe
locali, le Ss riuscirono a reclutare delle forti
formazioni di nazisti
"europei", sessant'anni fa. Ad Anversa due anni
fa un elettore su tre
ha votato per l'Haider locale. Non sono segnali da
sopravvalutare. Ma
bisogna sorvegliarli attentamente e (stavolta)
affrontarli in tempo.
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Che fai tu luna in ciel. "Un piccolo passo per un
uomo, ma un grande
passo per l'umanita'": ricordate di Neil Armstrong
mentre metteva piede
sulla luna, quell'estate di tanti anni fa? Come nei
racconti di
Bradbury, il razzo era partito fra le proteste dei
manifestanti davanti
alla base spaziale ("Pensate ai problemi della
terra, prima!") e le
speranze di sognatori, scienziati, persone di tutto il
pianeta. Il
televisore in cucina, in milioni di case in tutto il
mondo,
ritrasmetteva (in bianco e nero) i passi spugnosi degli
astronauti sul
suolo bucherellato della luna: molti esseri umani
passarono quella
notte cosi', davanti a quei rudimentali televisori, a
guardare esseri
umani come loro che passeggiavano goffamente dentro la
Luna dei poeti.
L'inizio, senza dubbio, di qualcosa.
Dopo piu' di trent'anni, di Luna si comincia a riparlare.
Stavolta
pero' come business. Il primo turista spaziale, un tizio
qualunque ma
imbottito di soldi, e' gia' tornato a terra con la
valigetta dei
ricordi delle vacanze e le foto. "Sara' l'affare
piu' ricco del futuro"
dicono alla Nasa, e naturalmente bisognera' provvedere
anche alle
pillole per non ingrassare, all'anti-abbronzante
spaziale, a un minimo
di american way of life sulla Luna e su Marte come alle
Seychelles o
alle Maldive. Va bene: si vede che doveva andare a finire
cosi'.
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Lev wrote:
< Io non ho i terribili ed annosi problemi di mafia
che si possono
scrivere e denunciare, sembrando cosi' coraggiosi. Io
vivo in un
settentrione che adora un dio che si chiama "noi
tutti", e che non
tollera nessuna deviazione. Tu forse pensi che il
peggiore dei problemi
sia la Mafia. Credimi, qui nella provincia settentrionale
sta maturando
un mostro che te la fara' dimenticare. Qui c'e' gente che
ti
fucilerebbe perche' sei ancora sulle striscie pedonali
col verde e li
fai arrivare in ritardo. Qui leggi l'odio sulle faccie di
tutti se solo
non sei "come tutti". "Noi tutti" sta
diventando un dio, si sta
sollevando un moloch al cui confronto il
nazionalsocialismo e' un
animato dibattito. Non appena il mostro sara' davvero
partorito,
davvero ti accorgerai che una sicilia che litiga per i
giornali in mano
alla mafia non e' nulla in confronto ad un veneto nel
quale i giornali
non ci sono, e se ci sono dicono tutti le stesse cose,
tanto non li
legge nessuno. E se provano a dire qualcosa di diverso
vengono chiusi
con odio.
Il feticismo di "noi tutti" ti si presenta ogni
volta che fai qualcosa
che non e' come lo fanno "noi tutti". Vuoi
farti notare, hai degli
obiettivi. Sono andato a lavorare un mese, dico un mese,
di corsa per
fare jogging. Mi andava cosi', avevo un contratto vicino
a casa mia, 4
km di corsa fanno bene.
Perche' lo fai, ti chiede il mostro noi tutti? Se noi non
lo facciamo
perche' TU si? Chi credi di essere? Come la cuoca arcigna
di un
collegio, ti si presenta infuriata, mani sui fianchi e
grembiule
sporco, chiedendoti se non ti piace quello che cucina
lei. "NOI tutti"
cucina questa roba e nessuno si lamenta, perche' TU non
la mangi? CHI
credi di essere, credi di essere un signorino dai gusti
delicati? E
risate dal pubblico.
Ma cosa vuole, perche' viene al lavoro correndo, quando
TUTTI noi
veniamo in macchina? Vuol farsi notare, allora vuole le
nostre donne...
gli elementi alfa del branco temono di essere
spodestati... Vuole farsi
notare, allora magari vuole essere assunto... chi di noi
perdera' il
posto? Io volevo solo correre un po'. Ma il dio "noi
tutti" non tollera
defezioni.
Certo, avrei potuto dire che correvo per ragioni
agonistiche. O perche'
sono appassionato di trekking sportivo. In questo caso,
sarei stato
solo uno che segue una strana moda. Moda, sebbene strana.
Ma correre
perche' ti va di correre non e' consentito: non ha un
nome.
Tra qualche anno, a forza di non badare ai problemi di
chi ha i soldi,
perche' si pensa che chi ha soldi non abbia problemi, il
moloch fara'
qualche altro passo, e allora lo vedrete nella sua
spaventosa
bruttezza. Le sue prima, terribili parole saranno:
"vuoi comprare una
vocale?"
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Alessandro wrote:
< Esultate, giorni gloriosi sono in arrivo! Avete
ancora due anni e una
solida maggioranza, e a colpi di fiducia potete ancora
legiferare a
favore delle vostre clientele, e svendere agli amici
degli amici gli
ultimi pezzi di Italia non ancora ipotecati. Ci sono
ancora
manifestanti da manganellare (che son belle
soddisfazioni), appalti da
assegnare, cemento da colare, soldi per la guerra da
sottrarre a quegli
imbelli dei cittadini, tasse da evadere e condonare, e
nipoti da
assumere nella P.A. Ma il bello verra' fra due anni,
quando il nuovo
governo si ritrovera' fra le mani il "Sistema
Italia" sul lastrico,
indebitato, inquinato, corrotto, e - ovvove ovvove - non
competitivo!
Sara' bellissimo, quando le lacrime e sangue per (tentare
di) riparare
il macello saranno targate "centro-sinistra"!!
Sai le risate!! Argh
Argh Argh! Fate attenzione pero', mentre uscite, a non
pestare i piedi
alla mafia, che quelli sono incazzusi, e quando i loro
ex. amici sono
in parabola discendente, non sono per niente
riconoscenti. Ultima
dritta: se proprio non ce la fate ad abbandonare le
careghe, ci sarebbe
un articolino della Costituzione - il 60 - che recita:
"La durata di
ciascuna Camera non puo' essere prorogata se non per
legge e soltanto
in caso di guerra". Nel caso, visto che in
guerra ci siamo gia', basta
solo la formalita' di dichiararla - una sciocchezzuola -
et voila',
l'avventura continua! >
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mimmolombezzi wrote:
< Leggo la storia dei cinquantenni di Viterbo e penso
che se trovassi
un produttore intelligente piu' di tutte le guerre e i
casini balcanici
o mediorientali che ho girato in passato, cio' che vorrei
fare sarebbe
un documentario sul "NAZIENDALISMO", il
"nazismo aziendale" l'unico
"pensiero forte" rimasto in piedi oltre al
fondamentalismo wahabita >
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Saffo<saphos@lesb.org>
wrote:
< D'allegri fiori cingiti i capelli,
amata mia, e intreccia le ghirlande
d'erba di campo con le dita lievi.
La nostra dea e le Grazie sono amiche dei fiori,
non ne gode lo sguardo chi non li ha per corona >
* * *
< Cosi insieme danzavano allora le donne cretesi
muovendo svelte i piedi attorno all'ara.
Sfioravano lievi le cime
dell'erba del tenero prato >
* * *
< Le stelle attorno alla lucente luna
ancora una volta svaniscono e lei
spande il suo chiaro sulla terra, lieve
luce d'argento... >
* * *
< La luna risplendeva piena, ed esse
si disponevan torno torno all'ara... >
* * *
< Tramonto' gia' le Pleiadi e la luna
passo gia' mezzanotte, e passa il tempo
Ed io son qui, sola >
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