La doppia guerra
del capitale Come assemblea del Cpa Fi-Sud, di cui abbiamo condiviso e continuiamo a condividere le idee e i progetti, con alle spalle il peso dello sgombero, riteniamo dover affrontare la guerra e la legge repressiva nei confronti degli immigrati all'interno di un quadro politico generale. La guerra esterna, quella che si sta combattendo attualmente contro il popolo afgano e non solo, è combattuta dalle grandi potenze, USA e GB in testa, braccio politico e militare del capitale internazionale, per assicurarsi il dominio economico e politico sul mondo ai danni di altri potentati economici, o possibili tali, e contro i popoli di quei paesi che non dispongono di una capacità politica e militare tale da porsi come soggetti forti all'interno dell'attuale quadro di competizione internazionale. E così si costruiscono gli strumenti di morte: la Nato, l'Esercito Europeo, le grandi concentrazioni dell'industria bellica, la grande "Coalizione contro il Terrorismo". Ma parallelamente ad una guerra verso l'esterno si combatte una guerra interna, contro tutti coloro che combattono le attuali politiche nei cosiddetti "paesi ricchi", o che potenzialmente potrebbero farlo, fatte di licenziamenti, privatizzazioni, ristrutturazioni produttive, precarizzazione, aziendalizzazione di ogni servizio al cittadino. Una guerra fatta attraverso un inasprimento delle leggi repressive che tendono a collocare ogni forma di protesta all'interno di un quadro criminale, come ad esempio attraverso la nuova legge antiterrorismo approvata in Italia, e in tutta Europa, sia dalla destra sia dal centrosinistra, che individua nel reato di terrorismo "gli atti che provocano un danno economico politico e sociale alle strutture economiche o istituzionali", e che passa con una sempre più massiccia militarizzazione del territorio. Ma in entrambi i casi è necessario disporre di un adeguato consenso che determini la possibilità di accettare da parte di tutti, o di una grossa parte dei cittadini, il restringimento delle cosiddette "libertà democratiche", duramente conquistate dalla Resistenza fino alla metà degli anni '70, in una fase di profondo sviluppo e radicamento della lotta di classe in Italia e nel mondo. Per fare ciò è necessaria un abile campagna massmediatica che, nel caso della guerra esterna individui un nemico, magari un vecchio amico come successo per Saddam e Bin Laden, attorno cui costruire il vecchio corollario di responsabilità, spesso anche vere ma usate unicamente in maniera strumentale, per poi distendere l'apparato militare con il consenso maggiore ottenibile. Ma niente di diverso succede all'interno. Attraverso i massmedia si costruisce un abile campagna per collocare nella sfera criminale ogni opposizione o contestazione, creando il solito gioco dell'allarme terrorismo, rivangando il vecchio patrimonio politico repressivo. Allinterno dellallarme sicurezza e terrorismo viene portata avanti la campagna contro gli immigrati, facile terreno di consenso populista, additati come possibili fiancheggiatori del terrorismo internazionale, per poi divenire manodopera a basso costo, senza alcun diritto ma con il dovere di far funzionare la macchina economica occidentale. E così viene fatto, in piccolo, anche con noi del Cpa Fi-Sud, attraverso l'abile regia del vicesindaco Cioni, che non perde occasione di chiamare in causa la magistratura ogni qualvolta venga messa politicamente in discussione la linea tenuta da questa amministrazione comunale e dai suoi componenti. La guerra viene fatta per garantire gli interessi di pochi a scapito del mondo intero, come nel nome del profitto vengono distrutte foreste, inquinati mari e interi territori, distrutte le poche risorse economiche e sociali a disposizione dei popoli economicamente più poveri. Questo non è diverso da quanto succede all'interno delle nostre città. In nome degli interessi di pochi si distrugge l'ambiente come sta avvenendo per l'Alta Velocità, si uccidono decine e decine di lavoratori e le loro famiglie esposti a sostanze velenose in nome del profitto come a Marghera e non solo, si distruggono esperienze sociali e politiche per garantire la speculazione edilizia dei grossi potentati economici locali, nella maggioranza dei casi collegati a grossi monopoli internazionali. Lo sgombero del Cpa rappresenta uno degli esempi cittadini di come non esista nessuna reale volontà di invertire i processi attuali, nonostante la presenza di una giunta che ancora osa chiamarsi di sinistra. Distruggere una esperienza come il Cpa per costruire un centro commerciale rappresenta un ulteriore passo per la svendita della città ai monopoli commerciali di cui la COOP è sicuramente un degno membro. Come abbiamo fatto in passato continueremo, ora più che mai, ad affrontare tali argomenti collettivamente, sia sul piano generale sia sul piano particolare della nostra città, non facendosi intimidire dalle spinte repressive che tentano di farci cadere addosso. Non ci tireremo indietro, così come abbiamo fatto finora, e faremo anche di questo momento sicuramente non facile un occasione per la nostra crescita collettiva. Centro Popolare Autogestito Firenze-sud |
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