Il governo presenta
il Dpef Manovra da 12 miliardi di euro ROMA - Una manovra da oltre 12 miliardi di euro, più o meno 24 mila miliardi delle vecchie lire per il 2003. E' la cifra che ha messo in conto il vice ministro dell'Economia Mario Baldassarri al termine di una riunione alla Camera dei deputati per mettere a punto i lavori in vista dell'esame parlamentare del Dpef. Una manovra attuata attraverso spostamenti di risorse, cessioni e tagli alla sanità che si aggira intorno a un punto percentuale di Pil e che dovrà finanziare, almeno in parte, la riforma fiscale annunciata dal governo. Una riforma, quella fiscale, che tra modifiche a Irpef, Irpeg e Irap si aggira intorno ai 7,5 miliardi di euro. La manovra annunciata oggi verrà attuata attraverso risparmi sulla spesa sanitaria e cessione delle intere quote ancora in mano al Tesoro di Telecom, Seat e Fincantieri. CIO' VUOL DIRE che tra non molto non essendo piu' lo STATO uno dei maggiori azionisti, ad esempio della telecom - le bollette telefoniche schizzeranno a prezzi elevatissimi, finiremo come in ARGENTINA dove un mancato controllo delle privatizzazioni da parte di chi le ha organizzate, fa pagare una sola telefonata - con la svalutazione subita - cento duecento euro agli utenti. MA IL BELLO DI QUESTA MANOVRA SONO I TAGLI ALLA SANITA' - cioe' alla sua privatizzazione, modello americano inglese, con INSERIMENTO DI MUTUE SPERIMENTALI, come se quelle attuali avessero mai preso una consistenza reale nel territorio.... eliminate le battute arriviamo a noi, cari del pubblico impiego - NON SOLO SUBIRETE la possibilita' di essere sbattutti a lavorare, per via della mobilita', a CANEGATTIi - .... ma ci sara' la possibilita' di essere licenziati. Il governo punta infatti, nella manovra, anche a favorire la mobilità dei dirigenti pubblici da e verso il settore privato. TUTTO CIO' sembrerebbe non riguardare i vecchi assunti, ma in realta' il problema e'questo : il dipendente statale costa troppo, quindi si appalterebbero tutti i lavori che svolgono coloro che appartengono fino al sesto ex livello inquadrato, a ditte private mentre rimarebbero parte integrante dello STATO O DEL COMUNE - i livelli superiori, quelli cioe' che svolgono lavori che per appaltarli al privato costerebbero il triplo o il quadriplo. I DIRIGENTI QUINDI rimarrebbero al sicuro e a saltare sarebbero le solite classi sociali deboli, sotto la pesante minaccia - o con il privato che paghera' meno ma molto meno di quello che gia' meno prendete ..... o licenziato. PERO' UNA DOMANDA MI VIENE SPONTANEA, come non siete riusciti a comprendere che l'eliminazione dell'articolo 18 dallo statuto dei lavoratori avrebbe fatto in realta' saltare definitivamente qualsiasi forma di sindacato ? ma come soprattutto, avete potuto continuare a sostenere, perche' i maggiori azionisti siete voi, miei cari COMUNALI E STATALI, sigle organizzative che vi hanno tranquillamente venduto a questa privatizzazione, quali CISL E UIL ? E A QUELLI DI SINISTRA, quei pochi lavoratori statali tesserati ( solo sulla carta ) cgil, mi spiegate come avete fatto a fare accordi veri e propri con la destra, a non esservi mai schierati contro questa, sostenendola per paura di perdere poltrone e poltroncine, anche quando avevate non cose da dire, ma urlare ? fate qualche intervento almeno - scrivete ad artenamir@genie.it . |