FINANZIARIA 2005 SULLA SCUOLA On. Antonio Rusconi Antonio Rusconi, quarantacinque anni, è docente in ruolo di italiano e storia presso l'I.T.C. Parini di Lecco dopo aver insegnato in numerose scuole tra cui il liceo del "Collegio Arcivescovile Volta".E' stato eletto il 30/05/2001 Deputato alla Camera nella circoscrizione di Lecco. E' componente della Commissione VII - Scuola - Cultura - Istruzione, dove è responsabile scuola e sport a nome della Margherita. In tale carica ha fatto parte del Comitato ristretto per la riforma Moratti. Fa inoltre parte del Direttivo del Gruppo Parlamentare della Margherita. Se ci fosse stato bisogno di una conferma, la finanziaria è stata "tristemente" coerente: infatti, con puntuale criterio ragionieristico, anche questanno il Governo ha deciso di fare i saldi con la scuola, con i tagli di cattedre, blocchi di assunzione per il turn-over, riduzione dei fondi agli istituti sulla legge 440, insufficienza del sostegno e nuovi oneri per i Comuni. Non è casuale, peraltro, affermare che esiste una scuola della comunicazione mediatica del ministero ed il ministro, il 25 agosto 2004 ha dichiarato "Anche per questanno, per la quarta volta consecutiva, riusciremo a far partire regolarmente, in tutta Italia, lanno scolastico, con tutti gli insegnanti di classe dal primo giorno di scuola. Questi sono dati di fatto e non opinioni". Però sono stati oltre ventimila i ricorsi presentati dai precari, in tuttItalia, il piano triennale di assunzione in ruolo del precariato è lettera morta e, nonostante gli impegni del Governo e del Parlamento, migliaia di alunni hanno iniziato lanno scolastico con un professore e, pochi giorni dopo, se ne sono visti arrivare un altro. Anche questi sono dati di fatto e non opinioni. Dovremmo aggiungere, per denunciare il malessere esistente nella scuola, gli scioperi vari, che rivelano la delusione degli insegnanti e la pervicacia della maggioranza nellinsistere sulla modifica dello stato giuridico degli insegnanti, magari per coprire la non attuazione della riforma. Ricordiamo poi tutti lenfasi sulle tre "i", che ha prodotto risultati non solo deludenti, ma anche incomprensibili. Davvero, si può dire che la montagna ha partorito il topolino. Basterebbe vedere come non varia il monte ore di inglese nella scuola primaria; esso, addirittura, diminuisce nella scuola media, mentre vengono tagliati i fondi sulla legge n. 440 del 1997, che finanziava il progetto "lingue 2000": Non possiamo, altresì, dimenticare che con la scorsa legge finanziaria abbiamo assistito al fenomeno della riconversione coatta di insegnanti della scuola elementare obbligati a specializzarsi in inglese. Infatti, la vera novità rivoluzionaria della disposizione in esame, sta nellultima parte del comma 3, che prevede che tutti i docenti della lingua primaria che non insegnano la lingua straniera si sottopongano obbligatoriamente allapposita formazione per diventare insegnanti di inglese. Si tratta di unoperazione incredibile, destinata far discutere sia per gli aspetti organizzativi della formazione, dei tempi e dei costi, sia per limprobabile trasformazione di docenti generici, che non conoscono linglese, in insegnanti di lingua straniera. Ma vi è unultima assurdità, probabilmente la più grande: per questi corsi di formazione obbligatori non è previsto nel disegno di legge finanziaria alcuna risorsa. Insomma, rispetto alle attese infinite dei decreti attuativi, tipo quello che orienta la scelta del doppio canale o la liceizzazione, di fatto vi sono continue promesse, ma non conosciamo nessuna bozza. Non possiamo, però, non sottolineare come, nel settembre dellanno scorso, il Governo avesse definito in 8 miliardi e 320 milioni di uro il piano finanziario quinquennale per la riforma: 4.238 milioni già stanziati, ma che non ci è mai capitato di verificare e documentare, e altri 4.037 da stanziare per il quinquennio 2004-2008. Che cosa è avvenuto? E avvenuto che nel primo di questi anni, ovvero nella finanziaria per il 2004, sono stati finanziati 90 milioni e nella finanziaria per il 2005 ne vengono previsti 110, ovvero, a fronte di oltre 4.000 milioni, ne sono previsti nei primi due anni circa 200. Non capiamo, nel secondo anni finanziario della riforma, se il discorso del piano quinquennale sia ancora valido o meno, o se siamo di fronte alla finanza creativa - lennesimo episodio - e quindi non ci siano risposte effettive sulla volontà di attuare la riforma. Vorrei a questo proposito riprendere un recente interventi sulla Stampa del dottor Rocca, vicepresidente di Confindustria per leducation, che afferma "Un paese che non riesce a destinare a istruzione e ricerca risorse crescenti, si occupa solo di manutenzione e non pensa al proprio futuro". Questa è la triste realtà del capitolo istruzione nella finanziaria 2004, per un Governo che continua a umiliare listruzione e soprattutto i tanti insegnanti che, con generosità ed impegno, contribuiscono al valore della scuola italiana. |