Silvio, la
Guardia Rossa
di lanfranco caminitiwww.lanfranco.org
Sfibrato da una «verifica»
del Gran Consiglio che non aveva mai fine e da una notte
dei lunghi coltelli che non vedeva mai lalba, il
Cavaliere si è ritrovato subito
impastoiato tra le grane dun partito zeppo di veti
incrociati e potentati locali in
guerra per le prossime regionali.
Sono i 'blockers' che fanno
resistenza, i
placcatori, quelli che «impediscono alle
persone di avvicinarsi, e soprattutto ai
giovani di crescere». La sua «creatura», Forza Italia,
è ormai «un partito ingessato,
imbalsamato, secolarizzato». È troppo. Come disse il
giovane militare che proteggeva
una lunga e inconcludente riunione del Consiglio dei
Soviet, «La guardia è stanca». E
così ha fatto la sua mossa del cavallo, è tornato il
rivoluzionario dun tempo: il
partito va preso di doppiopetto.
Nella Sala della Regina di Montecitorio, di fronte una
folla di giovani adoranti che
agitava foularini similhermès e cravatte regimental ha
lanciato la sua parola
dordine: «Bombardare il quartier generale».
Tornano in sella nel partito-impresa gli
uomini della «lunga marcia avverso le istituzioni», i
DellUtri, gli Scajola, i
Tremonti. Salpa «limpresa dei Mille», le nuove
guardie rosse, le nuove camicie rosse.
Del politburo appena insediato, della «banda dei tre»
[ma non erano quattro?],
DellUtri insegnerà ai Mille come coltivare le
buone amicizie, Scajola come parlare
affettatamente in pubblico rispettando le virtù dei
morti [una sorta di orazione per
Cesare di Antonio è il suo pezzo forte], Tremonti come
ritoccando i libri contabili
qua e là con un po di creatività le cose tornano
e, perbacco, persino Goethe scriveva
che la partita doppia è una delle più mirabolanti opere
dellingegno umano [DellUtri,
che è un bibliofilo, ha la prima edizione del
Faust con firma autografa del grande
tedesco].
E, non lo si dice ancora, ma
nei corridoi lo si dà per sicuro, per tutto
quello che attiene il diritto, e soprattutto i rapporti
con la magistratura, ci sarà
Cesare Previti [eccolo il quarto] a svolgere il ruolo di
magister.
Ha inizio la «Rivoluzione Culturale», il «Grande Balzo
in Avanti». Che faranno le
mille guardie rosse di Silvio, il Grande Timoniere?
Agiteranno il loro libretto con le massime del Cavaliere,
[tipo, «Il potere nasce dal
tubo catodico», «Del conflitto di interessi in seno al
popolo»] e le sue fotine,
Silvio da piccolo con il papà, Silvio diplomato, Silvio
alluniversità, Silvio
chansonnier, Silvio imprenditore edile, Silvio ecosìvia?
O il loro libretto rosso sarà
il «Libro nero del comunismo»?
Presi da furore iconoclasta [«serve uno spirito quasi
religioso» - questa è di
Ferrara, ci scommetto un caffè], rimetteranno per
scompigliarlielo il riporto a
Schifani [Linpiao1], immergeranno la testa di Bondi
[Linpiao2] nella pece e poi nelle
piume doca, calcheranno una bandana su Cicchitto
[Linpiao3] per farlo arrossire, che
non cè mai riuscito nessuno?
E gli Schifani, i Bondi, i Cicchitto, dove verranno
mandati a rieducarsi, a Segrate?
Spazzeranno i vialetti, svuoteranno i laghetti dei pesci,
puliranno le aiuole di
Milano 2? Poteranno i cespugli della villa di Arcore? O
le stalle, dove non sè
trovato un sostituto allaltezza? Raccatteranno le
palle a San Siro? Oppure,
porgeranno i fogli a Emilio Fede e governeranno il
parcheggio di Rete4?
Dei nostri Mille [andranno a due a due, come i
carabinieri e i poliziotti di
quartiere] le ragazze vestiranno à la prestigiacomo
e i ragazzi à la fitto,
taielluerini, foularini e chanelline per le femminucce,
blazer blu, cravatte, e scarpe
con il tacco per i maschietti. Ma chi pagherà i
guardaroba? Li educheranno alle spese
a piè di lista?
Cè un forfait, un extra,
un che? Insegneranno loro i primi rudimenti
di come si redige un bilancio, magari con le plusvalenze,
che so, calcolando i
guadagni futuri, visto che sono promesse loro carriere
politiche? Come a ogni
apprendista lavoratore che si rispetti viene proposta una
carriera: nel partito, anzi
nella politica, che per il Cavaliere è lo stesso un
proprio «affare». La politica,
leninisticamente, ritorna prepotente per quel che è: una
professione. Unoccasione di
lavoro e di arrampicata sociale [DellUtri, che è
un bibliofilo, ha la prima edizione
de Il Rosso e il Nero con firma autografa di
Stendhal].
Mi chiedo: nasceranno amori tra i Mille? È praticata la
castità? Nel kit del giovane
agitatore [il Grande Timoniere distribuisce sempre kit di
sopravvivenza] ci sono
spiegazioni [illustrate] in tal senso?
Da dove partiranno i Mille, da Quarto, per sbarcare a
Marsala, nella terra di
staminchia-Micciché per risalire la penisola? A Palermo,
entusiasti picciotti si
uniranno loro per svecchiare il partito? Dove tenteranno
di placcarli i blockers? A
Milazzo, in Aspromonte, a Gaeta, sulla linea del
Garigliano? Il sindaco di Catania, il
miracolante medico personale Scapagnini trema già:
questa non gliela doveva fare, il
botulino gli ha dato alla testa, gli ha dato. E i Mille,
disseminati come scintille
per dar fuoco alla prateria, si riuniranno un giorno per
marciare su Roma? Si
incontreranno con le camicie verdi di Bossi e Borghezio
che verranno giù dalle Alpi e
dalle Prealpi?
Ci contatteranno uno per uno, casa per casa, come i
distributori degli opuscoli di
«Svegliatevi!» e «La Torre di Guardia»
[DellUtri, che è un bibliofilo, ha la prima
edizione de Il libro di Mormon con firma
autografa di Dio]. Suoneranno al citofono
nelle ore più improbabili e ci chiederanno cortesemente
la risposta a un sondaggio,
«Lei crede che i comunisti abbiano smesso del tutto di
esistere?». Che dire? Qual è la
risposta esatta? Ci sarà una domanda di riserva?
Lunga, lunga vita al Grande Cavaliere: via Marx, viva
Lenin, viva Ber-lu-scon.
Io, poi, non ci trovo niente da ridere.
Roma, 8 dicembre 2004
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