UNICOBAS.

Intervista a Stefano D’Errico – Segretario Nazionale – Unicobas scuola.

di Massimo D'Andrea.

Quanto e’ grave questa riforma Moratti per le generazioni future e presenti che frequentano la scuola ?

Questa riforma e’ assolutamente democratica, nel senso che si prende cura di distruggere tutti gli ordini e gradi di scuola in modo equo, senza cioe’ risparmiare nessuno. E’ una riforma impresentabile e inaccettabile.

Da dove vogliamo cominciare ?

In tutte le parti del mondo i bambini dai due anni e mezzo ai tre anni, vengono mandati negli asili nido, in questa riforma, la Moratti prevede l’ingresso anticipato nella scuola dell’infanzia. La scuola dell’infanzia non e’ come la vecchia scuola materna, perche’ ha degli obiettivi didattici ben precisi e non compatibili con i livelli di autonomia che i bambini hanno in quell’eta’.

Basta pensare che in un asilo nido, chi tiene il gruppo classe, cioe’ chi controlla i bambini, perche’ bisogna anche cambiargli i pannolini, e’ un’isegnante ogni sei bambini oggi, mentre nella scuola cosi’ detta dell’infanzia, ci sara’ un’isegnante ogni 25 bambini che produrra’ una dequalificazione e un aumento dei carichi di lavoro.

Eppure la destra afferma di aver lavorato in modo ottimale sugli asili nido…

E questo significa non farli, perche’ spostando proprio i bambini dagli asili nido alla scuola dell’infanzia, vuol dire non costruire piu’ asili nido, per questo hanno lavorato benissimo.

In Italia in quei pochi asili nido che ci sono, le file per iscriverci i propri bimbi sono interminabili, ce ne vorrebbero il triplo, realizzarli significava lavorare bene, non eliminarli.

E nelle elementari ?

E nelle elementari si ritorna al maestro unico, insegnamento questo abbandonato da tutto il mondo. La pedagogia moderna infatti punta ad un tim, cioe’ pluralita’ dei docenti.

La pluralita’ dei docenti che cosa garantisce ?

Il maestro unico non puo’ essere specializzato su tutto, quindi non puo’ fare tutto e bene, inoltre se ti capita un cattivo maestro sei rovinato per cinque anni. Viceversa, con un tim di tre maestri, devi essere sfortunato per averli tutti e tre impreparati. Piu’ persone comunicano tra loro, piu’ idee ci sono per gli alunni. Questo loro insegnante unico, che chiamano : “ prevalente “,nel testo della riforma, si chiama anche tutor.

Cosa significa tutor ?

Ecco sembra una novita’ solo perche’ si utilizza un termine anglosassone, ma significa tutore ed esiste dal tempo dei romani, e questa funzione tutoriale e’ interna, da sempre,  alla funzione docente.

Quindi ?

Quindi non si puo’ prendere una persona e dirgli di essere tutor, e agli altri dire che sono dei semplici docenti di serie b, e’ questo che viene a crearsi con l’introduzione del tutor nella riforma Moratti.

Il resto dei docenti, una volta indicato il tutor, diventano vigilanti nelle mense piu’ che insegnanti, saranno sottoposti all’autorita’ del tutor, e quest’ultimo sara’ anche l’unico punto di riferimento per le famiglie degli alunni e curera’ personalmente questa specie di schedatura che si chiama portafoglio, che perseguitera’ lo studente fino al momento del lavoro.

Per questo la confindustria plaude alla schedatura del portafoglio, perche’ da questo si potranno selezionare i studenti piu’ buoni ed eliminare dal mondo del lavoro i presunti ribelli.

Questa riforma Moratti e’ tutta concentrata nella schedatura degli studenti, perche’ si vuole una scuola che sforni esecutori, non persone di cultura e creativi.

Il tutto va a vantaggio non delle materie, ma ad una logica funzionalista.

Il tutor inoltre dovrebbe assorbire, secondo la rifoma, dalle 18 alle 21 ore del tempo scuola, e agli altri restano pochissime ore, spingendoli a seguire molte piu’ classi, mentre prima il tim docenti seguiva una classe o al massimo due. Riducendo il tempo scuola si riducono le cattedre e quindi la riforma e’ fatta per tagliare il personale della scuola.

Un altro taglio che mi sembra grave, e’ quello degli insegnanti di sostegno per i portatori d’handicap.

Chi non e’ produttivo, nel senso industriale del termine, non merita tempo e sostegno a disposizione, secondo la Moratti. E siccome non si puo’ dire di mandare i portatori d’handicap nelle classi differenziali, si fa di tutto per far morire la legge piu’ avanzata nel mondo che esiste, che e’ la nostra 517, la quale prevede proprio l’integrazione dei diversamente abili.

Non spendendo un euro per questa legge, riducendo sempre di piu’ l’assunzione di personale specializzato, accadra’ che molti insegnanti non specializzati verranno utilizzati per coprire le cattedre di sostegno senza sapere nulla di sostegno, con un grande svantaggio per i diversamente abili.

Insomma personale inadatto per i portatori d’handicap.

Bisogna fare un corso polivalente per poter aiutare realmente un diversamente abile, ma per fare cio’, bisogna assumere chi ha fatto un corso polivalente, mentre la maggior parte dei posti delle cattedre di sostegno rimane occupata da personale precario che resta tale, perche’ le cattedre di sostegno vengono ad emergere sull’organico di fatto che non viene posto a concorso, eliminando cosi’, in questo modo, anche la continuita’ didattica che e’ un valore assoluto.

Cosi’ poi faranno dei bellissimi laboratori, che chiameranno in questo modo per non definirli classi differenziate, oppure vedremo i diversamente abili nei corridoi con un insegnante di turno, senza far nulla.

Vi sono arrivate delle segnalazioni rispetto ai portatori d’handicap che non vengono inseriti nelle scuole cosi’ dette normali per questi problemi ?

Non succede nelle scuole statali, ma avviene nelle scuole paritarie, grazie alla legge di parita’ di Berlinguer, che invece di fare quello che doveva fare, cio’ imporre a delle scuole che danno titoli di studi come quelli dello Stato e quindi di seguire degli standard, come quelli che vengono seguiti nella scuola pubblica, e cioe’ di dover, ripeto, dovere, accettare tutti, cominciando proprio dai diversamente abili, queste scuole che vengono finanziate in dispregio dell’articolo 33 della costituzione, che vieta tale finanziamento, si permettono anche di scegliere e poter selezionare chi prendere e chi no nelle loro classi.

Nella scuola pubblica accade invece, come dicevo prima, che la riduzione di personale va a ricadere negativamente sull’integrazione. In modo losco quindi avviene la stessa cosa, perche’ nella scuola pubblica non e’ cosi’ evidente come lo e’ in quella paritaria. In questo riforma non si dice chiaramente che vogliono tornare alle classi differenziali come nel resto d’Europa.

Perche’ nel resto d’Europa esistono ancora le classi differenziate ?

Certamente, nel resto d’Europa sono rimasti fermi come lo eravamo noi prima dell’approvazione della 517. Cio’ non vuol dire pero’ che siccome nel resto d’Europa fanno delle schifezze dobbiamo continuare a farle anche noi.

Un altro problema di questa riforma e’ il tempo pieno, verra’ a mancare o no ?

La Moratti mente sapendo di mentire, quelle poche volte che e’ andata in tv a parlare di quanto stava facendo, ha sempre mentito, e questa la dice lunga anche sull’informazione che abbiamo, la quale copre una mostruosita’ del genere non informando i cittadini come si deve. La prima cosa che ha fatto con il decreto attuativo relativo alla scuola elementare, e’ abrogare la legge istitutiva del tempo pieno. Basta andarsi a leggere le disiapplicazioni di legge messe in nota nel decreto attuativo.

Allora cosa e’ rimasto del tempo pieno ?

Bisogna dire che quello che e’ rimasto, e’ rimasto perche’ ci sono state delle lotte importanti per ben due anni, condotte sia dagli insegnanti che dai genitori che hanno costretto la Moratti a congelare l’organico. Allora ha creato una sorta di ibrido, che devo dire e’ stata accettata vergognosamente anche dall’Associazione Nazionale dei Comuni italiani, che notoriamente non e’ diretta proprio dal centro destra, una riedizione del dopo scuola comunale, questo e’ il tempo pieno rimasto.

Calcoliamo anche che quest’anno e’ rimasto tale perche’ hanno congelato gli organici, ma il congelamento degli organici vale solo per un anno, dall’anno prossimo si andra’ a ridurre. Quindi le mense verranno vigilate da un solo insegante per ogni cinque classi, anziche’ da ogni insegnante per ogni classe e si sa benissimo che l’attenzione ai momenti conviviali e molto importante sotto il profilo formativo. Si rompe l’unitarieta’ del tempo pieno che diventa alla fine quello che era una volta il dopo scuola comunale dove si facevano i compiti.

Seguiti da quali insegnanti ?

Dagli insegnanti che restano del tim precedente che viene tagliato e ridotto.

Passando alla scuola media, la rifoma Moratti impone delle scelte da fare sulle scuole da seguire successivamente, ne vogliamo parlare ?

Torniamo a prima del 1973, con questa riforma si torna all’avviamento professionale.

Che cosa caratterizzava l’avviamento professionale prima della media unica ?

Lo caratterizzava il fatto che l’alunno doveva scegliere precocemente l’indirizzo scolastico da seguire successivamente. E infatti la Moratti impone la scelta dell’indirizzo scolastico a dodici tredici anni.

Quindi a 12 – 13 anni un bambino, praticamente, deve saper scegliere quale scuola e professione fare da grande ?

E stiamo parlando del bambino di oggi, che fin dalla mattina, prima di venire a scuola, viene bombardato da una marea di comunicazioni pubblicitarie, televisive, spinto al consumismo inaudito, e che pensa di essere, per questo, capace di potersi comprare il mondo, vivendo nella sua idea la vita come un cartone animato. Questo bambino con il cellulare a dieci anni, che vive dove tutto si compra e tutto si vende, cosa puo’ scegliere per il suo futuro ?

Da tutto cio’ si dipana un doppio percorso formativo incentrato ovviamente in due canali, uno diciamo di serie A, che e’ rappresentato dai licei, che vengono a loro volta ridotti nella qualita’, e poi un canale di serie B, proprio chiamato cosi’, percorso differenziato di massa, che va a finire nella formazione professionale. E qui’ la Moratti non riesce piu’ a mentire, gli hanno spiegato che la differenza e’ tangibile.

La formazione professionale della riforma Moratti e’ una cosa indegna di un paese civile ed e’ il nocciolo duro di questa riforma classista. La formazione professionale non da piu’ titoli di studio spendibili in sede universitaria, riduce a quattro anni questi pseudo istituti professionali. Poi con la scusa dell’alternanza scuola-lavoro, quelle che sono le ore di stage, durante le quali gia’ adesso si ha un rapporto con il mondo del lavoro, perche’ nessuno vuole legarlo, ma durante le quali si continua a studiare e a frequentare le scuole, diventeranno poi, con la riforma Moratti, interi mesi duranti i quali questi alunni verranno forniti come mano d’opera gratuita al mondo dell’impresa.

Cosi’ eliminiamo l’angoscia della Cina.

Non solo, ma facendo questa scelta non ne esci piu’, perche’ il titolo di studio che ti danno dopo quattro anni non serve per andare all’universita’, e per andarci dovrai fare un anno integrativo e sostenere un esame di maturita’ da privatista. Sottolineo che tutto cio’ verra’ gestito insieme al mondo dell’impresa, e sara’ per questo una formazione professionale molto povera culturalmente e non dara’ nessuna possibilita’ di recuperare, se lo studente intende uscirne. In questo modo la scuola evita anche di dare una formazione completa finendo inevitabilmente sull’apprendistato, consentendo all’impresa di utilizzare la monodopera studentesca in funzione di apprendistato.

Si parla, nella riforma, di addestramento professionale, questo e’ un termine che si utilizza spesso per il nostro amico cane.

Poi dobbiamo parlare della regionalizzazione, attraverso la quale le lobby politiche e la piccola e media impresa gestiranno direttamente la formazione, e in questo periodo in cui gli alunni andranno a lavorare, il tutor famoso, nel superiore, diventera’ una sorta di assistente sociale, senza la classe, il quale andra’ a vedere come questi alunni si trovano, mentre vengono spremuti nelle varie officine.

Tutto cio’ creera’ anche una differenzazione sociale netta, perche’ possiamo immaginare cosa verra’ consigliato di fare e intraprendere scolasticamente, ad un bambino che nasce in una famiglia dove ci sono delle ristrettezze economiche, pensando che in quel modo si possa imparare un mestiere.

Esatto, e in questo caso arriviamo ad un’altra nota dolente, la costruzione di una scuola supermercato. Ovvero, Don Milani affermava che c’e’ una differenza fra il commerciante e l’insegnante, il primo deve seguire e stimolare i gusti del cliente, il secondo deve fare assolutamente il contrario. Se noi introduciamo nella scuola, queste ore opzionali, le cui materie vengono scelte dall’utenza, perche’ questo dice la riforma, noi creiamo una sorta di scuola supermercato, dove tu vai e prendi quello che ti interessa, quello che ti piace, creando anche una concorrenzialita’ tra le scuole, non una concorrenzialita’ culturale, ma al ribasso, cioe’ sottoculturale.

Perche’ ?

Perche’ se ad alcuni gli piace fare le ballerine ad altri andare a far parte del grande fratello, di lavorare in tv,si creeranno strutture scolastiche di questo tipo, eliminando approfondimenti della storia, letteratura, eccetera eccetera, costruendo in questo modo nella scuola pubblica il modello della scuola privata e questo ci fa capire che questa riforma e’ piu’ a destra della vecchia riforma Gentile.

Quella che avevamo noi quando andavamo a scuola ?

Esatto, ed e’ molto piu’ a destra questa riforma, perche’ e’ piu’ classista, perche’ questa riforma asseconda le mode e il consumismo e mette da parte il sapere critico, il classico, la storia dell’identita’ del paese. Ogni tanto si sente dire da qualche sprovveduto, che questo e’ un governo di centro destra e che quindi e’ logico che segua la tradizione della destra classica, ma noi che non siamo dei fan di Gentile, perche’ certo non siamo di destra ne di centro destra, possiamo dire che perfino lui si rivolterebbe nella tomba se potesse sapere che nel paese che possiede piu’ del 70 per cento dei beni artistici mondiali e culturali, patrimonio dell’umanita’, l’educazione, ed in primo quella artistica, sia destinata a diventare marginale e ad essere collocata nelle ore opzionali. Stessa sorte all’educazione musicale, cosi’ come l’educazione fisica, in modo che per poterla fare l’utente scolastico se la deve andare a comprare da qualche altra parte, come se l’educazione motoria non fosse un veicolo per poter sviluppare la propria personalita’ e apprendimento.

In questo paese dove i bambini non sanno dove andare a giocare, e’ pericolosissimo anche per la loro salute fisica, non avere nella scuola pubblica la possibilita’ di fare della palestra con dei buoni e preparati insegnanti…

Esattamente, il conflitto di interessi in atto nel nostro paese fa si che il pubblico riduca la sua offerta, debilitando se stesso in favore del privato. Sono molte le palestre pubbliche che sono state lasciate andare allo sfascio proprio per questo motivo. In questa legge finanziaria non si caccia un’euro, per la ristrutturazione degli immobili scolastici, lasciando la stessa in una grave situazione. Ci sono scuole che devono essere ristrutturate completamente, soprattutto nelle zone sismiche, nelle quali, nonostante le tragedie vissute negli ultimi anni si continua nel non avere scuole a norma. Questo paese, al contrario del resto dell’Europa, non ha adottato la legge sull’igiene e la sicurezza nella scuola, dal 1990 ci sono state sette proroghe per poterla continuare ad evitare e l’ultima diventera’ l’ottava quest’anno. Abbiamo scuole non a norma di impianti elettrici, igienici, edili, insomma dal 1982 si e’ ridotto progressivamente l’istanziamento per l’istruzione, diventando uno degli ultimi paesi rispetto agli altri europei che spende qualcosa per la ricerca, con insegnanti che sono i peggio retribuiti in Europa, dando vantaggio in questo modo alle scuole private.

Pero’ per prima e’ stata la sinistra ad elaborare questa riforma scolastica, dobbiamo dire le cose come stanno, pur non essendo noi di destra.

La destra peggiora il tutto, ma dobbiamo dire che ha trovato delle porte aperte, quando lasci le porte aperte entrano i barbari e questi fanno il loro lavoro.

Noi non abbiamo fatto mai sconti a nessuno, e Berlinguer lo abbiamo cacciato con una grande manifestazione fatta dagli Unicobas, Cobas, e dalla Gilda, contro il concorsone, e chi ne ha fatto le spesse e’ stato lui, seppur erano stati i grandi sindacati Cgil – Cisl - Uil – ad rassicurare il ministro che i professori avrebbero accettato la loro valutazione professionale attraverso dei quiz. Questo concorsone ci definiva anche somari aprioristicamente, perche’ potevano superarlo solo il 20 per cento, come dire agli studenti all’inizio dell’anno che solo il 20 per cento di loro saranno promossi.

Berlinguer oltre a questa brillante idea, con il riordino dei cicli, gia’ andava ad introdurre un ordine funzionalista, con una parte di taglio radicale delle cattedre, unificando la scuola elementare con quella media, da attuare attraverso una manovra complessa.

Vedi, quando si parla di funzionalismo, la prima a farne le spese e’ la storia, tutti vogliono copiare il sistema scolastico americano senza dire ad esempio che negli stati uniti la storia non viene considerata, non e’ una materia e si studia come approfondimento universitario, quindi se la vuoi studiare devi andare all’universita’.

Ultimamente ci segnalano la trasformazione e la pubblicazione di libri di storia italiana, nei quali si scrive che la destra ha sempre pensato allo Stato mentre la sinistra si mette nelle proprie tasche i soldi con le privatizzazioni…

Ci sara’ anche scritto che la destra ha tagliato le tasse soprattutto ai ricchi…

Un consiglio alla sinistra ?

Non vorrei ricordare Moretti, ma soprattutto la sinistra deve cominciare a fare cose di sinistra, non basta essere contro la Moratti, bisogna dire anche che scuola si vuole, se ci si candida alla guida del paese.

Purtroppo questo ancora non c’e’, non lo abbiamo sentito da parte della sinistra. Certo non possono ripresentarci la riedizione della scuola Berlinguer. Bisogna sentire chi ci vive nella scuola e si puo’ comprendere quanto poco basta per fare delle buone cose nella scuola.

Vogliamo sapere quanto vorra’ investire la sinistra per la scuola, in rapporto al pil, sapendo che la destra investe la meta’ di questo rapporto.

Devono dirci che tipo di riforma intendono fare, devono rimettere nell’agenda politica la questione scuola, bisogna raccordare la scuola elementare con quella media, altrimenti tra un passaggio e l’altro ci sara’ sempre una caduta da parte dello studente.

Bisogna far si che gli insegnanti di scuola media lavorino anche sulla quinta elementare e quelli delle elementari prolunghino nella scuola media. La sinistra vuole una scuola obbligatoria fino a diciotto anni ? vogliono fare entrare nell’obbligo l’ultimo anno della scuola dell’infanzia ? noi vogliamo una scuola di qualita’ dove si insegni soprattutto a pensare e non ad eseguire ? queste sono le risposte che deve darci la sinistra.

Purtroppo i sindacati confederali sono ancora molto ambigui, perche’ mentre annunciano una lotta contro la riforma Moratti, contrattano sulle mance da dare ai tutor, e non si tratta di passare dagli otto euro mensili in piu’ a 16 euro, si tratta di una contraddizione palese, perche’ se si e’ contro la riforma Moratti non si puo’ contrattare per il tutor che ne e’ il suo perno. Noi non andiamo in piazza per avere piu’ soldi, ma perche’ siamo totalmente contrari alla riforma, e la Moratti bisogna cacciarla.

 

 

 

 

 

 

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