Tutti i brogli delle elezioni Usa

inviato da melocchi angelo

  Le elezioni presidenziali Usa 2004? Una colossale frode ai danni dei cittadini americani, di fronte alla quale i piccoli "maneggi" della Florida nel 2000 sono state bazzecole. Ne parla un articolo di John Andrew Manisco pubblicato sul sito www.reporterassociati.org, che spiega la strategia dolosa con cui Bush ha vinto le elezioni. Nel 2000 Bush vinse in Florida grazie alla Corte suprema, per lo più repubblicana, che bloccò il riconteggio delle schede perforate (proprio nel momento in cui Bush era in vantaggio di un soffio). Due anni dopo, la legge "Help America Vote Act" ha reso la frode elettorale molto più facile: privatizzazione del processo elettorale e adozione di sistemi elettronici che non lasciano traccia cartacea. E le quattro compagnie private incaricate sono tutte legate a Bush. In alcuni Stati, hanno denunciato numerosi cittadini, l'elettore votava Kerry ma il computer registrava il voto per Bush; sei deputati hanno chiesto un'indagine formale dopo aver constatato che alcune macchine contavoto aggiungevano voti inesistenti (93.136 in una sola contea dell'Ohio). In Florida, si è presentata nell'ufficio elettorale della contea di Volusia Bev Harris, impegnata da anni sul fronte dei brogli elettorali. Ha chiesto i nastri originali di ogni macchina, controfirmati dai funzionari del seggio. Ebbene: dapprima le sono state mostrate copie dei nastri non firmate, poi, di fronte alle sue proteste, le è stato intimato di uscire. Ciononostante si è data da fare e ha scoperto sacchi della spazzatura contenenti i nastri originali firmati. Il risultato è che, affiancando dati ufficiali e nastri, risultano in tutti i seggi centinaia di voti in più per Bush. Infine, la questione degli exit poll che avevano previsto un vantaggio per Kerry negli Stati chiave: in tre contee fortemente democratiche della Florida Bush ha ricevuto tra i 130.000 e i 260.000 voti in più del previsto. E negli Stati chiave della Florida, dell'Ohio e della Pennsylvania, tutte le differenze tra exit poll e voto finale erano a svantaggio di Kerry: cosa che può verificarsi con una probabilità su 250 milioni.   Da: Adista Notizie n° 87 dell'11 dicembre 2004 - www.adista.it Altri particolari in: http://www.disinformazione.it/elezioniusa4.htm - http://www.disinformazione.it/paginapolitica.htm    

Intervista a Maurizio Blondet

Marcello Pamio - 5 dicembre 2004

Il giornalista e scrittore Maurizio Blondet ci ha rilasciato una intervista telefonica che abbiamo mandato in diretta radio sull'emittente locale del Veneto, Radio Gamma 5 (94,00 MHz). Pubblichiamo un estratto di tale intervista.

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D: Si parla sempre più spesso di tecnologie in grado di intercettare fax, cellulari, e perfino e-mail. Addirittura di satelliti militari in grado di fotografare qualunque cosa, eppure, il pericolo numero uno al mondo non si trova.

Ma che fine ha fatto Osama bin Laden, e a chi giova la sua esistenza e i suoi videoproclami?

R: E’ abbastanza evidente: Bin Laden era un agente della CIA almeno fino al 1999 ed è sospettato di aver fatto uccidere (su richiesta della stessa CIA) in agosto del 2001 (quindi un mese prima dell’11 settembre) il generale afgano Mossud, che poteva unificare l’Afghanistan. Quindi è probabile che lui sia tuttora un uomo che lavora per i servizi segreti americani, fingendo di essere loro nemico.

Oramai Bin Laden manda solo delle videocassette, e da due anni non ha fatto una sola telefonata con il satellitare, perché qualunque tipo di conversazione, di comunicazione, oggi può essere controllata. Addirittura qualunque movimento finanziario. Gli americani hanno un software, che si chiama Promis, che serve appunto a controllare ogni tipo di movimento finanziario sospetto e anche non sospetto. Loro negano di usarlo, ma in realtà, visto che ce l’hanno, non si capisce perché non dovrebbero usarlo.

E allora Bin Laden come fa a comandare al-Qaeda senza nessun tipo di comunicazione?

Nel mio libro: “Osama bin Mossad” ho fatto un’ipotesi che alla fine - magari tra una quindicina di anni di guerre - vedrà Osama come il Grande Califfo della Mecca, in una Arabia Saudita divisa in due parti: quella petrolifera e democratica (come l’Iraq!) e l’altra della Mecca, intoccabile luogo santo.

Oggi, isuoi videoproclami, hanno l’obiettivo di mantenere vivo questo senso di terrore. Il libro che spiega tutto è “1984” di George Orwell, dove si racconta di una guerra che forse non esiste nemmeno, che però tiene tutta la popolazione sotto l’impero del terrore e rende necessario un governo autoritario, la gestione segreta dello Stato, ecc. ecc.

Andrebbe però riletto attentamente, perché lo abbiamo sempre fatto come la metafora dell’impero sovietico, ma adesso sta diventando la metafora dell’impero di Bush!

D: Nel suo libro, “11 settembre: colpo di stato in USA” lei parla di un vero e proprio colpo di stato interno all’America, portandone le prove. Da quel giorno il mantra ripetuto continuamente dai media è che “il mondo non è più lo stesso”. Quel colpo di stato, cosa effettivamente ha cambiato?

R: Se nel 1997 vi avessero detto che l’America aveva delle basi militari permanenti in Afghanistan, in Azerbaijan, in Georgia (cioè nel cortile di casa della Russia), avremmo detto che erano pazzi. Invece proprio nel 1997 esce il libro di Zbigniew Brzezinski (Consigliere della Sicurezza Nazionale, uomo della Commissione Trilaterale e del CFR), dal titolo: “La grande Scacchiera”, nel quale dice esattamente quello che sta avvenendo oggi. Per esempio che l’America deve comprare quella zona dell’Asia Centrale (di influenza russa e non sovietica, perché anche gli Zar erano lì) per sottrarla alla Russia in modo che quest’ultima torni a diventare una micropotenza asiatica. L’Ucraina è il trait-union tra Occidente e Oriente e la rete di passaggio di tutti gli oleodotti centroasiatici. Tutto ciò sta avvenendo! Ma avevano bisogno di un pretesto che allarmasse abbastanza la popolazione americana per cominciare questa nuova avventura bellica. E il pretesto è stato l’11 settembre 2001. Anche questo era previsto nei documenti dei neocons, scritti almeno 5 anni prima, in cui si diceva chiaramente che sarà necessaria una nuova Pearl Harbor...

E infatti Pearl Harbor è avvenuta, grazie ad un agente della CIA che è Bin Laden!

Ma la cosa incredibile è che queste cose vengono chiamate cospirazionismo, complottismo.

Nei miei libri porto dei dati di fatto e vorrei essere smentito su questi dati.

D: In novembre abbiamo assistito alla vittoria di George Walker Bush sul fratello di loggia John Kerry. Ci sarebbero tante cose da dire sulla votazione elettronica in Ohio, ma quello che non capisco è come Kerry, non abbia vinto. Anche lui avrebbe fatto gli interessi delle multinazionali, della lobbies delle guerre e pure quelli di Israele. Quali giochi si nascondono dietro questa elezione?

R: La mia sensazione è che Kerry non abbia nemmeno provato a vincere le elezioni, nel senso che glielo hanno ordinato dalla centrale che comanda tutti e due i fessacchiotti (Kerry e Bush sono solo dei figuranti). Siccome bisognava veicolare l’idea che l’America è ancora una democrazia, gli hanno ordinato di fare lo sfidante (democratico). Ma come si è visto, ha fatto a mala a pena una campagna elettorale di sole 3 settimane, con un messaggio di questo tipo: “Io farò meglio le stesse

cose che Bush sta facendo”. Cioè le guerre.

Non si capisce perché bisognava votare lui!

Tutto ciò ovviamente è telecomandato: entrambi fanno parte della società segreta Skull and Bones, dell’Università di Yale, da dove escono i funzionari e i responsabili dei governi segreti americani. E’ tutta una finzione, e infatti Putin che è lucido in questo, dice che preferisce Bush a Kerry, perché Bush almeno fa le cose in modo talmente brutale da alienarsi delle simpatie.

Per l’Europa, se avesse vinto Kerry sarebbe stato più difficile dire di no, avremo dovuto dargli più truppe militari per l’Iraq e in futuro per l’Iran…

E’ chiaro che questi non si vogliono fermare all’Iraq, ma Iran, Siria e Arabia Saudita.

D: Le ho chiesto questo, perché a Stresa, sul lago di Como, in giugno scorso si è riunito il Bilderberg e mi sembra che avessero deciso per Kerry e per il suo vice Edwards….

R: George Soros era a favore di Kerry. Quello che dice è perfettamente vero. Il Bilderberg è un gruppo formato da americani ed europei: è la Commissione Bilaterale per intenderci, e loro vedono con allarme questo scollamento fra l’amministrazione Bush e l’Europa. Vorrebbero fare le cose che fa Bush ma con la partecipazione dell’Europa, cioè vogliono avere una fetta di torta, perché alla base di alcune di queste letture, c’è il possesso delle fonti petrolifere. Sono molto allarmati che l’Europa diventi una specie di satellite degli USA.

Però questo gruppo (i Bilderberg) è stato completamente glissato dai neocons, che sono tra le altre cose, anche messianici, quindi non pensano che le alleanze servano, perché hanno il “favore divino”.

D: Pochi giorni fa Colin Powell è stato sostituito dalla pantera nera Condolizza Rice. Se non sbaglio, la Colomba di Washington aveva intenzione di usare il suo credito internazionale per mettere un po’ in riga la politica estremista di Sharon. E’ stata questa la causa del suo licenziamento o c’è dell’altro?

R: Pare che sia stata proprio questa.

Colin Powell ha fatto delle figure umilianti in giro per il mondo, ma avrebbe potuto ergersi come eroe di un'altra America, opponendosi a Bush, e invece, ha fatto il servo. Pensate che lo chiamano lo “Zio Tom”.

Siccome sono sicuri di governare per altri quattro anni, hanno sbattuto fuori il burattino che non gli serviva più. E questo è molto grave perché va su Condoleeza Rice che è praticamente la badante di Bush.

Bisogna aver chiaro che Bush è un uomo con gravi problemi psichiatrici: ex alcolizzato, ex cocainomane, e che quindi è un uomo facilmente manipolabile e manovrabile. Non è lui l’attore, il protagonista, è soltanto il figurante. I veri capi appaiono essere Dick Cheney (il vice presidente), e Donald Rumsfeld (il capo del Pentagono). Se c’era un uomo che doveva essere licenziato dopo le elezioni era proprio Rumsfeld, perché ha fatto dei disastri militari in Iraq…e invece è stato mandato via Powell.

Questo indica un indurimento e vedremo delle cose ancora più terribili nei prossimi anni molto probabilmente.

D: Che ruolo ha il paparino George Herbert Walker Bush, massone del 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato?

R: Papà è probabilmente l’iniziatore dell’aspetto, non messianico ma cinico di questa politica. E’ il capo di un fondo d’investimento molto speciale, che prima dell’11 settembre ha fatto incetta di azioni delle imprese militari, sia americane che europee. Quindi sono quelli che guadagnano di più dalle guerre fatte dal figlio.

Questo è un altro conflitto d’interessi gigantesco: ogni volta che Bush figlio fa una guerra, Bush padre ci guadagna!

D: L’Iran è al primo posto nella lista degli stati canaglia. Dal 2000 ha iniziato a incamerare euro al posto di dollari, e questo ha dato molto fastidio all’economia USA, per non parlare poi della fornitura di gas naturale per 100 miliardi di dollari alla Cina, contravvenendo alla legge sull’embargo. Che tipo di politica metterà in atto l’amministrazione statunitense nei confronti dell’Iran?

R: C’è una questione da parte di Sharon di attaccare l’Iran. La cosa però non è semplice perché l’America è sfiatata dall’occupazione dell’Iraq. Bisognerà vedere cosa farà: se instaurerà la leva obbligatoria; se potrà fare guerra senza far rivoltare i cittadini americani; se per convincere il popolo bisognerà fare un altro attentato di al-Qaeda ancora più sanguinoso, come si teme, in modo da trascinare l’intero paese nella guerra all’Iran.

L’Iran è un paese difficile perché ha 70 milioni di abitanti, è molto più vasto dell’Iraq e qualche tipo di copertura militare, russa e molto probabilmente cinese, dati i rapporti economici molto stretti che si sono stabiliti tra Cina e Iran. Con un mega-contratto da 100 miliardi di dollari di gas in 25 anni, infatti la Cina si è accaparrata una parte della sicurezza energetica. Se adesso l’Iran viene attaccato sono proprio gli interessi cinesi che vengono aggrediti.

Non dimentichiamo anche che tutta l’operazione sull’Ucraina è un’operazione americana (come quella di George Soros in Georgia). Si vuole praticamente sottrarre a Putin l’egemonia dell’area, perché sia la Russia che l’Ucraina hanno le armi atomiche. Quelle ucraine sono sotto controllo USA, attualmente. Quindi se si arriva a una guerra civile…

D: Volevo domandarle proprio questo: cosa sta succedendo esattamente in Ucraina?

R: Praticamente l’idea è quella di portare l’Ucraina sotto l’influenza della sfera USA. Non europea o occidentale, ma americana! Questo crea dei gravi problemi a Putin.

Per fare un esempio: Putin ha una flotta nel Mar Nero, e se l’Ucraina diventa ostile, non è più collegato con essa. Per non parlare dei numerosi oleodotti russi, che oggi forniscono petrolio all’Europa, che passano proprio per l’Ucraina! Da qui l’interesse USA di controllare questi oleodotti, perché in quella zona il petrolio non ha collegamenti con il mare. Quindi è un esproprio che si vuole tentare contro Putin. In questa fase egli è aggredito e non aggressore.

Anche l’attentato sanguinosissimo di Beslan contro i bambini è stato chiaramente indicato da Putin (che è un agente del KGB e quindi sa benissimo come avvengono queste cose…): i terroristi sono solo strumenti della Roma che sta sul Tamigi e sul Potomac, che vuole dividere per imperare, come faceva la Roma antica. Sono poteri petroliferi di Londra e Washington che hanno scatenato i terroristi cosiddetti islamici. Se poi si va a vedere chi è capo di quei terroristi ceceni, Basayev. Egli è stato il capo delle guardie del corpo del più importante e ricco degli oligarchi russi Boris Berezovsky, colui che si è accaparrato tutti i beni minerari della Russia. Putin in pratica se li sta riprendendo perché questi non li hanno pagati.

Pensate alla Yucos, che è di proprietà di un oligarca russo Komarovsky, il quale l’ha comperata per 200 milioni di dollari ai tempi delle privatizzazioni, con soldi prestati dalla famiglia Rothschild. Oggi la Yucos vale in borsa 17 miliardi di dollari!

D: Cambiando totalmente discorso, m’incuriosisce molto uno dei suoi ultimi libri, dal titolo: “La strage dei genetisti”. Può spiegarci cosa intende per strage di genetisti?

R: Dopo l’11 settembre misteriosamente sono morti in vari incidenti - che sono per la maggior parte omicidi - venticinque forse ventisei genetisti che si occupavano di armi genetiche, batteriologiche e con manipolazione militare del DNA.

Non si capisce bene cosa stia succedendo, ma è probabile che sia in corso una guerra segreta su questi tipi di armamenti, le cui ricerche sono così avanzate che basta uccidere pochi uomini, pochi competenti, per frenare lo sviluppo delle armi al nemico. Se per esempio i cinesi ammazzano cinque genetisti americani che se ne occupano, è improbabile che gli americani abbiano altri cinque genetisti dello stesso livello che si occupano degli stessi studi. Quindi è in corso qualche cosa di questo tipo, e ci sono degli Stati che stanno mettendo a punto armi di questo tipo: la cosiddetta arma genetica. Un’arma, un microbo, un batterio, un virus in grado di colpire solo un tipo specifico di genotipo!

Quest’arma genetica fu rilevata da un membro del Congresso del Parlamento israeliano. Il parlamentare fece una dichiarazioni misteriosa, e non l’ha più ripetuta…

E’ molto allarmante, perché gli effetti di queste armi, assomigliano a malattie. Come quella che ha colpito Arafat per esempio. Il presidente dell’OLP, è morto con dei sintomi molto strani: migliaia di microemorragie nei piccoli vasi, che non corrispondono a nessuna malattia ufficiale! Da qui il sospetto di avvelenamento, ma avvelenamento con un’arma molto sofisticata e mirata…

Da: www.disinformazione.it

Settembre 2000 un anno prima dell'11 settembre 2001: "Inoltre, il processo di trasformazione, anche se implica un cambiamento rivoluzionario, probabilmente sarà lungo, in mancanza di un evento catastrofico e catalizzatore - come un nuovo Pearl Harbor" ("Further, the process of transformation, even if it brings revolutionary change, is likely to be a long one, absent some catastrophic and catalyzing event – like a new Pearl Harbor.") Dal sito dei "NewCons", nuovi conservatori, del PNAC (Project for a New American Century) composto da sostenitori e collaboratori dell'Amministrazione Bush www.newamericancentury.org in "Defense and National Security" titolo: REBUILDING AMERICA’S DEFENSES (Strategy, Forces and Resources For a New Century - A Report of The Project for the New American Century - September 2000) indirizzo web: http://www.newamericancentury.org/RebuildingAmericasDefenses.pdf pagina 51  

11 SETTEMBRE: COLPO DI STATO IN USA

di Maurizio Blondet

2002, pp. 144 euro 10,00

Ognuno dei 4 aerei dirottati dai "terroristi musulmani" l'11 settembre aveva due scatole nere: sei non sono state trovate, due risultano mute (caso unico nella storia dei disastri aerei). Le procedure standard di intercettazione di aerei fuori rotta, normalmente efficientissime, questa volta sono scattate in grande ritardo, allertando poi caccia a reazione troppo distanti, quando vi erano basi molto vicine ai Boeing dirottati: i "terroristi kamikaze" avrebbero compiuto manovre arditissime con grossi Boeing, quando i loro istruttori di volo non si fidavano di farli decollare da soli alla guida di aereoplanini da turismo. Inoltre la strana storia sulla rete di spie israeliane, centinaia, arrestate dalla DEA e poi rilasciate; le lettere all'antrace, le cui indagini si sono fermate a Fort Detrick, laboratorio militare USA; e poi le speculazioni finanziarie, che hanno preceduto l'attentato: questi alcuni dei paradossi descritti da Blondet.

CHI COMANDA IN AMERICA

di Maurizio Blondet

2002, pp. 180, euro 13,00

"Chi comanda in America" è il logico sviluppo di "11 Settembre colpo di stato in U.S.A.", in cui si ipotizza lo scenario non di un attentato, ma di un putsch. In "Chi comanda in America" si analizza chi sono i componenti principali dell'establishment U.S.A.; in questo paese, per esempio, viene istituita una festa nazionale per celebrare il compleanno del rabbino capo della potentissima setta Lubavitcher e il ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, ha inaugurato un'inquietante "privatizzazione" del Pentagono (mercenari privati, a contratto, formano ormai il 10 per cento della forza armata spiegata sui teatri di guerra, dall'Afghanistan all'Irak); la strategia militare è appaltata a istituti di ricerca privati, come il Defence Policy Board dell'israelita Richard Perle. Ora, Richard Perle (già dirigente della Soltam, fabbrica d'armi israeliana) siede con il numero due del Pentagono Paul Wolfowitz e col numero tre, Douglas Feith, in an'altra "fondazione culturale" privata: il Jewish Institute for National Security Affairs (JINSA). Qui, con i "consiglieri strategici" privati e filo-israeliani, compaiono generali e ammiragli che presiedono i consigli d'amministrazione delle grandi fabbriche di armamento a contratto per il Pentagono, il cosiddetto complesso militare-industriale. Nel JINSA si annodano le volontà politiche convergenti, l'abitudine alla segretezza, l'ideologia guerrafondaia, la disponibilità di mercenari tecnologicamente all'avanguardia e - soprattutto - tecnologie militari top secret che possono trasformare un Boeing di linea in un proiettile volante teleguidato, solo modificando il software del pilota automatico. Insomma, le competenze necessarie per attuare gli eventi dell'11 settembre e realizzare, dietro la maschera dell'attentato "arabo", un colpo di Stato.

OSAMA BIN MOSSAD

di Maurizio Blondet

2004, pp. 144, euro 11,00

...La testa del serpente dov'è? E' dappertutto. I nuovi capi della nuova Al-Qaeda sono in Georgia, sono in Iran, sono in Cecenia, sono nell'Africa Occidentale, dal dicembre 2002 anche nella striscia di Gaza, in Italia...; sono dovunque ci sia un interesse strategico ebraico-americano da proteggere... Al-Qaeda, ispiratrice ed esecutrice del terrorismo, è un'imprecisabile rete, ma misteriosamente senza un apparato direttamente responsabile di così ben coordinate stragi; sono addirittura coinvolti nel commercio mondiale dei diamanti e con la mafia dell'India. E Osama? Punta a prendere il potere in Arabia Saudita, a detronizzare la famiglia reale e ad istituire un nuovo Califfato. Come conti di fare, dopo la per lui rovinosa sconfitta di Saddam, con qualche suicida e contro la superpotenza mondiale non ci viene spiegato. ...Bush dovrebbe ringraziare Osama perché gli consente di mantenere l'ingerenza armata nelle vaste aree petrolifere mondiali e perché gli consente di mettere da parte le spinose questioni dell'economia interna ripetendo il suo mantra: "the war goes on". ...Dovrebbe ringraziarlo Sharon, che senza il terrorismo sarebbe costretto ad affrontare la sgradita questione della road map, come promesso agli americani. Ma cosa sarebbe Israele con la pace? Si tratta di uno Stato artificiale, composto da gente che ha spesso due o tre cittadinanze. Una volta cessato il pericolo gli israeliani -in vacanza religiosa- tornerebbero in gran parte ai loro paesi di origine; calerebbe il flusso delle donazioni della diaspora, che invece crescono più cresce il pericolo per Israele; calerebbero gli aiuti USA, miliardi di dollari annui che fanno la differenza sul livello di vita israeliano e palestinese. Sharon mette Israele in pericolo per salvarla continuamente. E' un fenomeno freudiano. Del resto la psicanalisi l'hanno inventata loro...Sarà anche un'editrice catto-fascista e antisemita, però fa impressione...

Da: www.effedieffe.com