LE ATTIVISTE DELLO ZIMBABWE AL CENTRO DELLA REPRESSIONE

di Clara Spagnoletta

"Se vi arrestano, gettate dei fiori sul pavimento della stazione di polizia
per ricordare che marciavamo in modo pacifico coi nostri cuori pieni di
amore". Sono le istruzioni che Woza (Le donne dello Zimbabwe risorgono)
fornisce alle aderenti in procinto di prendere parte alle manifestazioni.

Dalla nascita di Woza, il giorno di San Valentino del 2003, di arresti di
attiviste per i diritti umani ce ne sono stati parecchi. L'Atto sulla
sicurezza e l'ordine pubblico, introdotto nel 2002 dal governo di Harare, ha
causato migliaia di arresti e oggi rappresenta una delle più grandi minacce
alla libertà di espressione e di associazione nonché all'operato degli
organismi non governativi per i diritti umani.

Decine di esponenti di Woza sono state arrestate e in alcuni casi
incriminate proprio sulla base di questo Atto. Per ore ma più spesso per
diversi giorni sono state tenute in celle malsane e sovraffollate, sotto la
costante minaccia di violenza da parte di agenti e secondini e senza poter
contattare i propri legali.

Nel luglio 2003 la polizia ha interrotto una manifestazione per arrestare
una delle dirigenti di Woza, Jenni Williams. Le 46 donne che erano con lei
hanno chiesto a loro volta di essere arrestate, cosa che gli agenti hanno
fatto immediatamente. Williams è stata accusata di aver organizzato una
manifestazione illegale, le sue compagne di avervi partecipato. Tutte e 47
sono state scarcerate su cauzione, in attesa del processo.

Nonostante la repressione, che rischia di acuirsi in vista delle elezioni
parlamentari del marzo 2005, Woza ha proseguito anche quest'anno a
organizzare manifestazioni pacifiche in ogni parte dello Zimbabwe. In soli
sette giorni, a giugno, la polizia ha arrestato oltre 100 donne. Il 16
giugno gli agenti hanno fatto irruzione in un locale dove si stava svolgendo
una riunione privata e hanno arrestato 43 donne, le hanno prese a
scudisciate sulle piante dei piedi e poi le hanno rilasciate senza alcuna
accusa. Il 19 giugno, alla vigilia di una manifestazione in occasione della
Giornata mondiale dei rifugiati, in programma a Bulawayo - la seconda città
dello Zimbabwe - sono state arrestate 70 donne, alcune delle quali
evidentemente a caso in quanto non erano coinvolte nei preparativi dell'
iniziativa. Undici di esse sono state multate per "blocco della
 circolazione".


da 
http://www.amnesty.it/notiziario/04_09_10/primopiano2.php3