L’INCREMENTO DEL DANNO
L’avevamo detto: chi sta con Prodi Schioppa

La cosiddetta sinistra-radicale, com’era del tutto prevedibile, si e’ allineata al diktat di quella cosiddetta liberale, che altro non e’ se non la rappresentazione politica del grande capitalismo italiano ed europeo. Ha fatto di peggio, ha sottoscritto un dodecalogo il quale, oltre a confermare sfacciatamente gli assi portanti della politica neoliberista e imperialista del governo, consegna a Prodi poteri di tipo presidenzialista che sono in aperto contrasto con la stessa Cosituzione repubblicana. I sinistri-radicali giustificano questa capitolazione con losdrucito ragionamento per cui, in tal modo, di ridurrebbe il danno, ove per danno si intende, ma e’ ovvio! il ritorno di Berlusconi. E’ valido questo ragionamento? No, non e’ valido. Anzitutto perche’ proprio con questa politica miserevole si rafforza il consenso di Berlusconi, lo si alimenta, lo si tiene in vita. In secondo luogo perche’ si tiene si momentaneamente lontano il Cavaliere dal governo, ma al prezzo di berlusconizzare la politica, le istituzioni, cio’ che resta di questa sinistra da strapazzo. Gli ultimi due punti del dodecalogo, quelli con cui Prodi si accentra straordinari poteri e si piglia l’ultima parola nel Consiglio dei ministri, così come la promessa di indurire in senso antidemocratico la legge elettorale, sono il piu’ chiaro esempio di berlusconizzazione della vita politica e istituzionale. Così, anche ammesso che Berlusconi in persona sia messo fuori gioco,  il berlusconismo avanza proprio grazie a chi dice di combatterlo. Non si riduce il danno insomma, lo si accresce, non solo lo si accresce, lo si rende piu’ insidioso, perche’ questo danno, essendo  compiuto da forze politiche a parole progressiste, approfondisce tra i cittadini che speravano in uncambio di rotta, il disincanto, la rabbia, lo stesso passaggio a destra. La figura meschina fatta in questa occasione la cosiddetta sinistra-radicale la paghera’ a caro prezzo. Esultiamo? Per niente! Le conseguenze le pagheremo anche noi, le pagheranno i popoli oppressi che avevanop sperato, con la sconfitta di Berlusconi, che l’Italia si sarebbe sganciata dalla sudditanza verso gli Stati Uniti, mentre dovranno prendere atto che le bombe o i proiettili d’alemiani non sono tanto diversi da quelli berlusconiani. Ci sorge tuttavia un dubbio, a noi che sempre ci ostiniamo a dare un senso compiuto alle mosse e alle contromosse dei due schieramenti politici. Nessuno potrebbe esprimerlo meglio di un liberale autentico: «Qui, diciamola tutta, non e’ piu’ questione di politica estera. Siamo nella cucina della bassa politica, fra tovaglie lorde di unto, rimasugli di cibo nei piatti, bottiglie di vino e bicchieri semivuoti. E’ lo spettacolo di una classe politica fatta di mezze calzette che sono in Parlaento per la pensione, I viaggi gratuiti in treno e in aereo e al governo per l’auto blu. Mancasse solo una politica estera. Manca una classe politica appena appena decente». (Piero Ostellino, Corriere della Sera del 24 febbraio)

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FORCHETTONI ROSSI
Dissidenti in mutande, di Roberto Massari

Riceviamo e pubblichiamo queste severe note, in particolare verso Franco Turigliatto, vergognosamente espulso dal PRC. La solidarieta’ da noi espressa a Franco non riduce ma accresce il nostro sdegno verso la sua decisione di votare la fiducia verso il governo Prodi. Una fiducia che cancella il suo operato precedente e rende la sua linea di condotta francamente pittoresca. Tanto valeva andare fino in fondo, con coerenza.

«Mi scuso con i compagni e le compagne, ma devo rettificare un errore di calcolo (in realtà di valutazione) compiuto dopo la caduta del  governo Prodi. Dissi allora che i Forchettoni rossi (cioè i deputati   e i senatori eletti per Prc, Pdci e Verdi) erano scesi a 108,  prendendo per buona l'assenza dal voto dei senatori Rossi e Turigliatto. Invero, dicevo anche che un voto contro o un'astensione da parte di questi due avrebbero avuto un maggiore valore etico, politco e simbolico, ma visto quel che passa il convento...
Ebbene, i Forchettoni rossi tornano ad essere 110 e tutti peggio di prima. Sì, anche i due "dissidienti" confermano la loro fiducia a un governo imperialistico peggiore di quello di prima. Un governo che nei 12 punti ha blindato le cose più reazionarie che nell'immediato si  possano proporre, tra le quali il proseguimento dell'aggressione all'Afghanistan, la Tav e la nuova base aerea di Vicenza. Il secondo Prodi è ancora più a destra del primo e chi lo sostiene è ancor più complice di prima. Non fatevi ingannare dalle dicharazioni rifondarole di voler tornare nelle piazze per... sorreggere il governo.

Nel caso di Turigliatto la cosa è ancor più grave per due ragioni: 1) Non stando più in Rifondazione non ha più la "scusante morale" della disciplina di partito. Se quindi vota per Prodi lo fa profondamente convinto nel proprio intimo o per disciplina nei confronti del suo vero partito (la Quarta internazionale) che si trova così ad essere corresponsabile moralmente dell'operato complessivo d questo governo  di guerra e di rapina . 2) Ci prende per il culo dicendo che però non voterà per l'Afghanistan, proprio quell'Afghanistan che campeggia tra  
i 12 punti. E che gliene frega a Prodi che lui non voterà l'Afghanistan? Per quello ricorrerà tranquillamente ai voti dei senatori a vita (che su quel tema Napolitano lascerà liberi d'essere decisivi col proprio voto), di esponenti del centro destra e fascisti sparsi. Anzi, se l'offensiva di primavera ci sarà effettivamente e qualche mercenario italiano ci lascerà la pelle, assisteremo a un voto bipartisan, cioè tutti uniti - dalla destra fascista a quella rifondarola. A quel punto, che manchi il voto di Turigliatto - che comunque aveva votato a favore la prima volta e non ne fa ora la benché minima autocritica - non avrà la benché minima conseguenza.

Quindi 110. Mi raccomando di tenerne nota, perché una cifra simile non s'era mai vista. Tempi duri per chi è onesto e lucido (lasciamo perdere il  "rivoluzionario" perché non è proprio il momento...»

Roberto Massari

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4. IRAQ: SALVIAMO LA VITA A LIKA, WACEN E ZAINAB
Tre donne irachene condannate all’impiccagione con l’accusa di far parte della Resistenza
I LEGALI FANNO APPELLO AD AZIONI DI SOLIDARIETA’

La Suprema Corte Criminale di Bagdad ha condannato tre donne alla pena di morte per impiccagione con l’accusa di complicita’ nell’assassinio di  poliziotti iracheni leali alle forze occupanti —fatto che la Corte considera “terrorismo”.
Il Sindacato degli Avvocati Iracheni ha reso noti i loro nomi.
Si Tratta di:
Lika Omar Muhammad, 26 anni: accusata, assieme al marito e al fratello, di aver partecipato all’omicidio di alcuni ufficiali collaborazionisti nella Zona Verde;
Wacen Taleb, 31 anni: accusata, durante una sparatoria, di aver ucciso cinque poliziotti;
Zainab Fadhel, 25 anni: accusata, assieme al marito e al cugino, di aver attaccato a Bagdad, nel settembre scorso, una pattuglia congiunta dell’esercito americano e iracheno.

Walid Hayali, avvocato e membro del Sindacato degli Avvocati Iracheni, ha affermato che la Corte ha emanato la condanna esecutiva (n.156) contro le tre donne senza permettere loro di disporre di proprio legale. L’avvocato fa appello all’opinione pubblica mondiale affinche’ si mobiliti per fermare queste esecuzioni e condannare le decisioni della Corte. Egli ha anche reso noto che Lika Omar Muhammad ha dato alla luce un figlio in prigione pochi mesi fa che ella sta ancora allattando, mentre Wacen Taleb e’ madre di un figlio di tre anni. Le tre donne sono adesso carcerate nella prigione «Kazim Yeh», nel distetto di Kazimiyah di Bagdad.

ACCOGLIAMO SENZA INDUGI L’APPELLO PER SALVARE LA VITA DI LIKA, WACEN E ZAINAB
NELLA PROSPETTIVA DI PROMUOVERE ANCHE IN ITALIA UNA URGENTE MOBILITAZIONE AFFINCHE’ IL GOVERNO PRODI SI ESPRIMA CONTRO QUESTE CONDANE A MORTE,
Chiediamo a tutti di inviarci la loro adesione e disponibilita’ a prendere parte alla campagna per la vita di LIKA, WACEN E ZAINAB

SCRIVETECI SUBITO: campoantimperialista@virgilio.it