Coordinamento Scuole di Vicenza e provincia

evidenziato da conques

Il Coordinamento scuole di Vicenza, organismo autonomo e indipendente che raggruppa insegnanti, genitori e studenti impegnati nella difesa e nella riqualificazione della scuola pubblica, esprime la sua piena solidarietà a tutti coloro, colleghi docenti, delegati sindacali, RSU, studenti, dirigenti, che, per aver manifestato la loro opposizione contro la costruzione di una nuova base militare Usa in territorio vicentino, hanno subito intimidazioni.

Il Coordinamento ha riscontrato che comportamenti intimidatori sono stati posti in essere anche da rappresentanti dell'Amministrazione provinciale: sia col rifiuto di concedere i locali dell'Istituto "Canova" per l'assemblea sindacale indetta da CGIL e CISL del 16 febbraio scorso, sia con l'approvazione espressa nei confronti di due docenti che segnalavano al Prefetto iniziative, a loro avviso illegittime, di vasta partecipazione democratica assunte all'interno dell'Istituto "Da Schio".

Il Coordinamento ribadisce che l'Amministrazione provinciale non può e non deve esprimere giudizi di merito sugli argomenti di discussione nelle assemblee e nelle riunioni scolastiche; ribadisce altresì che le libertà sindacali sono inviolabili e respinge qualsiasi tentativo di ridurre gli spazi di partecipazione democratica all'interno della scuola.

Nel denunciare tali atteggiamenti intimidatori, cogliamo l'occasione per proporre ulteriori riflessioni, a partire da alcune domande che, in qualità di docenti, urgono in noi.

Può un insegnante, nell'ambito della sua azione didattica, disinteressarsi di una questione come quella riguardante il Dal Molin? In questi mesi di mobilitazione abbiamo incontrato e discusso con tantissimi nostri colleghi: la sensazione comune era la stessa, quella di un profondo disagio.

Entrando in classe giorno dopo giorno, come responsabili del rapporto con i nostri studenti, abbiamo il dovere di presentare e di proporre relazioni, valori, regole in accordo con la cultura democratica e con la Costituzione repubblicana; cioè, noi tutti abbiamo il dovere professionale ed etico di un insegnamento non meramente tecnico, ma che sia anche in grado di produrre strumenti di analisi e comprensione della realtà politica e sociale, nella convinzione che la formazione sia indirizzata non solo a futuri lavoratori subordinati alle esigenze del mercato, ma anche ai cittadini protagonisti attivi di domani; perché è solo così che la democrazia si mantiene in vita.

Ebbene, come è possibile convincere le nuove generazioni dell'importanza della pace, della solidarietà, del rispetto delle diversità, della tutela dell'ambiente, della partecipazione democratica, dei legami sociali, quando tutto ciò viene clamorosamente negato, con decisioni calate dall'alto e per lungo tempo rimaste segrete, dentro la città in cui viviamo e a poche centinaia di metri dalle aule in cui insegniamo? Come possiamo proporre questi valori quando vengono sistematicamente cancellati dall'arroganza di chi si arricchisce con la costruzione di strumenti di guerra e dalle menzogne degli amministratori pubblici? Possiamo essere così ingenui, o in malafede, da credere che il bullismo nasca dalla musica rock? Che il rifiuto delle relazioni, che non siano basate sulla prepotenza, abbia come esclusiva causa qualche problema nella singola famiglia? Quali insegnamenti ricavano i nostri studenti dal comportamento di chi detiene il potere economico e politico?

I nostri studenti e le nostre studentesse, anche quando manifestano difficoltà scolastiche, anche quando non hanno un retroterra familiare in grado di fornire un apporto culturale significativo, non sono certo degli sciocchi e soffrono, istintivamente, il disagio generato da comportamenti istituzionali che mortificano le esigenze e i diritti di gestione del territorio espressi dal complesso della popolazione per conseguire il vantaggio di pochi.

Il Coordinamento respinge tutte le intimidazioni e le provocazioni avvenute e che avverranno, e si impegna nel difendere gli spazi della partecipazione democratica anche attraverso la convocazione di un'assemblea cittadina sul caso Dal Molin, in data da definire. Il nostro impegno come insegnanti continuerà, quotidiano e tenace come sempre, rafforzato dall'intelligenza e dal calore che ci hanno regalato le migliaia di cittadine e cittadini che abbiamo incontrato 'lungo la strada del Dal Molin'.

Vicenza, li 19 marzo 2007