Un cooperatore sociale a processo per il CPT di Gradisca d'Isonzo

DI FABIO DELLA PIETRA

www.itaca.coopsoc.it

Il 19 aprile prossimo presso il Tribunale di Udine si svolgerà il processo contro Gian Luigi Bettoli, esponente storico del movimento pacifista pordenonese e, dal 2005, presidente di Legacoopsociali regionale, la federazione di categoria della Lega delle cooperative che raggruppa le Cooperative Sociali. La causa del processo è apparentemente paradossale, ma facilmente comprensibile dal contesto.

Nel dicembre 2006 Bettoli si incontra con Adriano Rucchini, il presidente della Cooperativa "Minerva" di Gorizia, assegnataria in quei giorni dell'appalto per la gestione del Centro di Permanenza Temporanea per emigranti in via di apertura a Gradisca d'Isonzo. L'incontro avviene su richiesta della cooperativa, che aderisce da poco tempo a Legacoop; è presente anche un rappresentante dell'altra associazione cooperativistica cui aderisce “Minerva”, l'Agci. L'incontro viene accettato da Bettoli per pura cortesia, visto che l'assemblea delle cooperative aderenti a Legacoopsociali regionale ha espresso la contrarietà delle aziende del settore a partecipare alla gara d'appalto per la gestione di una struttura giudicata incompatibile con il lavoro sociale, in quanto luogo di detenzione di persone che per di più non hanno avuto alcuna condanna. Il giudizio su "Minerva", che ha fatto un'altra scelta, è quindi inevitabilmente negativo.

Durante l'incontro Bettoli si sente fare richieste incredibili, che fanno pensare ad un tentativo di pressione: gli viene addirittura chiesto di bloccare le previste manifestazioni dei movimenti pacifisti contro il Cpt. Il colloquio, pur nella totale diversità di vedute dei partecipanti, si svolge per altro cordialmente. Che la manovra di Rucchini abbia il carattere della pressione illecita, viene evidenziato dai passaggi seguenti. Nei giorni successivi Rucchini, evidentemente indispettito dall'inevitabile risultato del colloquio, denuncia Bettoli nientepopodimenoche per "minacce di omicidio aggravate dall'associazione con i Disobbedienti di Luca Casarini". Fatto assolutamente fantastico, perché contrasta non solo con i fatti accaduti (come acclarato dall'unico testimone presente), ma con la stessa diversa provenienza di un attivista pacifista che per decenni ha fatto parte di organismi locali e nazionali, espressione dei movimenti pacifisti e nonviolenti.

Per capire l’assurdità della denuncia, va ricordato che infatti come Bettoli, oltre ad essere da quasi un quarto di secolo un cooperatore sociale impegnato soprattutto nell’inserimento lavorativo di persone in stato di disagio (ed a dedicare il suo tempo libero a ricerche storiche negli archivi di mezza Italia), è stato il coordinatore regionale dei Comitati per la pace e poi dell’Associazione per la Pace, di cui è stato un fondatore e per qualche tempo anche il responsabile organizzativo nazionale. E’ stato anche componente del Coordinamento nazionale per l’obiezione di coscienza alle spese militari, insieme ai più autorevoli esponenti della nonviolenza italiana (da Pietro Pinna, il primo obiettore di coscienza al servizio militare in Italia, ai proff. Antonino Drago ed Alberto L’Abate, solo per citare i nomi più noti).

Evidentemente la rabbia ha mosso il denunciante, non a caso messo sotto accusa dai mass-media e dai movimenti sociali in più occasioni, tanto da far scattare da parte sua altre azioni penali: non solo contro esponenti politici, ma anche contro la stessa Legacoopsociali nel suo complesso, per le chiare prese di posizioni dell'organismo rappresentativo della Cooperazione Sociale. A questo punto, preso atto dell'inevitabile necessità per la Magistratura di procedere comunque al giudizio, vista la gravità delle (peraltro infondate) accuse, non rimane che attenderne fiduciosamente il pronunciamento, che non potrà che riconoscere l'uso pretestuoso della legge a fini di pressione personale, da parte del presidente della Cooperativa “Minerva”.

Sembra altresì opportuno rilevare come, oltre alle denunce contro Legacoopsociali Fvg ed al processo già convocato contro il presidente Gian Luigi Bettoli, vi siano quella contro il consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz (pure un operatore di Cooperativa Sociale) presso il Tribunale di Roma, ed il processo fissato fra pochi giorni contro Dario Antonaz del Prc (postato in fondo a questa mail). Inoltre, la richiesta di indennizzo rivolta da Rucchini ad Antonaz fa intuire quali potranno essere la richieste economiche verso gli altri.

Per il Presidente di Legacoopsociali FVG

Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it
Prot.673



Apprendo anche dai quotidiani locali che nel procedimento avviato nei miei confronti da Minerva S.p.A per aver “offeso la reputazione della cooperativa anche con fatti in parte non veri” la richiesta di risarcimento ammonta all’incredibile cifra di 200 mila euro. Ricordo che ci si riferisce a dichiarazioni rilasciate il 14 gennaio del 2006 quando la Rete Contro i CPT del Friuli Venezia Giulia, alla quale aderirono decine di associazioni, partiti politici, forze sindacali e singoli, promosse un pacifico e democratico presidio presso la sede di Minerva che era appena stata indicata quale gestore del CPT di Gradisca d’Isonzo. Il presidio si era reso necessario poiché la formale richiesta di un incontro con la stessa Minerva era rimasta senza risposta, ed anzi le dichiarazioni del presidente Ruchini comparse quello stesso giorno sui quotidiani posero condizioni per l’incontro tali da stroncare sul nascere ogni possibilità di dialogo tra il vasto fronte contrario al CPT e la stessa Minerva.
Appare del tutto evidente che la richiesta di 200 mila euro ha uno scopo puramente intimidatorio nei confronti di tutti coloro i quali ritengono oggi come allora che i CPT siano della galere etniche da chiudere immediatamente, e che la migliore difesa per la reputazione di Minerva sarebbe stata la rinuncia alla gestione del CPT di Gradisca. La principale contestazione mossa a Minerva nel presidio di un anno fa stava nell’evidente contraddizione tra l’ammantarsi di un’etica progressista e la gestione del CPT, contraddizione che vive tuttora di fronte alle partite di pallone organizzate all’interno della struttura e la contemporanea ammissione di atti di autolesionismo da parte degli “ospiti”.
Poiché Minerva è una azienda con centinaia di dipendenti, fatturato di milioni di euro e viene pagata dallo Stato 75 euro al giorno per ogni “ospite” trattenuto nel CPT (quanto un albergo a tre stelle) domando: è etico chiedermi oltre 135 dei miei stipendi di 6° livello metalmeccanico? La risposta verrà dai magistrati, ma il giudizio morale è lasciato a tutti i cittadini.

Distinti saluti
Dario Antonaz
Associazione - Sinistra Critica FVG